Un blog di Paolo Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale
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2020/01/24
Se nemmeno Jeff Bezos riesce a proteggere il suo smartphone, noi che speranze abbiamo?
Lo smartphone di Jeff Bezos, boss miliardario di Amazon, uno a cui i soldi e le motivazioni per pensare alla propria sicurezza informatica non mancano di certo, è stato violato.
Secondo i risultati di una perizia tecnica, l’iPhone di Bezos ha iniziato a trasmettere dati in quantità elevate (in media 100 megabyte al giorno) verso una destinazione imprecisata il primo maggio 2018, dopo che Bezos ha ricevuto tramite WhatsApp un video inviatogli dall’account di Mohammed bin Salman Al Saud, influente principe ereditario saudita che sostanzialmente governa l’Arabia Saudita.
Lasciando da parte momentaneamente i risvolti planetari politici della vicenda (Bezos è proprietario del Washington Post, il giornale per il quale scriveva il giornalista Jamal Khashoggi, fortemente critico del governo saudita assassinato presso il consolato saudita di Istanbul a ottobre 2018), per noi comuni mortali questo attacco ha alcune implicazioni importanti.
Primo, e non banale, a quanto pare le persone più influenti del mondo chattano tramite WhatsApp. Ci si potrebbe aspettare un social network riservato ai miliardari, e invece no.
Secondo, è stato violato un iPhone X, nonostante tutte le dichiarazioni sulla sicurezza di questo dispositivo fatte da Apple.
Terzo, l’iPhone è stato violato mandando un video alla vittima. Questo vuol dire che esiste un modo per attaccare chiunque via WhatsApp inviando un video? Non proprio. Secondo la perizia tecnica, il video è arrivato insieme a un imprecisato “downloader crittografato”, per cui non basta semplicemente ricevere un video per temere un attacco.
Quarto, è possibile che la falla usata per violare lo smartphone di Jeff Bezos sia stata già corretta: a maggio 2019 fu annunciata e corretta una grave vulnerabilità di WhatsApp (un buffer overflow) che veniva a quanto pare utilizzata da vari governi per spiare le persone.
Quinto, a quanto pare Bezos ha dimenticato la password del proprio account iTunes, visto che i periti hanno dovuto usare una tecnica particolare per ottenere i dati senza usare questa password.
Morale della storia: il vostro smartphone è così complesso e potente che è difficilissimo metterlo in totale sicurezza persino per uno come Jeff Bezos e quindi l’unica vera difesa è non usarlo, preferendo un telefonino normale (o nessun telefonino). Per contro, attacchi sofisticati come questo richiedono le risorse economiche e tecniche di uno stato, per cui se non siete un bersaglio particolarmente appetibile per motivi professionali o politici non avete motivo di preoccuparvi per questo genere di intrusione sofisticata.
Ma se lo siete, pensateci. E in ogni caso fate sempre gli aggiornamenti di sicurezza e non dimenticatevi le vostre password.
Fonti aggiuntive: Graham Cluley, BoingBoing, Vice.com.
Secondo i risultati di una perizia tecnica, l’iPhone di Bezos ha iniziato a trasmettere dati in quantità elevate (in media 100 megabyte al giorno) verso una destinazione imprecisata il primo maggio 2018, dopo che Bezos ha ricevuto tramite WhatsApp un video inviatogli dall’account di Mohammed bin Salman Al Saud, influente principe ereditario saudita che sostanzialmente governa l’Arabia Saudita.
Lasciando da parte momentaneamente i risvolti planetari politici della vicenda (Bezos è proprietario del Washington Post, il giornale per il quale scriveva il giornalista Jamal Khashoggi, fortemente critico del governo saudita assassinato presso il consolato saudita di Istanbul a ottobre 2018), per noi comuni mortali questo attacco ha alcune implicazioni importanti.
Primo, e non banale, a quanto pare le persone più influenti del mondo chattano tramite WhatsApp. Ci si potrebbe aspettare un social network riservato ai miliardari, e invece no.
Secondo, è stato violato un iPhone X, nonostante tutte le dichiarazioni sulla sicurezza di questo dispositivo fatte da Apple.
Terzo, l’iPhone è stato violato mandando un video alla vittima. Questo vuol dire che esiste un modo per attaccare chiunque via WhatsApp inviando un video? Non proprio. Secondo la perizia tecnica, il video è arrivato insieme a un imprecisato “downloader crittografato”, per cui non basta semplicemente ricevere un video per temere un attacco.
Quarto, è possibile che la falla usata per violare lo smartphone di Jeff Bezos sia stata già corretta: a maggio 2019 fu annunciata e corretta una grave vulnerabilità di WhatsApp (un buffer overflow) che veniva a quanto pare utilizzata da vari governi per spiare le persone.
Quinto, a quanto pare Bezos ha dimenticato la password del proprio account iTunes, visto che i periti hanno dovuto usare una tecnica particolare per ottenere i dati senza usare questa password.
Morale della storia: il vostro smartphone è così complesso e potente che è difficilissimo metterlo in totale sicurezza persino per uno come Jeff Bezos e quindi l’unica vera difesa è non usarlo, preferendo un telefonino normale (o nessun telefonino). Per contro, attacchi sofisticati come questo richiedono le risorse economiche e tecniche di uno stato, per cui se non siete un bersaglio particolarmente appetibile per motivi professionali o politici non avete motivo di preoccuparvi per questo genere di intrusione sofisticata.
Ma se lo siete, pensateci. E in ogni caso fate sempre gli aggiornamenti di sicurezza e non dimenticatevi le vostre password.
Fonti aggiuntive: Graham Cluley, BoingBoing, Vice.com.
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Amazon,
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spionaggio
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