Repubblica ha pubblicato quelle che dice essere "sensazionali immagini di un'onda imponente che si ghiaccia ancora prima di infrangersi".
L'autrice della didascalia, Giuditta Mosca, scrive che "Questo fenomeno naturale è stato raramente documentato dall'uomo e avviene grazie alla bassa temperatura dell'acqua che a contatto con l'aria ancora più fredda resta bloccata per pochi secondi, il tempo sufficiente affinché la temperatura proibitiva la solidifichi in blocchi di ghiaccio".
Onde che si ghiacciano a mezz'aria? Si vede che qualcuno ha scambiato The Day After Tomorrow per un trattato di climatologia. E dormiva durante le lezioni di chimica e fisica del liceo.
Come se non bastasse, il fenomeno viene descritto come se fosse una prova dell'abbassamento delle temperature mondiali: le immagini, dice Repubblica, "vengono dal lago di Huron di Mackinaw City, nel Michigan, Stato USA ai confini con il Canada" e sono un "avvenimento naturale di grande fascino fino ad oggi comune solo alle zone polari".
In realtà le immagini non vengono dal Michigan, ma da Internet: Repubblica le ha saccheggiate senza il benché minimo controllo e naturalmente senza riconoscerne la paternità o il diritto d'autore. Infatti Snopes.com spiega che si tratta di una bufala risalente a marzo del 2008. Le immagini sono autentiche, ma si riferiscono a un fenomeno che avviene in Antartide, non nel Michigan, ed è prodotto dalla fusione del ghiaccio antartico profondo.
Questo ghiaccio, infatti, riaffiora a causa degli spostamenti della calotta antartica e viene sagomato dall'esposizione alle intemperie. La fusione produce le striature verticali che sembrano la cresta di un'onda e la magnifica trasparenza del ghiaccio è dovuta alla sua formazione a grande profondità.
Le fotografie in questione provengono specificamente dalla base antartica di Dumont D'Urville e sono state scattate da Tony Travouillon nel 2002. Ne trovate altre qui.
Complimenti, come sempre, a Repubblica per aver dimostrato ancora una volta che i giornalisti veri, quelli stipendiati dalle redazioni, lavorano meglio di quei cialtroni di blogger.
2010/01/25
Ieri sera e stamattina sono stato contattato via mail dall'autrice della didascalia. La cortesia m'impone di non divulgare i dettagli dello scambio di vedute senza il suo permesso. Dico solo che per ora non c'è stato alcun chiarimento sulla fonte dalla quale è stata presa la notizia-bufala.
13:00. I lettori segnalano che la galleria fotografica e la didascalia non sono più presenti alle coordinate indicate a inizio articolo. Al momento il testo è ancora presente nella cache di Google.
2016/08/23
Riordinando i miei archivi di posta mi sono imbattuto nella discussione fra me e Giuditta Mosca. Il 24 gennaio 2010 aveva minacciato di rivolgersi a un giudice e aveva promesso che mi avrebbe fatto pervenire le prove che lei aveva ragione e le fonti autorevoli dalle quali aveva preso la notizia. Non sono mai arrivate.
Inoltre a gennaio 2016 Massimo Mantellini ha segnalato pubblicamente che molti indizi specifici fanno presumere che la giornalista abbia fatto uso della norma UE sul diritto all’oblio per far rimuovere dai risultati di Google almeno un articolo di Mantellini che riguardava questa vicenda.