Un blog di Paolo Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale
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2019/05/24
Quello che postate su Snapchat può essere visto dai dipendenti di Snapchat
C’è ancora parecchia gente che pensa che i social network siano luoghi nei quali possono esistere spazi realmente privati e quindi si lascia andare a confidenze e immagini intime senza rendersi conto che chi lavora per questi social network ha spesso il potere di leggere e vedere tutto quello che passa attraverso i computer dell’azienda.
Stavolta è il caso di Snapchat: grazie a un’indagine pubblicata da Joseph Cox su Motherboard/Vice.com, oggi sappiamo che esiste SnapLion, uno strumento interno usato dai dipendenti di Snapchat per accedere ai dati degli utenti, e sappiamo che questo strumento è stato sfruttato indebitamente per spiare gli utenti.
Nonostante le promesse di riservatezza del social network, come la crittografia end-to-end attivata a gennaio 2019, i dipendenti sono stati in grado di accedere ai dati degli utenti, compresa la geolocalizzazione, le immagini, i numeri telefonici e gli indirizzi di mail. Sono a loro disposizione in particolare gli Snap, ossia le foto e i video che teoricamente spariscono dopo essere stati ricevuti dal destinatario o durano al massimo 24 ore se pubblicati nelle Storie.
Va detto che strumenti come SnapLion sono necessari per la gestione di qualunque social network, per esempio per rispondere alle richieste di informazioni provenienti da autorità giudiziarie o per contrastare il bullismo e gli abusi da parte degli utenti, e ci sono norme aziendali che vietano e puniscono l’uso illecito di questi strumenti di monitoraggio. Ma ogni azienda è ovviamente composta da singoli dipendenti, che vanno e vengono, ciascuno col proprio livello personale di rispetto delle regole.
Non è il primo caso di abuso: Motherboard segnala casi di licenziamento da Facebook per stalking effettuato da dipendenti nei confronti degli ex partner mediante gli strumenti aziendali, e Uber si è addirittura vantata di avere una “God View” che permette di vedere la localizzazione in tempo reale di tutti gli utenti e conducenti oltre che di spiare ex partner, politici e celebrità.
Tenetelo presente quando scrivete o postate immagini nei social network.
Stavolta è il caso di Snapchat: grazie a un’indagine pubblicata da Joseph Cox su Motherboard/Vice.com, oggi sappiamo che esiste SnapLion, uno strumento interno usato dai dipendenti di Snapchat per accedere ai dati degli utenti, e sappiamo che questo strumento è stato sfruttato indebitamente per spiare gli utenti.
Nonostante le promesse di riservatezza del social network, come la crittografia end-to-end attivata a gennaio 2019, i dipendenti sono stati in grado di accedere ai dati degli utenti, compresa la geolocalizzazione, le immagini, i numeri telefonici e gli indirizzi di mail. Sono a loro disposizione in particolare gli Snap, ossia le foto e i video che teoricamente spariscono dopo essere stati ricevuti dal destinatario o durano al massimo 24 ore se pubblicati nelle Storie.
Va detto che strumenti come SnapLion sono necessari per la gestione di qualunque social network, per esempio per rispondere alle richieste di informazioni provenienti da autorità giudiziarie o per contrastare il bullismo e gli abusi da parte degli utenti, e ci sono norme aziendali che vietano e puniscono l’uso illecito di questi strumenti di monitoraggio. Ma ogni azienda è ovviamente composta da singoli dipendenti, che vanno e vengono, ciascuno col proprio livello personale di rispetto delle regole.
Non è il primo caso di abuso: Motherboard segnala casi di licenziamento da Facebook per stalking effettuato da dipendenti nei confronti degli ex partner mediante gli strumenti aziendali, e Uber si è addirittura vantata di avere una “God View” che permette di vedere la localizzazione in tempo reale di tutti gli utenti e conducenti oltre che di spiare ex partner, politici e celebrità.
Tenetelo presente quando scrivete o postate immagini nei social network.
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