Un blog di Paolo Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale
Informativa privacy e cookie: Questo blog include cookie di terze parti. Non miei (dettagli)
Prossimi eventi pubblici – Sostegno a questo blog – Sci-Fi Universe
Cerca nel blog
2020/02/15
5G, stop ufficiale in Svizzera? No
Il Financial Times ha pubblicato un articolo secondo il cui titolo la Svizzera avrebbe sospeso l’attivazione della rete cellulare 5G a causa di preoccupazioni per la salute (Switzerland halts rollout of 5G over health concerns). Si tratterebbe, dice il testo, di una “moratoria a tempo indeterminato”.
L’articolo cita una lettera inviata dall’Ufficio Federale per l’Ambiente svizzero (BAFU) ai governi cantonali a fine gennaio, che avrebbe causato la sospensione. La lettera non è linkata nell’articolo, ma dovrebbe essere questa (ringrazio @samirguidi per averla trovata).
In realtà la lettera non parla di una sospensione totale dell’attivazione del 5G, ma riguarda soltanto un aspetto specifico del 5G, ossia la tecnica del beamforming.
Il beamforming è un metodo per ridurre l’energia emessa dalle antenne della rete, concentrandola nella direzione in cui si trova in quel momento l’utente. In altre parole, invece di disseminare onde radio in tutte le direzioni, comprese quelle in cui non c’è nessuno che ha bisogno del segnale, come si fa adesso, il beamforming permette di fornire segnale solo dove serve realmente, adattandosi in tempo reale alla situazione e quindi riducendo l’esposizione per chi non usa il telefonino.
La lettera spiega che non c’è sufficiente chiarezza tecnica sul metodo di calcolo dell’esposizione alle onde radio che verrebbe prodotta dal beamforming e che serve più tempo per ottenerla e quindi sapere se anche in modalità beamforming il 5G rimane, anche nel caso peggiore, sotto i severi limiti imposti dalla normativa (ORNI). In attesa di questi chiarimenti, l’uso del beamforming non viene autorizzato, ma la rete 5G può continuare a funzionare in maniera tradizionale.
Questo è chiarito sia da questo articolo di Ictjournal.ch, sia dal testo dell’articolo del Financial Times, che non menziona il beamforming ma lo descrive indirettamente (“New 5G communications technology means individuals are exposed to more concentrated beams of non-ionising radiation, but for shorter periods. Bafu must determine which legal standards to apply to this.”). È solo il titolo che è ingannevole.
Ringrazio @MrcLucien per aver reperito l’articolo di Ictjournal. Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle donazioni dei lettori. Se vi è piaciuto, potete incoraggiarmi a scrivere ancora facendo una donazione anche voi, tramite Paypal (paypal.me/disinformatico), Bitcoin (3AN7DscEZN1x6CLR57e1fSA1LC3yQ387Pv) o altri metodi.
L’articolo cita una lettera inviata dall’Ufficio Federale per l’Ambiente svizzero (BAFU) ai governi cantonali a fine gennaio, che avrebbe causato la sospensione. La lettera non è linkata nell’articolo, ma dovrebbe essere questa (ringrazio @samirguidi per averla trovata).
In realtà la lettera non parla di una sospensione totale dell’attivazione del 5G, ma riguarda soltanto un aspetto specifico del 5G, ossia la tecnica del beamforming.
Il beamforming è un metodo per ridurre l’energia emessa dalle antenne della rete, concentrandola nella direzione in cui si trova in quel momento l’utente. In altre parole, invece di disseminare onde radio in tutte le direzioni, comprese quelle in cui non c’è nessuno che ha bisogno del segnale, come si fa adesso, il beamforming permette di fornire segnale solo dove serve realmente, adattandosi in tempo reale alla situazione e quindi riducendo l’esposizione per chi non usa il telefonino.
La lettera spiega che non c’è sufficiente chiarezza tecnica sul metodo di calcolo dell’esposizione alle onde radio che verrebbe prodotta dal beamforming e che serve più tempo per ottenerla e quindi sapere se anche in modalità beamforming il 5G rimane, anche nel caso peggiore, sotto i severi limiti imposti dalla normativa (ORNI). In attesa di questi chiarimenti, l’uso del beamforming non viene autorizzato, ma la rete 5G può continuare a funzionare in maniera tradizionale.
Questo è chiarito sia da questo articolo di Ictjournal.ch, sia dal testo dell’articolo del Financial Times, che non menziona il beamforming ma lo descrive indirettamente (“New 5G communications technology means individuals are exposed to more concentrated beams of non-ionising radiation, but for shorter periods. Bafu must determine which legal standards to apply to this.”). È solo il titolo che è ingannevole.
Ringrazio @MrcLucien per aver reperito l’articolo di Ictjournal. Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle donazioni dei lettori. Se vi è piaciuto, potete incoraggiarmi a scrivere ancora facendo una donazione anche voi, tramite Paypal (paypal.me/disinformatico), Bitcoin (3AN7DscEZN1x6CLR57e1fSA1LC3yQ387Pv) o altri metodi.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento