Un blog di Paolo Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale
Informativa privacy e cookie: Questo blog include cookie di terze parti. Non miei (dettagli)
Prossimi eventi pubblici – Sostegno a questo blog – Sci-Fi Universe
Cerca nel blog
2006/01/09
CES: Google entra nel video
Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "Marco.Mus**", "parklife" e "santernet".
Al CES di Las Vegas, Google ha lanciato Google Video, un servizio dal quale si possono scaricare legalmente video a pagamento a prezzi che partono da 5 centesimi di dollaro, secondo The Inquirer e BBC.
I video disponibili includono Star Trek (le serie Voyager e Deep Space Nine, a due dollari a puntata), immancabile in qualsiasi servizio Internet che aspira a far breccia fra gli smanettoni, e molti altri telefilm in lingua originale, come il classico I Love Lucy e i più recenti CSI e Survivor. La CBS ha dichiarato che metterà in Google Video tutto il proprio catalogo di telefilm, e le partite dell'NBA saranno disponibili 24 ore dopo essere state disputate.
Per ora la parte a pagamento dell servizio è disponibile soltanto per Windows, ma Larry Page di Google ha detto che la versione Mac è pronta a metà e che stanno lavorando sodo ad altre versioni (Sony Playstation 3 e iPod di Apple, e forse anche Linux).
L'interfaccia, come consueto quando c'è di mezzo Google, è strepitosamente semplice: si digita l'argomento di interesse e compare una griglia di fotogrammi iniziali dei vari filmati (gratuiti o meno). Cliccando sul fotogramma, parte in streaming un'anteprima del filmato di qualità più che accettabile. E naturalmente tutto funziona anche in Firefox, senza obbligare nessuno a usare Internet Explorer o ad installare programmi appositi. Lo streaming usa Flash 7.0 di Macromedia, che solitamente è già presente nel computer dell'utente.
Alcuni video sono anche scaricabili sul computer dell'utente per essere visti in seguito: questo richiede un apposito programma, scaricabile dal sito di Google. In alcuni casi esiste anche l'opzione Day Pass, che consente di "noleggiare" un video per ventiquattro ore a un prezzo inferiore a quello di acquisto. I video a pagamento sono protetti da un sistema anticopia creato da Google, di cui per ora si sa poco o nulla, se non che bisogna essere collegati a Internet quando si guarda il video.
Le implicazioni di privacy di questo sistema sono abbastanza evidenti: Google può sapere esattamente cosa guardate e quando lo guardate, oltre a cosa cercate in Rete e (se usate Gmail) anche cosa scrivete nella vostra posta elettronica.
La cosa più interessante è che Google Video permette anche ai privati di mettere in vendita i propri filmati, con transazioni protette tramite carta di credito. Nasce anche un nuovo canale di distribuzione di programmi: telefilm che vengono cancellati perché godono di scarso successo televisivo presso il pubblico generico ma hanno un seguito di fan molto appassionato (Firefly, Smallville) possono uscire dalle pastoie dei palinsesti e dei direttori di rete per farsi finanziare direttamente dai telespettatori.
La novità insomma è ghiotta, ma per il momento è limitata agli utenti USA per i video a pagamento, principalmente a causa del diritto d'autore, le cui regole per i telefilm sono particolarmente complicate e variano da paese a paese.
E' un altro passo verso la fine della televisione "uno a molti", dove c'è qualcuno che trasmette e tutti gli altri possono soltanto scegliere se ricevere o spegnere. Così come Internet ha permesso a noi tutti, e non più soltanto a chi ha i soldi per pagarsi un giornale, di far conoscere la propria opinione agli altri tramite le parole, servizi come questo promettono di fare la stessa cosa anche nei confronti della televisione. Direttori di network, tremate e cominciate a studiare. La resistenza è inutile: adattarsi o perire.
Al CES di Las Vegas, Google ha lanciato Google Video, un servizio dal quale si possono scaricare legalmente video a pagamento a prezzi che partono da 5 centesimi di dollaro, secondo The Inquirer e BBC.
I video disponibili includono Star Trek (le serie Voyager e Deep Space Nine, a due dollari a puntata), immancabile in qualsiasi servizio Internet che aspira a far breccia fra gli smanettoni, e molti altri telefilm in lingua originale, come il classico I Love Lucy e i più recenti CSI e Survivor. La CBS ha dichiarato che metterà in Google Video tutto il proprio catalogo di telefilm, e le partite dell'NBA saranno disponibili 24 ore dopo essere state disputate.
Per ora la parte a pagamento dell servizio è disponibile soltanto per Windows, ma Larry Page di Google ha detto che la versione Mac è pronta a metà e che stanno lavorando sodo ad altre versioni (Sony Playstation 3 e iPod di Apple, e forse anche Linux).
L'interfaccia, come consueto quando c'è di mezzo Google, è strepitosamente semplice: si digita l'argomento di interesse e compare una griglia di fotogrammi iniziali dei vari filmati (gratuiti o meno). Cliccando sul fotogramma, parte in streaming un'anteprima del filmato di qualità più che accettabile. E naturalmente tutto funziona anche in Firefox, senza obbligare nessuno a usare Internet Explorer o ad installare programmi appositi. Lo streaming usa Flash 7.0 di Macromedia, che solitamente è già presente nel computer dell'utente.
Alcuni video sono anche scaricabili sul computer dell'utente per essere visti in seguito: questo richiede un apposito programma, scaricabile dal sito di Google. In alcuni casi esiste anche l'opzione Day Pass, che consente di "noleggiare" un video per ventiquattro ore a un prezzo inferiore a quello di acquisto. I video a pagamento sono protetti da un sistema anticopia creato da Google, di cui per ora si sa poco o nulla, se non che bisogna essere collegati a Internet quando si guarda il video.
Le implicazioni di privacy di questo sistema sono abbastanza evidenti: Google può sapere esattamente cosa guardate e quando lo guardate, oltre a cosa cercate in Rete e (se usate Gmail) anche cosa scrivete nella vostra posta elettronica.
La cosa più interessante è che Google Video permette anche ai privati di mettere in vendita i propri filmati, con transazioni protette tramite carta di credito. Nasce anche un nuovo canale di distribuzione di programmi: telefilm che vengono cancellati perché godono di scarso successo televisivo presso il pubblico generico ma hanno un seguito di fan molto appassionato (Firefly, Smallville) possono uscire dalle pastoie dei palinsesti e dei direttori di rete per farsi finanziare direttamente dai telespettatori.
La novità insomma è ghiotta, ma per il momento è limitata agli utenti USA per i video a pagamento, principalmente a causa del diritto d'autore, le cui regole per i telefilm sono particolarmente complicate e variano da paese a paese.
E' un altro passo verso la fine della televisione "uno a molti", dove c'è qualcuno che trasmette e tutti gli altri possono soltanto scegliere se ricevere o spegnere. Così come Internet ha permesso a noi tutti, e non più soltanto a chi ha i soldi per pagarsi un giornale, di far conoscere la propria opinione agli altri tramite le parole, servizi come questo promettono di fare la stessa cosa anche nei confronti della televisione. Direttori di network, tremate e cominciate a studiare. La resistenza è inutile: adattarsi o perire.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento