Ultimo aggiornamento: 2022/05/13 13:30.
Sono arrivate moltissime segnalazioni di un articolo a firma di Benedetta
Paravia su La Stampa che pubblica falsità, deliri e assurdità a
proposito della telefonia 5G. Ne cito una fra le tante:
In molti si sono chiesti: perché proprio in questo periodo nel quale tutti
siamo a casa ci si affretta a tagliare alberi in tutta Italia? Ebbene le
foglie degli alberi rappresentano un ostacolo per le onde millimetriche del
5G, come riconoscono anche i gestori telefonici.
Certo. Non esiste nessun altro motivo plausibile per potare le piante. Prima del 5G non si potavano mai.
Screenshot per gli increduli:
Pubblicare queste scemenze inqualificabili proprio in un momento in cui nel
Regno Unito gli idioti anti-5G hanno iniziato a
dar fuoco ad almeno venti installazioni di telefonia mobile
(perché dicono che il 5G facilita il coronavirus) rasenta l’istigazione a
delinquere.
Non ho tempo di sbufalare una per una tutte le infinite stupidaggini scritte
da Benedetta Paravia (per i curiosi che l’hanno chiesto: sì, è
questa
Benedetta Paravia, ma questo non cambia le cose). Né, francamente, ho voglia
di sostenere un ennesimo dibattito sul 5G. Se per colpa degli imbecilli non
verrà installato, pazienza, non me ne può fregar di meno.
Mi limito a notare che La Stampa adesso spaccia l’articolo della
Paravia per una “opinione controcorrente”, con tanto di titolo
modificato, ma in realtà lo aveva pubblicato inizialmente nella sezione
Cronaca, come evidenzia l’URL originale
(www.lastampa.it/cronaca/2020/04/06/news/il-valore-della-salute-e-quello-del-profitto-il-5g-1.38686965),
diverso da quello successivo
(www.lastampa.it/opinioni/2020/04/06/news/il-valore-della-salute-e-quello-del-profitto-il-5g-1.38686965).
Anni di debunking, di articoli tecnici dettagliatissimi, di spiegazioni
di fisica di base che dimostrano che le paranoie anti-5G sono infondate quanto
quelle dei terrapiattisti, e poi arriva Benedetta Paravia che dall’alto della
sua laurea “con lustro in Giurisprudenza” [sic] e della sua totale incompetenza in radiotecnica e fisica di base prende i fatti e
li usa come carta igienica. E un giornale la pubblica. Anzi
due giornali, o perlomeno due testate, visto che l’articolo è uscito
anche su Il Secolo XIX, che appartiene allo stesso gruppo. Ho salvato
su Archive.org l’originale dell’articolo su
La Stampa
e sul
Secolo XIX.
Posso solo dire che se il direttore di un giornale ritiene che sia giusto e
sensato rifilare ai propri lettori quella diarrea mentale fottendosene dei
fatti e della deontologia, se ha il coraggio di spacciare per
“opinione” ciò che di fatto è una compilation di balle, e se l’Ordine dei Giornalisti
non interviene, allora il giornalismo è morto e ancora non se ne è reso conto.
Ed è stato assassinato dall’interno, da direttori incoscienti per il quale il
termine responsabili è una foglia di fico che da tempo non copre più le
vergogne.
Mi sono limitato a segnalare pubblicamente la cosa a
Vodafone,
Huawei,
Ericsson
e
WindTre, che oltretutto sono spesso inserzionisti pubblicitari del giornale che li
sta infangando. Chissà che magari il rischio di perdere gli introiti
pubblicitari possa arrivare dove la dignità giornalistica fallisce. Ma qui mi
fermo, perché se i giornali sono contenti di lavorare così, e se i lettori
sono contenti di continuare a leggerli, impegnarsi a fare debunking non
serve a nulla.
Però la prossima volta che sento qualcuno dire che le fake news sono
colpa di Internet e i media tradizionali sono il baluardo contro la
disinformazione, lo prendo a schiaffi con l’articolo di Benedetta Paravia e lo
mando affanculo. Scusate il turpiloquio, ma stavolta mi sono proprio rotto.
---
Avvertenza: Qualunque commento che sostenga dubbi o tesi anti-5G o dica
“ma c’è un articolo che...” verrà cestinato. La fisica di base e
l’epidemiologia hanno già chiarito come stanno le cose ed è inutile riaprire
un dibattito che non c’è. Quindi non provateci nemmeno. Grazie.
2020/04/08 16:00
La Stampa ha rimosso l’articolo. È un buon risultato. Meglio ancora sarebbe non pubblicarne più in futuro.
Vedremo: nel frattempo, la stessa testata ha pubblicato
questa lettera di debunking di Marco Bella, deputato del Movimento 5 Stelle, che risponde specificamente all’articolo
di Benedetta Paravia.
2020/04/11 10:10
Benedetta Paravia, su Facebook, l’ha
presa molto sportivamente e con garbo
“Hanno censurato anche il Messaggero Veneto ed un nuovo eunuco, questa volta
un blogger che afferma non avere interessi in materia, parla di me:”.
2022/05/13 13:30
Nei commenti mi segnalano che l’articolo è tornato online (copia permanente). Non so da quanto tempo è stato ripubblicato.
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