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2019/08/30
Azienda di pornografia compra sito che rivelava i dati personali dei creatori di contenuti per adulti e gli dà fuoco
Dal mondo della pornografia online arriva una storia di privacy piuttosto insolita, segnalata da Vice.com.
Il sito PornWikileaks.com conteneva un forum dedicato al doxing, ossia alla rivelazione di dati personali (nomi, cognomi, indirizzi di casa e simili) di persone che operano nel settore e dei loro famigliari. Le persone venivano poi molestate e perseguitate dai partecipanti al forum, che conteneva circa 300.000 post.
A quanto pare molte persone che frequentano siti pornografici hanno problemi a capire che anche e soprattutto chi opera in settori sensibili come quello dei contenuti per adulti ha diritto alla propria privacy e a vivere in pace.
L’aspetto insolito della vicenda è che per proteggere queste persone è stata trovata una soluzione decisamente poco ortodossa: un noto sito pornografico ha acquistato il sito PornWikileaks.com e il nome di dominio, ne ha rimosso i contenuti e ha pubblicato un avviso nel quale spiega che ha chiuso il sito, strapieno di messaggi “negativi e pieni di odio”, e ha dato fuoco ai dischi rigidi che ospitavano i dati, mostrando in video il gesto. Dice l’avviso: “Anche se chiudere questo sito non elimina da Internet tutti i possibili collegamenti a nomi reali e altro, perlomeno ora c’è un posto in meno che ospita e permette di trovare facilmente questi dati”.
Un gesto simbolico e inevitabilmente efficace anche come richiamo pubblicitario, che ha dei limiti ma che comunque manda un messaggio importante: tutti, ma proprio tutti, hanno il diritto di non essere perseguitati, e perseguitare non è accettabile, neanche su Internet.
Il sito PornWikileaks.com conteneva un forum dedicato al doxing, ossia alla rivelazione di dati personali (nomi, cognomi, indirizzi di casa e simili) di persone che operano nel settore e dei loro famigliari. Le persone venivano poi molestate e perseguitate dai partecipanti al forum, che conteneva circa 300.000 post.
A quanto pare molte persone che frequentano siti pornografici hanno problemi a capire che anche e soprattutto chi opera in settori sensibili come quello dei contenuti per adulti ha diritto alla propria privacy e a vivere in pace.
L’aspetto insolito della vicenda è che per proteggere queste persone è stata trovata una soluzione decisamente poco ortodossa: un noto sito pornografico ha acquistato il sito PornWikileaks.com e il nome di dominio, ne ha rimosso i contenuti e ha pubblicato un avviso nel quale spiega che ha chiuso il sito, strapieno di messaggi “negativi e pieni di odio”, e ha dato fuoco ai dischi rigidi che ospitavano i dati, mostrando in video il gesto. Dice l’avviso: “Anche se chiudere questo sito non elimina da Internet tutti i possibili collegamenti a nomi reali e altro, perlomeno ora c’è un posto in meno che ospita e permette di trovare facilmente questi dati”.
Un gesto simbolico e inevitabilmente efficace anche come richiamo pubblicitario, che ha dei limiti ma che comunque manda un messaggio importante: tutti, ma proprio tutti, hanno il diritto di non essere perseguitati, e perseguitare non è accettabile, neanche su Internet.
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