Sono stato gentile, paziente e disponibile, e tutto quello che ne ho ricavato è una perdita di tempo. Per cui adesso lascio perdere le inutili cortesie ed espongo i fatti.
Come avevo
accennato, il 21 dicembre scorso un avvocato mi ha scritto chiedendomi di rimuovere
“prontamente” un mio intero articolo risalente al 2008 per ottemperare
al diritto all’oblio dei suoi assistiti. O almeno così sembra, visto che chi
mi ha scritto ha mandato una semplice mail (non una PEC, non una raccomandata,
ma una normalissima mail) a paolo.attivissimo@gmail.com. La mail del
mittente corrisponde a quella di un avvocato del Nord-Est italiano, ma essendo
una normale mail non offre alcuna garanzia di autenticità.
Ma anche supponendo che la mail provenga davvero da un avvocato, resta il problema che l’articolo non contiene nessun riferimento ai suoi assistiti. L’unico riferimento agli assistiti in questione è in un commento all’articolo. E quel commento segnala la circolazione di una catena di Sant’Antonio che li riguarda. Chiedermi di rimuovere l’articolo è quindi privo di senso.
Ho risposto prontamente (il 23 dicembre scorso) all’avvocato, dalla casella di mail alla quale mi era arrivato il messaggio iniziale (paolo.attivissimo@gmail.com) e inviando la risposta alla casella indicata come mittente in quel messaggio iniziale, dicendo semplicemente quanto segue, perché ovviamente non discuto i dettagli di una questione legale tramite mail ordinaria:
Oggetto: Re: Sig.ri Cremonini esercizio diritto all'oblio
Buongiorno Avvocato,
la prego di contattarmi formalmente tramite PEC:
paolo.attivissimo@pec.net
Cordiali saluti
Paolo Attivissimo
Il giorno successivo (24 dicembre) ho inviato alla casella di mail dell’avvocato (quella dalla quale sembrava avermi scritto) una PEC con lo stesso contenuto:
Oggetto: Sua mail a me del 21/12/2022 (Cremonini)
Buongiorno Avvocato,
la prego di contattarmi formalmente tramite PEC:
paolo.attivissimo@pec.net
Cordiali saluti
Paolo Attivissimo
Questa PEC risulta accettata e inoltrata dal sistema PEC, con ricevuta datata 24/12/2022 alle ore 09:38:25. Da allora, silenzio totale.
Dallo stile e da altri indizi, ritengo molto probabile che la mail iniziale sia davvero stata inviata dall’avvocato in questione e da qui in poi, per chiarezza di racconto, presumo che sia così.
Sembra che l’avvocato che mi chiedeva di “procedere prontamente” e di informarlo “una volta avvenuta tale cancellazione” non abbia trovato il tempo, in tutto un mese, per rispondermi in merito alla sua richiesta che dalle sue parole appariva così urgente.
E quindi quel commento che pareva essere così importante da cancellare “prontamente” è rimasto dov’è, e l’articolo pure.
Non solo: può benissimo darsi che gli assistiti dell’avvocato abbiano diritto di chiedere l’oblio per quella vicenda di quattordici anni fa, ma ora questa vicenda diventa una notizia nuova che li riguarda.
Sì, perché se la mail proviene realmente dal loro avvocato, è decisamente notiziabile il fatto che i signori Luigi Cremonini, Vincenzo Cremonini, Claudia Cremonini, Serafino Cremonini e Augusto Cremonini chiedano tramite un avvocato, in maniera tecnicamente inetta e vessatoria, di rimuovere “prontamente” un intero articolo che nemmeno li riguarda.
Oltretutto dalla mail dell’avvocato si ha l’impressione che si tratti di una richiesta fatta distrattamente e con il copiaincolla, dato che parla di “articoli” e di “eliminazione delle url sopra indicate” (plurale) ma in realtà cita un singolo URL e un solo articolo. È un esempio, interessante per l’opinione pubblica, della maniera grossolana e un tanto al chilo in cui lavora chi è chiamato a un compito importante e delicato come far valere il diritto all’oblio e per questo, presumo, riceve una parcella.
È anche un esempio di come vengono trattati i giornalisti: si manda una
semplice mail, oltretutto sbagliata, si pretende che il giornalista agisca
subito e “prontamente”, ma non ci si degna neppure di rispondergli per
chiarire i dettagli o trovare una soluzione corretta.
L’articolo in questione, quello che mi è stato chiesto di rimuovere integralmente addirittura eliminandone l’URL, è questo:
https://attivissimo.blogspot.com/2008/07/antibufala-allarme-per-il-piombo-nei.html
Come si capisce già dall’URL, l’articolo non ha minimamente a che fare con la famiglia Cremonini (parla di un allarme-bufala per il presunto piombo nei rossetti). Il commento che li riguarda è questo. E sono disposto a rimuoverlo se ne ricevo richiesta formale. È sufficiente una PEC. Ma il mio articolo, che non c’entra nulla, non si tocca. Oltretutto, a questo punto, visto che l’avvocato ha lasciato passare tranquillamente un mese senza mandarmi neanche una riga di risposta, diventa difficile argomentare che l’eventuale danno alla famiglia derivante dal commento in questione sia grave.
Per maggiore scrupolo, il 27 gennaio 2023 ho cercato la casella PEC dell’avvocato e le ho mandato una mia PEC:
Buongiorno Avvocato,
sono Paolo Attivissimo, giornalista informatico. A dicembre 2022 ho ricevuto sulla mia casella paolo.attivissimo@gmail.com una mail, apparentemente inviata da "[omissis]", che parlava di miei "articoli" (plurale) e mi richiedeva di "procedere prontamente all'eliminazione delle url sopra indicate e di informarmi una volta avvenuta tale cancellazione."
Le URL in questione, anzi l’unico URL (e quindi l'unico articolo), era https://attivissimo.blogspot.com/2008/07/antibufala-allarme-per-il-piombo-nei.html
La richiesta era materialmente errata, perché il mio articolo non contiene alcun riferimento ai signori Cremonini.
Ho risposto prontamente, sia via Gmail sia tramite PEC, chiedendo una presa di contatto. Ormai è trascorso più di un mese, ma non ho avuto da lei nessun riscontro.
Distinti saluti
Paolo Attivissimo
La mia PEC risulta accettata e consegnata. Se anche questa comunicazione verrà ignorata, considererò chiusa la questione.
In sintesi: se l’avvocato avesse avuto semplicemente la cortesia di
rispondere, i suoi assistiti avrebbero evitato un perfetto Effetto Streisand.
Spero che siano contenti del servizio che ricevono.
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2023/01/27 17:20. Oggi intorno alle 13 l’avvocato ha risposto via PEC alla mia PEC, scusandosi per il ritardo nel rispondere e ha chiesto cortesemente di eliminare i commenti privi di fondamento contenenti il nome dei suoi assistiti. Ho provveduto, lasciando una nota nel flusso di commenti dell’articolo per spiegare l’accaduto. L’articolo rimane al suo posto. Considero chiusa la questione.