
Tutto parte dalla segnalazione video di un semplice utente, che si fa chiamare Paranormal Crucible (“crogiuolo del paranormale”), secondo il quale l'oggetto avrebbe le dimensioni di un'automobile e sarebbe la punta di una struttura sepolta ben più grande.
Come faccia costui a saperne le dimensioni, visto che non c'è indicazione di scala, e come faccia a dire che sotto la superficie di Marte c'è il resto della piramide, non è noto. Perché poi i marziani dovrebbero aver costruito proprio delle piramidi, fra tutte le forme possibili, non si capisce.
C'è poi il dettaglio che la “piramide” è inclinata a circa 45 gradi e quindi lo dovrebbe essere anche qualunque ipotetica struttura sottostante, e quindi bisognerebbe chiedersi perché mai gli alieni dovrebbero non solo costruire proprio piramidi, ma proprio piramidi storte, ma pazienza.
La foto, comunque, in sé è autentica e la “piramide” non è stata aggiunta con il fotoritocco: l'immagine è infatti disponibile presso Nasa.gov ed è scaricabile in alta risoluzione (la potete vedere qui sotto). Risulta scattata il 7 maggio scorso alle 23:22:33 UTC con la fotocamera destra dell'apparato Mastcam della sonda Curiosity.
Altre foto della stessa zona mostrano parecchie altre rocce spigolose, per cui la spiegazione più semplice è che si tratti di una di queste rocce squadrate che per puro caso mostra alla fotocamera uno spigolo e due facce e questo crea l'illusione di una piramide (non sappiamo come sia l'altro lato, fra l'altro).
Come giustamente dice Jim Bell, professore di scienza planetaria presso la Arizona State University e membro della squadra che coordina i veicoli della NASA che esplorano Marte, capita spesso che nelle foto di Marte vengano riconosciuti oggetti familiari. “L'occhio umano è bravo a riconoscere forme familiari o fattezze umane negli oggetti disposti a caso” ha dichiarato a USA Today, sottolineando che la struttura piramidale è simile alle superfici spigolose delle rocce vulcaniche che troviamo sulla Terra per esempio alle Hawaii o in Islanda.
Falso allarme anche stavolta, insomma, ma Bell incoraggia gli appassionati a continuare a sfogliare le tantissime foto che arrivano dalla superficie di Marte: non si sa mai che possano, una volta o l'altra, trovare per esempio un fossile vero.