È disponibile subito il podcast di oggi de Il Disinformatico della Radiotelevisione Svizzera, scritto, montato e condotto dal sottoscritto: lo trovate presso www.rsi.ch/ildisinformatico (link diretto) e qui sotto.
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Buon ascolto, e se vi interessano il testo integrale e i link alle fonti di questa puntata, sono qui sotto.
Prologo
[CLIP AUDIO: Rumore di tastiera di computer]
Siamo nel 2010. Una donna cinese si siede al suo computer e inizia a modificare una voce della Wikipedia in cinese dedicata a un personaggio storico, Heshen, un celeberrimo funzionario corrotto vissuto in Cina, appunto, fra il 1750 e il 1799, famoso perché ammassò una fortuna illecita colossale, diventando uno degli uomini più ricchi della storia dell’umanità.
Ma le modifiche fatte dalla donna descrivono, con ricchezza di dettagli, eventi che in realtà non sono mai avvenuti, e negli anni successivi questa narrazione falsa spacciata per vera si estenderà fino alla storia russa, sfociando in oltre duecento voci interamente nuove di Wikipedia, che ammonteranno a vari milioni di parole, con tanto di mappe inventate, fonti storiche fittizie e descrizioni articolatissime della vita quotidiana nei vari periodi storici raccontati.
La donna si costruirà una falsa identità di ricercatrice storica dell’Università di Mosca e alcune delle voci che scriverà riceveranno riconoscimenti formali dai coordinatori di Wikipedia e verranno anche tradotte in altre lingue. Ma è tutto finto.
Questa è la storia di Zhemao, la donna autrice di uno dei più spettacolari casi di falsificazione digitale e di costruzione di realtà alternativa, rimasto inosservato e indisturbato per oltre un decennio, ed è anche la storia di come questo falso dettagliatissimo è stato, alla fine, scoperto.
Benvenuti a questa puntata del Disinformatico, il podcast della Radiotelevisione Svizzera dedicato alle notizie e alle storie strane dell’informatica. Io sono Paolo Attivissimo.
[SIGLA di apertura]
La Wikipedia è un’enciclopedia online multilingue gratuitamente accessibile, ben nota per la sua particolare caratteristica di essere basata sul volontariato e di essere modificabile praticamente da chiunque, sia pure con qualche limite. Diventare autori di Wikipedia è abbastanza facile: basta creare un account gratuito e poi iniziare a scriverne una nuova voce, oppure ampliarne o correggerne una esistente. Lo so bene, perché sono anch’io un autore di Wikipedia. I contenuti verranno pubblicati immediatamente; la loro verifica è affidata agli altri autori e ai lettori stessi dell’enciclopedia.
Questo modello aperto di contribuzione ha consentito uno sviluppo straordinario di Wikipedia in numerosissime lingue: è il suo vantaggio principale, ma è anche il suo punto debole. Se un autore inizia facendo piccole modifiche innocue a voci non controverse, e se queste modifiche superano il vaglio dei colleghi, quell’autore comincia a costruirsi una reputazione, che spesso non verrà più messa in discussione. Nessuno chiederà credenziali accademiche e si formerà una rete di fiducia sottintesa.
Zhemao, nel 2010, inizia la propria carriera di falsaria storica esattamente in questo modo. In realtà Zhemao è uno pseudonimo: è uno degli alias usati da una persona la cui identità non è ancora stata accertata. Un suo profilo online su Wikipedia, ora scomparso, la presentava come una donna cinese, figlia di un diplomatico che risiede in Russia, laureata in storia russa all’Università di Mosca e diventata cittadina del paese dopo aver sposato un russo. Ma non si sa quanto ci sia di vero in tutto questo.
Zhemao comincia appunto modificando una voce relativamente poco importante della Wikipedia in cinese. Aggiunge solo alcuni abbellimenti e dettagli di poco conto alla storia del funzionario corrotto Heshen, e le sue modifiche passano il vaglio degli addetti di Wikipedia.
Ma poi, a partire dal 2012, si dedica alla storia medievale russa, e qui dà sfogo alla sua straordinaria creatività, mescolando fatti e fantasie, inventando ben tre insurrezioni dei tartari nel diciassettesimo secolo, scrivendo una lunghissima voce di Wikipedia in cinese, abbellita da una mappa (falsa) che descrive in dettaglio gli eventi (immaginari) e supportata da una ricca bibliografia in buona parte inventata anch’essa.
La costruzione della realtà alternativa di Zhemao non conosce freni. Negli anni successivi e fino al 2022, la donna crea centinaia di voci interconnesse di Wikipedia, dedicate a vicende come la vita dell’imperatore di Russia Alessandro I (realmente esistito) e la serie di guerre per il possesso della grande miniera d’argento di Kashin in Russia (una località che esiste veramente, a differenza della miniera e delle relative guerre). L’autrice mescola personaggi storici reali con persone ed eventi di fantasia, intessendo una trama ricchissima di dettagli di contese economiche e di episodi bellici sanguinari, arrivando anche a descrivere gli usi e costumi e i tipi di monete e le posate in uso all’epoca. È un affresco meticoloso, quasi maniacale. E quasi tutto falso.
Il fatto che una voce citi l’altra conferisce credibilità a tutta la costruzione agli occhi del lettore comune, e Zhemao usa uno stile arido, che non dà nell’occhio. Non solo: Zhemao crea anche dei sockpuppet, ossia degli account fittizi che sembrano appartenere ad altre persone ma sono in realtà gestiti da lei. Questi sockpuppet sostengono e confermano in apparenza l’autorevolezza delle sue modifiche a Wikipedia, e anche questi account, a loro volta, scrivono storie false sulla dinastia cinese Qing e sulla Russia sotto Vladimir Putin.
E i risultati non si fanno attendere: un suo articolo sulla deportazione dei cinesi nell’Unione Sovietica durante gli anni Venti del secolo scorso viene validato e segnalato come voce in vetrina di Wikipedia e viene anche tradotto in inglese, arabo e russo per le rispettive versioni dell’enciclopedia. Un autore veterano della Wikipedia in cinese, John Yip, le conferisce all’inizio del 2022 un riconoscimento per il suo grande lavoro.
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L’affresco immaginario e interconnesso creato da Zhemao è rimasto intatto e impunito fino a pochi mesi fa, quando Yifan, uno scrittore cinese, si è imbattuto su Wikipedia nella storia della contesa della grande miniera d’argento di Kashin e ha pensato che fosse una buona premessa storica per un suo romanzo.
Si è accorto di trovarsi di fronte a un complicatissimo falso quando ha chiesto a dei russofoni maggiori informazioni sulla storia di questa miniera e ha controllato le fonti citate da Zhemao, scoprendo che erano false. Zhemao, in maniera molto astuta, aveva citato dei libri di storia reali, come la monumentale e autorevolissima Storia della Russia dalle origini del celebre storico russo Sergei Soloviev, ma aveva indicato delle pagine o delle loro edizioni tradotte che in realtà non esistevano.
Yifan si è insospettito anche perché le versioni cinesi di queste voci di Wikipedia dedicate alla storia russa erano più lunghe, ricche e dettagliate di quelle inglesi e persino di quelle russe. Le versioni cinesi includevano inoltre personaggi totalmente assenti nelle altre versioni, frammisti a personaggi autentici.
I wikipediani, allertati da un articolo pubblicato da Yifan, hanno così avviato un lungo e laborioso processo di eliminazione e correzione dei falsi perpetrati da Zhemao. I suoi account su Wikipedia sono stati bloccati e i milioni di parole che aveva scritto sono stati rimossi. Di tutta la vicenda ora restano solo qualche immagine catturata prima della cancellazione, i resoconti pubblicati dai media, e paradossalmente una pagina di Wikipedia dedicata alle falsificazioni di Zhemao.
La donna ha pubblicato una lettera di scuse sul proprio account in Wikipedia, dicendo di essere solo una casalinga con un semplice diploma di scuola superiore, che non sa né il russo né l’inglese ma ha usato dei sistemi di traduzione automatica, e spiegando che aveva creato quasi tutte le voci false per colmare i vuoti delle prime voci (autentiche) che aveva riveduto e per combattere la solitudine e la noia.
“Come si suol dire, per raccontare una bugia bisogna raccontarne altre“, ha scritto Zhemao. “Ero riluttante a cancellare le centinaia di migliaia di parole che avevo scritto, ma così facendo ho finito per perdere milioni di parole ed è crollata una cerchia di amici accademici”. Zhemao ha accettato l’espulsione permanente da Wikipedia e ha promesso di non fare mai più nulla del genere.
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La presenza per ben dodici anni di queste informazioni false su Wikipedia, con tanto di encomio alla falsaria, ha minato in parte la credibilità dell’enciclopedia, secondo alcuni commentatori e autori di Wikipedia stessa. Ma molti hanno lodato il talento creativo e la costanza di Zhemao, incoraggiandola a sfruttare queste doti in futuro per scrivere stavolta un romanzo chiaramente etichettato come finzione.
In un’epoca caratterizzata dalle fake news, dai deepfake, dalle falsificazioni operate dalla propaganda di vari paesi e anche dalla passione per i multiversi e le ucronie e le versioni alternative della storia, vedere che una fonte così diffusamente consultata e utilizzata come Wikipedia contiene falsi storici e sabotaggi sofisticati e credibili come quello di Zhemao è decisamente sconcertante e causa disagio e insicurezza.
Stavolta la falsificazione ha toccato un argomento tutto sommato non vitale, ma domani potrebbe riguardare un tema ben più delicato, come la salute o la storia contemporanea, e sapere che tutto il sistema si regge solo sulla diligenza dei volontari, che accettano fra l’altro il contributo di chiunque senza verificarne le credenziali, non è rassicurante.
Ma forse il fatto che questa falsificazione colossale sia stata scoperta va vista come la conferma che il sistema, alla lunga, funziona e si autocorregge. A differenza di un’enciclopedia cartacea tradizionale, nella quale un errore può persistere per decenni, i dati falsi di Wikipedia creati da Zhemao sono stati rimossi nel giro di pochi mesi.
Resta comunque la necessità di non accettare ciecamente quello che ci viene proposto dai media di qualunque provenienza, e di imparare a valutare e distinguere la qualità delle fonti e a riconoscere le tecniche usate dai falsari e dai fabbricanti di propaganda per ingannarci.
Ma più in generale, di fronte a storie incredibili come questa viene da porsi una domanda di fondo: come facciamo a sapere che quello che sappiamo è vero e reale? Gli esperti raccomandano di usare una tecnica ben collaudata, che è quella di partire dai cosiddetti princìpi primi, ossia dalle cose di cui si è assolutamente certi, e usarli per cercare di confermare o smentire la narrazione che ci viene proposta.
C’è un esempio molto celebre di questa tecnica: quello che oggi si chiamerebbe il debunking della Donazione di Costantino, il documento storico, apparentemente datato intorno al 315 dopo Cristo, che giustificava l’autorità temporale e politica dei papi. La sua falsità fu smascherata dallo scrittore e filologo Lorenzo Valla nel 1440 facendo affidamento su un dato indiscutibile: il latino del documento usava forme e termini che all’epoca di Costantino non c’erano. Niente nebulose giustificazioni filosofiche, ma un dato di fatto molto concreto. Princìpi primi, appunto.
Lorenzo Valla ce la fece senza computer e senza Internet, usando le proprie conoscenze. Noi che abbiamo il privilegio di disporre di strumenti che ci danno accesso istantaneo a tutto il sapere umano dovremmo forse evitare di usarli solo per copiaincollare disinvoltamente e invece tenere acceso più spesso il nostro senso critico, per non farlo addormentare al ritmo ipnotico di Control-C, Control-V e per non comperare azioni di una miniera d’argento che esiste solo nella fantasia straripante di una casalinga cinese annoiata e sola.