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2019/01/18
Il 10-Year Challenge è un complotto? Improbabile. Ma il sospetto la dice lunga
Da qualche giorno è scoppiata la mania di pubblicare nei social network (Facebook, Twitter, Instagram) una propria foto attuale accanto a una di dieci anni fa e accompagnarla con l’hashtag #10YearChallenge. Solo su Instagram sono circa tre milioni le immagini con questo hashtag.
Anche se molti si stanno divertendo con questo gioco, altri hanno cominciato a diffondere una tesi di complotto: il 10-Year Challenge consentirebbe a Facebook e Instagram (che è di proprietà di Facebook) di acquisire coppie di foto del volto della stessa persona a una distanza di tempo ben precisa, allo scopo di addestrare meglio i sistemi di riconoscimento facciale dei social network e consentire loro di indovinare come cambia il viso quando si cresce o si invecchia.
C’è chi, come Nicholas Thompson di Wired, ipotizza che il 10-Year Challenge sia stato creato intenzionalmente dai gestori dei social network a questo scopo.
Di prove, però, non ce ne sono e Facebook ha risposto a Thompson smentendo tutto. Forse l’aspetto più interessante è la popolarità di questa tesi, insieme alle reazioni degli utenti alla smentita. La disinvolta fiducia nei confronti di Facebook e in generale della raccolta massiccia di dati personali che ha caratterizzato gli anni del boom dei social network sembra essersi perlomeno incrinata, a furia di episodi come Cambridge Analytica e le tante fughe di dati personali dovute alla scarsa attenzione dei gestori dei social network.
Anche se molti si stanno divertendo con questo gioco, altri hanno cominciato a diffondere una tesi di complotto: il 10-Year Challenge consentirebbe a Facebook e Instagram (che è di proprietà di Facebook) di acquisire coppie di foto del volto della stessa persona a una distanza di tempo ben precisa, allo scopo di addestrare meglio i sistemi di riconoscimento facciale dei social network e consentire loro di indovinare come cambia il viso quando si cresce o si invecchia.
C’è chi, come Nicholas Thompson di Wired, ipotizza che il 10-Year Challenge sia stato creato intenzionalmente dai gestori dei social network a questo scopo.
Di prove, però, non ce ne sono e Facebook ha risposto a Thompson smentendo tutto. Forse l’aspetto più interessante è la popolarità di questa tesi, insieme alle reazioni degli utenti alla smentita. La disinvolta fiducia nei confronti di Facebook e in generale della raccolta massiccia di dati personali che ha caratterizzato gli anni del boom dei social network sembra essersi perlomeno incrinata, a furia di episodi come Cambridge Analytica e le tante fughe di dati personali dovute alla scarsa attenzione dei gestori dei social network.
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