Un blog di Paolo Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale
Informativa privacy e cookie: Questo blog include cookie di terze parti. Non miei (dettagli)
Prossimi eventi pubblici – Sostegno a questo blog – Sci-Fi Universe
Cerca nel blog
2007/06/26
Blinkx: se il motore di ricerca ti ascolta e ti guarda
Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "lbottur" e "giuseppec****". L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
Lo spettacolare successo di Google deriva in gran parte da una formula estremamente semplice: inserire nelle pagine Web pubblicità pertinente al contesto, in modo che la pubblicità non sia vista come un'intrusione, ma quasi come un'estensione del testo della pagina.
La formula funziona egregiamente, a parte qualche incidente divertente come la réclame della mozzarella di bufala che spesso compare in questo blog (Google Adsense evidentemente nota la frequenza con la quale uso la parola bufala e la considera importante, ma ne sbaglia l'accezione); ne vedete un esempio fresco fresco qui sopra, cliccabile per ingrandirlo. Il problema è che la formula contestuale funziona con il testo, ma non con le immagini o con i filmati, per la semplice ragione che è relativamente facile estrarre automaticamente le parole chiave da una pagina di testo, mentre è tutt'altra sfida estrarle da una foto o da un filmato.
Da questo problema nasce il mancato successo commerciale (dal punto di vista dei gestori) dei servizi di pubblicazione e condivisione di filmati, come Youtube o Google Video: gli utenti sono contenti di averli gratuitamente, ma chi gestisce i servizi non sa come farli fruttare. Le pubblicità contestuali, infatti, finora si sono basate soltanto sulle parole-chiave immesse a mano dagli utenti per definire i propri filmati, e sono separate dal filmato: questo le rende poco fruite e poco pertinenti.
Blinkx.com promette di cambiare questo stato di cose: dichiara di aver realizzato un sistema che è in grado di analizzare l'audio e le immagini presenti nei filmati e di estrarne le parole-chiave, da usare per inserire nei filmati delle pubblicità pertinenti.
Funzionerà? Il riconoscimento automatico della voce e delle immagini ha fatto grandi passi negli ultimi anni, ma ho qualche dubbio che sia all'altezza di un compito del genere. Staremo a vedere: l'idea è comunque interessante. Nel frattempo, Blinkx.com è un buon motore di ricerca per i filmati, dato che consente di ricercare contemporaneamente in molti siti differenti dedicati ai videoclip.
Lo spettacolare successo di Google deriva in gran parte da una formula estremamente semplice: inserire nelle pagine Web pubblicità pertinente al contesto, in modo che la pubblicità non sia vista come un'intrusione, ma quasi come un'estensione del testo della pagina.
La formula funziona egregiamente, a parte qualche incidente divertente come la réclame della mozzarella di bufala che spesso compare in questo blog (Google Adsense evidentemente nota la frequenza con la quale uso la parola bufala e la considera importante, ma ne sbaglia l'accezione); ne vedete un esempio fresco fresco qui sopra, cliccabile per ingrandirlo. Il problema è che la formula contestuale funziona con il testo, ma non con le immagini o con i filmati, per la semplice ragione che è relativamente facile estrarre automaticamente le parole chiave da una pagina di testo, mentre è tutt'altra sfida estrarle da una foto o da un filmato.
Da questo problema nasce il mancato successo commerciale (dal punto di vista dei gestori) dei servizi di pubblicazione e condivisione di filmati, come Youtube o Google Video: gli utenti sono contenti di averli gratuitamente, ma chi gestisce i servizi non sa come farli fruttare. Le pubblicità contestuali, infatti, finora si sono basate soltanto sulle parole-chiave immesse a mano dagli utenti per definire i propri filmati, e sono separate dal filmato: questo le rende poco fruite e poco pertinenti.
Blinkx.com promette di cambiare questo stato di cose: dichiara di aver realizzato un sistema che è in grado di analizzare l'audio e le immagini presenti nei filmati e di estrarne le parole-chiave, da usare per inserire nei filmati delle pubblicità pertinenti.
Funzionerà? Il riconoscimento automatico della voce e delle immagini ha fatto grandi passi negli ultimi anni, ma ho qualche dubbio che sia all'altezza di un compito del genere. Staremo a vedere: l'idea è comunque interessante. Nel frattempo, Blinkx.com è un buon motore di ricerca per i filmati, dato che consente di ricercare contemporaneamente in molti siti differenti dedicati ai videoclip.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento