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2020/03/15
Profezie letterarie: Asterix “previde” il coronavirus nel 2017
Ricevo da un lettore una serie di foto che rivelano che nel fumetto "Asterix e la Corsa d'Italia", uscito nel 2017, c’è un’altra pseudoprofezia letteraria riguardante il coronavirus, dopo quelle del libro sul Dark Web, di Sylvia Browne e Dean Koontz. A pagina 43 c’è questa vignetta che cita il coronavirus.
Il fumetto in originale si intitola “Astérix et la Transitalique”. Ne parlano anche il Corriere e Il Sole 24 Ore. Anche la versione inglese e quella spagnola usano lo stesso termine; quella tedesca invece usa invece Caligarius.
Ma non si tratta di una premonizione: l’intero albo usa nomi di microrganismi per i vari personaggi, e il termine coronavirus era già ben noto anche due anni fa (risale, oltretutto, al 1937).
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Il fumetto in originale si intitola “Astérix et la Transitalique”. Ne parlano anche il Corriere e Il Sole 24 Ore. Anche la versione inglese e quella spagnola usano lo stesso termine; quella tedesca invece usa invece Caligarius.
Ma non si tratta di una premonizione: l’intero albo usa nomi di microrganismi per i vari personaggi, e il termine coronavirus era già ben noto anche due anni fa (risale, oltretutto, al 1937).
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2020/03/13
Le “profezie” tornano sempre di moda in tempi difficili: Sylvia Browne
Vari giornali si sono occupati delle profezie della sedicente veggente Sylvia Browne, raccolte in un libro del 2008 intitolato semplicemente Profezie nell’edizione italiana (il titolo originale è End of Days: Predictions and prophecies about the end of the world).
Una di queste sue profezie sembra particolarmente calzante per l’allarme sanitario di questi giorni, con tanto di indicazione della data (“entro il 2020”).
Ma prima di attribuire a Sylvia Browne la capacità di prevedere il futuro bisogna considerare una tecnica tipica di tutti i profeti, sensitivi e veggenti: sparane tante e vedrai che qualcuna la azzeccherai; soprattutto, la gente si ricorderà solo le profezie azzeccate e dimenticherà quelle sbagliate.
Infatti pochi ricordano, per esempio, che Sylvia Browne sosteneva di essere in contatto nell’aldilà con Amanda Berry, una ragazza scomparsa a Cleveland, nell’Ohio. Nel 2004 la medium aveva detto alla madre della ragazza che Amanda le aveva “parlato dal paradiso”. In realtà la ragazza era viva: era stata rapita. Potete solo immaginare come i genitori di Amanda abbiano accolto questa dichiarazione terribilmente sbagliata della veggente. La madre di Amanda, Louwana Miller, morì di insufficienza cardiaca un anno dopo le parole di Browne. Amanda Berry riuscì poi a scappare nel 2013, dopo dieci anni di prigionia.
Non è stato l’unico errore madornale di Sylvia Browne: Open e The Guardian ne presentano una collezione notevole. La medium è morta nel 2013 dopo aver sbagliato a prevedere la data della propria scomparsa, ma i suoi difensori dicono che ha avuto più successi che insuccessi nelle proprie previsioni.
Ma se questo è il criterio per essere considerati sensitivi e profeti, sono capaci tutti: basta scriverne tante, di profezie, magari ispirate da fatti già avvenuti e facilmente prevedibili, e aspettare che qualcuna corrisponda alla realtà. E poi aspettare che arrivino i soldi.
Questa tecnica è nota come il Principio dello Scoiattolo Cieco: prima o poi anche uno scoiattolo cieco trova una ghianda.
Fonti aggiuntive: Snopes.
Una di queste sue profezie sembra particolarmente calzante per l’allarme sanitario di questi giorni, con tanto di indicazione della data (“entro il 2020”).
Ma prima di attribuire a Sylvia Browne la capacità di prevedere il futuro bisogna considerare una tecnica tipica di tutti i profeti, sensitivi e veggenti: sparane tante e vedrai che qualcuna la azzeccherai; soprattutto, la gente si ricorderà solo le profezie azzeccate e dimenticherà quelle sbagliate.
Infatti pochi ricordano, per esempio, che Sylvia Browne sosteneva di essere in contatto nell’aldilà con Amanda Berry, una ragazza scomparsa a Cleveland, nell’Ohio. Nel 2004 la medium aveva detto alla madre della ragazza che Amanda le aveva “parlato dal paradiso”. In realtà la ragazza era viva: era stata rapita. Potete solo immaginare come i genitori di Amanda abbiano accolto questa dichiarazione terribilmente sbagliata della veggente. La madre di Amanda, Louwana Miller, morì di insufficienza cardiaca un anno dopo le parole di Browne. Amanda Berry riuscì poi a scappare nel 2013, dopo dieci anni di prigionia.
Non è stato l’unico errore madornale di Sylvia Browne: Open e The Guardian ne presentano una collezione notevole. La medium è morta nel 2013 dopo aver sbagliato a prevedere la data della propria scomparsa, ma i suoi difensori dicono che ha avuto più successi che insuccessi nelle proprie previsioni.
Ma se questo è il criterio per essere considerati sensitivi e profeti, sono capaci tutti: basta scriverne tante, di profezie, magari ispirate da fatti già avvenuti e facilmente prevedibili, e aspettare che qualcuna corrisponda alla realtà. E poi aspettare che arrivino i soldi.
Questa tecnica è nota come il Principio dello Scoiattolo Cieco: prima o poi anche uno scoiattolo cieco trova una ghianda.
Fonti aggiuntive: Snopes.
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2020/03/09
Antibufala: il “Wuhan-corona” previsto in un libro dedicato al Dark Web
Mi sono arrivate alcune segnalazioni di un inquietante brano di un libro intitolato Il Dark Web visto attraverso gli occhi del suo leader, che cita “un virus per le persone dal nome strano (come Wuhan-corona o Whuan-corona o qualcosa di simile)”.
Precognizione letteraria? Un segnale in codice per farci sapere che sul Dark Web si sapeva già tutto? Improbabile. La spiegazione più semplice è che si tratti di un esempio di Teorema delle Scimmie Infinite: ogni anno avvengono tantissimi eventi e vengono scritti tantissimi libri che raccontano tantissime cose e quindi prima o poi è inevitabile che qualche passaggio di qualche libro abbia una somiglianza con qualche evento.
Fra l’altro, il nome corona non è uno sforzo anticipatorio particolarmente impegnativo, dato che i coronavirus furono isolati per la prima volta nel lontano 1937 e sono ben noti per aver causato epidemie come la SARS nel 2002-2003.
Scegliere Wuhan è altrettanto ragionevole, dato che è una delle città più importanti, popolose e conosciute della Cina: citare Wuhan è come citare Firenze o Chicago. Oltretutto Wuhan è notoriamente sede di uno dei più sofisticati istituti di virologia di tutta la Cina, per cui chiunque voglia inventare una storia di virus e faccia un briciolo di ricerca per la propria ambientazione si imbatterà in Wuhan, come ha ben dimostrato lo scrittore Dean R. Koontz quando ha cambiato Gorki in Wuhan nella riedizione del suo libro The Eyes of Darkness (1996).
Fra l’altro, il libro è recentissimo: è disponibile online soltanto dal 13 novembre 2019, ossia appena un mese prima delle prime notizie sul coronavirus di Wuhan (Amazon; Google Books; Google Play) ed è classificato come “narrativa biografica/gialli e thriller”. Su Google Play viene descritto dicendo che sarebbe “un Best Seller internazionale”, ma in realtà ne esiste soltanto una versione digitale in inglese, la cui descrizione dice però che il libro è stato scritto prima in italiano e poi tradotto in inglese, contraddicendo completamente il testo italiano, che include una “prefazione del traduttore”.
E che dire di quella “recensione” in quarta di copertina dell’edizione inglese, firmata “Roliing S.” come se si volesse far pensare al lettore distratto che si tratti di una recensione fatta da Rolling Stone?
Sono troppo malizioso? Beh, andate a guardare da chi è “recensito” il libro nell’edizione italiana. Un certo R. Stones.
In altre parole, fino a prova contraria questo libro è da considerare un testo di fiction confezionato furbescamente come pseudobiografia e autopubblicato da un autore anonimo spacciandolo per un best-seller, con tanto di recensioni inventate.
Questa, insomma, è la spiegazione più plausibile. Ma se volete perderci il sonno pensando che sia un presagio di poteri superiori, fate pure: si vede che non avete preoccupazioni maggiori nella vostra vita, e di questi tempi è un privilegio raro.
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Precognizione letteraria? Un segnale in codice per farci sapere che sul Dark Web si sapeva già tutto? Improbabile. La spiegazione più semplice è che si tratti di un esempio di Teorema delle Scimmie Infinite: ogni anno avvengono tantissimi eventi e vengono scritti tantissimi libri che raccontano tantissime cose e quindi prima o poi è inevitabile che qualche passaggio di qualche libro abbia una somiglianza con qualche evento.
Fra l’altro, il nome corona non è uno sforzo anticipatorio particolarmente impegnativo, dato che i coronavirus furono isolati per la prima volta nel lontano 1937 e sono ben noti per aver causato epidemie come la SARS nel 2002-2003.
Scegliere Wuhan è altrettanto ragionevole, dato che è una delle città più importanti, popolose e conosciute della Cina: citare Wuhan è come citare Firenze o Chicago. Oltretutto Wuhan è notoriamente sede di uno dei più sofisticati istituti di virologia di tutta la Cina, per cui chiunque voglia inventare una storia di virus e faccia un briciolo di ricerca per la propria ambientazione si imbatterà in Wuhan, come ha ben dimostrato lo scrittore Dean R. Koontz quando ha cambiato Gorki in Wuhan nella riedizione del suo libro The Eyes of Darkness (1996).
Fra l’altro, il libro è recentissimo: è disponibile online soltanto dal 13 novembre 2019, ossia appena un mese prima delle prime notizie sul coronavirus di Wuhan (Amazon; Google Books; Google Play) ed è classificato come “narrativa biografica/gialli e thriller”. Su Google Play viene descritto dicendo che sarebbe “un Best Seller internazionale”, ma in realtà ne esiste soltanto una versione digitale in inglese, la cui descrizione dice però che il libro è stato scritto prima in italiano e poi tradotto in inglese, contraddicendo completamente il testo italiano, che include una “prefazione del traduttore”.
E che dire di quella “recensione” in quarta di copertina dell’edizione inglese, firmata “Roliing S.” come se si volesse far pensare al lettore distratto che si tratti di una recensione fatta da Rolling Stone?
Sono troppo malizioso? Beh, andate a guardare da chi è “recensito” il libro nell’edizione italiana. Un certo R. Stones.
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In altre parole, fino a prova contraria questo libro è da considerare un testo di fiction confezionato furbescamente come pseudobiografia e autopubblicato da un autore anonimo spacciandolo per un best-seller, con tanto di recensioni inventate.
Questa, insomma, è la spiegazione più plausibile. Ma se volete perderci il sonno pensando che sia un presagio di poteri superiori, fate pure: si vede che non avete preoccupazioni maggiori nella vostra vita, e di questi tempi è un privilegio raro.
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2020/02/19
Precognizioni letterarie: un virus letale sviluppato in laboratorio a Wuhan in un romanzo del 1981?
Credit: @DarrenPlymouth. |
“...uno scienziato cinese di nome Li Chen fuggì negli Stati Uniti, portando una copia su dischetto dell’arma biologica cinese più importante e pericolosa dell’ultimo decennio. La chiamano ‘Wuhan-400’ perché è stata sviluppata nei loro laboratori di RDNA vicino alla città di Wuhan ed era il quattrocentesimo ceppo vitale di microorganismi creato presso quel centro di ricerca”.
Sono parole pubblicate nel romanzo thriller di Dean Koontz The Eyes of Darkness, uscito nel 1981. Lette oggi, con l’ansia mondiale da coronavirus incentrata proprio sulla città di Wuhan, sono particolarmente inquietanti, ma non vanno viste come una conferma di facoltà precognitive o delle tesi di complotto che sostengono (senza la minima prova) che l’attuale coronavirus sarebbe stato sviluppato in laboratorio in Cina come arma biologica.
Infatti è pressoché inevitabile che fra i milioni di storie che vengono scritte prima o poi qualcuna ci azzecchi, almeno vagamente (leggendo i dettagli del romanzo, le caratteristiche del ‘Wuhan-400’ divergono fortemente da quelle del coronavirus). È il Teorema delle Scimmie Infinite: date una macchina per scrivere e un bel po’ di tempo a un esercito infinito di scimmie addestrate a picchiettare a caso sui tasti, e prima o poi partoriranno Shakespeare.
Oltretutto Koontz ha pubblicato più di una versione del suo romanzo, cambiandone i dettagli. Nella versione originale, uscita nel 1981, non si parla affatto di Wuhan, ma della città sovietica di Gorki, e il virus si chiama ‘Gorki-400’. Divenne Wuhan nell’edizione del 1996, per tenere conto del fatto che l’Unione Sovietica non esisteva più e che la Cina sembrava una fonte più credibile, secondo questo commento su BoingBoing. Infatti circolano anche altre foto della medesima pagina del libro in cui è citata Gorki.
Fonte: @moderncrusader. |
Quello di Koontz non è il primo caso di apparente precognizione letteraria: il romanzo del 1898 The Wreck of the Titan di Morgan Robertson “previde” il disastro del Titanic del 1912 descrivendo un transatlantico, il Titan, che affondava nel Nord Atlantico dopo uno scontro con un iceberg. In questo caso, però, il romanzo fu ritoccato dopo il 1912 per renderlo più calzante. Nella versione originale, infatti, la nave era di stazza minore, e il titolo era un ben più generico Futility.
2020/02/27 15:50
ANSA annuncia l’uscita dell’edizione italiana del libro di Koontz, intitolato Abisso e dotato di una fascetta che è puro sciacallaggio editoriale: “Coronavirus - il romanzo della profezia”. Ripeto: il libro non c’entra nulla con il coronavirus e si limita a citare Wuhan solo nell’edizione del 1996: prima citava la città russa di Gorki.
Fonti aggiuntive: South China Morning Post, History on the Net, Wikipedia.
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2013/02/14
Domani la Terra verrà colpita da un asteroide?
Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “giorgiorod*” e “adrianaci*” ed è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2013/02/15.
Per tutti i dettagli c'è questo ottimo articolo dell'astronomo Phil Plait.
Aggiornamento (2013/02/15): oppure SÌ
Il micro-articolo qui sopra si riferiva all'asteroide DA14, il cui passaggio a circa 25.000 chilometri dalla Terra era preannunciato da tempo e che secondo alcuni catastrofisti avrebbe colpito il nostro pianeta causando grandi sconquassi. Come previsto, invece, DA14 è passato senza danni.
Tuttavia proprio lo stesso giorno è arrivata a sorpresa una meteora sopra la Russia. Questa meteora non c'entra nulla con DA14 (traiettoria troppo differente e anticipo troppo grande) ma, a seconda delle dimensioni (se superiori a 10 metri), potrebbe essere considerata un asteroide e ha effettivamente “colpito” la Terra... o meglio, si è disintegrata fragorosamente nell'atmosfera, spaccando parecchie finestre con la propria onda d'urto e riuscendo forse a far arrivare al suolo qualche frammento. Non è proprio un impatto da fine del mondo con tanto di mega-cratere, ma è pur sempre un impatto spettacolare (con l'atmosfera, non con la superficie). Per cui ad alcuni questo mio “NO” così categorico sembra un epic fail.
A me no, ma posso vivere anche con un epic fail controverso appiccicato addosso (ne ho di peggiori e di ben più meritati). Per cui vada per l'epic fail, perlomeno perché avrei dovuto titolare “Domani la Terra verrà colpita dall'asteroide DA14?” invece di parlare genericamente di “un” asteroide. Pensavo che il link all'articolo di Plait, dedicato a DA14, chiarisse a cosa mi riferivo, e le probabilità che proprio oggi, nel giorno del passaggio ravvicinato di un asteroide, saltasse fuori un altro asteroide ancora più ravvicinato erano infinitesime. Così ho scommesso e ho perso. Lezione imparata, grazie!
Vista la mia apparente capacità di predire al contrario il futuro, provo a fare un'altra previsione: domani riceverò un milione di euro in regalo? NO.
Sto aspettando.
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2008/12/19
Logo della Xbox in un disegno del 1600
Non è un UFO d'epoca: è una console per videogiochi
Dalle pagine di Gizmodo arriva un bell'esempio di uno degli errori classici dell'ufologia e della fantarcheologia: l'interpretazione delle immagini al di fuori del loro contesto storico.
Secondo gli appassionati di settore, l'arte del passato sarebbe infatti piena di immagini di veicoli alieni, come documentato da Xfacts.com e tanti altri siti: ne vedete un esempio qui accanto: l'oggetto è chiaramente un satellite simile allo Sputnik. Che ci fa in un dipinto antico, l'Esaltazione dell'Eucaristia, che si trova nella Chiesa di San Pietro a Montalcino?
Se vi interessa la spiegazione reale della presenza di "UFO" nei quadri antichi, leggete questa splendida analisi di Diego Cuoghi, che sbufala una lunga serie di presunti UFO antichi dando loro la spiegazione pertinente al contesto: per esempio, il "satellite" qui sopra è in realtà una rappresentazione della sfera celeste, molto comune nell'arte dell'epoca, e le "antenne" sono scettri. Se gli ufologi andassero sul posto a guardare le opere, invece di basarsi su foto sbiadite e sgranate, lo vedrebbero anche loro, così come scoprirebbero che molti "UFO" sono in realtà cappelli cardinalizi.
Anche l'immagine qui sotto fa parte di questo repertorio di presunte prove ufologiche ed è piuttosto nota in questo campo, perché ritrarrebbe un evento avvenuto il 4 novembre 1697 ad Amburgo: "due ruote raggianti" avrebbero attraversato il cielo e un artista dell'epoca avrebbe immortalato l'episodio con precisione fotografica.
A chi salta subito alla conclusione che non possa essere una rappresentazione simbolica o astratta e che debba essere per forza un disegno assolutamente fedele di due UFO che sorvolano gli amburghesi esterrefatti propongo un'altra interpretazione altrettanto fondata ma sicuramente più originale: quelli non sono UFO, sono loghi della console di gioco Xbox 360 di Microsoft. La somiglianza è indiscutibile.
Battute a parte, la spiegazione più probabile, suggerita da Cuoghi in tempo reale per il Disinformatico, è che si tratti di un parelio, un effetto atmosferico che produce una sorta di croce multipla centrata sul sole e che già in altre occasioni è stato ritratto come oscuro presagio.
Se comunque qualcuno ha maggiori informazioni sulle origini precise del disegno seicentesco, le segnali pure nei commenti o via mail al consueto indirizzo topone chiocciola pobox.com.
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