Un po' di chiarezza sull'appello contro una presunta "giornata dell'orgoglio pedofilo"
Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "joe.bass" e "stefagulm". L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
Da alcuni giorni sta circolando un appello via e-mail che raccoglie "firme" per una petizione all'UE e all'Unicef affinché aumentino la loro attività contro la pedofilia. L'appello è stimolato dalla presunta imminenza di una "giornata dell'orgoglio pedofilo" che sarebbe denominata "Love Boy Day" o "Boy Love Day" e sarebbe stata indetta per il 23 giugno.
Vista la delicatezza dell'argomento e l'attuale clima di stretta sorveglianza antipedofilia della Rete, non ho svolto ricerche o indagini con parole chiave che potevano indurre sospetti o falsi allarmi su di me e ho chiesto approfondimenti alle forze investigative autorizzate. Spero di poter pubblicare maggiori dettagli qui a breve.
Per ora vi suggerisco di andare direttamente alla fonte dell'iniziativa, indicato più avanti, e di non fidarvi del testo fuorviante dei vari appelli circolanti via e-mail, che rischiano di inquinare e confondere l'iniziativa.
Ecco una delle principali versioni dell'appello in circolazione:
Il 23 giugno si celebra il Love Boy Day. Giornata dell'orgoglio pedofilo.
Dato che la libertà è di tutti, suppongo che se loro festeggiano quello che dovrebbe rappresentare uno dei peggiori reati, le persone normali e sane di mente hanno la possibilità di fare qualcosa che vada nella direzione opposta.
I pedofili del mondo si tengono in contatto con siti e manifestazioni in cui affermano che vogliono essere lasciati liberi di "amare" chi gli pare, a prescindere dall'età. E per dimostrare a tutti che sono persone normali e bene integrate nella società, hanno siti in cui si scambiano opinioni, ci fanno vedere romantiche scene fra adulti e bambini sorridenti…e naturalmente si trova parecchio materiale pedopornografico.
Le associazioni e la polizia postale non riescono né ad oscurare tutti i siti presenti, né ad intevenire negli altri stati.
Per fare in modo che vengano potenziati i controlli e si impedisca a queste persone di manifestare il loro "orgoglio" (alla bestialità) hanno organizzato una raccolta di firme per mandare una petizione all'Unione Europea e all'Unicef.
E' sufficiente mandare una mail a italia@epolis.sm firmando con nome e cognome.
Credo che non sia una gran fatica per noi inviare, fra le tante, anche questa mail. Se possibile inviatene una anche con eventuali altri indirizzi che avete, inserendo nomi di amici o parenti, o avvisando il maggior numero di persone affinchè aderiscano a questa iniziativa.
Un'altra versione dell'appello è questa:
IL 23 GIUGNO I PEDOFILI CELEBRERANNO IL LOVE BOY DAY, CELEBRAZIONE DELL'ORGOGLIO PEDOFILO, ACCENDENDO UNA CANDELA AZZURRA RICORDERANNO I PEDOFILI INCARCERATI PERCHE' "VITTIME DI DISCRIMINAZIONI E DI LEGGI INGIUSTAMENTE RESTRITTIVE"!
E POLIS CHIEDE L'AIUTO DEI LETTORI:
FIRMATE L'APPELLO DA INVIARE ALL'UNICEF E ALLA COMMISSIONE EUROPEA AFFINCHE' VENGANO OSCURATI TUTTI I SITI INTERNET CHE ADERISCONO ALLA GIORNATA DELL'ORGOGLIO PEDOFILO.
PER ADERIRE BASTA INVIARE UN SMS AL N° 346 3665 955 O UNA MAIL ALL'INDIRIZZO mailto:italia@epolis.sm FIRMANDO CON NOME E COGNOME.
L'indirizzo di e-mail in questione appartiene al quotidiano E Polis, disponibile nelle edicole e online; sul suo sito si promuove qui la raccolta di adesioni in termini piuttosto differenti da quelli dell'appello circolante: per esempio, nell'iniziativa originale di E Polis non c'è alcun suggerimento di "firmare" a nome di parenti e amici, per ovvie ragioni.
Ho contattato ieri la redazione di E Polis, che ha spiegato che la notizia del "Boy Love Day" proviene da un unico sito, Ibld.net, che asserisce di essere dedicato a "un esame razionale della pedofilia" e (stando a quanto mi viene indicato) non ospita immagini pedofile. Non si tratta, quindi, di un'iniziativa di massa come potrebbe sembrare: di conseguenza, come avviene spesso in questi casi, la campagna antipedofilia rischia di trasformarsi in pubblicità involontaria proprio per i siti che vorrebbe boicottare.
Lo scopo dell'iniziativa di E Polis, infatti, è sensibilizzare l'opinione pubblica e invitare con forza le autorità a oscurare i siti promotori della presunta "giornata di orgoglio". Il problema, come del resto sottolineato dalla redazione di E Polis, è che gli aspetti tecnici di un oscuramento di un sito Internet non sono banali e le relative questioni di diritto sono altrettanto complesse: infatti finché questi siti non commettono reato (e la discussione, su qualsiasi argomento, non è reato), non ci sono le basi legali per oscurarli. Anzi: c'è il rischio di un effetto boomerang che consentirebbe a questi siti di dichiararsi martiri e perseguitati in violazione del diritto democratico ad esprimere le proprie opinioni.
Come già discusso in occasione di altre petizioni analoghe e come confermato da E Polis, la validità legale di "firme" raccolte in questo modo è nulla. Non sono firme: sono soltanto delle adesioni, sulla cui autenticità, oltretutto, non c'è alcuna garanzia. Si tratta soltanto di una campagna di sensibilizzazione. In questo senso, quindi, il testo dell'appello via e-mail è completamente fuorviante.
Alcuni lettori erano rimasti perplessi sull'iniziativa antipedofilia notando questa precisazione sul trattamento dei dati riportata nella pagina della petizione su E Polis (l'evidenziazione è mia):
Ai sensi dell'art. 13 del D. Lgs. del 30 giugno 2003 n. 196, in materia di riservatezza dei dati personali, La informiamo che i dati personali da Lei forniti saranno trattati, nel rispetto degli obblighi di legge, ai fini di poterLe inviare eventuali pubblicazioni scientifiche, aggiornamento dei prodotti e dei servizi offerti dalla nostra Società e materiale in campione gratuito
Il trattamento dei Suoi dati sarà improntato ai principi di correttezza, liceità e trasparenza, tutelando la Sua riservatezza e i Suoi diritti e avverrà con strumenti manuali e/o informatizzati, idonei a garantirne la sicurezza e la riservatezza. [...]
Ho segnalato la questione alla redazione di E Polis, che ha chiarito che si trattava di un errore e ha rimosso la porzione di testo evidenziata.
In sintesi: l'iniziativa di E Polis solleva nuovamente un problema molto sentito, ma occorre capire i limiti e gli effetti collaterali di operazioni di questo genere e magari cogliere l'occasione per una discussione schietta del problema (anche con i propri figli) ed evitare di demonizzare Internet per colpa di una manciata di maniaci. Tenendo sempre presente che purtroppo, statistiche alla mano, la maggior parte dei casi atroci di pedofilia avviene fuori da Internet, nel mondo reale e specificamente nella cerchia della famiglia.
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