Un blog di Paolo Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale
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2020/01/24
Torna l’hacker di buon cuore che ti pulisce il computer infetto. Forse
Di solito si parla di intrusi informatici in senso negativo: malfattori che entrano nei computer altrui per fare danno. E poi ci sono quelli che fanno comparire sullo schermo falsi avvisi di infezione, per scherzo o per estorcere denaro. Ma stavolta non è così.
Numerosi utenti, segnala ZDnet, stanno ricevendo sui propri schermi un allarme sullo schermo che chiede educatamente, con tanto di “Please”, di installare un antivirus e aggiornare il computer.
Gli artefici di questo avviso, secondo le prime analisi, sono degli hacker buoni, che stanno rilevando via Internet la presenza del malware Phorpiex sui computer altrui e stanno quindi mettendo in guardia gli utenti di questi computer. Probabilmente questi hacker samaritani hanno preso possesso della rete di controllo di questo malware e la stanno usando per allertare le sue vittime.
Phorpiex è un malware usato per disseminare spam: infetta i computer Windows e li usa come punti di distribuzione di enormi campagne di mail pubblicitarie indesiderate, pagate da altri gruppi criminali. Secondo Check Point, questo genere di attività ha fruttato in passato 115.000 dollari in cinque mesi. La posta in gioco è insomma piuttosto alta.
Numerosi utenti, segnala ZDnet, stanno ricevendo sui propri schermi un allarme sullo schermo che chiede educatamente, con tanto di “Please”, di installare un antivirus e aggiornare il computer.
Gli artefici di questo avviso, secondo le prime analisi, sono degli hacker buoni, che stanno rilevando via Internet la presenza del malware Phorpiex sui computer altrui e stanno quindi mettendo in guardia gli utenti di questi computer. Probabilmente questi hacker samaritani hanno preso possesso della rete di controllo di questo malware e la stanno usando per allertare le sue vittime.
Phorpiex è un malware usato per disseminare spam: infetta i computer Windows e li usa come punti di distribuzione di enormi campagne di mail pubblicitarie indesiderate, pagate da altri gruppi criminali. Secondo Check Point, questo genere di attività ha fruttato in passato 115.000 dollari in cinque mesi. La posta in gioco è insomma piuttosto alta.
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