Fastidio delle vuvuzelas, occhio ai venditori di rimedi
Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "anna1bucci" e "marco" ed è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Fonte dell'immagine a lato: Wikipedia.
Entro brevemente nella polemica sulle vuvuzelas, le trombette il cui rumore è diventato un sottofondo continuo delle partite del Mondiale di calcio in Sudafrica, per mettere in guardia contro chi vende presunti rimedi via Internet all'irritazione provocata dal suono non proprio melodioso di questi dispositivi.
Come spesso accade in situazioni come questa, c'è chi specula sulla poca dimestichezza con le basi della scienza per proporre soluzioni che eliminerebbero il rumore: naturalmente in cambio di denaro tutt'altro che virtuale. Per esempio, ci sono siti come AntiVuvuzelaFilter punto com che propongono uno speciale file audio MP3, da riprodurre sul proprio impianto audio o computer o lettore MP3 o telefonino, che funzionerebbe grazie a una "cancellazione di fase" oppure una "cancellazione attiva del rumore".
Il problema è che la tecnologia di soppressione dei rumori denominata "cancellazione attiva del rumore" (Active Noise Canceling) esiste realmente e funziona, ma si basa sul fatto che il suono da cancellare viene analizzato in tempo reale per elaborare un "controsuono" sincronizzato (un suono in controfase). Un file audio MP3 preregistrato non può fare nessuna analisi e nessuna sincronizzazione: quindi le sue possibilità di funzionare sono pressoché nulle. Quelle di trovarsi con un rumore doppio e con un po' di soldi buttati via, invece, sono molto alte.
C'è però un rimedio che circola via Internet e funziona: basta elaborare l'audio facendolo passare attraverso un equalizzatore da impianto hi-fi, l'eventuale equalizzatore integrato nel vostro televisore, oppure attraverso la scheda audio di un computer, impostando dei filtri a forte pendenza centrati intorno alle frequenze sonore emesse dalle vuvuzelas, che sono 470 Hz e 235 Hz (ci sono anche delle armoniche ad altre frequenze più alte, ma queste sono le principali fonti del fastidio).
Se non siete in grado di effettuare da soli queste impostazioni, potete usare quelle predisposte dal Centre for Digital Music della Queen Mary University londinese e pubblicate presso Isophonics.net, dove trovate un plug-in gratuito, denominato Devuvuzelator, che è disponibile in versione Windows (formato standard VST, per qualunque programma compatibile) e in versione Mac OS X. Quest'ultima richiede il programma di elaborazione sonora Audio Hijack Pro, disponibile in prova gratuita. Per gli utenti Linux c'è una serie di proposte analoghe su CreateDigitalMusic.com.
Funzionano piuttosto bene: provate a confrontare l'audio originale con quello filtrato, nel quale il filtro entra in azione dopo un paio di secondi.
Fonti: BoingBoing, LifeHacker, Surfpoeten.de, New Scientist, Ars Technica, ANSA.
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