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Il Disinformatico

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2008/03/03

Lunacomplotti stasera a Raidue in Voyager

Stasera Voyager parla di messinscene lunari, bloggata in diretta



Questo articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Raidue trasmetterà, stasera alle 21 circa, una puntata di Voyager che si occupa degli sbarchi sulla Luna.

Fra gli ospiti è annunciato Roberto Pinotti, che stando alla presentazione della trasmissione evidenzierà "incongruenze e contraddizioni di una missione che doveva, a tutti i costi, essere un successo." Lunacomplotti, insomma, sia pure confezionati eufemisticamente. Che c'è, manca il coraggio di dire le cose come stanno?

Anche Pinotti viene presentato vagamente come "scrittore", senza dire che è ben più noto, ed è chiamato a Voyager, non perché scrive, ma perché è un ufologo, presidente dell'associazione privata Centro Ufologico Nazionale. Mestiere rispettabilissimo, per carità, ma questa riluttanza a qualificarlo correttamente fa sembrare che la redazione di Voyager sia pudicamente a caccia di una rispettabilità che sente di non avere.

Io sarò qui a bloggare durante la trasmissione, per vedere quali siano queste asserite "incongruenze e contraddizioni". Spero che la redazione si sia preparata molto, molto bene sull'argomento, perché quando sento parlare in prima serata, su una rete televisiva nazionale, di lunacomplotti e di gente che vuol rovesciare fango su una delle più grandi imprese umane, esplorative e tecniche della storia, mi prudono veramente le mani, come è già successo con Minoli e La storia siamo noi. Prudono in direzione della tastiera, s'intende (e più specificamente in direzione della casella di e-mail di Voyager, voyager chiocciola rai.it): ma chi ha realmente rischiato la pelle per compiere quella missione non è altrettanto tollerante.

Ecco infatti come Buzz Aldrin, l'astronauta che allunò insieme a Neil Armstrong, rispose al lunacomplottista Bart Sibrel che lo perseguitava e lo accusava pubblicamente di essere "un codardo, un bugiardo e un ladro".



Va detto che Aldrin, all'epoca del video, aveva 72 anni. Sibrel la metà. Che sia una lezione per chi vuol fare l'imbecille a spese di gente che non solo ha rischiato tanto, ma a volte ha anche perso tutto.

Andate alla Nasa, o ai familiari di Virgil Grissom, Roger Chaffee e Ed White, a dire che questa fu una messinscena. Questo è quel che restava dell'abitacolo della loro capsula dopo l'incendio in cui morirono.



La bloggata


Parte il teaser. Oh no, la sirenetta su Marte... cominciamo veramente alla grande. Prima falsità: la NASA si è pronunciata eccome. E non poteva mancare la panzana della bandiera senza ombra sulla Luna. Le ombre non sono parallele nemmeno sulla Terra. Se a qualcuno interessa la mia compilation di indagini lunacomplottiste, è qui.

Apollo prima di Gemini? Ma cosa si sono bevuti questi signori? No, no, no: Mercury, Gemini, poi Apollo (ne parlo nei commenti qui sotto).

Come mai sparirono i guasti tecnici? Perché a questo servono le missioni di prova, cari miei. Per eliminare progressivamente i problemi.

Ecco che arriva il complotto: prima fanno pubblicare a Thomas Baron il rapporto (di 500 pagine) e la testimonianza che denunciano i ritardi e le negligenze, poi lo fanno fuori, senza far sparire il rapporto. Far fuori chi parla troppo, prima che parli, parrebbe troppo intelligente? E tutti gli altri che avevano collaborato al rapporto li lasciano liberi come fringuelli?

Pinotti dice che Bill Kaysing, che sostiene che tutto sia stato simulato in studio, ha lavorato per la Nasa. E' una balla. Si va in pubblicità, e meno male, perché i conati stavano diventando incontenibili.

Fantastica la teoria del satellite che trasmetteva l'audio finto: mai sentito di effetto Doppler? Un satellite in orbita terrestre si sarebbe spostato rispetto alla Luna, e i radioamatori l'avrebbero notato. Oh, e magari l'avrebbero notato alcune altre persone che avevano molto a cuore sbugiardare gli USA e avevano le risorse tecniche più che adeguate: i sovietici.

E ti pareva: tirano in ballo Kubrick. Come se gli effetti di 2001: Odissea nello spazio fossero credibili rispetto alle immagini reali. Siamo seri. L'avete visto, 2001? Bello, fantastico, un capolavoro, ma ormai si vede lontano un miglio che non è realistico. Come si fa, in uno studio cinematografico, a proiettare la polvere secondo linee rette con i motori? Se ci fosse aria, invece di linee rette dovrebbe essere proiettata in volute. Ma nei filmati di allunaggio la polvere schizza via in linee rette. Niente volute.

Se ho visto bene, Voyager sbaglia a identificare gli astronauti: quello non è Michael Collins, è Buzz Aldrin. Dilettanti.

Le foto sono precise, signori di Voyager, perché fu scelto apposta un grandangolo, e poi le foto furono ritagliate per migliorare l'inquadratura prima della pubblicazione. Mica sono imbecilli, alla Nasa. Si sono resi conto dei problemi e ci hanno pensato prima.

La Nasa ha ammesso fotoritocchi? Ma in che film?

Ombre non parallele: mai sentito parlare di prospettiva?

Ecco di nuovo l'ombra mancante della bandiera. La Nasa non ha mai detto che la foto è falsa come asseriscono a Voyager. E poi scusate: se fosse falsa, vorrebbe dire che le foto erano state fatte davvero sulla Luna: altrimenti bastava tornare in studio, no?

Certo che se uno si mette a trinciar giudizi perché ha guardato le foto a bassa risoluzione sul sito Internet di un lunacomplottista e crede di sapere tutto, è facile dire scemenze. Ecco la foto, con l'ombra "mancante" dell'asta bandiera:



Ed ecco il dettaglio dell'ombra "mancante", che è in un avvallamento del terreno (è anche per questo che le ombre non sono sempre parallele):



Orizzonte troppo vicino? La Luna è più piccola della Terra, e l'orizzonte è appunto più vicino. C'è scritto anche nei libri di astronomia delle scuole medie. E senza l'atmosfera che smorza i dettagli, l'occhio non riesce a cogliere le distanze.

I riflessi "misteriosi" nelle foto sono semplicemente i riflessi interni delle lenti dell'obiettivo. Come nelle foto fatte in mille altre circostanze con il sole appena fuori dell'inquadratura. Ma possibile che non sappiano queste cose? E soprattutto che non vadano a chiedere a un fotografo qualunque prima di blaterare?

Manca il cratere sotto il modulo lunare: e allora? Dite che gli addetti alla messinscena se ne sono dimenticati? Ma allora il complotto l'hanno fatto fare a Stanlio e Ollio.

Perché la differenza di polvere con le altre missioni? Perché sono allunati in luoghi differenti. Cari autori di Voyager, ma avete mai guardato la Luna? Avete visto che ha zone di colori differenti? Che ci sono montagne, valli e crateri, e che quindi ci sono zone coperte di polvere e zone non coperte? Appunto. Patetico.

Pinotti tutto sommato non dice nulla di imbarazzante: è abbastanza equilibrato, come del resto l'ho visto essere in molte circostanze. Fossero tutti così, gli ufologi. Purtroppo scivola dicendo la sciocchezza dei filmati smarriti del primo allunaggio. No, Pinotti, no: si tratta semplicemente di copie di alta qualità di quello che abbiamo già visto. Non mancano immagini che non abbiamo visto. I dettagli sono qui.

Giacobbo conclude facendo la sparata chiedendosi perché non vengono mostrate le immagini ad alta risoluzione della Luna per mostrare i veicoli delle missioni Apollo rimasti lì. Perché, caro Giacobbo, finora non sono state scattate immagini con risoluzione sufficiente. Documentarsi, prima di lanciare domande insensate, costerebbe troppo? Tre secondi di Google restituiscono le immagini della sonda Clementine e la relativa risoluzione: non superiore a 20 metri per pixel. Troppo scarsa per vedere un modulo lunare largo nove metri da una zampetta all'altra. Anche la sonda giapponese Kaguya, attualmente in missione lunare, non ha una risoluzione sufficiente: basta leggere le FAQ.

Che tristezza. Lanciare domande senza fornire le risposte, risposte che ci sono e che fior di tecnici sarebbero disponibilissimi a dare se soltanto Voyager volesse essere obiettivo, è un trucchetto sleale che semina dubbi negli spettatori, e lo fa senza neanche prendersi il coraggio di fare affermazioni precise. Dubbi che resteranno a chi, comprensibilmente, non avrà tempo o voglia di documentarsi e ancora si fida di chi fa televisione per il solo fatto che parla in televisione.

Cellulari esplosivi in ricarica

Allarme per i cellulari che esplodono sotto carica



Da alcuni giorni sta impazzando una presentazione Powerpoint che segnala il presunto pericolo dell'uso dei cellulari mentre sono sotto carica. Alcune delle foto a corredo della presentazione sono piuttosto impressionanti.

Tratterò in dettaglio l'argomento nella puntata di domattina del Disinformatico radiofonico, ma nel frattempo posso anticipare che si tratta di una mezza bufala. L'uso durante la ricarica di per sé non comporta rischi di esplosione: le cause dei fenomeni descritti nell'appello sono altre, per cui è inutile e disinformante diffondere la presentazione. I dettagli saranno qui domattina.

Bufale oggi alla radio sulla Rete Uno RSI

Oggi, dalle 13 alle 13.30, sarò ospite della Rete Uno della Radio Svizzera di lingua italiana per parlare di come si indaga su un appello che si sospetta essere una bufala, raccogliendo le telefonate in diretta degli ascoltatori. Lo streaming è qui; il sito dell'emittente è questo. A tra poco!

Antibufala Classic: assorbenti all’amianto

Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "paid2cash" e "gltrioschi". Grazie ad "amo15", "paolofrn" e "lzaccagn" per la collaborazione alla ricerca. Indagine iniziale: 15 maggio 2003. Ultimo aggiornamento: 3 marzo 2008.


English Abstract
An e-mail first sighted in 2003 in Italian and circulating in English since 1998 warns against the use of sanitary towels and tampons because they allegedly contain asbestos and other toxic substances. In particular, the asbestos is said to be added intentionally by manufacturers in order to increase bleeding and therefore sell more products. This is a hoax, as described by Snopes.com. A more recent version (2007) of the e-mail appeal downplays the asbestos issue and focuses on dioxin and rayon content. It is apparently "signed" by a doctor from an Italian hospital; however, the person who "signed" the appeal has clarified that she is not a medical doctor (i.e., a physician), but a dottore (the title given in Italian to anyone who has a university degree of any kind). This person has also stressed that she simply received the appeal and forwarded it to her friends without checking its factual accuracy, and that the e-mail was not intended for public circulation.


In breve


Circola via e-mail dal 2003 in italiano (e dal 1998 in inglese) un appello che mette in guardia contro gli assorbenti interni ed esterni perché conterrebbero amianto (foto qui sopra) e altre sostanze tossiche. In particolare, l'appello sostiene che l'amianto viene introdotto intenzionalmente dai fabbricanti per aumentare il sanguinamento e quindi vendere di più. Una versione più recente dell'appello segnala invece la presenza di rayon e diossina.

L'appello, in tutte le sue versioni, è una bufala: non c'è amianto negli assorbenti; il rayon c'è, ma è meno pericoloso del cotone; la diossina è presente in quantità infinitesimali (spesso ce n'è di più nell'ambiente circostante che negli assorbenti). Inoltre la "firma" che accompagna alcune incarnazioni dell'appello è stata apposta involontariamente da una persona che non è medico e che non ha verificato l'appello prima di inoltrarlo.


Il testo dell'appello


Esistono numerose versioni di quest'allarme: qui sotto presento quella tuttora circolante e risalente almeno a metà 2005 (come documentato per esempio qui e qui) e quella datata 2003.


Versione 2007


Ho lasciato i refusi presenti nell'originale e omesso l'indirizzo della "garante" dell'appello. Le evidenziazioni in grassetto sono mie.

Vi preghiamo di trasmettere questa e-mail a tutte le donne che potete. Per gli uomini che ricevono questa e-mail, vi preghiamo di spedirla ad amiche, ragazze, sorelle, madri, figlie ecc. Grazie!

Controllate le etichette degli assorbenti interni che volete acquistare, la prossima volta, e controllate se riuscite ad individuare alcuni dei segni familiari descritti in questa e-mail. Non meraviglia che tante donne al mondo soffrano di cancro alla cervice e di tumori all'utero. Sapete che i produttori di assorbenti interni usano diossina e rayon nei loro prodotti?

Sono sostanze cancerogene e tossiche!

Perché allora gli assorbenti interni non sono contro la legge?

Perché gli assorbenti interni non sono un prodotto alimentare e, dunque, non sono considerati pericolosi o illegali.

ECCO LO SCANDALO: Gli assorbenti interni contengono due cose che sono potenzialmente pericolose: Rayon (per assorbire) e diossina (un prodotto chimico usato per sbiancare I prodotti).

A volte contengono anche piccole percentuali di amianto, per indurre nell'organismo femminile una emorragia più intensa (più sanguinamento più assorbenti consumati). L'industria degli assorbenti interni e' convinta che noi, essendo donne, abbiamo bisogno di prodotti candeggiati, sbiancati per pensare che il prodotto sia puro e pulito. Il problema e' che la diossina, che viene prodotta in tale processo sbiancante, può apportare gravi danni all'organismo! La diossina e' stata associata al cancro da studi clinici, ed e' tossica per I sistemi immunitario e riproduttivo.

E' anche stata associata con endometriosi e basso numero di spermatozoi per gli uomini. Lo scorso settembre, l'Agenzia di Protezione Ambientale EPA ha reso noto che non esiste un livello "accettabile" di esposizione alla diossina, visto che e' cumulativa e lenta a disintegrarsi. Il pericolo Reale viene dal contatto ripetuto (Karen Couppert "Pulling the Plug on the Tampon Industry").

Io direi che usare circa 3-4 assorbenti interni al giorno, per cinque giorni al mese, per 38 anni e' un "contatto ripetuto". Non pensate anche voi?

Il Raion contribuisce ai pericoli creati da assorbenti interni e dalla diossina perche'e' una sostanza altamente assorbente. Perciò, quando fibre degli assorbenti interni restano nel collo del'utero (come di solito accade), ciò crea un "serbatoio" di diossina nel corpo. Tra l'altro, resta all'interno molto più a lungo di quanto rimarrebbe con assorbenti interni fatti solo di cotone, perché il rayon è più leggero e tende ad attaccarsi. Questo e' anche il motivo per il quale la TSS (Sindrome da Shock Tossico) può colpire le donne che usano assorbenti interni (come potete leggere dal foglio informatico di TUTTI gli assorbenti interni in commercio).

QUALI SONO LE ALTERNATIVE?

Usare assorbenti esteni, o prodotti non sbiancati e fatti completamente di cotone.

Anche altri prodotti d'igiene femminile (assorbenti/fazzoletti) contengono diossina, ma non sono tanto pericolosi quanto gli assorbenti interni. Sfortunatamente, prodotti non sbiancati e in cotone si trovano quasi solo in negozi di "prodotti biologici" (quindi sono più cari). Nel 1989, degli attivisti inglesi organizzarono una campagna contro lo biancamento attuato con cloro. Sei settimane e 50000 lettere dopo, I produttori di diversi prodotti sanitari passarono all'ossigeno (uno dei metodi Verdi disponibili. (MS magazine, May/June 1995)

COSA FARE ORA:

Ditelo alla gente. A tutti. Informateli. Ques ta industria ci sta danneggiando, facciamo qualcosa per impedirlo! Se evete tempo, scrivete una lettera alle società Tampax - Playtex - O.B - sKotex. Sulle scatole c'è sempre un recapito. Fate loro sapere che esigiamo un prodotto sicuro: assorbenti interni COMPLETAMENTE DI COTONE NON SBIANCATO.

Grazie.

Dr.ssa C**** Z****

Direzione Prestazioni e Marketing

Azienda Ospedaliera - Policlinico di Modena


E-Mail: ******.*****@policlinico.mo.it


Versione 2003


Anche qui, le evidenziazioni sono mie e i refusi sono presenti nell'originale.

Vi preghiamo di trasmettere questa e-mail a tutte le donne che potete. Per gli uomini che ricevono questa e-mail, vi preghiamo di spedirla ad amiche, ragazze, sorelle, madri, figlie ecc. Grazie!

Controllate le etichette degli assorbenti sanitari e dei tamponi che volete acquistare, la prossima volta, e controllate se riuscite ad individuare alcuni dei segni familiari descritti in questa e-mail. Non meraviglia che tante donne al mondo soffrano di cancro alla cervice e di tumori all'utero.

Sapete che i produttori di tamponi usano amianto nei loro prodotti? Perché?

Perché l'amianto vi fa sanguinare di più, e se sanguinate di più, usate più tamponi.

Perché non è contro la legge, dato che l'amianto e' tanto pericoloso?

Perché I tamponi non sono un prodotto alimentare e, dunque, non sono considerati pericolosi o illegali. Il periodico "Essence" di questo mese include un piccolo articolo su questo problema, e menziona due produttori di tamponi di cotone come alternativa.

I produttori sono: Organic Essentials tel. 1-800-765-6491 and Terra Femme tel.1-800-755-0212.

Una donna che sta svolgendo il proprio dottorato in Colorado, ha spedito la seguente e-mail: "Sto scrivendo questo perché le donne non vengono informate dei pericoli di qualcosa che la maggior parte di noi usa: I tamponi. Questo mese, durante le lezioni, ho imparato molto sulla biologia E le donne, inclusa l'igiene femminile.

Recentemente, abbiamo imparato che I tamponi sono davvero pericolosi (per alter ragioni che non la TSS!!!). Dopo aver appreso ciò a lezione, la maggior parte delle donne si sono sentite infuriate contro l'industria dei tamponi, e io, per prima, voglio fare qualcosa a riguardo. Per cominciare, voglio informare tutti coloro che posso, e l'email e' il modo più veloce che conosco.

ECCO LO SCANDALO:

I tamponi contengono due cose che sono potenzialmente pericolose: Raion (per assorbire) e diossina (un prodotto chimico usato per sbiancare I prodotti).

L'industria dei tamponi e' convinta che noi, essendo donne, abbiamo bisogno di prodotti candeggiati, sbiancati per pensare che il prodotto sia puro e pulito. Il problema e' che la diossina, che viene prodotta in tale processo sbiancante, può apportare gravi danni alle donne. La diossina e' potenzialmente cancerogena (associata al cancro) ed e' tossica per I Sistemi immunitario e riproduttivo. E' anche stata associata con endometriosi e basso numero di spermatozoi per gli uomini.

In entrambi sessi, danneggia il sistema immunitario. Lo scorso settembre, l'Agenzia di Protezione Ambientale EPA ha reso noto che non esiste un livello "accettabile" di esposizione Alla diossina, visto che e' cumulativa e lenta a disintegrarsi. Il pericolo Reale viene dal contatto ripetuto (Karen Couppert "Pulling the Plug on the Tampon Industry").

Io direi che usare circa 4-5 tamponi al giorno, per cinque giorni al mese, per 38 anni e' un "contatto ripetuto". Non pensate anche voi? Il Raion contribuisce ai pericoli creati dai tamponi e dalla diossina perche'e' una sostanza altamente assorbente.

Perciò, quando fibre dei tamponi restano nella vagina (come di solito accade), ciò crea un terreno fertile per la diossina. Tra l'altro, resta all'interno molto più a lungo di quanto rimarrebbe con tamponi fatti solo di cotone. Questo e' anche il motivo per il quale la TSS (Sindrome da Shock Tossico) accade.

QUALI SONO LE ALTERNATIVE?

Usare prodotti d'igiene femminile non sbiancati e che siano fatti completamente di cotone. Anche altri prodotti d'igiene femminile (assorbenti/fazzoletti) contengono diossina, ma non sono tanto pericolosi quanto I tamponi. Dunque, cosa potete fare se non vi e' possibile Abbandonare I tamponi? Usate tamponi fatti al 100% di cotone non sbiancato. Sfortunatamente, poche società producono questi tamponi sicuri. (Potete comprarli in once, si chiamano "Cottons"). Si trovano di solito soltanto in negozi di "Cibo sano".

Paesi di tutto il Mondo (Svezia, Germania, Columbia Britannica ecc) hanno chiesto di poter passare a questo tipo di tampone più sicuro, mentre gli Stati Uniti hanno deciso di tenerci all'oscuro di tutto).

Nel 1989, degli attivisti inglesi organizzarono una campagna contro lo sbiancamento
attuato con cloro. Sei settimane e 50000 lettere dopo, I produttori di prodotti sanitari passarono all'ossigeno (uno dei metodi Verdi disponibili. (MS magazine, May/June 1995).

COSA FARE ORA:

Ditelo alla gente. A tutti. Informateli. Questa industria e il governo ci stanno manipolando, facciamo qualcosa per impedirlo! Per favore, scrivete alle società Tampax Tambrands; Playtex; O.B.; Kotex.

Sulle scatole c'e' l'intera lista degli 800 numeri. Fate loro sapere che esigiamo un prodotto sicuro: TAMPONI COMPLETAMENTE DI COTONE NON SBIANCATO.

PROMEMORIA:

Per non perdere l'impatto di questa email, PREGHIAMO chiunque voglia spedirla ai propri amici, di copiarla e poi passarla su un NUOVO messaggio.

In questo modo, non potrà distorcere il messaggio a causa delle varie frecce che appaiono nelle e-mail inoltrate. Vi preghiamo di farlo con considerazione e serietà.

Grazie.


Datazione e origini


Come accennato, l'appello risale almeno al 2003 per la versione italiana e al 1998 per quella inglese, secondo Snopes.com.


Perché è una bufala


L'appello iniziale, quello datato 2003, è in realtà composto da due appelli separati, che si sono fusi strada facendo. I segni dell'infelice ibridazione sono ancora evidenti, come nota un lettore (Riccardo Ghigl*****ich), nel fatto che prima l'appello parla di amianto, poi dice che ci sono due ingredienti pericolosi (diossina e raion) e si dimentica completamente dell'amianto. Già questo, insomma, dovrebbe suggerire un certo scetticismo.

La versione 2007, invece, è una riscrittura della versione precedente, nella quale viene ridimensionato ma non eliminato del tutto il riferimento all'amianto e viene introdotto un "garante" apparentemente autorevole: una dottoressa, che qui ho citato indicandone soltanto le iniziali per rispetto della privacy e per evitarle ulteriori tribolazioni, ma il cui nome per esteso è presente nell'appello.

In un e-mail inviato a un lettore (rubbbens, che ringrazio), la dottoressa ha chiarito il proprio coinvolgimento e soprattutto ha spiegato che non è un medico:

"questa mail mi è stata inviata da amici ed io l'ho trasmessa ad altri senza aggiungere nulla al testo (non sono medico e non ho alcun strumento per testarne la veridicità); purtroppo è stata manipolata aggiungendo al testo il mio indirizzo ed è stata messa in circolazione a mia insaputa e senza la mia autorizzazione. Vi prego di non alimentarne la diffusione."

Chiarita questa falsa autenticazione, andiamo con ordine, con l'aiuto del mitico sito antibufala Snopes.com, che come già accennato ha analizzato a fondo la versione inglese di questo appello.


Non c'è amianto nei tamponi


L'FDA, l'ente statunitense che regolamenta alimenti e farmaci, ha dovuto pubblicare una pagina di smentita e chiarimento che dice specificamente:

L'FDA non ha alcuna prova della presenza di amianto nei tamponi, né è al corrente di segnalazioni di aumentato sanguinamento mestruale a seguito dell'uso di tamponi. Prima che qualunque tampone venga commercializzato negli Stati Uniti, l'FDA ne esamina la progettazione e i materiali. L'amianto non è un ingrediente di alcun tampone di marca statunitense e non è associato alle fibre usate nella produzione dei tamponi. Inoltre i siti di produzione dei tamponi vengono sottoposti a ispezioni dell'FDA per controllare che lavorino a regola d'arte. Pertanto, tali ispezioni probabilmente identificherebbero eventuali procedimenti che esponessero i tamponi all'amianto. Se qualsiasi tampone fosse contaminato dall'amianto, questo sarebbe il risultato di una manomissione, che è un reato."

La spiegazione dell'FDA chiarisce dunque che è falsa la giustificazione che si può mettere l'amianto nei tamponi perché "i tamponi non sono un prodotto alimentare e, dunque, non sono considerati pericolosi o illegali".

Inoltre, secondo l'OSHA, il NIH e l'EPA, enti statunitensi deputati alla protezione dell'ambiente, della salute e alla sicurezza sul lavoro, l'amianto è molto pericoloso se ingerito o inalato (l'inalazione può provocare asbestosi o cancro ai polmoni e ad altri organi) e causa irritazioni se viene a contatto con la pelle, come spiegato in questa pagina dell'EPA o questa del National Institute of Health (risalente al 2002 e archiviata presso Archive.org). Pare evidente che un tampone sia decisamente a stretto contatto con la pelle: quindi la giustificazione non regge assolutamente.

Già nel 2001, il sito italiano della Tampax smentiva categoricamente la presenza di amianto nei tamponi così:

I tamponi Tampax contengono amianto? Assolutamente no. Non c'è traccia di amianto nei Tampax."

Il concetto è ribadito anche attualmente presso Tampax.it. Insomma, a meno che crediate che FDA, EPA, NIH, OSHA, Tampax e tutti i ricercatori del settore siano in combutta per ammazzare i propri clienti in un colossale complotto, la questione dell'amianto è chiusa. Non ce n'è, punto e basta.

L'FDA è considerata un punto di riferimento per la sicurezza dei farmaci in tutto il mondo. Non è composta da dilettanti che si comprano con quattro dollari (neppure l'industria del tabacco è riuscita a zittirla). Se proprio non ci credete, andate da un chimico e fatevi fare l'analisi chimica di un tampone, alla ricerca di amianto; poi fatemi sapere. Ma nel frattempo abbiate il buon senso di non seminare panico ingiustificato.

Notate, inoltre, che l'anonimo estensore della versione 2003 dell'appello non si fa scrupoli a fare una bella pubblicità a due case produttrici (statunitensi), citandole con tanto di nome e numero di telefono, e traendole da un "periodico 'Essence' di questo mese" che, come in ogni appello-bufala che si rispetti, viene citato senza indicarne la data di pubblicazione e quindi sarà anche tra dieci anni. Molto comodo. Viene da chiedersi a chi giova questa forma di terrorismo pubblicitario.


Rayon: c'è, ma quanto è realmente pericoloso?


Per il raion (o Rayon) la cosa è più complicata. Il Rayon è in effetti presente nei tamponi, come confermato dal sito Tampax.it. Ma è pericoloso?

L'appello afferma che "Il Raion contribuisce ai pericoli creati dai tamponi e dalla diossina perché è una sostanza altamente assorbente... quando fibre dei tamponi restano nella vagina (come di solito accade), ciò crea un terreno fertile per la diossina. Tra l'altro, resta all'interno molto più a lungo di quanto rimarrebbe con tamponi fatti solo di cotone."
  • Il Rayon è considerato innocuo, tant'è vero che lo si usa per gli indumenti e come materiale chirurgico. E' un derivato della cellulosa.
  • Il Rayon viene usato nei tamponi non soltanto perché è altamente assorbente (cosa in sé non pericolosa, ma anzi ovviamente necessaria per il funzionamento del prodotto), ma perché si sfilaccia meno del cotone. Pertanto un assorbente interno in Rayon rilascia meno fibre di uno di cotone.
  • Non si capisce perché debba "restare all'interno più a lungo".
  • Nella versione 2003, l'anonimo traduttore italiano dell'appello ha dato una eloquente "aggiustatina" a questa affermazione, che in originale non parla semplicemente di "terreno fertile", ma di "breeding ground", ossia di "terreno fertile per la riproduzione". La diossina è una sostanza chimica, non una creatura vivente, e come tale ovviamente non si riproduce, esattamente come mettere due sassi in una stanza non produrrà una nidiata di sassolini. Uno svarione di questa portata la dice lunga sulla serietà e sulla preparazione di chi ha redatto l'appello originale.

Tuttavia il Rayon si può produrre usando il cloro, secondo l'FDA, e il cloro produce diossine. Quindi il Rayon in sé è sicuro, ma comporta la possibilità di portarsi appresso diossine. Ma l'FDA dichiara che il Rayon attualmente utilizzato nei tamponi statunitensi viene prodotto adottando tecniche alternative che non generano diossine: "Rayon raw material used in U.S. tampons is now produced using elemental chlorine-free or totally chlorine free bleaching processes", dice la già citata pagina dell'FDA.


Diossina


Sul fatto che le diossine facciano male non c'è alcun dubbio. Ma ci sono diossine nei tamponi, come dice l'appello?

Secondo l'FDA, se ce ne sono, sono a livelli talmente bassi da non essere misurabili:

...i livelli di diossine nel rayon grezzo usato per i tamponi sono pari o inferiori al limite rilevabile dai test più avanzati, ossia circa 0,1 parti per trilione... molte volte inferiore alla quantità normalmente presente nell'organismo e proveniente da altre fonti... Una parte per trilione equivale a un cucchiaino in un lago profondo cinque metri e ampio 2,6 chilometri quadrati.

Pertanto il rischio diossina nei tamponi è praticamente trascurabile. Ce n'è molta di più nell'ambiente che ci circonda che nei tamponi. Aver paura della diossina nei tamponi è come abitare accanto alla ferrovia e temere di diventare sordi perché il vicino parla a voce alta.

Non solo: a proposito di diossine e di sostanze chimiche pericolose c'è una sorpresa interessante.


Cotone


L'appello propone di "usare prodotti d'igiene femminile non sbiancati e che siano fatti completamente di cotone...Usate tamponi fatti al 100% di cotone non sbiancato. Sfortunatamente, poche società producono questi tamponi sicuri."

Chiaro, no? Cotone uguale sicurezza. Peccato che il cotone coltivato con i metodi convenzionali sia, secondo Snopes.com, "una delle piante a maggior consumo di pesticidi... circa il 10% dei pesticidi e il 22,5% degli insetticidi del mondo viene usato sul cotone." Pertanto un tampone a base di cotone coltivato in modo convenzionale potrebbe contenere la stessa quantità di porcherie chimiche di un tampone "non alternativo" a base di cotone e rayon. Per eliminare davvero questo rischio occorrerebbe trovare tamponi di puro cotone coltivato senza pesticidi e insetticidi.

In altre parole, passare a tamponi fatti al 100% di cotone senza verificare che il cotone sia coltivato in modo biologico non risolve granché. Come capita spesso negli appelli diffusi via Internet, la soluzione ai problemi non è così semplice come si vuol far credere.


Chiarimento: la sindrome da shock tossico


Come descritto su tutti i foglietti illustrativi dei tamponi, la sindrome da shock tossico (Toxic Shock Syndrome, TSS) è "una malattia rara ma grave. E' causata dalle tossine prodotte dal batterio Staphylococcus aureus... La TSS mestruale è associata all'uso dei tamponi." E' grave abbastanza da indurre persino i fabbricanti di tamponi a riportare questo consiglio: "Potete anche sostanzialmente eliminare il rischio di TSS mestruale non usando assorbenti interni."

Usare tamponi "alternativi" di cotone al 100% al posto di quelli "commerciali" riduce leggermente l'incidenza della sindrome, ma non la elimina: del resto, sono stati riportati casi di TSS anche negli anni in cui i tamponi erano tutti in puro cotone (dal 1933, anno di invenzione, ai primi anni Settanta). Non fidatevi dunque di un appello che arriva da chissà chi, ma parlatene con il vostro medico.

2008/02/26

Basta un LED per accecare le telecamere di sorveglianza?

Telecamere di sorveglianza, occhio alle fregature


Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "miecchi" e "superbotolo".

Si parla sempre più spesso di installare telecamere di sorveglianza lungo le vie pubbliche, e in banche e supermercati le telecamere sono da tempo una dotazione standard. Ma quando si tratta di fare investimenti per dotarsi di queste telecamere, giusto o sbagliato che sia, è meglio sincerarsi che funzionino a dovere e che non basti un aggeggio facilmente reperibile per ingannarle completamente, altrimenti saranno soldi buttati via.

Questo è infatti lo scenario proposto da un gruppo di artisti smanettoni denominato Oberwelt.de: nel loro sito spiegano (in tedesco) come sarebbe possibile, con un semplice LED a infrarossi, accecare le telecamere in modo invisibile.

Le telecamere, infatti, sono sensibili alla luce infrarossa (quella emessa dei telecomandi, per esempio) molto più di quanto lo sia l'occhio umano. Di conseguenza, un LED a infrarossi non è rilevabile a occhio nudo, ma emette un bagliore fortissimo per l'obiettivo della telecamera di sorveglianza. Il risultato, dicono quelli di Oberwelt, è quello mostrato nella foto: al posto del volto del sorvegliato compare un punto luminoso. Una sorta di censura automatica portatile.

E' ovvio che lo stesso effetto si potrebbe ottenere mettendosi in testa una lampada potente, ma la differenza importante è che il sistema a LED non dà nell'occhio (lo si può nascondere in una fascia per capelli o in un cappellino). Se tentaste di entrare in una banca indossando una lampada da minatore, probabilmente avreste delle complicazioni; mentre con un cappellino in testa, nessuno avrebbe da obiettare e nessuno sospetterebbe che state cancellando la vostra immagine dalle registrazioni delle telecamere.

E' importante sapere quanto sia facile ingannare questi sistemi di sorveglianza anche per evitare che l'illusione della sicurezza faccia commettere errori dolorosi. Una regola che purtroppo viene seguita raramente: si preferisce spendere in gadget rassicuranti senza chiedersi mai quale sia la loro vera efficacia.

Volete darmi una mano a verificare se lo scenario di Oberwelt è plausibile? Se siete smanettoni, fabbricate un illuminatore a LED infrarossi portatile, come quello mostrato nel sito di Oberwelt; se avete un sistema di telecamere di sorveglianza, mettetelo a disposizione del Disinformatico per una prova.

Windows Vista, aggiornamento ritirato, Service Pack ammazza programmi

Attenti agli aggiornamenti e al Service Pack 1 per Vista


Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "br1tad" " e "enricos***".

Corsa a ostacoli per gli utenti di Windows Vista. Un aggiornamento di questo sistema operativo sta facendo tribolare chi lo installa, impallando il computer che non si rende conto di essersi aggiornato, tanto da indurre zio Bill (o meglio, zio Steve Ballmer) a ritirare temporaneamente l'aggiornamento, come descritto nel blog di Microsoft.

Si tratta di un aggiornamento importante, perché è un prerequisito per poter installare un imminente ulteriore aggiornamento ancora più importante di Windows Vista, denominato Service Pack 1 o SP1. Ma anche questo Service Pack a sua volta ha delle complicazioni. Come raccontano The Inquirer e CRN, ha dei problemi seri con vari prodotti di Trend Micro, Zone Labs, BitDefender e Novell. "Seri" nel senso che non partono proprio. Questi produttori hanno predisposto dei rattoppi e degli aggiornamenti.

I dettagli forniti da Microsoft sono qui (occhio alla versione italiana, che è il prodotto di una traduzione automatica abbastanza eccentrica) e precisano che il blocco di Trend Micro Internet Security 2008, Zone Alarm Security Suite 7.1 e altri prodotti è avvenuto con il consenso dei rispettivi produttori.

L'SP1 è stato, rilasciato il 4 febbraio ai partner OEM e gli abbonati a MSDN ne avevano ricevuto la disponibilità per lo scaricamento il 15 febbraio; la disponibilità al pubblico sarebbe dovuta scattare a metà marzo, ma l'SP1 già circola informalmente, per cui è il caso di avvisare anche gli utenti generici, che potrebbero essere tentati di scaricarlo e installarlo nella speranza di risolvere alcuni dei problemi di Vista.

Gli aggiornamenti e le correzioni ci sono in ogni sistema operativo, per carità, ma è difficile giustificare all'utente comune che per lavorare col computer deve fare operazioni degne di un intervento di chirurgia a cuore aperto.

HD-DVD defunto, Blu-Ray vince

Finita la lotta per il successore del DVD


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L'HD-DVD getta la spugna: Toshiba si arrende e cessa la produzione di lettori e registratori in questo formato ad alta definizione, dopo aver venduto circa un milione di esemplari (di cui 300.000 come accessorio per la console X-Box di Microsoft, che adesso si trova un po' orfana). La successione al DVD non è stata decisa da meriti tecnici, ma dalla scelta delle grandi case cinematografiche di supportare il formato Blu-Ray.

I lettori Blu-Ray sono assai più diffusi di quelli del formato rivale: basti pensare che ce n'è uno in ogni console Sony PS3, venduta finora in oltre dieci milioni di esemplari. Ma cosa succederà ora a chi ha comperato il formato sbagliato? I prezzi dei lettori sono precipitati, appena dopo l'annuncio della resa di Toshiba, che non ha intenzione di rimborsare i clienti ma continuerà ad offrire assistenza tecnica. I lettori HD-DVD sono comunque in grado di leggere i normali DVD e di usare i propri circuiti digitali per migliorare artificialmente la definizione dei DVD, anche se questo non sarà di grande consolazione a chi si sente bidonato.

Per quanto riguarda Microsoft, al momento secondo la BBC non ci sono notizie sulla sorte del lettore HD-DVD offerto come accessorio della sua console X-box 360.

La morale della storia è che ancora una volta il mercato ha dimostrato che non c'è spazio per due sistemi rivali e concorrenti non interoperabili (qualcuno ricorderà la lotta fra Betamax e VHS nelle videocassette), e che chi corre a comperare le nuove tecnologie rischia di rimanere scottato. Ma la cosa più triste è che siccome i dischi HD-DVD sono protetti contro la copia da una cifratura piuttosto pesante e da protezioni hardware, chi ha comperato film o telefilm in questo formato si troverà presto con una costosa collezione di sottobicchieri illeggibili, che non potrà neanche convertire ad altri formati.

Il complotti dei cavi tranciati, seconda parte

I cavi tranciati rivelano i corti circuiti della mente


Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "massimo po****" e "diegocardi****".

Non sarà a prova di attacco nucleare, ma se la cava benino, questa Internet. I cavi intercontinentali di telecomunicazione misteriosamente tranciati di recente hanno rallentato ma non fermato le comunicazioni. A questo proposito, si è scatenata una ridda di ipotesi di complotto, alimentate dall'apparente coincidenza di questi tranciamenti e da alcuni articoli che davano per certo il sabotaggio sulla base di una dichiarazione di un funzionario dell'ITU (International Telecommunication Union), Sami al-Murshed, che ha semplicemente detto che al momento non è escluso il sabotaggio.

La faccenda si sta trasformando in realtà in una bella dimostrazione di come la mente umana (e la dinamica dei media) sia strutturata per creare associazioni e notare coincidenze anche dove non ce ne sono. Infatti soltanto i primi due tranciamenti hanno causato disturbi significativi, e secondo le indagini di Wired si tratta di eventi assai più frequenti di quel che si pensa: ne capita mediamente uno ogni tre giorni, tanto che ci sono in giro ben venticinque navi che non fanno altro che riparare questi cavi, ma non ce ne accorgiamo neanche perché il traffico viene dirottato in modo trasparente.

Ma sono bastati i primi due eventi per rendere degni di segnalazione anche tutti i più piccoli eventi che prima sarebbero passati inosservati: per esempio, il cavo fra Das e Haloul non era stato affatto tranciato, ma aveva subito un problema di alimentazione, e la causa del danno al cavo Falcon è stata identificata: un'ancora abbandonata, del peso di circa sei tonnellate.

Certo, restano ancora da diagnosticare le cause degli altri guasti, ma prima di gridare alla cospirazione è meglio attendere i dati concreti.

2008/02/22

Chiudere i blog, dare il patentino ai blogger, e altre "proposte": regole e pericoli dei blog oggi a Teleticino.ch

Oggi alle 19.20 sarò ospite in studio del programma Faccia a faccia di Teleticino insieme con Matteo Caratti (direttore del quotidiano La Regione Ticino) per parlare delle implicazioni e delle regole dei blog e dei loro commenti, che hanno avuto forte risonanza in Svizzera dopo la fuga di notizie riguardante l'identità delle persone accusate di essere coinvolte in un omicidio avvenuto per futili motivi a Carnevale a Locarno.

Ci sono voci che si levano a chiedere una regolamentazione dei blog, dei loro autori e di chi vi pubblica commenti che violano la deontologia giornalistica o istigano al linciaggio, per cui è forse il caso di spiegare a chi ha queste ambizioni di censura quali sono le regole di Internet e quali sono le vere soluzioni a questi problemi.

Per chi fosse interessato e non potesse ricevere quest'emittente, il podcast sarà disponibile qui sul sito di Teleticino.

2008/02/19

Hostess spogliarellista: video autentico, identificata la compagnia

Bufala, antibufala e controbufala: il video della hostess diventa una lezione di media


Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "olavlalla" e "puppi5". L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Nuovi sviluppi nella storia del famosissimo video in cui una hostess si spoglia e mostra le sue grazie nella cabina di pilotaggio di un aereo di linea. Lasciando da parte le considerazioni pruriginose, la vicenda (già descritta qui) è diventata un'affascinante dimostrazione di quanto sia potente l'intelligenza collettiva di Internet (ma solo quando si applica) e di quanto i media tradizionali siano superficiali nel raccogliere le notizie e anche nel raccogliere le smentite.

Mi ha scritto l'autore del sito Tuttoscemo.com, quello che lanciò la smentita (data per buona da tutti i giornali e telegiornali) del video pubblicando un controfilmato nel quale diceva che era una messinscena tratta da un DVD porno, di cui mostrava anche la copertina.

Ma in realtà la messinscena era quella di Tuttoscemo.com, pensata per burlarsi dei media. Tuttoscemo, racconta, si era accorto che il filmato presentato come scoop dai giornali inglesi proveniva in realtà da Internet. Quando la notizia ha iniziato a montare nei media italiani, arricchendosi di particolari inventati di sana pianta (il nome della compagnia aerea, il licenziamento dei piloti), assumendo proporzioni ridicole, Tuttoscemo ha fabbricato la copertina di Sex on a plane (citazione intenzionale di Snakes on a plane) e ha girato il video in cui ha affermato che le immagini della hostess erano tratte da un film hard. E i media hanno abboccato, bevendosi la falsa smentita.

La ragione del suo gesto? "Il motivo principale era confermare quello che sospetto da tempo: l’informazione italiana funziona per copia/incolla, le notizie rimbalzano da una fonte all’altra con superficialità e senza la minima verifica delle fonti." E anche farsi un po' di pubblicità, ammette candidamente: "E’ normale che volessi anche portare gente sul mio sito, non ci vedo nulla di male, dietro all’80% di quello che gira in rete c’è un marchio, un servizio, un sito".

Che si trattasse di un tranello era abbastanza chiaro persino nei dialoghi del contro-video, che avvisava “Per la prossima volta vi consiglio di verificare le fonti”. Inoltre "la descrizione del video su YT e liberovideo era chiara: '…questo si che è un vero fake'". Infatti, dice Tuttoscemo, nessuno lo ha contattato per verificare la sua affermazione, ma alcuni giornalisti gli hanno chiesto il DVD per motivi puramente scenografici. Un solo giornalista si è dato da fare per rintracciarlo e Tuttoscemo gli ha raccontato la verità, "verità che avrei raccontato a chiunque mi avesse approcciato in modo professionale".

Mizioblog ha una bella compilation delle ritrattazioni dei principali media e una divertente intervista-confessione a Tuttoscemo; Libero ha altri dettagli sulla vicenda. Il DVD non esiste, quindi non chiedetegli dove ordinarlo.

A caccia di Stephanie


Neanche Tuttoscemo sa se il video è autentico o meno: "Probabilmente sì, anche se le inquadrature indugiano troppo sull’intimo", tanto da fargli sospettare un marketing virale. E qui inizia il bello dell'indagine via Internet.

Grazie al fiuto e all'esperienza di numerosissimi lettori (troppi per citarli tutti qui, ma una menzione speciale va a Sciamano), posso dire con sicurezza più che ragionevole che il video è autentico, è stato effettivamente girato in volo su un aereo di linea Airbus A340, e che la compagnia aerea coinvolta non è la Air Outre Mer, come è stato scritto da alcune fonti, ma con tutta probabilità la defunta Air Lib, come risulta da queste foto della camicetta (qui accanto), del foulard e della livrea degli aerei. E chissà se in questa serie di foto o in questa del personale di Air Lib si annida Stephanie (è questa?).

L'identificazione con la Air Lib è ulteriormente rafforzata da questo servizio della rivista francese VSD pubblicato nel 2003, nel quale lo sconsolato personale (anche maschile) della compagnia posa quasi senza veli; per vedere le altre pagine del servizio è sufficiente cambiare l'ultima cifra in fondo al link. Una delle hostess indossa la divisa (qui accanto), che risulta decisamente compatibile con quella di Stephanie nel video tanto contemplato.

Ahimè la compania Air Lib è stata liquidata appunto a febbraio del 2003, per cui il video risale ad almeno cinque anni fa. Impossibile, quindi, prenotare un volo con questa compagnia nella speranza di incontrare la graziosa assistente di volo. Ma la messe di dati emersa grazie alla collaborazione dei lettori dimostra che Internet è uno strumento di ricerca davvero potente. Se solo i giornalisti dei media tradizionali imparassero a usarlo, ci risparmieremmo molte bufale di tutti i generi.

Comunque sia, l'indagine, con l'aiuto di alcuni amici dalle zanne molto lunghe, prosegue: che fine ha fatto Stephanie?
Static Wikipedia 2008 (no images)

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Static Wikipedia 2007 (no images)

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Static Wikipedia 2006 (no images)

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