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2016/08/21
Corriere sparabufale: ”Il braccio destro di Putin e l’ordigno segreto per manipolare le menti”, di Fabrizio Dragosei
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Secondo questa perla giornalistica del Corriere della Sera (copia su Archive.is), firmata da Fabrizio Dragosei e intitolata “Il braccio destro di Putin e l’ordigno segreto per manipolare le menti”, il “capo dell’Amministrazione del Cremlino”, il “quasi sconosciuto Anton Vayno”, avrebbe “teorizzato la creazione di uno strumento particolare chiamato Nooskop per conoscere fin nel loro profondo le coscienze. E, forse, per indirizzarle come si vuole.”
Questo sarebbe “l’ordigno segreto per manipolare le menti” di cui parla il Corriere. Secondo Dragosei, “[p]ersone che hanno lavorato in passato con Vayno parlano addirittura di un «meccanismo», di una specie di computer collegato a sensori di diverso tipo che registrano tutto quello che è successo nel tempo e nello spazio, fino alle transazioni delle carte di credito e agli scambi di ogni genere tra persone.”
Io, che in passato non ho lavorato con Vayno ma so usare Google, parlo invece di cazzata. Perché basta prendere il nome del fantomatico Ordigno Controllapensieri e cercarlo in Rete insieme al nome di un altro testimonial citato da Dragosei (“Il professor Viktor Sarayev, che ha scritto testi scientifici assieme a Vayno, ha detto alla Bbc che il Nooskop è un’invenzione di portata addirittura simile a quella del telescopio”) per trovare questo articolo in tedesco della ORF che linka le fonti e porta all’articolo della BBC citato dal Corriere.
Dall’articolo della BBC emerge che il professor Viktor Sarayev è un economista, quindi per nulla qualificato per giudicare un ordigno per il controllo mentale. Come mai Fabrizio Dragosei non ha citato questo particolare importante?
Ma soprattutto dall’articolo del Corriere manca il fatto, segnalato invece dalla BBC e dalla ORF, che le idee di Vayno sono state accolte in Russia con un misto di derisione e perplessità per la “prosa accademica densa... quasi impossibile da capire”, e per i concetti preoccupantemente fumosi, come mostrato da questo “modello protocollo di come si forma il rapporto fra il tempo e lo spazio”, tradotto dal Moscow Times.
Fuffa pura, insomma. Ma questo è quello che il Corriere considera giornalismo.
Secondo questa perla giornalistica del Corriere della Sera (copia su Archive.is), firmata da Fabrizio Dragosei e intitolata “Il braccio destro di Putin e l’ordigno segreto per manipolare le menti”, il “capo dell’Amministrazione del Cremlino”, il “quasi sconosciuto Anton Vayno”, avrebbe “teorizzato la creazione di uno strumento particolare chiamato Nooskop per conoscere fin nel loro profondo le coscienze. E, forse, per indirizzarle come si vuole.”
Questo sarebbe “l’ordigno segreto per manipolare le menti” di cui parla il Corriere. Secondo Dragosei, “[p]ersone che hanno lavorato in passato con Vayno parlano addirittura di un «meccanismo», di una specie di computer collegato a sensori di diverso tipo che registrano tutto quello che è successo nel tempo e nello spazio, fino alle transazioni delle carte di credito e agli scambi di ogni genere tra persone.”
Io, che in passato non ho lavorato con Vayno ma so usare Google, parlo invece di cazzata. Perché basta prendere il nome del fantomatico Ordigno Controllapensieri e cercarlo in Rete insieme al nome di un altro testimonial citato da Dragosei (“Il professor Viktor Sarayev, che ha scritto testi scientifici assieme a Vayno, ha detto alla Bbc che il Nooskop è un’invenzione di portata addirittura simile a quella del telescopio”) per trovare questo articolo in tedesco della ORF che linka le fonti e porta all’articolo della BBC citato dal Corriere.
Dall’articolo della BBC emerge che il professor Viktor Sarayev è un economista, quindi per nulla qualificato per giudicare un ordigno per il controllo mentale. Come mai Fabrizio Dragosei non ha citato questo particolare importante?
Ma soprattutto dall’articolo del Corriere manca il fatto, segnalato invece dalla BBC e dalla ORF, che le idee di Vayno sono state accolte in Russia con un misto di derisione e perplessità per la “prosa accademica densa... quasi impossibile da capire”, e per i concetti preoccupantemente fumosi, come mostrato da questo “modello protocollo di come si forma il rapporto fra il tempo e lo spazio”, tradotto dal Moscow Times.
Fuffa pura, insomma. Ma questo è quello che il Corriere considera giornalismo.
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