Sta circolando ancora, in una nuova variante, un appello iniziato alcuni mesi fa, che promuove una petizione per l'abolizione di costi di ricarica riguardanti le telefonate cellulari prepagate.
Dal blog di Beppe Grillo:
Un cittadino italiano ha finalmente deciso che gli fa troppo male pagare la tassa di ricarica sui cellulari e ha chiesto alla Commissione Europea l'abolizione dei costi di ricarica che esiste """solo""" in Italia. Una di tante innovazioni che ci rende (inconsapevolmente) poveri.
Lo hanno preso sul serio e la Commissione Europea ha contattato l'Authority, bastano 800.000 firme per toglierci dai piedi la tassa sulla ricarica.
Firmate la petizione!
Cogliamo questa opportunità e facciamone un'arma, anche per altre piccole battaglie.
Io l'ho giá fatto!!!
http://www.petitiononline.com/costidir/petition-sign.html
Purtroppo le cose stanno in realtà ben diversamente. Non basta affatto "firmare" la petizione e raggiungere un certo numero di "firme" per ottenere l'abolizione dei costi di ricarica. Una petizione fatta via Internet non raccoglie firme, che hanno un valore legale: raccoglie soltanto nominativi, che non ne hanno affatto.
Dietro questo appello-bufala, tuttavia, c'è una storia autentica che sta producendo qualche risultato e molte polemiche [leggete l'aggiornamento più sotto]. L'ha documentata presso Aboliamoli.eu Andrea D'Ambra, lo studente che ha creato la petizione online (che esiste realmente) ad aprile 2006 e ha inviato parallelamente una denuncia formale alla Commissione Europea in merito ai costi di ricarica (che stando a PrepaidGSM.net non sono un'anomalia solo italiana come scrivono in molti).
La Direzione Generale Concorrenza della Commissione Europea ha così scritto alle autorità italiane una lettera formale, che ha indotto l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni a svolgere una lentissima indagine conoscitiva (PDF) ricca di cifre molto interessanti e pubblicata pochi giorni fa.
Vista la popolarità della petizione, che ora ha superato le 700.000 adesioni (adesioni, non firme) ed è finita sulle prime pagine di alcuni quotidiani e in varie trasmissioni radiotelevisive, molti politici hanno fiutato l'occasione propizia per farsi belli e hanno promesso il proprio impegno, mentre le associazioni di consumatori hanno ingenerosamente tentato di scippare a D'Ambra il merito dell'iniziativa.
Tuttavia, come dice lo stesso promotore, "per ora sono soltanto tante belle parole e nulla di concreto". Le Authority confermano la validità delle obiezioni sollevate dalla petizione e invitano a una "rimodulazione" dei costi di ricarica, ma il loro invito per ora non ha alcuna efficacia formale.
Sono infatti trascorsi sette mesi dall'avvio della petizione, ma in sostanza non è cambiato nulla. I costi di ricarica ci sono ancora. Certo la petizione fa rumore mediatico (che ha una sua utilità) ma non fa sostanza: come si vede dalla documentazione presso Aboliamoli.eu, la sostanza la fanno gli atti formali, come appunto la denuncia inviata da D'Ambra alla Commissione Europea.
Tanti nomi, anche settecentomila, anche un milione, mandati via e-mail, non hanno alcun valore legale. Non sono firme. Sono semplicemente nomi stampati su tanti fogli di carta, perché è soltanto questo che può generare una petizione online.
Va detto, inoltre, che esistono modi molto efficaci per abolire o ridurre i costi di ricarica, indirettamente ma con effetto immediato, senza aspettare mesi e mesi: usare con intelligenza il cellulare, adottare tagli di ricarica più grandi (sui quali il costo di ricarica incide meno), o passare all'abbonamento.
Bisogna infine considerare che se dovessero essere aboliti i costi di ricarica, non è affatto detto che la spesa complessiva per il telefonino diminuirebbe: come già avvenuto in passato, quello che esce dalla porta rientra dalla finestra con un altro nome. Di certo si avrebbe una maggiore trasparenza tariffaria, e sappiamo tutti quanto sia diventato stupidamente complicato il mondo delle tariffe cellulari (e sulla complicazione, che ingenera confusione, i gestori ci marciano). Non voglio entrare nel merito della polemica e vorrei limitarmi al lato bufalino dell'appello in circolazione, ma consiglio di leggere questo commento di Andrea Trapani in proposito.
L'indagine antibufala completa sulla petizione è pubblicata qui.
Aggiornamento. I costi di ricarica sono stati aboliti per decreto a febbraio 2007, con entrata in vigore il 4 marzo 2007.
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