Ultimo aggiornamento: 2020/06/18 20:45.
In Canton Ticino, dove abito, è stata depositata alla Cancelleria cantonale una petizione per una moratoria sulle installazioni di antenne 5G, sostenuta dalla firma di 7128 persone del gruppo Stop5G Svizzera italiana. Ne dà notizia la
RSI.
Formulare petizioni è un sacrosanto diritto dei cittadini, ma mi chiedo quanti di coloro che hanno sottoscritto questa siano realmente informati su come funziona la tecnologia alla quale si oppongono.
La loro opposizione, infatti, si basa su una richiesta di moratoria
“fino a quando studi scientifici indipendenti non dimostrino la non nocività di questa tecnologia per gli esseri umani e l'ambiente”, riferisce la RSI. Ma non è così che funziona: dimostrare la
non nocività di qualcosa, di
qualunque cosa, è praticamente impossibile. Persino l’acqua è nociva, se ingerita in dosi eccessive o inalata (annegamento). Tutto dipende dalla dose e dalla modalità.
Ogni scelta, ogni tecnologia, ogni azione comporta un rischio: se c’è un rischio nella telefonia mobile, dev’essere incredibilmente basso, perché dopo decenni non ne sono emerse prove chiare. Per contro, i benefici della telefonia cellulare sono evidenti a chiunque abbia salvato una vita potendo chiamare soccorsi col telefonino.
Inoltre non si capisce perché chiedere il blocco del 5G a scopo precauzionale. Il 5G è semplicemente un'evoluzione delle tecnologie che già usiamo: usa una matematica più efficiente e orienta più precisamente il segnale, inviandolo solo dove serve invece che in tutte le direzioni. Ma usa comunque le stesse onde radio che usiamo da decenni. Chiederne il blocco è come chiedere di bloccare la vendita di un'automobile a sei posti fino a che non ci saranno studi scientifici indipendenti che dimostrino che non è più pericolosa dei modelli precedenti a cinque posti. Il principio di precauzione è una bella cosa, ma se viene applicato eccessivamente porta alla paralisi.
E poi c’è il problema della richiesta di studi scientifici
“indipendenti”: indipendenti da chi e da cosa? Chiedere che gli studi non siano finanziati dalle aziende di telefonia mobile è ragionevole, ma temo che questo aggettivo sia usato per rifiutare in blocco qualunque persona che affronti la questione partendo da una formazione scientifica e promuovere i vari “ricercatori indipendenti” che non hanno nessuna competenza nel settore ma dicono quello che i contrari al 5G vogliono sentirsi dire. Sarebbe interessante sapere dal gruppo Stop5G Svizzera italiana quali sono i loro criteri per definire
“indipendente” uno studio scientifico. Più in generale, sarebbe interessante capire cosa intendono per
“scientifico”.
Ecco infatti qualche esempio degli “studi scientifici” presentati dal gruppo Stop5G (lo stesso della petizione) sulle
proprie pagine:
Tre dei primi cinque studi citati parlano della relazione fra 5G e coronavirus, che è una sciocchezza totale: lo dimostra non solo un briciolo di conoscenza della fisica di base, ma anche il fatto che
in Nuova Zelanda c'è la rete 5G eppure ci sono sostanzialmente zero casi di coronavirus, e il fatto che
il nord della Svizzera ha molte più antenne 5G del sud eppure il sud ha avuto molti più casi di coronavirus.
Sempre secondo i sostenitori della petizione, la tecnologia 5G
“è superflua per la maggior parte della popolazione ticinese e si può quindi attendere per implementarla.” In altre parole, la rete cellulare attuale basta e avanza, non c’è bisogno della maggiore capacità di trasmissione del 5G. Mi chiedo se sono d’accordo tutti quelli che in questi mesi di isolamento da pandemia si sono trovati a fare videochiamate tramite la rete cellulare e le hanno trovate instabili e ingestibili. Vorrei sapere cosa ne pensano tutti quelli che dipendono dalla telefonia mobile per poter almeno vedere a distanza genitori, figli, nonni o famigliari, o chi cerca di seguire le lezioni a scuola ma non ce la fa a causa della lentezza e del sovraccarico della rete cellulare attuale.
E poi c’è il fatto, dimenticato disinvoltamente dagli oppositori del 5G, che
restare fermi al 4G aumenta la nostra esposizione ai campi elettromagnetici. Infatti il 5G
riduce l’energia emessa necessaria per trasportare una telefonata o una videochiamata rispetto al 4G. Entrambe le tecnologie sono sotto la soglia ritenuta pericolosa da tutti gli esperti, ma se l’obiettivo dei movimenti anti-5G è ridurre le emissioni della telefonia mobile, sarebbe davvero un peccato se la poca conoscenza della tecnica li spingesse a commettere l’autogol di restare ancorati a una tecnologia inefficiente che li espone a una dose
maggiore.
In sintesi: il sistema attuale è l’equivalente di voler leggere un libro sul divano illuminando la stanza con una singola, enorme lampadina, in modo che arrivi abbastanza luce anche nell’angolo dove c’è il divano. Il 5G è una lampada da lettura che illumina solo il divano.
Insomma,
una volta tanto che la tecnologia si evolve per diventare meno potente ma più efficace, per funzionare più con l’eleganza e la finezza che con la forza bruta, non ha alcun senso volerla rifiutare.
Colpisce, inoltre, il fatto che la richiesta sia specificamente contro il 5G: perché non contro il 4G? il 4G va bene e non è pericoloso? Eppure pochi anni fa si organizzavano petizioni analoghe proprio contro la “nuova” tecnologia del 4G (e il 3G andava benissimo). Ce ne siamo già dimenticati? Ecco qualche esempio trovato al volo:
uno e
due,
tre (grazie ai commentatori).
Purtroppo la comprensione della tecnologia contro la quale si scagliano gli anti-5G è a dir poco lacunosa, come dimostrano le persone del gruppo Stop5G in
questo servizio di Ticinonews: attribuiscono alla telefonia tumori al cervello nei bambini (falso) e morie di uccelli (falso) e di piante (falso), parlano di antenne nei tombini (falso), non sanno che le frequenze utilizzate dal 5G sono
meno penetranti di quelle utilizzate dalla telefonia mobile attuale e sostengono che le onde elettromagnetiche deprimono il sistema immunitario (falso).
Perla finale, la signora del gruppo Stop5G che dice che
“Le antenne 5G o in generale mi disturbano a fare telepatia” e che tanto la telefonia non serve, perché
“Non ci vogliono le antenne, possiamo fare telepatia”. La reazione dell’intervistatore è impagabile.
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