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2016/02/19
Ospedale USA paga 17.000 dollari di riscatto per riavere i propri dati
L’articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2016/02/19 23:25.
Il ransomware si sta rivelando una forma di attacco informatico tristemente efficace nel portar via soldi alle vittime: dagli Stati Uniti arriva la notizia che un ospedale, il Hollywood Presbyterian Medical Center, è stato preso in ostaggio da un ransomware che ne ha paralizzato i sistemi informatici al punto che è stato necessario tornare a registrare i pazienti su carta e recuperare le cartelle cliniche cartacee e la rete informatica è rimasta ferma per oltre una settimana.
Alla fine, dopo dieci giorni di paralisi, i dirigenti dell’ospedale si sono arresi e hanno pagato il riscatto ai criminali che gestivano il ransomware: 40 bitcoin, che al cambio attuale sono circa 17.000 dollari. Il presidente e CEO dell’ospedale ha detto che “il modo più rapido ed efficiente per ripristinare i nostri sistemi e le nostre funzioni amministrative era pagare il riscatto e ottenere la chiave di decifrazione”. È andata tutto sommato bene, visto che la richiesta iniziale di riscatto era di circa 3,6 milioni di dollari [2016/02/19 23:25: questo importo è stato smentito in un comunicato dell’ospedale].
L’attacco con ransomware a un’azienda o a un’istituzione sembra essere la moda del momento fra i criminali, probabilmente perché è più remunerativo rispetto all’attacco a privati: un altro esempio arriva sempre dagli Stati Uniti, in questo caso da Conway, nel South Carolina, dove la rete informatica scolastica delle Horry County Schools è stata colpita con la stessa tecnica che ha messo in ginocchio l’ospedale californiano: buona parte dei dati cifrati dagli aggressori è stata recuperata dai backup, ma resta una ventina di server che ancora contengono file presi in ostaggio, per cui gli amministatori hanno stanziato 8500 dollari per pagare la richiesta di riscatto. I responsabili della rete scolastica hanno detto che sono disposti a pagare perché si tratta di una cifra modesta rispetto alle ore-uomo già sprecate nel tentativo (vano) di risolvere il problema.
Fonti: Ars Technica, Wbtw.com, Los Angeles Times, Ars Technica.
Il ransomware si sta rivelando una forma di attacco informatico tristemente efficace nel portar via soldi alle vittime: dagli Stati Uniti arriva la notizia che un ospedale, il Hollywood Presbyterian Medical Center, è stato preso in ostaggio da un ransomware che ne ha paralizzato i sistemi informatici al punto che è stato necessario tornare a registrare i pazienti su carta e recuperare le cartelle cliniche cartacee e la rete informatica è rimasta ferma per oltre una settimana.
Alla fine, dopo dieci giorni di paralisi, i dirigenti dell’ospedale si sono arresi e hanno pagato il riscatto ai criminali che gestivano il ransomware: 40 bitcoin, che al cambio attuale sono circa 17.000 dollari. Il presidente e CEO dell’ospedale ha detto che “il modo più rapido ed efficiente per ripristinare i nostri sistemi e le nostre funzioni amministrative era pagare il riscatto e ottenere la chiave di decifrazione”. È andata tutto sommato bene, visto che la richiesta iniziale di riscatto era di circa 3,6 milioni di dollari [2016/02/19 23:25: questo importo è stato smentito in un comunicato dell’ospedale].
L’attacco con ransomware a un’azienda o a un’istituzione sembra essere la moda del momento fra i criminali, probabilmente perché è più remunerativo rispetto all’attacco a privati: un altro esempio arriva sempre dagli Stati Uniti, in questo caso da Conway, nel South Carolina, dove la rete informatica scolastica delle Horry County Schools è stata colpita con la stessa tecnica che ha messo in ginocchio l’ospedale californiano: buona parte dei dati cifrati dagli aggressori è stata recuperata dai backup, ma resta una ventina di server che ancora contengono file presi in ostaggio, per cui gli amministatori hanno stanziato 8500 dollari per pagare la richiesta di riscatto. I responsabili della rete scolastica hanno detto che sono disposti a pagare perché si tratta di una cifra modesta rispetto alle ore-uomo già sprecate nel tentativo (vano) di risolvere il problema.
Fonti: Ars Technica, Wbtw.com, Los Angeles Times, Ars Technica.
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