Mentre un pubblico ministero italiano oscura per tutto il mondo un intero blog perché alcuni suoi post sono sospettati di diffamazione e si preparano leggi che punirebbero con multe da migliaia di euro i blogger che non rettificano i post entro 48 ore, La Stampa – non un blog, non un sito di chiacchiere, ma un giornale – se ne esce con un articolo completamente inventato. O per dirla tutta, falso.
L'articolo, "La mia Luna vuole una base", è firmato da Antonio Lo Campo ed è confezionato come se Lo Campo avesse fatto delle domande all'astronauta lunare Buzz Aldrin, in occasione della sua apparizione pubblica ad Avezzano (AQ) durante la manifestazione Il Cielo di Argoli, e questi gli avesse risposto con le parole pubblicate. Non è vero.
Non è vero perché Aldrin non ha rilasciato interviste in quell'occasione. Non è vero perché le risposte attribuite all'astronauta sono in realtà trascrizioni rimaneggiate (e oltretutto maldestramente errate) di quello che Aldrin ha detto al pubblico presente.
Come lo so? Semplice: io ero lì. Ero l'interprete di Aldrin, ho le registrazioni audio e video integrali di tutto quello che è stato detto, e il modellino del LM
I fatti documentano che l'intervista pubblicata da La Stampa e firmata da Antonio Lo Campo è un falso. Ho scritto al direttore, Mario Calabresi, per chiedere la rettifica dell'articolo, e ho congelato presso Freezepage.com l'articolo nella sua forma attuale. Ora vediamo quanto tempo ci mette il giornale a rettificare e a chiedere scusa ai lettori per aver rifilato loro una notizia falsa. A quanto ammontano le multe e le sanzioni per i giornali che pubblicano notizie false e non le rettificano entro 48 ore?
Se non ci fossero i blog a fare da controllori alle invenzioni dei giornalisti, se non ci fosse modo per chi sta al di fuori delle redazioni di denunciare pubblicamente questi abusi della fiducia concessa da chi legge e compra un giornale, episodi patetici come questo la farebbero franca. Ma i blogger ci sono, signori miei, e non hanno nessuna intenzione di farsi zittire.
19:00
Mi ha telefonato Antonio Lo Campo e ha chiarito la situazione. Aspetto il suo permesso per pubblicare la spiegazione. Nel frattempo confermo che Lo Campo era presente all'incontro e ha parlato (molto brevemente, per meno di cinque minuti) con Aldrin. Una foto pubblicata da Gravità Zero lo documenta e le riprese video in mio possesso lo confermano ulteriormente. Non appena avrò ulteriori informazioni le pubblicherò.
2010/07/29 05:00
Dopo una serie di conversazioni telefoniche, ieri sera ho ricevuto quanto segue da Gabriele Beccaria, responsabile della rubrica Tuttoscienze de La Stampa, con richiesta di pubblicazione:
Gentile Paolo Attivissimo
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Ho letto con sconcerto le accuse rivolte all’intervista a Buzz Aldrin pubblicata la scorsa settimana su Tuttoscienze de «La Stampa». Non è affatto «un falso», come lei scrive.
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A volte nel giornalismo si compiono sviste ed errori e, se accade, è giusto riconoscerli. Ma non è questo il caso dell’intervista. Non è stato inventato proprio nulla, dal momento che l’autore, Antonio Lo Campo, ha partecipato alla conferenza dell’ex eroe della Luna, ha contribuito alla preparazione delle domande che gli sono state pubblicamente rivolte e al termine dell’evento gli ha anche parlato faccia a faccia, come possono testimoniare molti dei presenti.
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Evidentemente lei ignorava questi fatti e, punto essenziale, non era a conoscenza del breve incontro tra Aldrin e Lo Campo.
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Anche l’episodio del modellino del Lem che cade (che lei considera una bufala) è autentico, come riportato correttamente da Lo Campo. Forse lei non l’ha notato, ma - si sa - a volte la distrazione gioca brutti scherzi.
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Spero che lei voglia pubblicare questa precisazione con lo stesso spazio con cui ci ha ingiustamente accusati. A volte l’enfasi prende la mano e spinge ad affermazioni che poco hanno a che fare con il giornalismo e molto con la diffamazione.
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Cordialmente
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Gabriele Beccaria
Responsabile Tuttoscienze - La Stampa
Sul fatto che Lo Campo abbia partecipato alla conferenza non c'è alcun dubbio e non ne ho mai espressi. Mi correggo sulla questione del modellino del modulo lunare (LM) caduto: riguardando la videoregistrazione ho notato che Tito Stagno ha urtato il modello del Saturn V, che a sua volta ha fatto cadere anche il LM, rapidamente raccolto e rimesso al suo posto da Buzz Aldrin. La caduta del modello del LM si è quindi sovrapposta a quella ben più importante del modello del Saturn V e io non l'ho notata. Ho pertanto rettificato questo aspetto dell'articolo qui sopra.
Veniamo al punto saliente: l'intervista, come la definisce esplicitamente la replica de La Stampa. Aver "contribuito alla preparazione delle domande" che poi vengono rivolte da altri non è fare un'intervista. Le interviste si fanno faccia a faccia, con botta e risposta, e le domande si fanno direttamente, non per interposta persona. Quel giorno anche mia figlia Linda ha fatto una domanda a Buzz Aldrin (quella sui "bip" via radio), e gliel'ho suggerita io: vuol dire quindi che io ho intervistato Aldrin? Direi proprio di no. Pertanto pubblicare le domande come se fossero state poste tutte da Lo Campo direttamente ad Aldrin è e rimane una rappresentazione ingannevole della realtà.
Va notato, inoltre, che alla replica de La Stampa manca l'affermazione più semplice e importante: quella che Lo Campo abbia davvero fatto ad Aldrin le domande citate nell'articolo. Un'omissione decisamente interessante. Se le ha fatte, come mai questo non viene detto chiaro e tondo?
La replica precisa infine che Lo Campo ha parlato "faccia a faccia" con Aldrin "al termine dell'evento", suggerendo tra le righe che il giornalista potrebbe aver intervistato l'astronauta in quell'occasione. Ma perché Lo Campo avrebbe dovuto fare ad Aldrin proprio le stesse domande che gli erano appena state rivolte dal pubblico? Non avrebbe avuto senso.
Aggiornamento: mi è stato infatti confermato che Lo Campo non ha affatto parlato con Aldrin al termine dell'intervento, ma soltanto all'inizio, come del resto risulta anche dalle riprese video. La dichiarazione de La Stampa è dunque errata su questo punto, nonostante Beccaria dica che "possono testimoniare molti dei presenti".
Lo scenario probabile che emerge da queste contraddizioni e dichiarazioni e da informazioni fornitemi da terzi in via riservata è che Lo Campo abbia scritto un articolo in forma ben diversa e corretta e sia stata la redazione a riconfezionarlo in modo più sensazionale, inventando l'intervista faccia a faccia, e che ora, colta in fallo, stia cercando di negare la fabbricazione redazionale dell'intervista. Sta di fatto, comunque, che l'intervista non corrisponde agli eventi documentati.
Ho le registrazioni di tutte le domande fatte dal pubblico e dagli organizzatori e posso documentare che corrispondono a quelle che La Stampa ha presentato come se si trattasse di domande di un'intervista. Posso documentare anche che quanto detto da Aldrin è stato riportato erroneamente.
Se La Stampa è in grado di presentare una registrazione che dimostra che quelle domande sono state fatte anche da Lo Campo direttamente ad Aldrin e sono state riportate fedelmente, e che quindi ho torto, la presenti. Se l'intervista non c'è stata e le domande riportate sono quelle fatte dal pubblico, lo ammetta, invece di parlarmi di "affermazioni che poco hanno a che fare con il giornalismo e molto con la diffamazione". È questione di correttezza nei confronti dei lettori del giornale: bastano due righe di spiegazione. Anche inventarsi interviste inesistenti avrebbe poco a che fare con il giornalismo.
2010/07/29 21:25
Ecco un paio di fotogrammi che mostrano Aldrin mentre raccoglie il LM caduto, ci gioca un istante facendolo "atterrare" sulla propria gamba destra e infine lo appoggia sul tavolo per poi raddrizzare il Saturn V caduto. Il tutto dura una manciata di secondi. Quel modellino è ora qui al Maniero Digitale nella Teca delle Sacre Reliquie.
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