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Il Disinformatico

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2019/11/16

Una Tesla evita anatre? Forse. Di certo solleva il problema delle decisioni in emergenza

Sta circolando da qualche giorno questo video, per ora non confermato, nel quale si vede un’auto che evita una famiglia di anatre che sta attraversando la strada. La descrizione del video dice che l’episodio è avvenuto in Nuova Zelanda, fra le località di Gisborne e Bacchus Marsh, l’11 novembre scorso, e che l’auto era una Tesla sulla quale era in funzione il sistema di guida assistita (il cosiddetto Autopilot).

La descrizione aggiunge che il conducente procedeva a 100 km/h e non avrebbe notato gli uccelli a causa delle ombre, ma l’assistente di guida avrebbe riconosciuto i volatili, avrebbe suonato l’allarme e avrebbe sterzato e frenato.


Essendo un video virale monetizzato, il rischio che si tratti di una messinscena non è trascurabile, e sto cercando conferme o smentite. Ma in ogni caso il video ripropone in maniera molto coinvolgente il problema fondamentale di qualunque veicolo a guida autonoma o assistita, e anche di qualunque automobilista: cosa fare in casi come questi?

La soluzione cinica e fredda, viste le dimensioni degli animali, è travolgerli: i danni all’auto saranno trascurabili e si eviteranno i rischi di una sterzata improvvisa, con possibile perdita di controllo. Ma quanti si sentirebbero di scegliere questa soluzione? Quanti riuscirebbero, in emergenza, a resistere all’impulso di sterzare e frenare?

In questo caso il sistema di guida assistita avrebbe, a quanto pare, preso la decisione perfetta, riconoscendo gli oggetti e gestendo impeccabilmente la sterzata e la successiva correzione di traiettoria. Ma cosa sarebbe successo se ci fosse stata nella corsia opposta un’altra auto? O un ciclista? O un cane? Il sistema avrebbe sterzato lo stesso, causando uno scontro frontale o travolgendo una persona o un altro animale? O avrebbe semplicemente frenato restando in corsia, nel tentativo di ridurre il danno agli animali e all’auto? E se al posto delle anatre ci fosse stato un bambino?

Un sistema di guida assistita ha tempi di reazione enormemente più rapidi di un essere umano: situazioni come queste, dal suo punto di vista, avvengono al rallentatore e senza emozioni, e quindi c‘è tutto il tempo di “ragionare” sulle varie opzioni e di calcolarne i risultati con freddissima precisione. Ma gli attuali assistenti di guida hanno questo livello di sofisticazione, o si limitano a semplici istruzioni del tipo “se vedi un oggetto grosso davanti a te e la corsia in fianco è libera, scansalo”? Sanno riconoscere non solo gli oggetti, ma il loro valore etico?

Per contro, qualora fosse possibile programmare delle priorità all’interno di questi sistemi, quali dovrebbero essere queste priorità? Se l’impatto è inevitabile, l’auto chi deve scegliere fra un bambino o un anziano? Fra un uomo e una donna? Fra un pedone e un gruppo di pedoni? Se uscire di strada permette di salvare le persone sulla strada ma mette a rischio il conducente e i passeggeri dell’auto, che però sono protetti almeno in parte da carrozzeria, airbag e cinture, è questa la scelta da fare? E se invece si tratta di scegliere fra danni materiali all’auto e investire un anatroccolo?

Più in generale, è giusto pretendere che un sistema informatico debba prendere queste decisioni etiche? O dovremmo invece limitare la guida autonoma a percorsi appositi e messi in sicurezza, come avviene per i treni o le metropolitane e gli ascensori, e abbandonare il sogno di essere portati in giro per le città caotiche di oggi da fedeli servi elettronici infallibili?

Questi dilemmi non sono certo nuovi: fanno parte del cosiddetto trolley problem, o “dilemma del tram”, che ho già toccato altrove, sono noti dagli anni Sessanta del secolo scorso e sono tornati alla ribalta con l’introduzione dei sistemi di guida assistita e con l’affacciarsi all’orizzonte di sistemi di guida pienamente autonoma.

Se volete saperne di più, consiglio questo articolo di Towards Data Science, che esplora i vari approcci adottati dalle aziende come Waymo e Tesla che stanno studiando il problema.


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2019/11/10

Tesla in Cina: dieci mesi fa non esisteva neanche la fabbrica. Oggi inizia a sfornare auto. La prossima sarà a Berlino

Dieci mesi fa, alla periferia di Shanghai c’era questa distesa di fango.

Credit: Eunice Yoon / CNBC.


Oggi al suo posto c‘è una fabbrica che sforna auto elettriche per l’enorme mercato cinese.



Con buona pace di tutti quelli che dicono “non si può fare”.


2019/11/12 23:20: Poco fa Elon Musk ha annunciato pubblicamente, durante una premiazione in Germania, che la prossima fabbrica di auto Tesla, la Gigafactory 4, sorgerà vicino a Berlino. Ha aggiunto via Twitter che la fabbrica produrrà batterie, gruppi propulsori e veicoli, iniziando con la Model Y.



2019/12/20 8:40: La prima Model 3 fabbricata in Cina è stata consegnata al cliente, che come consueto è un dipendente dell’azienda. Il dipendente ha colto l’occasione per una proposta di matrimonio.





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2019/11/09

Ho citato il 5G a scuola ed è partita subito la polemica. Facciamo chiarezza

Martedì scorso sono stato alle Scuole Medie di Morbio Inferiore (Canton Ticino), su invito dell’istituto, per fare una conferenza sul fenomeno delle fake news per gli studenti.

Ho citato casi storici come la Donazione di Costantino e i Protocolli dei Savi di Sion. Ho parlato delle varie cause dell’esplosione di questo fenomeno: dal clickbait all’errore giornalistico, dal pregiudizio alimentato dagli algoritmi dei social network al programmatic advertising, dalla caccia agli ascolti TV alla propaganda politica, fino al diletto di inventare fandonie per vedere chi ci casca e si spaventa.

Strada facendo, in una novantina di slide, ho toccato razzismo, antivaccinismo, cambiamenti climatici, antisemitismo, Donald Trump, complottismo, il caso Stamina e altro ancora, proponendo anche alcune tecniche di indagine e di difesa, che abbiamo applicato in pratica con degli esercizi.

Sono tutti argomenti solitamente considerati delicati e controversi: ma una sola slide, fra le tante che ho mostrato, mi è valsa l’accusa di essere un indottrinatore. La slide è quella che vedete qui sopra: quella che riguarda il 5G.

Tio.ch, infatti, segnala che una madre di uno degli studenti ha criticato il mio intervento:

«È una vergogna. La scuola media non dovrebbe spingere per il 5G. Invece mio figlio, in classe, è stato “indottrinato” da Paolo Attivissimo, esperto di nuove tecnologie invitato in aula»

Alla critica si è unita Eva Camilleri, del Gruppo Stop 5G, come potete leggere nell’articolo di Tio.ch, che include anche la confortante presa di posizione del direttore dell’istituto scolastico e un mio breve commento rilasciato stamattina (venerdì 8) poco prima di andare in diretta alla radio.

Vorrei chiarire i fatti dando qualche dettaglio in più, per smorzare subito questa polemica.

Prima di tutto, quella slide è stata l’unica in cui ho accennato al 5G, e l’ho mostrata per segnalare che negli Stati Uniti l'emittente RT America, finanziata dal governo russo, fa disinformazione sulle nuove reti cellulari per spaventare l'opinione pubblica con toni catastrofici. Non lo dico io: lo dice Il Post, sulla scorta di un’inchiesta del New York Times.

La slide mostra appunto un fermo immagine di uno dei video di RT America, che presenta la drammatica dicitura “5G Apocalypse”. L’ho fatta vedere agli studenti per far notare come intorno all’argomento circoli molta informazione volutamente falsa e confezionata professionalmente: fake news, insomma, ossia il tema della conferenza.

Ho detto agli studenti che non ci sono, ad oggi, fatti comprovati che indichino un pericolo particolare nel 5G rispetto al 4G attuale, ma che in ogni caso, a prescindere da come la si pensi sul 5G, immagini come questa di RT America mostrano che non tutto quello che circola su Internet e ha un aspetto professionale è attendibile, e quindi spetta a loro sviluppare il loro senso critico e acquisire gli strumenti e le conoscenze che li mettono in grado di capire cosa è vero e cosa è falso. Conoscenze che ricevono, appunto, a scuola.

Fine dell’accenno al 5G. Siamo poi andati avanti ad analizzare tanti altri casi di fake news.

Questo è quanto. Se la mamma preoccupata o i membri del Gruppo Stop 5G ne vogliono parlare serenamente faccia a faccia, fuori da ogni polemica, sono a disposizione.


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2019/11/08

Puntata del Disinformatico RSI del 2019/11/08

È disponibile la puntata di oggi del Disinformatico della Radiotelevisione Svizzera, condotta da me insieme ad Alevidj.

Podcast solo audio: link diretto alla puntata.

Argomenti trattati: link diretto.

Podcast audio precedenti: archivio sul sito RSI, archivio su iTunes e archivio su TuneIn, archivio su Spotify.

App RSI (iOS/Android): qui.

Video: lo trovate qui sotto.

Archivio dei video precedenti: La radio da guardare sul sito della RSI.

Buona visione e buon ascolto!


Cancellare la cronologia di un assistente vocale

Gli assistenti vocali memorizzano quello che diciamo loro: le nostre parole non svaniscono nel nulla ma vengono conservate. Sappiamo che questi assistenti spesso si attivano spontaneamente, senza che li abbiamo invocati, per cui spesso captano e registrano pezzi di conversazioni intime che non avevamo intenzione di condividere con Google, Apple, Amazon, Facebook o Microsoft.

Se volete riesaminare quello che hanno archiviato su di voi questi assistenti ed eventualmente cancellarlo, questo articolo di Gizmodo contiene le istruzioni dettagliate (in inglese, ma facilmente deducibili in italiano) su come procedere con quasi tutti questi assistenti vocali.

Per l’Assistente Google, per esempio, bisogna entrare nel proprio account Google visitando myaccount.google.com e cliccare su Dati e personalizzazione - Utilizza gestione attività.

  • Per riesaminare tutte le cose dette volontariamente o involontariamente all’Assistente, cliccate su Gestisci attività e poi su Filtra per data e prodotto. Scegliete Assistente e poi Applica.
  • In Utilizza gestione attività potete disattivare l’opzione Includi registrazioni vocali e audio per cancellare tutte le registrazioni vocali acquisite e cliccare su Gestisci attività e poi su Scegli di eliminare automaticamente. A questo punto potrete scegliere se eliminare tutto automaticamente dopo tre o diciotto mesi.

Invece per cancellare la cronologia vocale di Siri sui vari dispositivi (iPhone, iPad, iPod touch, Apple Watch, Apple TV, HomePod e Mac) bisogna seguire una procedura distinta per ogni singolo dispositivo.

Amazon Alexa, invece, è gestibile entrando nel proprio account Amazon, scegliendo Account e liste e poi Contenuti e dispositivi - Privacy di Alexa e Rivedi la cronologia voce. Scegliendo Intera cronologia come intervallo di date compare la possibilità di rivedere o eliminare tutto. Fra l’altro, esiste anche una scorciatoia: se si abilita in questa pagina l’opzione Abilita l'eliminazione tramite comando vocale, potete eliminare una registrazione dicendo "Alexa, elimina quello che ho appena detto" oppure eliminare tutte quelle del giorno dicendo "Alexa, elimina tutto quello che ho detto oggi."

Attivare un assistente vocale di nascosto con un laser

Siri, Alexa, Facebook Portal e Google Home, i popolari assistenti vocali, sono vulnerabili a un attacco che sembra preso di peso da un film di fantascienza: è sufficiente puntare un raggio laser modulato (anche invisibile, se negli infrarossi) su un punto preciso dei dispositivi che incorporano questi assistenti per prenderne il controllo e impartire comandi vocali silenziosi e potenzialmente pericolosi, come “acquista questo prodotto” oppure “spegni tutte le luci e sblocca la porta d’ingresso”.


Il punto preciso da colpire corrisponde ai microfoni incorporati in questi assistenti. Questi microfoni, realizzati in tecnologia MEMS (sta per Micro-ElectroMechanical Systems), sono misteriosamente sensibili alla luce laser.

I ricercatori, composti da esperti in Giappone (University of Electro-Communications, Tokyo) e presso la University of Michigan, hanno dimostrato di essere in grado di prendere il controllo di questi assistenti anche attraverso una finestra e persino stando in un altro edificio a 70 metri di distanza dal bersaglio.


L’attrezzatura necessaria non è particolarmente complicata o costosa, e l’unica difesa attualmente disponibile è piazzare i propri assistenti vocali lontano da qualunque finestra che dia sull’esterno. Oppure fare direttamente a meno di questi assistenti.

L’attacco è particolarmente interessante non solo per la sua modalità da film, ma anche perché scavalca uno dei limiti finora presenti negli attacchi informatici a questi dispositivi, ossia la necessità per il malfattore di introdursi in casa per poterli usare in modo improprio.

Gli assistenti vocali, infatti, sono concepiti per avere la massima facilità d’uso, per cui rispondono a qualunque voce e non chiedono quasi mai password di conferma prima di eseguire i comandi. Ma i loro microfoni hanno una portata che si limita al volume dell’abitazione, per cui normalmente questa assenza di protezioni non è un problema, salvo che il “malfattore” sia un membro della famiglia (un bambino, per esempio) oppure una persona invitata in casa.

Con questa tecnica, denominata Light Commands, questo limite non c’è più. I dettagli sono raccontati presso LightCommands.com.


Fonte aggiuntiva: Ars Technica.

Facebook cambia nome: ora si chiama FACEBOOK

Facebook ha annunciato un cambiamento epocale nel proprio branding: d’ora in poi l’azienda che gestisce il social network si chiamerà FACEBOOK, scritto tutto in maiuscolo e in colori variabili. L’app del suo social network omonimo manterrà il logo classico e il nome classico senza maiuscole. Quindi facciamo i bravi e impariamo la distinzione: l’app è Facebook, l’azienda è FACEBOOK. C'è anche la GIF animata apposita:



C’è tutto uno spiegone sui dettagli di questa decisione, che parla di un “sistema che è rispettoso del contesto e dell’ambiente”, di un “design che sostiene le persone e le loro storie”, e racconta che il font scelto ha un “sottile ammorbidimento degli angoli e delle diagonali” che “aggiunge un senso di ottimismo”. Sarà.

Il problema, perlomeno per me che sono della vecchia guardia, è che la regola di Internet è che scrivere tutto in maiuscolo equivale a URLARE. Per cui vedere “FACEBOOK” mi fa venire l’impulso di leggerlo urlando.



A parte questo, è comunque positivo che presto le app di FACEBOOK (l’azienda) avranno tutte una chiara indicazione della loro appartenenza a FACEBOOK (sempre l’azienda). Molti utenti, infatti, non sono consapevoli del fatto che anche Instagram e WhatsApp (e anche Oculus) fanno parte della galassia di servizi di FACEBOOK (l’azienda) e quindi abbandonano Facebook (l’app) in favore di queste altre app senza rendersi conto che i dati che vi immettono confluiscono lo stesso in FACEBOOK (l’azienda).

Instagram prima e dopo.

Perché TikTok è sotto indagine?

TikTok, l’app che molti conoscono con il suo nome precedente, ossia Musical.ly, ha circa 500 milioni di utenti in tutto il mondo. Sono concentrati in gran parte in Cina e sono principalmente giovanissimi.

Il suo concetto è semplice: pubblicare video cortissimi, che durano una quindicina di secondi e spesso sono realizzati con qualche effetto speciale a sorpresa oppure mimano spezzoni di canzoni.

Ma c’è chi si preoccupa per TikTok, addirittura in termini di sicurezza nazionale. L’app è oggi di proprietà dell’azienda cinese Bytedance, che era stata multata per quasi sei milioni di dollari, quando l’app si chiamava ancora Musical.ly, per aver ospitato consapevolmente contenuti pubblicati da minori e raccolto dati su minori senza il consenso dei genitori, cose vietate negli Stati Uniti. 

Una delle persone preoccupate per la sicurezza di TikTok è Alex Stamos, ex funzionario della sicurezza di Facebook e oggi professore a Stanford: ha tweetato che Bytedance sta applicando le regole cinesi di censura anche negli Stati Uniti, vietando contenuti che esprimono punti di vista politici.

Un’altra preoccupazione è che il governo cinese esige che le sue app social forniscano allo stato pieno accesso alle informazioni degli utenti. Bytedance, però, dice che i dati degli utenti non cinesi non vengono condivisi con le autorità cinesi. Alcuni politici americani hanno chiesto ai responsabili di TikTok di presentarsi per un’udienza in cui chiarire la propria posizione e hanno chiesto ai servizi di sicurezza statunitensi di esaminare TikTok. L’app è sotto esame anche nel Regno Unito per il suo uso di dati di minori.

Tanta agitazione può sembrare assurda per un’app tutto sommato frivola, ma c’è un precedente: Grindr, un’app di incontri gay. Era stata acquisita da un’azienda cinese, Kunlun, ma le autorità americane hanno ordinato a Kunlun di cederla ad altri (americani) perché contiene troppe informazioni personali sui soldati statunitensi, che non è opportuno regalare a un paese straniero che ne potrebbe fare un uso facilmente immaginabile.

2019/11/07

Ultimi posti per incontrare l’astronauta lunare Charlie Duke il 16 novembre

Ci sono ancora alcuni posti liberi per la cena di gala con il generale Charlie Duke, uno dei dodici astronauti che hanno camminato sulla Luna, il 16 novembre a Lonato (BS).

La prenotazione va fatta telefonando al numero italiano 339-8576303 oppure scrivendo una mail a sindamor@libero.it.

Oltre all’astronauta, sarà presente un campione di Luna raccolto durante le missioni Apollo. Io sarò a disposizione come traduttore per l’ospite.

2019/11/05

Dilemma per sostenitori del Diluvio Universale

Se vi capita di imbattervi in qualcuno che sostiene che il Diluvio Universale è un fatto realmente accaduto, provate a chiedergli dei canguri. Sì, dei canguri. Erano anche loro a bordo dell’Arca, giusto? E il Diluvio, essendo Universale, toccò tutto il mondo, Australia compresa, giusto? Beh, questo pone un problema.



“Quando l’Arca di Noé finalmente si posò sul Monte Ararat, i canguri scesero e saltellando per 12.400 chilometri arrivarono fino in Australia. E senza pollici opponibili, raccolsero ogni osso dei propri morti in modo da non lasciare traccia della propria migrazione. Non è notevole?”
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