Un blog di Paolo Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale
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2016/12/15
Ho chiesto a Twitter di diventare utente verificato. Ecco com’è andata
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Erano mesi che rimuginavo di farlo e finalmente mi sono deciso ad affrontare la trafila dell’autenticazione di Twitter per far diventare @disinformatico un “account verificato”. In passato era Twitter che decideva se offrire o meno la verifica (il bollino azzurro accanto al nome), ma da qualche tempo la procedura è stata aperta a tutti. Ecco com’è andata.
2016/12/11. Il primo passo, naturalmente, è stato trovare la pagina di richiesta di verifica account e leggere attentamente la relativa pagina di spiegazione.
Il primo tentativo di compilare la richiesta è fallito miseramente: non avevo mai messo la data di nascita nel mio profilo. L’ho aggiunta, impostandola in modo che sia visibile solo a me, visto che la data di nascita è uno dei criteri di “autenticazione” utilizzato spesso dai servizi commerciali poco furbi (anche di grandi aziende).
Il secondo tentativo è andato un po’ meglio: mi è stato chiesto di citare almeno due siti che permettano a Twitter di identificarmi. Ne ho messi cinque, insieme alla spiegazione delle ragioni per le quali credo che questo account debba essere verificato e a una foto della mia patente di guida (che, mi dice Twitter, verrà distrutta dopo la procedura; la foto, non la patente).
Poi ho confermato il tutto, dichiarando di garantire personalmente l’autenticità dell’account.
La risposta di Twitter è stata questa: hanno confermato di aver ricevuto la richiesta e che l’avrebbero esaminata, rispondendo con il verdetto via mail.
A questo punto dovevo solo attendere che arrivasse una mail di Twitter con la decisione: se fossi stato rifiutato, avrei potuto ritentare 30 giorni dopo aver ricevuto il rifiuto; se fossero servite ulteriori informazioni o modifiche all’account, avrei potuto ritentare subito dopo aver fornito il necessario.
2016/12/15. Stamattina mi è arrivato un tweet di congratulazioni da @verifiedstats di Twopcharts.com e così ho scoperto di aver ricevuto il bollino blu di “autenticazione”.
Poi ho controllato la mail e ho visto che era appena arrivata una mail da Twitter che mi informava di questa novità e mi consigliava di visitare la pagina informativa dedicata alle funzioni riservate agli account verificati (niente di speciale, solo dei filtri aggiuntivi e un’impostazione per disattivare i messaggi diretti di gruppo) e a qualche precauzione di sicurezza supplementare, visto che gli account verificati fanno gola ai ladri. C’è anche un monito: l’autenticazione è revocabile.
Bene! È stato più facile del previsto. Fatta anche questa, torno a lavorare come prima.
Erano mesi che rimuginavo di farlo e finalmente mi sono deciso ad affrontare la trafila dell’autenticazione di Twitter per far diventare @disinformatico un “account verificato”. In passato era Twitter che decideva se offrire o meno la verifica (il bollino azzurro accanto al nome), ma da qualche tempo la procedura è stata aperta a tutti. Ecco com’è andata.
2016/12/11. Il primo passo, naturalmente, è stato trovare la pagina di richiesta di verifica account e leggere attentamente la relativa pagina di spiegazione.
Il primo tentativo di compilare la richiesta è fallito miseramente: non avevo mai messo la data di nascita nel mio profilo. L’ho aggiunta, impostandola in modo che sia visibile solo a me, visto che la data di nascita è uno dei criteri di “autenticazione” utilizzato spesso dai servizi commerciali poco furbi (anche di grandi aziende).
Il secondo tentativo è andato un po’ meglio: mi è stato chiesto di citare almeno due siti che permettano a Twitter di identificarmi. Ne ho messi cinque, insieme alla spiegazione delle ragioni per le quali credo che questo account debba essere verificato e a una foto della mia patente di guida (che, mi dice Twitter, verrà distrutta dopo la procedura; la foto, non la patente).
Poi ho confermato il tutto, dichiarando di garantire personalmente l’autenticità dell’account.
La risposta di Twitter è stata questa: hanno confermato di aver ricevuto la richiesta e che l’avrebbero esaminata, rispondendo con il verdetto via mail.
A questo punto dovevo solo attendere che arrivasse una mail di Twitter con la decisione: se fossi stato rifiutato, avrei potuto ritentare 30 giorni dopo aver ricevuto il rifiuto; se fossero servite ulteriori informazioni o modifiche all’account, avrei potuto ritentare subito dopo aver fornito il necessario.
2016/12/15. Stamattina mi è arrivato un tweet di congratulazioni da @verifiedstats di Twopcharts.com e così ho scoperto di aver ricevuto il bollino blu di “autenticazione”.
Poi ho controllato la mail e ho visto che era appena arrivata una mail da Twitter che mi informava di questa novità e mi consigliava di visitare la pagina informativa dedicata alle funzioni riservate agli account verificati (niente di speciale, solo dei filtri aggiuntivi e un’impostazione per disattivare i messaggi diretti di gruppo) e a qualche precauzione di sicurezza supplementare, visto che gli account verificati fanno gola ai ladri. C’è anche un monito: l’autenticazione è revocabile.
Bene! È stato più facile del previsto. Fatta anche questa, torno a lavorare come prima.
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