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2016/09/23
Ragazza austriaca fa causa ai genitori: postano sue foto imbarazzanti su Facebook
L’articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2016/09/24 8:55.
Secondo The Local in Austria e Deutsche Welle, una ragazza austriaca di diciott’anni ha avviato una causa legale contro i propri genitori perché pubblicano su Facebook le sue foto intime e imbarazzanti di quando era bambina e rifiutano di rimuoverle. Si tratta di oltre 500 foto, condivise con i 700 amici dei genitori a partire dal 2009, quando la ragazza aveva undici anni.
“Non conoscono né limiti né pudore. A loro non importava se ero seduta sul gabinetto o nuda nel lettino: ogni momento veniva fotografato e reso pubblico”, dice la ragazza, che ha fatto ricorso alla legge perché è “stanca di non essere presa sul serio” dai propri genitori, che hanno ignorato sia le sue richieste verbali sia quelle fatte tramite il social network. Secondo quanto riportato da The Local, le foto includono cambi di pannolino e sedute sul vasino.
I genitori si difendono dicendo che “la figlia è nostra, e per [noi] è un bell’album di famiglia che è stato accolto bene dai nostri amici su Facebook.”
Se il tribunale accoglie le richieste della ragazza, i genitori potrebbero trovarsi obbligati a un risarcimento e a sostenere le sue spese legali. L’udienza è prevista per novembre. Graham Cluley di Naked Security nota che anche altri paesi, come la Francia, hanno norme estremamente severe sul diritto alla privacy dei minori, che molti genitori ignorano disinvoltamente.
A parte il rischio che vengano usate da pedofili, le foto d’infanzia, specialmente se intime e imbarazzanti come quelle descritte dalla ragazza austriaca, possono essere sfruttate per molestie e bullismo online da parte dei compagni di scuola. Sarà forse il caso, per molti genitori, di farsi un esame di coscienza e chiedersi se è davvero necessario condividere questi momenti personali proprio con tutti e se è accettabile trattare i minori come se fossero oggetti da esibire.
2016/09/24 8:55. The Local segnala che sono emersi alcuni dubbi sull’autenticità della notizia, che al momento è impossibile da verificare o smentire a causa dello stretto riserbo che protegge le persone coinvolte e le procedure legali.
– Si sa che la fonte originale è il settimanale austriaco Die Ganze Woche, che ha pubblicato la notizia usando un nome di fantasia, Anna Maier, per la ragazza, come consueto in questi casi.
– Il legale citato nell’articolo originale, Michael Rami, esiste realmente ma ha negato di essere il rappresentate legale diretto della ragazza, dichiarando invece di essere semplicemente un consulente.
– Se la ragazza vive in Carinzia, come affermato dall’articolo originale, il foro competente sarebbe Klagenfurt, dove però non risulta pubblicamente alcuna causa legale di questo genere in calendario per novembre. Questo però non vuol dire che la causa non esiste.
– Burkhard Trummer, caporedattore di Die Ganze Woche, ha dichiarato alla Frankfurter Allgemeine Zeitung che “la storia è autentica” ma non ha fornito prove, e la redazione non risponde alle richieste telefoniche.
L’autenticità della vicenda è insomma incerta, ma le considerazioni sollevate dal caso restano valide. Per chi volesse indagare ulteriormente, segnalo alcune fonti aggiuntive in tedesco: Die Ganze Welt del 20/9/2016, Morgenpost, FAZ, Der Standard.
Secondo The Local in Austria e Deutsche Welle, una ragazza austriaca di diciott’anni ha avviato una causa legale contro i propri genitori perché pubblicano su Facebook le sue foto intime e imbarazzanti di quando era bambina e rifiutano di rimuoverle. Si tratta di oltre 500 foto, condivise con i 700 amici dei genitori a partire dal 2009, quando la ragazza aveva undici anni.
“Non conoscono né limiti né pudore. A loro non importava se ero seduta sul gabinetto o nuda nel lettino: ogni momento veniva fotografato e reso pubblico”, dice la ragazza, che ha fatto ricorso alla legge perché è “stanca di non essere presa sul serio” dai propri genitori, che hanno ignorato sia le sue richieste verbali sia quelle fatte tramite il social network. Secondo quanto riportato da The Local, le foto includono cambi di pannolino e sedute sul vasino.
I genitori si difendono dicendo che “la figlia è nostra, e per [noi] è un bell’album di famiglia che è stato accolto bene dai nostri amici su Facebook.”
Se il tribunale accoglie le richieste della ragazza, i genitori potrebbero trovarsi obbligati a un risarcimento e a sostenere le sue spese legali. L’udienza è prevista per novembre. Graham Cluley di Naked Security nota che anche altri paesi, come la Francia, hanno norme estremamente severe sul diritto alla privacy dei minori, che molti genitori ignorano disinvoltamente.
A parte il rischio che vengano usate da pedofili, le foto d’infanzia, specialmente se intime e imbarazzanti come quelle descritte dalla ragazza austriaca, possono essere sfruttate per molestie e bullismo online da parte dei compagni di scuola. Sarà forse il caso, per molti genitori, di farsi un esame di coscienza e chiedersi se è davvero necessario condividere questi momenti personali proprio con tutti e se è accettabile trattare i minori come se fossero oggetti da esibire.
2016/09/24 8:55. The Local segnala che sono emersi alcuni dubbi sull’autenticità della notizia, che al momento è impossibile da verificare o smentire a causa dello stretto riserbo che protegge le persone coinvolte e le procedure legali.
– Si sa che la fonte originale è il settimanale austriaco Die Ganze Woche, che ha pubblicato la notizia usando un nome di fantasia, Anna Maier, per la ragazza, come consueto in questi casi.
– Il legale citato nell’articolo originale, Michael Rami, esiste realmente ma ha negato di essere il rappresentate legale diretto della ragazza, dichiarando invece di essere semplicemente un consulente.
– Se la ragazza vive in Carinzia, come affermato dall’articolo originale, il foro competente sarebbe Klagenfurt, dove però non risulta pubblicamente alcuna causa legale di questo genere in calendario per novembre. Questo però non vuol dire che la causa non esiste.
– Burkhard Trummer, caporedattore di Die Ganze Woche, ha dichiarato alla Frankfurter Allgemeine Zeitung che “la storia è autentica” ma non ha fornito prove, e la redazione non risponde alle richieste telefoniche.
L’autenticità della vicenda è insomma incerta, ma le considerazioni sollevate dal caso restano valide. Per chi volesse indagare ulteriormente, segnalo alcune fonti aggiuntive in tedesco: Die Ganze Welt del 20/9/2016, Morgenpost, FAZ, Der Standard.
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