Usare il Mac nelle aziende è più facile e costa meno che usare i PC Windows. Aspettate a tirar fuori il lanciafiamme
Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "cuchulainn" e "roberto.tagl*". Nota: chi scrive l'articolo è un utente Mac.
Una recente ricerca di mercato annuncia quello che tanti fan del Mac segretamente attendevano di vedere confermato: in termini di TCO, ossia Total Cost of Ownership, uno dei parametri sacri per i reparti contabilità aziendali e gli analisti finanziari, usare nelle aziende i computer di Apple costa complessivamente meno che usare quelli con Windows. Notizia clamorosa che fa il giro del mondo, segnalata per esempio da Ars Technica, ZDNet, MacDailyNews, MuyMac e da ICT Kommunikation e anche da siti dai nomi imbarazzanti come Macgasm.
Il TCO è un parametro che valuta il costo globale di un computer e include per esempio la spesa per il suo acquisto, quella per la sua manutenzione, la durata della sua vita operativa prevista, la gestione delle licenze e della migrazione, la protezione contro gli attacchi informatici, il consumo di energia, l'affidabilità e la formazione del personale. Ebbene, secondo la ricerca svolta su un campione finale di 260 manager dei reparti informatici di varie aziende sparse per il mondo, il Mac emerge vincente.
La differenza di costo, stando alla ricerca, è addirittura superiore al 20%. Il costo scaturisce dal tempo speso a risolvere problemi (minore sui Mac, secondo il 65% degli interpellati), a rispondere alle chiamate all'help desk di assistenza (minore per la Mela secondo il 54% dei pareri) e a formare gli utenti (il 48% degli intervistati dice che il Mac costa meno come formazione e il 36% lo mette alla pari con Windows).
Chiunque abbia avuto a che fare con un utente Mac sa bene che gli utenti della Mela si vantano dell'affidabilità, della semplicità e della longevità della loro scelta e sottolineano che la sostanziale assenza di virus per Mac compensa egregiamente il costo maggiore di questi prodotti e la scelta di software più limitata rispetto al mondo Windows. C'è molto di vero in questa percezione, ma l'abilità di Apple nel creare venerazione intorno ai propri prodotti falsa la percezione rispetto alla realtà. Anche i Mac hanno non poche magagne tecniche, comportano la dipendenza dai ghiribizzi di un unico fornitore e hanno una visione dell'informatica in cui l'utente non deve impicciarsi di come funziona il computer ma trova tutto già deciso per lui, nel bene e nel male, e l'utente accetta senza fare domande perché di norma tutto funziona. Finché le decisioni sono nell'interesse dell'utente, nessun problema; ma Apple è un'azienda, non un ente benefico, e a volte – come per ogni prodotto commerciale – c'è un conflitto d'interessi fra utente e venditore.
Di conseguenza, prima di andare al vostro ufficio acquisti a sbandierare questa ricerca di mercato come la chiave per convincerlo a finanziare l'acquisto e la migrazione al Mac per tutti, è meglio andare a vedere chi c'è dietro questi numeri così appaganti per il fan della Mela: la Enterprise Desktop Alliance, un'organizzazione il cui scopo è "fornire soluzioni che rendano più fluida l'installazione, l'integrazione e la gestione del Mac negli ambienti informatici avanzati gestiti da Windows".
La EDA ha come scopo la promozione dell'uso del Mac in azienda. Non è quel che si dice una fonte del tutto imparziale, insomma. E c'è un dettaglio che una sbirciata superficiale ai numeri presentati dalla ricerca non fa emergere: come nota CIO.com, il sondaggio non include il costo di acquisto del computer, che nel mondo Mac non è un dato trascurabile, e non considera le questioni di condivisione dei file fra Mac e PC e il costo di un responsabile informatico specializzato in Mac, probabilmente più costoso del suo omologo Windows. Le statistiche sono molti rivelatrici: soprattutto in quello che omettono di dire.
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