Muore il Web italiano? Esagerati. Ma è ora di imparare a usare davvero Internet
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Leggo e ricevo vari allarmi su una presunta morte del Web italiano a causa di una delibera dell'Agcom, l'autorità garante delle comunicazioni italiana, che viene presentata come tutela del diritto d'autore su Internet e darebbe all'Agcom stessa il potere di ordinare l'oscuramento in Italia di qualunque sito o blog accusato di violazione del diritto d'autore.
Alessandro Longo, su L'Espresso, parla nel sommario di “diritto arbitrario di oscurare siti senza un processo” sotto il titolo drammatico “6 luglio, muore il web italiano” (Longo ci tiene a precisare che titolo e sommario dell'articolo non sono opera sua). Anonymous si è lanciata ieri in un denial of service contro il sito dell'Agcom (info su Oversecurity.net). La vicenda deriva subito verso la politica, con grida di complotto ordito da Berlusconi e Mediaset per sabotare Internet, che è vista come una “minaccia al loro business” (così dice, nel già citato articolo di Longo, Luca Nicotra, segretario di Agorà Digitale, promotore di una protesta coordinata ricca di link utili). Meno politicizzati e più concreti Juan Carlos De Martin (Creative Commons) su La Stampa (qui e qui) e Punto Informatico (qui e qui).
Sapete bene che quando si tira in ballo la politica italiana mi vengono i conati di repulsione, per cui la faccio breve, come si addice alle incursioni nei postriboli dei bassifondi.
Parliamoci chiaro: questo dell'Agcom, come ogni altro tentativo di imbavagliare la Rete, è destinato a fallire per motivi assolutamente fisiologici. Non ci riescono i cinesi, figuriamoci se ci riusciranno le sciacquette dei burocrati italiani. Buttarla in politica e accusare una sola fazione di essere colpevole d'ogni nefandezza non fa altro che distrarre da questo concetto fondamentale e svilire la questione. Come il DDOS contro Agcom, non fa altro che regalare comode munizioni a chi vuole trasformare in rissa una questione seria e a chi brama di accusare di apologia della pirateria gli onesti che vogliono difendere non solo il diritto d'autore ma anche quello del fruitore.
Sarà facile zittire le iniziative sensate, come il Creative Commons e il fair use, etichettandole come pro-pirateria, sovversive, anarco-insurrezionaliste, antiberlusconiane e quant'altro, senza bisogno di dimostrare che lo stato delle cose attuale causi danni ad autori e artisti. Senza fermarsi a chiedere quanta pubblicità gratuita ha avuto Lady Gaga da Internet o come mai, se siamo tutti così pirati, Avatar o Il Signore degli Anelli incassano miliardi di euro. Verrà dimostrata invece una sola cosa: che i governi (e, in misura minore, i grandi editori) non hanno la più pallida idea di come funzioni Internet e sono mentalmente fermi all'Ottocento sia con il loro modello di governo, sia con il loro modello di business. Ne pagheranno le conseguenze.
A mio avviso ci sono due modi per far fallire in modo elegante e civile quest'ennesimo giro di giostra. Il primo è sommergere l'Agcom di segnalazioni di presunte violazioni. Noi siamo in tanti; loro sono in pochi. Basta qualche decina di migliaia di segnalazioni per mandare in tilt il sistema e ricordare a questi asini digitali che stanno cercando di vietare al vento di soffiare e stanno ragionando ancora in termini di piombo in tipografia anziché di bit nella Rete. Qualcuno si ricorda, per esempio, l'obbligo di mandare una copia di ogni pubblicazione agli Archivi Nazionali e tutto il panico che fu diffuso quando parve che l'obbligo si dovesse estendere a ogni sito Web? Appunto.
Il secondo è che è ora di studiare invece di strillare. I vari tentativi di censura e oscuramento funzionano soltanto con chi non sa usare Internet e non ha voglia di imparare a usarla come si deve, però poi si lamenta. La resistenza civile ai tentativi di imporre leggi idiote non passa solo dai canali politici e dalla scheda elettorale: passa dal filo dell'ADSL che abbiamo in casa. L'HADOPI francese non è fallita perché i francesi si sono dedicati al denial of service contro i siti delle autorità (come stanno facendo in maniera davvero infantile in queste ore LulzSecItaly e AnonItaly). È stata ridicolizzata perché gli internauti francesi hanno capito che il peer-to-peer è vulnerabile (nel senso che consente un facile monitoraggio) e sono passati ad altri sistemi (come i download diretti tramite Rapidshare, Megaupload, Fileserve, eccetera). È ora di spegnere il teleschermo e di accendere il cervello; di smettere di comprare giornali-spazzatura e diventare tutti hacker.
Ah, già, ma stasera c'è la partita su Inediaset Premium Plus Ultra 3D 4x4 Dolby Surround Ritardante per Lui Stimolante per Lei. Non si può rinviare la rivoluzione di qualche ora?
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