Un artista, Simon Weckert, ha pubblicato un video in cui, a suo dire, ha creato un “ingorgo virtuale” su Google Maps usando 99 smartphone, trasformando una strada verde (traffico scorrevole) in una strada rossa (ingorgo o coda). Il concetto è tecnicamente molto interessante, perché se è reale consente di sabotare le informazioni di Google Maps e creare dei percorsi senza traffico che diventano sfruttabili da chi è complice del sabotaggio. Posso già immaginare un imprenditore che affitta i propri servizi ai ricchi che vogliono andare in giro senza la marmaglia tra i piedi, o azioni di protesta di un quartiere eccessivamente intasato dal traffico.
Ma bisogna vedere se è davvero reale. Una foto, sul sito di Weckert, fa sollevare due dubbi: ci stanno 99 telefonini in un carrellino così piccolo? E davvero gli schermi sono così luminosi da mostrare in pieno sole quello che hanno sullo schermo? È possibile che degli schermi retroilluminati abbiano ombre sulla propria superficie, come si vede qui sotto?
Ed è plausibile che nel dettaglio qui sotto, tratto da una foto presente sul sito di Weckert, gli schermi di questi smartphone siano così luminosi da essere bianchissimi mentre sono in piena luce diurna?
Ci sono anche altre contraddizioni nel racconto di Weckert: qui sul suo sito dice che sono “99 second hand smartphones”, ossia di seconda mano, ma altrove (Motherboard) risulta che siano stati noleggiati.
Il mio sospetto è che si tratti di una messinscena a scopo di provocazione artistica, fatta con dei simulacri di telefonini sui quali è stata stampata una schermata di Google Maps, ma comunque è interessante ragionare sulle sue implicazioni: sarebbe davvero possibile creare un ingorgo inesistente usando questa tecnica?
2020/02/04 18:40. Se siete curiosi di sapere quando sarebbe stato creato l’ingorgo virtuale, i dati EXIF di questa foto indicano 2019:10:06 alle 12:23:19; quelli di questa foto 2019:10:06 12:14:32 (e l’immagine include un cartello che dice “ab 07.16.19”; e quelli di questa foto 2019:10:06 alle 11:42:11.
2020/02/05 10:00. La Frankfurter Allgemeine ha intervistato Weckert, che ha detto che ciascuno dei 99 smartphone aveva una propria carta SIM connessa e ciascuno stava usando attivamente Maps per la navigazione. Weckert aggiunge di aver scoperto che se il carrellino si fermava, Maps non indicava un ingorgo e che lo stesso accadeva se un veicolo passava in fianco al carrellino a velocità normale. L’ingorgo risultava soltanto quando il carrellino era in movimento e la strada era deserta. Maggiori info sono su Android Authority.
Nel frattempo, un commentatore mi ha fatto notare in privato che è strano che l’ingorgo venga indicato in entrambe le direzioni di marcia, dato che Maps rileva la direzione di movimento degli smartphone. Lo stesso commentatore indica che i telefonini sembrano degli Huawei Mate 20, costosi e poco disponibili, ma di cui sono facilmente reperibili simulacri.
2020/02/16 14:10. Digitec.ch ha tentato di replicare a Zurigo l’esperimento di Weckert: i risultati sono molto interessanti. Prima di tutto, viene fatto notare che Weckert ha scelto due strade (il ponte Schilling e il ponte Ebert, entrambi a Berlino) lungo le quali non passano trasporti pubblici: cosa importante, perché un autobus contiene ben più di 99 persone con telefonini e Google rileva la localizzazione anche quando un telefonino non è in modalità navigatore e quindi un autobus potrebbe creare l’apparenza di un ingorgo. Digitec concorda nell’identificare i telefonini come Huawei Mate 20 Pro.
La replica dell’esperimento fatta da Digitec ha usato 47 telefonini, tutti dotati di SIM, più altri sette senza SIM, tutti in modalità navigatore e con una destinazione immessa.
La prima strada scelta per la replica (Giessereistrasse) non è percorsa da trasporti pubblici, ha poco traffico ed è stretta. L’esperimento fallisce: anche camminando avanti e indietro, in mezzo alla strada, con il carrellino di telefonini non si forma alcun ingorgo in Google Maps. Ma quando gli sperimentatori si fermano sull’angolo di una strada, si forma un finto ingorgo all’incrocio, che è anche possibile controllare e spostare.
La seconda strada (Förrlibuckstrasse) rivela che Google ha limiti di congestione differenti per ogni singola strada: quelle grandi richiedono tanti telefoni, quelle piccole pochi, e anche a parità di grandezza ci sono altri fattori di variabilità, come la presenza di un parcheggio multipiano (che rallenta il traffico e di cui Google tiene conto).
La terza strada (Pfingstweidstrasse) è una delle arterie principali di Zurigo, percorsa da trasporti pubblici, numerose auto e molti pedoni. Qui il carrellino pieno di telefonini è del tutto inefficace.
Le conclusioni della prova di Digitec.ch sono che è possibile creare un ingorgo virtuale con una sessantina di cellulari se la strada è piccola; altrimenti no. Google non si fa fregare così facilmente.
Fonti aggiuntive: Ars Technica, The Register.
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