Un blog di Paolo Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale
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2016/12/23
Yahoo: come sono sfruttabili dati rubati di tre anni fa?
Il disastro del miliardo di account Yahoo violati annunciato di recente ha un’unica circostanza attenuante: essendo avvenuto tre anni fa, nel frattempo molti utenti hanno comunque cambiato le proprie password o hanno smesso di usare i propri account Yahoo. Ma questo non vuol dire che quest’enorme collezione di dati non sia sfruttabile e non faccia gola ai grandi criminali informatici.
I dati sottratti sono stati venduti al mercato nero ad almeno tre acquirenti distinti, ciascuno dei quali avrebbe pagato circa 300.000 dollari, stando alle fonti del New York Times. Gli acquirenti sarebbero due spammer e un altro gruppo interessato allo spionaggio.
Ma cosa se ne fanno, questi criminali, di account che hanno probabilmente password obsolete? Una risposta è che di solito gli utenti cambiano periodicamente le password, ma raramente cambiano le risposte alle domande di recupero password (anche perché domande del tipo “Come si chiamava tua madre da nubile?” di solito hanno risposte che non variano nel tempo).
Questo significa che i malfattori possono rubare gli account anche se non hanno la password aggiornata: usano le risposte alle domande di recupero, che fanno parte dei dati trafugati a Yahoo. Non solo: dato che appunto le risposte alle domande non cambiano, possono usare quelle che avete immesso in Yahoo per rubarvi anche account che avete altrove e che dipendono dalle stesse domande. Di conseguenza, sarebbe una buona idea prendere l’abitudine di rispondere con dati di fantasia alle domande di recupero (segnandosi ovviamente in un luogo sicuro le risposte).
Ma c’è un motivo ancora più significativo per l’acquisto di dati come quelli sottratti a Yahoo: Bloomberg segnala che fra i dati ci sono quelli di oltre 150.000 dipendenti governativi e militari statunitensi. Per una potenza straniera, mettere le mani su “nomi, password, numeri di telefono, domande di sicurezza, date di nascita e indirizzi di e-mail di riserva” di “personale attuale e passato della Casa Bianca, membri del Congresso USA e loro assistenti, agenti dell’FBI, dell’NSA, della CIA” e altri ancora, elencati da Bloomberg, è altamente desiderabile.
I dati sottratti sono stati venduti al mercato nero ad almeno tre acquirenti distinti, ciascuno dei quali avrebbe pagato circa 300.000 dollari, stando alle fonti del New York Times. Gli acquirenti sarebbero due spammer e un altro gruppo interessato allo spionaggio.
Ma cosa se ne fanno, questi criminali, di account che hanno probabilmente password obsolete? Una risposta è che di solito gli utenti cambiano periodicamente le password, ma raramente cambiano le risposte alle domande di recupero password (anche perché domande del tipo “Come si chiamava tua madre da nubile?” di solito hanno risposte che non variano nel tempo).
Questo significa che i malfattori possono rubare gli account anche se non hanno la password aggiornata: usano le risposte alle domande di recupero, che fanno parte dei dati trafugati a Yahoo. Non solo: dato che appunto le risposte alle domande non cambiano, possono usare quelle che avete immesso in Yahoo per rubarvi anche account che avete altrove e che dipendono dalle stesse domande. Di conseguenza, sarebbe una buona idea prendere l’abitudine di rispondere con dati di fantasia alle domande di recupero (segnandosi ovviamente in un luogo sicuro le risposte).
Ma c’è un motivo ancora più significativo per l’acquisto di dati come quelli sottratti a Yahoo: Bloomberg segnala che fra i dati ci sono quelli di oltre 150.000 dipendenti governativi e militari statunitensi. Per una potenza straniera, mettere le mani su “nomi, password, numeri di telefono, domande di sicurezza, date di nascita e indirizzi di e-mail di riserva” di “personale attuale e passato della Casa Bianca, membri del Congresso USA e loro assistenti, agenti dell’FBI, dell’NSA, della CIA” e altri ancora, elencati da Bloomberg, è altamente desiderabile.
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