Un blog di Paolo Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale
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2006/05/18
Demolizioni controllate al WTC?
Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "stefano.f" e "gmaroso".
Una delle affermazioni predilette dei sostenitori di ipotesi alternative agli attentati dell'11 settembre (non li chiamo "complottisti", perché altrimenti s'arrabbiano) è che le torri del World Trade Center siano state abbattute non dall'impatto degli aerei e dal conseguente incendio, ma da cariche esplosive piazzate precedentemente negli edifici.
Ho evidenziato la parola torri perché in quest'articolo parlo soltanto del WTC 1 e 2; il crollo dell'altro edificio assai controverso, il WTC 7, è un altro paio di maniche da discutere separatamente. Vi pregherei sin d'ora di limitare i commenti al tema specifico delle torri.
La "prova" principale portata a supporto di quest'affermazione è che il crollo delle torri è "troppo veloce": le torri, dicono, sono crollate a velocità simili a quella della caduta libera, senza alcun effetto frenante prodotto dalla resistenza dei piani sottostanti. L'effetto frenante manca, affermano costoro, perché i piani sottostanti non hanno opposto resistenza, e l'unico modo per far sì che non opponessero resistenza era farli saltare progressivamente con delle cariche accuratamente temporizzate.
Si può tentare di obiettare, usando un po' di buon senso, che una demolizione controllata di quelle dimensioni (due grattacieli di 400 metri, larghi 64 metri) non s'improvvisa e che i suoi preparativi non passerebbero inosservati. Oltretutto sarebbe bastato un minimo errore per fare una figuraccia colossale e rivelare il trucco. Ma i sostenitori delle realtà alternative controbattono con pagine su pagine di calcoli di accelerazioni, decelerazioni, resistenze dei materiali, analisi cronometrate dei filmati, reperti sismografici, e quant'altro.
Di fronte alla massa impressionante di calcoli dall'aria molto erudita si può restare intimiditi. Una controanalisi è alla portata di pochi, e comunque lascia il dubbio ed è poco comprensibile. Così molti si lasciano sedurre dall'apparente serietà del metodo matematico utilizzato e accettano la teoria della demolizione controllata. Sarà stato anche difficile minare di nascosto due grattacieli per un totale di oltre duecento piani di 3600 metri quadri ciascuno, ma se i calcoli dimostrano che non poteva cadere così in fretta come tutti abbiamo visto, vuol dire che i geni della CIA (o del Mossad o degli Illuminati, a seconda dei gusti) l'hanno fatto.
Invece di una controanalisi matematica, vorrei proporre un'argomentazione più semplice e diretta, comprensibile a tutti: una foto il cui contenuto mostra così chiaramente l'errore di fondo dei calcoli dei sostenitori della demolizione controllata da dissipare ogni dubbio. Una foto, oserei dire, taurocefalectomica.
Questa foto (e in Rete ne trovate molte altre analoghe) mostra la pioggia di frammenti durante il crollo di una delle due torri. I frammenti che stanno cadendo lateralmente si trovano, in quest'istantanea, molto più in basso della sommità di quel che resta della torre.
Poiché si tratta di frammenti metallici, alcuni dei quali hanno dimensioni notevolissime, possiamo escludere che stiano planando, frenati dall'aria. Vista la forma arcuata delle loro traiettorie (visibile nei filmati e testimoniata dalla forma della nube di polvere), inoltre, possiamo escludere che vengano spinti verso il basso da qualche forza che si aggiunge alla gravità.
Quei frammenti sono, quindi, in caduta libera, e cadono alla velocità e con l'accelerazione imposte dalla forza di gravità, senza sconti (salvo la trascurabile resistenza dell'aria) e senza aiutini. E' inoltre evidente che i frammenti provengono dalla parte della torre che in questa foto si è già sbriciolata, quindi provengono da una quota superiore o perlomeno uguale a quella dell'ultimo piano ancora intero.
Ma se quei frammenti sono in caduta libera e sono partiti da un'altezza superiore alla sommità del moncone della torre, e se si trovano una ventina di piani più in basso del punto più alto di quel che resta della torre, vuol dire che la torre sta crollando a una velocità inferiore a quella di caduta libera.
Pertanto, l'affermazione "le torri sono crollate a velocità di caduta libera" è falsa e non può essere usata come premessa per tentare di dimostrare l'ipotesi della demolizione controllata. Con buona pace di chi ha speso ore a sciorinare calcoli evidentemente basati su premesse fallaci.
Una delle affermazioni predilette dei sostenitori di ipotesi alternative agli attentati dell'11 settembre (non li chiamo "complottisti", perché altrimenti s'arrabbiano) è che le torri del World Trade Center siano state abbattute non dall'impatto degli aerei e dal conseguente incendio, ma da cariche esplosive piazzate precedentemente negli edifici.
Ho evidenziato la parola torri perché in quest'articolo parlo soltanto del WTC 1 e 2; il crollo dell'altro edificio assai controverso, il WTC 7, è un altro paio di maniche da discutere separatamente. Vi pregherei sin d'ora di limitare i commenti al tema specifico delle torri.
La "prova" principale portata a supporto di quest'affermazione è che il crollo delle torri è "troppo veloce": le torri, dicono, sono crollate a velocità simili a quella della caduta libera, senza alcun effetto frenante prodotto dalla resistenza dei piani sottostanti. L'effetto frenante manca, affermano costoro, perché i piani sottostanti non hanno opposto resistenza, e l'unico modo per far sì che non opponessero resistenza era farli saltare progressivamente con delle cariche accuratamente temporizzate.
Si può tentare di obiettare, usando un po' di buon senso, che una demolizione controllata di quelle dimensioni (due grattacieli di 400 metri, larghi 64 metri) non s'improvvisa e che i suoi preparativi non passerebbero inosservati. Oltretutto sarebbe bastato un minimo errore per fare una figuraccia colossale e rivelare il trucco. Ma i sostenitori delle realtà alternative controbattono con pagine su pagine di calcoli di accelerazioni, decelerazioni, resistenze dei materiali, analisi cronometrate dei filmati, reperti sismografici, e quant'altro.
Di fronte alla massa impressionante di calcoli dall'aria molto erudita si può restare intimiditi. Una controanalisi è alla portata di pochi, e comunque lascia il dubbio ed è poco comprensibile. Così molti si lasciano sedurre dall'apparente serietà del metodo matematico utilizzato e accettano la teoria della demolizione controllata. Sarà stato anche difficile minare di nascosto due grattacieli per un totale di oltre duecento piani di 3600 metri quadri ciascuno, ma se i calcoli dimostrano che non poteva cadere così in fretta come tutti abbiamo visto, vuol dire che i geni della CIA (o del Mossad o degli Illuminati, a seconda dei gusti) l'hanno fatto.
Invece di una controanalisi matematica, vorrei proporre un'argomentazione più semplice e diretta, comprensibile a tutti: una foto il cui contenuto mostra così chiaramente l'errore di fondo dei calcoli dei sostenitori della demolizione controllata da dissipare ogni dubbio. Una foto, oserei dire, taurocefalectomica.
Questa foto (e in Rete ne trovate molte altre analoghe) mostra la pioggia di frammenti durante il crollo di una delle due torri. I frammenti che stanno cadendo lateralmente si trovano, in quest'istantanea, molto più in basso della sommità di quel che resta della torre.
Poiché si tratta di frammenti metallici, alcuni dei quali hanno dimensioni notevolissime, possiamo escludere che stiano planando, frenati dall'aria. Vista la forma arcuata delle loro traiettorie (visibile nei filmati e testimoniata dalla forma della nube di polvere), inoltre, possiamo escludere che vengano spinti verso il basso da qualche forza che si aggiunge alla gravità.
Quei frammenti sono, quindi, in caduta libera, e cadono alla velocità e con l'accelerazione imposte dalla forza di gravità, senza sconti (salvo la trascurabile resistenza dell'aria) e senza aiutini. E' inoltre evidente che i frammenti provengono dalla parte della torre che in questa foto si è già sbriciolata, quindi provengono da una quota superiore o perlomeno uguale a quella dell'ultimo piano ancora intero.
Ma se quei frammenti sono in caduta libera e sono partiti da un'altezza superiore alla sommità del moncone della torre, e se si trovano una ventina di piani più in basso del punto più alto di quel che resta della torre, vuol dire che la torre sta crollando a una velocità inferiore a quella di caduta libera.
Pertanto, l'affermazione "le torri sono crollate a velocità di caduta libera" è falsa e non può essere usata come premessa per tentare di dimostrare l'ipotesi della demolizione controllata. Con buona pace di chi ha speso ore a sciorinare calcoli evidentemente basati su premesse fallaci.
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