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Il Disinformatico: asteroidi

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2022/10/12

Sì, la sonda DART ha deviato un asteroide; nuove immagini post-impatto anche da LICIACube dell’ASI

Immagine dei detriti scagliati via dalla superficie dell’asteroide Dimorphos, scattata dal telescopio spaziale Hubble l’8 ottobre scorso, 285 ore dopo l’impatto della sonda DART. Credit: NASA/ESA/STScI/Hubble.

Ultimo aggiornamento: 2022/10/12 10:30.

Un comunicato stampa della NASA ha annunciato che l’analisi dei dati ottenuti nelle ultime due settimane dal team investigativo della sonda Double Asteroid Redirection Test (DART) della NASA mostra che l’impatto sperimentale del veicolo spaziale con l’asteroide bersaglio, Dimorphos, avvenuto il 26 settembre scorso, ha alterato con successo l’orbita dell'asteroide stesso. È la prima volta che viene modificato di proposito il moto di un corpo celeste. Questa è anche la prima dimostrazione su larga scala di una tecnologia di deviazione di un asteroide.

Prima dell’impatto di DART, Dimorphos impiegava 11 ore e 55 minuti per orbitare intorno all’asteroide Didymos. L’osservazione telescopica dalla Terra ha consentito di misurare la variazione di questo periodo orbitale, che ora è sceso a 11 ore e 23 minuti (con un margine di incertezza di circa due minuti in più o in meno). In altre parole, il periodo orbitale di Dimorphos è stato variato di circa 32 minuti dalla sonda. Secondo il comunicato NASA, la variazione minima accettabile per considerare la missione un successo era di 73 secondi.

Le osservazioni telescopiche continuano, e ora si tratta di misurare l’efficienza del trasferimento della quantità di moto della collisione, avvenuta a circa 22.530 chilometri l’ora, e di comprendere meglio le proprietà fisiche dell’asteroide colpito. A quanto risulta, l’eiezione di molte tonnellate di roccia asteroidale prodotta dall’impatto ha amplificato notevolmente la spinta della sonda DART contro Dimorphos “un po’ come un getto d’aria che esce da un palloncino manda il palloncino nella direzione opposta”, dice la NASA.

L’analisi proseguirà anche studiando le immagini di Dimorphos ottenute durante le fasi finali di avvicinamento di DART dalla sonda stessa e subito dopo l’impatto grazie al mini-satellite Light Italian CubeSat for Imaging of Asteroids (LICIACube), fornito dall’Agenzia Spaziale Italiana. 

Tra circa quattro anni è previsto anche il progetto Hera dell’Agenzia Spaziale Europea per svolgere indagini dettagliate sia su Dimorphos che su Didymos, con attenzione particolare al cratere lasciato dalla collisione di DART e alla misurazione precisa della massa di Dimorphos.

La NASA sottolinea che “Né Dimorphos né Didymos rappresentano un pericolo per la Terra, prima o dopo la collisione controllata di DART con Dimorphos.” Maggiori informazioni sulla missione DART sono presso www.nasa.gov/dart.

Questo è il testo integrale del comunicato stampa della NASA:

Analysis of data obtained over the past two weeks by NASA’s Double Asteroid Redirection Test (DART) investigation team shows the spacecraft's kinetic impact with its target asteroid, Dimorphos, successfully altered the asteroid’s orbit. This marks humanity’s first time purposely changing the motion of a celestial object and the first full-scale demonstration of asteroid deflection technology.

“All of us have a responsibility to protect our home planet. After all, it’s the only one we have,” said NASA Administrator Bill Nelson. “This mission shows that NASA is trying to be ready for whatever the universe throws at us. NASA has proven we are serious as a defender of the planet. This is a watershed moment for planetary defense and all of humanity, demonstrating commitment from NASA's exceptional team and partners from around the world.”

Prior to DART’s impact, it took Dimorphos 11 hours and 55 minutes to orbit its larger parent asteroid, Didymos. Since DART’s intentional collision with Dimorphos on Sept. 26, astronomers have been using telescopes on Earth to measure how much that time has changed. Now, the investigation team has confirmed the spacecraft’s impact altered Dimorphos’ orbit around Didymos by 32 minutes, shortening the 11 hour and 55-minute orbit to 11 hours and 23 minutes. This measurement has a margin of uncertainty of approximately plus or minus 2 minutes.

Before its encounter, NASA had defined a minimum successful orbit period change of Dimorphos as change of 73 seconds or more. This early data show DART surpassed this minimum benchmark by more than 25 times.  

“This result is one important step toward understanding the full effect of DART’s impact with its target asteroid” said Lori Glaze, director of NASA’s Planetary Science Division at NASA Headquarters in Washington. “As new data come in each day, astronomers will be able to better assess whether, and how, a mission like DART could be used in the future to help protect Earth from a collision with an asteroid if we ever discover one headed our way.”

The investigation team is still acquiring data with ground-based observatories around the world – as well as with radar facilities at NASA Jet Propulsion Laboratory’s Goldstone planetary radar in California and the National Science Foundation’s Green Bank Observatory in West Virginia. They are updating the period measurement with frequent observations to improve its precision.

Focus now is shifting toward measuring the efficiency of momentum transfer from DART’s roughly 14,000-mile (22,530-kilometer) per hour collision with its target. This includes further analysis of the "ejecta” – the many tons of asteroidal rock displaced and launched into space by the impact. The recoil from this blast of debris substantially enhanced DART’s push against Dimorphos – a little like a jet of air streaming out of a balloon sends the balloon in the opposite direction.

To successfully understand the effect of the recoil from the ejecta, more information on of the asteroid’s physical properties, such as the characteristics of its surface, and how strong or weak it is, is needed. These issues are still being investigated.

“DART has given us some fascinating data about both asteroid properties and the effectiveness of a kinetic impactor as a planetary defense technology,” said Nancy Chabot, the DART coordination lead from the Johns Hopkins Applied Physics Laboratory (APL) in Laurel, Maryland. “The DART team is continuing to work on this rich dataset to fully understand this first planetary defense test of asteroid deflection.”

For this analysis, astronomers will continue to study imagery of Dimorphos from DART’s terminal approach and from the Light Italian CubeSat for Imaging of Asteroids (LICIACube), provided by the Italian Space Agency, to approximate the asteroid’s mass and shape. Roughly four years from now, the European Space Agency’s Hera project is also planned to conduct detailed surveys of both Dimorphos and Didymos, with a particular focus on the crater left by DART’s collision and a precise measurement of Dimorphos’ mass.

Johns Hopkins APL built and operated the DART spacecraft and manages the DART mission for NASA's Planetary Defense Coordination Office as a project of the agency's Planetary Missions Program Office. Telescopic facilities contributing to the observations used by the DART team to determine this result include: Goldstone, Green Bank Observatory, Swope Telescope at the Las Campanas Observatory in Chile, the Danish Telescope at the La Silla Observatory in Chile, and the Las Cumbres Observatory global telescope network facilities in Chile and in South Africa.

Neither Dimorphos nor Didymos poses any hazard to Earth before or after DART’s controlled collision with Dimorphos.

For more information about the DART mission, visit: https://www.nasa.gov/dart

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Intanto l’ufficio stampa dell’Agenzia Spaziale Italiana segnala che durante la conferenza stampa della NASA che ha presentato gli aggiornamenti riguardanti a missione DART, il presidente dell’ASI, Giorgio Saccoccia, ha mostrato le ultime immagini elaborate provenienti dal satellite LICIACube, con dei video in timelapse che ritraggono l’impatto a partire da alcuni secondi prima fino a circa 30 dopo.


 

Il satellite italiano ha realizzato in totale 627 immagini; finora ne sono arrivate sulla Terra 326. “Una volta ricevute tutte le immagini, queste saranno oggetto di studi scientifici che ci daranno maggiori informazioni sulla nube creata dall’impatto e in particolare per caratterizzarne la struttura e la sua evoluzione. Altro importante risultato è la raccolta di immagini degli emisferi degli asteroidi non visibili a DART, utili a definire la forma e densità dei corpi celesti.” scrive l’ASI.

L’ASI sottolinea inoltre che LICIACube è un progetto dell’Agenzia, è stato realizzato interamente negli stabilimenti della società Argotec di Torino ed è il primo satellite costruito in Italia ad affrontare un viaggio nello spazio profondo. Anche il team di LICIACube è tutto italiano e comprende ricercatori del Politecnico di Milano, delle Università di Bologna e Parthenope di Napoli e dell'IFAC-CNR di Firenze, coordinati dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF).

2022/10/04

Scontro pianificato sonda-asteroide, 10.000 km di scia di detriti

Il recente esperimento di collisione intenzionale fra la sonda spaziale DART della NASA e l’asteroide Dimorphos, a distanza di assoluta sicurezza dalla Terra a 11 milioni di chilometri dalla Terra (descritto in dettaglio in questo mio articolo) sta fornendo nuove e magnifiche immagini e moltissime informazioni preziose.

Credit: CTIO/NOIRLab/SOAR/NSF/AURA/T. Kareta (Lowell Observatory), M. Knight (US Naval Academy). Le versioni a varie risoluzioni sono qui.

Gli astronomi hanno usato il telescopio SOAR in Cile per fotografare l’enorme coda di polvere e detriti provocata dalla collisione. In questa immagine la scia che parte dal centro della foto verso il bordo destro è lunga oltre 10.000 chilometri ed è composta dal materiale di Dimorphos che è stato sospinto dalla pressione della radiazione solare, in maniera simile a quanto avviene con le code delle comete.

L’immagine è stata acquisita due giorni dopo l’impatto della sonda DART usando lo specchio da 4,1 metri del SOAR (SOuthern Astrophysical Research) presso l’osservatorio di Cerro Tololo. Gli astronomi intendono monitorare l’evoluzione della scia di detriti nei prossimi mesi, per capire la natura della superficie di Dimorphos, determinare quanto materiale è stato espulso dalla collisione e con quale velocità, e la distribuzione delle dimensioni delle particelle nella scia, per determinare se l’impatto ha smosso maggiormente dei grandi frammenti o della polvere fine. L’analisi di queste informazioni permetterà di orientare meglio i piani di protezione della Terra.

Maggiori informazioni sono disponibili nell’annuncio pubblico del NOIRLab che gestisce il telescopio SOAR.

Per prevenire equivoci e allarmi, sottolineo che la scia di polvere è lontanissima dalla Terra, non vi si può avvicinare e non costituisce pericolo per nulla e nessuno.

 

Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle donazioni dei lettori. Se vi è piaciuto, potete incoraggiarmi a scrivere ancora facendo una donazione anche voi, tramite Paypal (paypal.me/disinformatico) o altri metodi.

2022/09/26

DART, LEIA e LUKE: stanotte una sonda spaziale si schianterà contro un asteroide per provare a deviarlo (senza pericolo). AGGIORNAMENTO: Centrato!

2022/09/26 21:13. Tra poche ore, alle 23:14 GMT (1:14 ora italiana), una sonda spaziale della NASA denominata DART (Double Asteroid Redirection Test) si schianterà intenzionalmente contro l’asteroide Dimorphos, che ha un diametro approssimativo di 160 metri e si trova a ben 11 milioni di chilometri dalla Terra. L’impatto violentissimo verrà osservato da due telecamere chiamate LEIA e LUKE che si trovano a bordo del nanosatellite LICIACube dell’Agenzia Spaziale Italiana, costruito da Argotec, che segue DART a distanza di sicurezza (LICIA sta per Light Italian CubeSat for Imaging Asteroids; LUKE sta per LICIACube Unit Key Explorer e LEIA sta per LICIACube Explorer Imaging for Asteroid). 

La missione dimostrativa, la prima in assoluto del suo genere, ha lo scopo di provare la fattibilità di deviare un asteroide usando l’energia cinetica di un veicolo spaziale che la colpisca ad elevatissima velocità (oltre 20.000 km/h). 

L’asteroide Dimorphos non è in rotta di collisione con la Terra e non c’è modo in cui questo esperimento possa dirigere per errore l’asteroide verso il nostro pianeta o verso altri corpi celesti: l’impatto di DART si limiterà a variare leggermente la velocità alla quale l’asteroide orbita intorno a un altro asteroide più grande, a 11 milioni di chilometri da noi (oltre 20 volte più lontano della Luna).

L’esperimento verrà osservato anche da vari telescopi spaziali e terrestri

La tecnica di questo test è relativamente semplice: per alterare la traiettoria di un asteroide, magari uno che fosse diretto verso la Terra, non servono esplosioni hollywoodiane, ma è sufficiente modificare anche di poco la velocità del corpo celeste, a patto di farlo con anticipo sufficiente, e questa modifica si può ottenere con un semplice scontro ad alta velocità fra l’asteroide e un veicolo spaziale. 

L’asteroide prescelto per l’esperimento di stanotte orbita intorno a un altro asteroide ben più grande (circa 780 metri di diametro), che si chiama Didymos. L’impatto della sonda DART (570 kg) tenterà di modificare l’orbita di Dimorphos intorno a Didymos, facendola passare da circa 11 ore e 55 minuti a 11 ore e 45 minuti.

A causa della grande distanza dalla Terra che comporta tempi di trasmissione troppo lunghi (38 secondi per inviare o ricevere un segnale), la sonda non verrà teleguidata ma troverà da sola il proprio bersaglio. La sfida non è banale, perché si tratta di centrare un bersaglio di circa 160 metri di diametro con un proiettile che viaggia a circa sei chilometri al secondo.

DART trasmetterà un’immagine al secondo mentre sfreccia verso l’asteroide e fino ad appena prima dell’istante d’impatto. Lo streaming della sua telecamera DRACO sarà visibile qui sotto.

La collisione verrà ripresa anche dal satellite italiano LICIACube (14 kg), che è stato sganciato l’11 settembre scorso dalla sonda e si trova a una cinquantina di chilometri da DART. Le immagini verranno acquisite dalle telecamere gemelle LEIA e LUKE del satellite, che arriverà al luogo dell’impatto circa tre minuti più tardi, in modo da documentare visivamente i risultati della collisione. Si stima che il cratere d’impatto avrà un diametro di una ventina di metri.

Sarà possibile seguire l’evento in diretta streaming su YouTube o nell’embed corrispondente qui sotto e anche su ESA Web TV e sul sito dell’Agenzia Spaziale Italiana.

Se tutto va bene:

  • un’ora prima dell’impatto (22.000 km di distanza) dovremmo finalmente vedere Dimorphos come un puntino separato da Didymos; 
  • quattro minuti prima dell’impatto, a 1500 km di distanza, avverranno le ultime manovre di correzione di traiettoria e i due asteroidi saranno inquadrati con una risoluzione di circa 100 pixel per Didymos e 20 pixel per Dimorphos;
  • venti secondi prima dello schianto si potranno scorgere le singole rocce di Dimorphos;
  • e negli ultimi istanti prima dell’impatto dovrebbero essere visibili dettagli della superficie grandi una decina di centimetri.

Ci sono circa otto secondi di ritardo fra quando arrivano le immagini e quando vengono pubblicate dopo essere state elaborate, per cui non sorprendetevi se vedete immagini di Dimorphos anche dopo l’annuncio della perdita di segnale.

Le immagini di LICIACube, invece, arriveranno nei giorni successivi, perché il nanosatellite può trasmettere dati soltanto a velocità molto bassa.

La sonda DART è stata lanciata il 24 novembre 2021 dalla base di lancio di Vandenberg, in California, a bordo di un vettore Falcon 9 di SpaceX. Fra quattro anni, la missione Hera dell’Agenzia Spaziale Europea visiterà Didymos e Dimorphos per osservare gli effetti a lungo termine dell’esperimento di stanotte.

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2022/09/27 1:20. Impatto confermato! Le immagini che sono arrivate dalla sonda in tempo reale sono assolutamente incredibili. Ora aspettiamo le immagini e i dati di LICIACube per vedere gli effetti dell’impatto e poi i dati dai telescopi sulla Terra e nello spazio che misureranno la variazione dell’orbita di Dimorphos causata dalla collisione.

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2022/09/27 10:25. Queste sono le prime immagini dell’impatto, osservato dalla Terra grazie a uno dei telescopi del sistema di monitoraggio asteroidi ATLAS.

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2022/09/27 13:25. Altre immagini dell’impatto, visto dalla Terra con un telescopio del South African Astronomical Observatory.

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2022/09/27 19:35. Sono state rilasciate le prime delle oltre 600 immagini riprese dal satellite dell’ASI LICIACube.






 

Fonti aggiuntive: ESA, Gizmodo, Planetary.org, BBC, NASA, Space.com. Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle donazioni dei lettori. Se vi è piaciuto, potete incoraggiarmi a scrivere ancora facendo una donazione anche voi, tramite Paypal (paypal.me/disinformatico) o altri metodi.

2021/06/21

Un “pianetino” (o cometa gigante) sta per attraversare il Sistema Solare. No, Nibiru non c’entra

Ultimo aggiornamento: 2021/06/24 16:40.

Un corpo celeste di almeno 100 km di diametro attraverserà il Sistema Solare nei prossimi anni, passando fra l’orbita di Saturno e quella di Urano nel suo momento di massimo avvicinamento al Sole (perielio) intorno al 28 gennaio 2031. Non c’è alcun pericolo di collisione o di altri effetti, a parte uno spiccato interesse da parte degli astronomi per un oggetto transnettuniano, ossia proveniente da ben oltre l’orbita di Nettuno e quindi prezioso testimone che conserva tracce delle condizioni primitive del Sistema Solare.

L’oggetto, denominato 2014 UN271,* attraverserà il piano dell’eclittica grosso modo l’8 agosto 2033, con un’inclinazione di 95,5°. Ha un periodo orbitale di 398.692 anni. Al perielio starà viaggiando a 12,7 km/s: troppo veloce per qualunque sonda spaziale che vi possa atterrare, ma forse un passaggio ravvicinato (fly-by) sarebbe possibile.

* 2021/06/24 16:40. L’oggetto è stato definito formalmente “cometa” e gli è stato dato il nome Berardinelli-Bernstein.

La scoperta, effettuata usando i dati raccolti dall’osservatorio di Cerro Tololo, nelle Ande, con lo strumento DECam accoppiato al telescopio Blanco da 4 metri, è stata annunciata dall’astrofisico Pedro Bernardinelli, che lavora al progetto Dark Energy Survey, e da G. Bernstein.

La natura di questo corpo celeste è ancora da chiarire, da quel che ho capito: potrebbe trattarsi di una cometa gigante o di un pianeta molto piccolo, anche se si propende per un corpo cometario. C’è ancora parecchia incertezza sulle sue dimensioni, che potrebbero essere fra 130 e 370 km e sono stimate soltanto sulla base della sua luminosità. La sua distanza massima dal Sole è stimata in un quinto di un anno luce. In questo momento si trova a circa 3 miliardi di chilometri di distanza dal Sole (più o meno la distanza di Nettuno).

I dati del JPL Small-Body Database riguardanti 2014 UN271 sono qui (basta immettere il nome nella casella di ricerca) insieme a un grafico interattivo tridimensionale della traiettoria. I dati del Minor Planet Center della NASA sono invece qui

Come si nota dal nome, l’oggetto è stato annunciato solo ora ma è presente in osservazioni risalenti al 2014, analizzate impiegando oltre 15 milioni di ore-CPU. Questa analisi ha rilevato oltre 800 oggetti transnettuniani.

Ma se, solo per ipotesi, fosse in rotta di collisione?

Visto che i calcoli escludono con grandissimo margine qualunque possibilità di collisione con la Terra o con altri pianeti, possiamo esplorare, per pura curiosità, che cosa succederebbe se un oggetto di 100 km di diametro colpisse la Terra a 12,7 km/s. Visto che cominciamo a scoprire che gli oggetti di questo genere sono numerosi e arrivano con poco preavviso (una decina d’anni, in questo caso, insufficienti per qualunque tentativo di deviazione con gli attuali mezzi spaziali), forse vale la pena di ragionarci su anche abbastanza seriamente.

Possiamo ipotizzare gli effetti dell’impatto usando il sito di simulazione dell’Imperial College di Londra: se cadesse sulla terraferma a 90°, produrrebbe un cratere transitorio di 263 km di diametro, profondo 93 km, che poi si assesterebbe a un diametro di 546 km e una profondità di 2 km. Ci sarebbe un sisma di magnitudo 11,3 della scala Richter (più forte di qualunque terremoto mai registrato). Verrebbero fusi o vaporizzati 376.000 chilometri cubi di roccia, producendo un “inverno nucleare” per oscuramento del Sole, che bloccherebbe la crescita di tutte le piante e causerebbe un crollo delle temperature planetarie.

Anche stando a 5000 km di distanza dal punto d’impatto, quattro ore e spiccioli dopo l’impatto si verrebbe investiti da un’onda d’urto atmosferica a 700 km/h, con un’intensità sonora di 101 decibel. Persino a quella distanza, crollerebbero gli edifici e si sfonderebbero i vetri, generando una nuvola di proiettili taglienti. Fino al 90% degli alberi verrebbe abbattuto. Ci sarebbe giusto il tempo di assistere all’impatto in TV e dire per bene addio ai propri cari.

In sintesi: sarebbe un evento difficilmente sopravvivibile, e i sopravvissuti probabilmente non sarebbero entusiasti del mondo nel quale si ritroverebbero. Forse è il caso di pensare alla prevenzione. Ma questa è un’altra storia.

Fonti aggiuntive: Emily Lakdawalla, Phil Plait.

 

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2020/03/06

Tweet di Tgcom24: “Un asteroide grande come l'Everest sfiorerà la Terra il 29 aprile”. È falso

TGCom24 ha pubblicato ieri un tweet che dice testualmente “Un asteroide grande come l'Everest sfiorerà la Terra il 29 aprile”. Il tweet è accompagnato da un’illustrazione che mostra un asteroide incandescente puntato dritto verso il centro dell’Africa.

È falso: persino l’articolo linkato dal tweet dice chiaramente che “l'asteroide 52768 passerà a circa 6 milioni di chilometri dalla Terra”, ossia se ne starà tranquillamente a sedici volte la distanza fra la Terra e la Luna. La sua traiettoria è ben conosciuta e non può cambiare di colpo.

Scrivere che “sfiorerà” causa comprensibilmente panico in chi legge il tweet e guarda l’immagine, ed è un classico caso di titolo acchiappaclic irresponsabile. Certo, su scala cosmica un passaggio di un asteroide a 6 milioni di chilometri è relativamente vicino, ma per gli astronomi. Non per il pubblico generico che si informa tramite fonti come TGCom24.

La falsa notizia dell’asteroide che “sfiora” la Terra è un classico che ritorna periodicamente. Stavolta, però, c‘è una differenza: nel titolo dell’articolo linkato dal tweet, infatti, la parola sfiorerà è messa tra virgolette. Questo fa capire che è uno “sfioramento” per modo di dire, non letterale.



Ma nel tweet le virgolette non ci sono. Mi viene il dubbio che ci sia un sistema automatico che genera i tweet di TGCom24 e che questo sistema rimuova le virgolette per motivi tecnici interni.

Il passaggio di un asteroide nelle vicinanze della Terra è sempre un evento interessante dal punto di vista astronomico. Il modo giusto per parlarne al pubblico, però, non è certo questo. Bisogna specificare che si tratta di un passaggio innocuo e usare una grafica nella quale la Terra non venga centrata. Bisognerebbe magari anche linkare il Center for Near Earth Object Studies, il riferimento serio della NASA per tutte le traiettorie di asteroidi.

Guardate come fa comunicazione su Twitter AsteroidWatch, l’account ufficiale del CNEOS:



Notate il “safely”. Notate anche la smentita dell’articolo del Daily Express che insinua, falsamente, che ci sia un “avvertimento”.

Basterebbe poco, insomma. Ma se si facesse così, addio titolo acchiappaclic.

2019/10/04

Asteroide che “sfiorerà” la Terra, la fiera delle fesserie dei giornalisti

Ne parlavo proprio pochi giorni fa al festival UniverCity di Genova: i giornalisti generalisti sembrano fisicamente incapaci di scrivere articoli sugli asteroidi senza scrivere imbecillità che creano disinformazione e spavento inutilmente.

Prendete per esempio Agi.it, che ieri ha titolato “Questa notte un asteroide si avvicinerà pericolosamente alla Terra” (copia su Archive.org). Ma in realtà la sua distanza minima dalla Terra sarà stata simile a quella della Luna: quasi 400 mila chilometri.

Nell’articolo di Agi, però, c’è scritto che si tratta di “circa 384 chilometri”. Cosa volete che siano tre zeri. Per insegnarlo a chiunque scriva queste bestialità per Agi.it, suggerirei di obbligarlo ad andare a piedi per due chilometri. Ah, no, scusate: facciamo duemila. Così magari la differenza resta impressa.

Il titolo, fra l’altro, è una bugia: standosene a centinaia di migliaia di chilometri, lontano quanto la Luna, non c’è nulla di pericoloso nel passaggio di questo asteroide. Meno male che le fake news sarebbero colpa di Internet.

Vale la pena di notare anche quell’indicazione di velocità in miglia (“a più di 19 mila miglia all'ora”), che manda al lettore un messaggio molto chiaro: “non sono capace di convertire le miglia in chilometri, ho copiato da una fonte anglofona, e se anche fossi capace di fare la conversione non me ne frega nulla di spendere tre secondi di Google per farla.” O se vogliamo dirla tutta: “non me ne frega niente di te, lettore. Tanto ormai hai cliccato e io ho incassato”.

Ma Agi.it non è la sola. Prendete per esempio Skytg24, che ha tweetato “Questa notte un asteroide sfiorerà la Terra”:




Asineria totale, perché se passare alla distanza della Luna è sfiorare, allora in questo momento George Clooney, da quel di Como, mi sta sfiorando le guance e non so come fare a dirgli di smettere.

Ma se chi scrive queste “notizie” dovesse riportare i fatti, addio clic: non ci sarebbe la possibilità di creare panico e angoscia e quindi ottenere attenzioni che generano incassi pubblicitari. Certo, si potrebbe scrivere un bell’articolo sugli asteroidi che passano senza pericolo nelle relative vicinanze della Terra, ma non sarebbe altrettanto letto.

Vorrei ricordare, a chi ancora vuole praticare giornalismo rispettando la deontologia e la dignità, che esiste sempre un’alternativa efficiente ed economica allo scrivere cazzate sensazionaliste: non scrivere.


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2017/05/05

Serve per caso un’allerta asteroide?

Capita spesso che i giornali generalisti lancino allarmi acchiappaclic a proposito di asteroidi che starebbero per “sfiorare” la Terra. Ma se volete un punto di riferimento serio per questo tema, lasciate perdere i generalisti: c'è un servizio apposito realizzato dagli esperti dell’Unione Astronomica Internazionale.

Il servizio si chiama Minor Planet Center (www.minorplanetcenter.net) e offre notizie verificate appunto dagli astronomi di tutto il mondo a proposito degli asteroidi che vengono scoperti nelle vicinanze (si fa per dire) della Terra.

Grazie al Minor Planet Center è possibile ricevere informazioni puntuali sia via mail (iscrivendosi qui) sia via Twitter (@MinorPlanetCtr), ma occorre interpretare il codice usato da questi avvisi. C’è in particolare la parola harmlessly, che ricorda che si tratta di passaggi innocui, e c’è la sigla LD, che sta per Lunar Distance (distanza lunare, o meglio distanza Terra-Luna, pari a 384.402 km) ed è l’unità di misura usata per indicare la distanza degli asteroidi dalla Terra.

In altre parole, un asteroide che passa a 1 LD dalla Terra passa a una distanza pari a quella della Luna e c'è da preoccuparsi lievemente soltanto quando l’avviso parla di 0,1 LD o meno, perché vuoi dire che l'asteroide passa nelle vicinanze delle orbite dei satelliti geostazionari per telecomunicazioni, che stanno a circa 36.000 km. Le probabilità che uno di questi asteroidi si scontri con un satellite sono comunque infinitesimali (lo spazio è grande) anche a questa distanza.

Se vi serve un’altra risorsa di pronta allerta, c’è l’International Asteroid Warning Network, la cui sigla, nonostante il tema potenzialmente catastrofico, è ironicamente IAWN, che in inglese si pronuncia come yawn (sbadiglio).

2016/02/13

Asteroide scoperto ieri è passato stamattina a 85.000 km dalla Terra

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Il Minor Planet Center, centro di avvistamento di asteroidi, ha segnalato stanotte che l’asteroide 2016 CM194 sarebbe passato a 0.22 distanze lunari dalla Terra (0.20 DL dalla superficie terrestre), ossia a circa 85.000 km, stamattina alle 7.53 UT (8:53 ora dell’Europa centrale). Le dimensioni stimate sono fra 5 e 19 metri e la velocità è di 6,3 km/s.

I dettagli pubblicati dall’MPC indicano alcuni aspetti interessanti:

– per chi teme una congiura del silenzio, basta guardare quanti osservatori sono stati coinvolti nel tracciamento dell’oggetto;

– per chi teme che non siamo sufficientemente attrezzati per avvistare in tempo eventuali asteroidi in rotta di collisione, va notato che questo asteroide è stato avvistato per la prima volta ieri e quindi non ci sarebbe stato preavviso sufficiente per fare qualunque intervento di deviazione o di preparazione nella zona d’impatto;

– immettendo i parametri noti nel simulatore d’impatti dell’Imperial College e ipotizzando il caso peggiore (asteroide ferroso, quindi massiccio e compatto, e angolo d’impatto di 90°) si ottiene un cratere di circa 500 metri piuttosto devastante; ipotizzando il caso più probabile (asteroide poroso e angolo d’impatto di 45°) si ottiene una frammentazione dell’asteroide nell’atmosfera, senza formazione di cratere ma con pioggia di frammenti e un’onda di pressione quasi trascurabile.

Buona giornata.

2016/02/04

Il 6 febbraio l’asteroide 2016 CG18 passerà a 151.000 km dalla Terra. Niente panico

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Tranquilli: la traiettoria di 2016 CG18, un asteroide di circa 10 metri di diametro, è nota e prevedibile e lo porterà a circa 151.400 chilometri di distanza minima dalla Terra il prossimo 6 febbraio. Lo scrivo giusto nella speranza, probabilmente vana, di evitare che qualcuno speculi sulla cosa con il solito titolone da panico. Per chi volesse i dettagli tecnici, sono qui sul sito del JPL e qui sul sito dell'Unione Astronomica Internazionale.

Per chi fosse comunque convinto che c'è una grande congiura collettiva per nascondere la vera rotta di collisione di questo sassolone spaziale, ho a disposizione a soli 99 euro dei caschi protettivi anti-asteroide: garantisco che se ne comprate uno e lo indossate correttamente, questo asteroide non vi colpirà.

2015/12/23

Antibufala: l’asteroide di Natale minaccia la Terra!

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Credit: NASA/JPL-Caltech/GSSR
Provo a fare un’antibufala preventiva, visto che mi aspetto che come al solito si scateni il putiferio dei siti acchiappaclic intorno alla segnalazione, da parte della NASA, del passaggio di un asteroide di oltre un chilometro nelle “vicinanze” della Terra alla vigilia di Natale.

L’asteroide, denominato 2003 SD220, passerà a 11 milioni di chilometri dalla Terra, ossia più di venti volte la distanza fra la Terra e la Luna, e segue una rotta ben nota e prevedibile, tanto che si sa già che passerà a 2,8 milioni di chilometri dalla Terra nel 2018 e si sa anche dove sarà nel 2070, quando si avvicinerà (relativamente parlando) di nuovo a 2,7 milioni di chilometri.

Questo asteroide è quindi interessante dal punto di vista scientifico ma non comporta alcun pericolo, se non quello di qualche notte insonne da parte degli astronomi e radioastronomi che lo stanno osservando.

Maggiori dettagli sono sul sito del Jet Propulsion Laboratory della NASA e in questo articolo dell’astronomo Phil Plait.

2015/11/13

L’asteroide WT1190F era un veicolo spaziale? Probabilmente sì, comunque niente panico

Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle gentili donazioni dei lettori. Se vi piace, potete incoraggiarmi a scrivere ancora (anche con un microabbonamento). Ultimo aggiornamento: 2016/01/13 23:00.

Credit: Osservatorio Astronomico di Bologna.
Da alcune settimane si parla in Rete dell’asteroide WT1190F, del suo nome un po’ comico (che richiama il popolare acronimo WTF) e soprattutto del fatto che gli esperti dicono che non è un sasso cosmico ma è un oggetto artificiale. Stando ai calcoli, dovrebbe aver colpito l’atmosfera terrestre poco fa, intorno alle 6:20 UTC (le 7:20 in Europa centrale), disintegrandosi senza pericolo significativo a sud dello Sri Lanka.

La traiettoria dell’oggetto è stata ricostruita con precisione e sappiamo che orbitava intorno alla Terra lungo un’orbita che lo portava oltre la Luna. Dalla sua luminosità, che varia periodicamente, sappiamo anche che è piccolo (qualche metro di diametro) e ruota su se stesso ogni due ore e mezza circa. Cosa più interessante, sappiamo si tratta di un oggetto artificiale perché ha una densità media molto bassa, come se si trattasse di un oggetto cavo, e il suo colore è molto chiaro, tipico dei relitti spaziali (gli asteroidi naturali sono normalmente molto scuri).

Questi dati hanno fatto pensare che si tratti di un detrito spaziale di qualche missione lunare, e ad alcuni ricercatori è venuto in mente un “detrito” molto particolare: la cabina del Modulo Lunare della missione Apollo 10, che a maggio del 1969 fece una prova generale dell’allunaggio. Dopo l’uso, la cabina (più precisamente, lo stadio di risalita o ascent stage) del Modulo Lunare fu abbandonata nello spazio e se ne persero le tracce. L’ipotesi è intrigante, ma non è affatto certa come titolano alcuni giornali: ci sono molti altri possibili relitti spaziali candidati.

Per quanto riguarda l’origine del suo nome, l’Agenzia Spaziale Europea spiega bene, tramite un articolo dello scopritore dell’oggetto, Eric Christensen, che non c’era alcun intento comico di rispecchiare nella sigla le perplessità degli scienziati sulla natura dell’oggetto: semplicemente, la W è la lettera progressiva che indica l’anno di scoperta (il 2015), la T indica la metà del mese di scoperta (le prime due settimane o le seconde due del mese di calendario), la cifra 1 identifica l’osservatorio che ha individuato l’oggetto, e i quattro caratteri successivi sono un contatore progressivo esadecimale. Il risultato è che quest’asteroide non è stato il solo ad avere un identificativo che richiama il classico WTF.

Aspettiamo qualche ora e vediamo se ci sono state osservazioni. Qui c'è un mini-blog (in tedesco) che segue uno dei voli osservativi appositi, citati anche da Nature.


2015/11/14


Un avvistamento dal Regno Unito, pubblicato da Peter Birtwhistle e realizzato 44 minuti prima dell’impatto, mostra molto bene la variazione periodica di luminosità che indica una rapida rotazione dell’oggetto.


Qualche immagine del rientro è pubblicata in questo video.


2016/01/14


Secondo una ricerca pubblicata su Nature, WT1190F sarebbe quel che resta della sonda lunare statunitense Lunar Prospector, lanciata nel 1998.


Fonti aggiuntive: ASISlate.

2015/10/20

Asteroide mancherà la Terra di circa 500˙000 km il 31/10; scoperto solo 10 giorni fa

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Simulazione in Celestia (Astroblogger).
Un asteroide di dimensioni importanti (300-600 metri circa) passerà a circa 478.000 chilometri dalla Terra nei prossimi giorni. Non c'è alcun pericolo, ma il fatto che sia arrivato a sorpresa, senza essere avvistato prima dai sistemi di monitoraggio, desta comprensibilmente un po’ di angoscia.

L’oggetto, denominato 2015 TB145, è stato infatti scoperto soltanto la settimana scorsa, il 10 ottobre, dall'osservatorio Pan-STARRS alle Hawaii. Arriverà il 31 ottobre, passando a circa 35 chilometri al secondo (126.000 km/h): una velocità molto elevata rispetto alla norma. A titolo di confronto, l’asteroide disintegratosi sopra la Russia, nella zona di Celyabinsk, a febbraio 2013 aveva un diametro di circa 17 metri e viaggiava a 19 km/s (68.400 km/h). Il momento di massima prossimità alla Terra di questo nuovo asteroide sarà alle 17:18 UT del 31 ottobre. Gli astronomi sperano di ottenere immagini con un dettaglio di circa 2 metri per pixel con i loro radiotelescopi.

Le info della NASA sono qui; quelle del Jet Propulsion Laboratory sono qui; quelle del Minor Planet Center sono qui. I file per Celestia sono su Astroblogger, dal quale ho tratto anche questo schema della traiettoria con l'orbita della Luna.


Se questo asteroide fosse stato in rotta di collisione, con un preavviso così modesto non avremmo avuto nessun modo di deviarlo o distruggerlo. Secondo la simulazione di Impact: Earth! un suo impatto a 126.000 km/h, ipotizzando che si tratti (come si suppone) di un oggetto di tipo cometario e un angolo d'impatto di 45 gradi sulla terraferma, creerebbe un cratere di circa 6 km di diametro, profondo 500 metri, accompagnato da una palla di fuoco larga quattro chilometri e mezzo. Un bel pensiero col quale iniziare la giornata.

2015/10/10

ADNKronos senza vergogna: falso allarme per asteroide in avvicinamento

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ADNKronos titola La Nasa avverte: "Un grande asteroide si sta avvicinando alla Terra". Titolo da panico, ma è una balla spudorata di cui un'agenzia giornalistica seria dovrebbe vergognarsi profondamente.

Primo, l'asteroide in questione, nel momento di massima “vicinanza” alla Terra, sarà sessantacinque volte più lontano della Luna e quasi a metà strada fra la Terra e Marte. Se ne starà a 25 milioni di chilometri. Dire che “si sta avvicinando alla Terra” senza precisare queste distanze enormi è supremamente irresponsabile. È come dire che una nave da crociera sta per schiantarsi contro il Colosseo perché è entrata nel Mediterraneo.

Secondo, la NASA non “avverte” di un fico secco. Avvertire implica pericolo, ma qui di pericolo non ce n'è manco l'ombra. La NASA informa e basta, perché il passaggio dell'asteroide è interessante in termini scientifici, ma niente di più. L'unico pericolo è quello che corre il giornalismo serio, coperto dalla melma di bufale allarmiste come questa.

Terzo, ADNKronos non solo crea allarmismo in chi si fida delle parole di un'agenzia di stampa: manca anche al proprio dovere d'informare. Nella notizia non c'è il nome dell'asteroide, non c'è la sua distanza minima, non c'è un riferimento preciso alle fonti. Ci sono soltanto i dati che servono ad amplificare la paura: “La massa sta attualmente precipitando nello spazio alla velocità di 40.000 miglia all'ora”. No: non sta “precipitando” (verbo molto ingannevole): sta seguendo la propria traiettoria, che la tiene ad almeno 25 milioni di chilometri da noi. E fra l'altro ADNKronos non fa neanche lo sforzo di offrirci la conversione in chilometri l'ora.

Visto che a quanto pare ADNKronos preferisce fare panico invece d'informare, pubblico qui i fatti che avrebbero dovuto far parte di un lancio d'agenzia responsabile: durante questo fine settimana l'asteroide 86666 (2000 FL10) transiterà senza pericolo a circa 25 milioni di chilometri dalla Terra: una distanza pari a 65 volte la distanza fra la Terra e la Luna. L'asteroide è conosciuto da anni (fu scoperto il 30 marzo 2000) e la sua traiettoria è ben nota e non solo non presenta alcun rischio di collisione imminente con la Terra, ma almeno fino al 2200 (data oltre la quale la NASA per ora non ha ritenuto necessario fare calcoli) se ne starà ad almeno una ventina di milioni di chilometri dal nostro pianeta.

In altre parole, una non-notizia. Ma c'è chi preferisce mettere paura per accalappiare qualche clic in più.

E finché sono i complottisti, i fufologi e i catastrofisti a mettere in giro false paure, pazienza: un utente di buon senso capisce che si tratta di una cretinata scritta da un cretino. Ma qui abbiamo un'agenzia di stampa, una di quelle fonti che vengono considerate affidabili e autorevoli, una di quelle che pretende di essere giornalismo serio, che scrive fandonie, fa disinformazione e si salva dall'accusa di falso soltanto perché ci mette la foglia di fico scrivendo (dopo aver creato il panico) “ma non rappresenta una minaccia”.

Che pena.

Se volete esprimere educatamente ad ADNKronos la vostra opinione su questo modo di fare giornalismo e magari chiedere  una rettifica, i contatti dell'agenzia sono qui.


Nota: dati falsi sul Mirror


Il Daily Mirror scrive addirittura che l'asteroide passerà a una distanza inferiore a quella della Luna: (“And as it hurtles close to earth at 40,000 miles per hour - it is expected to pass the moon's orbit of the earth this weekend.”). È una balla totale ed è un ottimo promemoria, per i colleghi giornalisti che vivono di copiaincolla, che il Mirror non è una rivista di astronomia. Grazie a @mrdaltri per la segnalazione.

2015/09/17

Antibufala: università inglese annuncia che la Terra verrà distrutta da una meteora tra pochi giorni. MORIREMO TUTTI

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“«La Terra verrà colpita da un meteorite tra il 22 e il 28 settembre», la tesi choc di una università inglese.” Lo scrive oggi Emiliana Costa su Messaggero.it [donotlink; archive.is]. Non nella sezione Cazzate sentite al bar, ma nella sezione Tecnologia e Scienza. La stessa notizia esce anche su Ilmattino.it [donotlink; archive.is], sempre a firma di Emiliana Costa. E anche su Leggo.it [donotlink; archive.is]. Firmata da chi? Emiliana Costa. Ma pubblicata sotto la responsabilità delle singole redazioni.

Dice l'articolo: “"La Terra potrebbe essere spazzata via da un meteorite tra meno di una settimana". La tesi choc proviene da un gruppo di scienziati coordinati dal professor Robert Walsh, direttore esecutivo della ricerca alla University of Central Lancashire, nel Regno Unito”. Ma è una balla. La tesi non proviene affatto dal professor Walsh o dall'università: proviene dal tabloid inglese Mirror, che si è inventato la notizia di sana pianta, in una classica mossa attiraclic.

Il Mirror ha preso le dichiarazioni originali assolutamente rassicuranti del professor Walsh (che iniziano con un inequivocabile “Gli accademici dell'Università concordano con la NASA: non c'è alcun motivo di preoccuparsi”) e le ha completamente stravolte, titolando “Esperto dice che una meteora potrebbe spazzar via la Terra la settimana prossima nonostante la NASA dica che siamo al sicuro” [donotlink; archive.is], come mostrato qui accanto.

Indovinate da dove dice di aver preso la notizia Emiliana Costa? Ma dal Mirror, naturalmente. L'ammissione è nel secondo paragrafo del suo articolo.

I fatti sono questi: primo, il professor Walsh non ha mai detto che la Terra potrebbe essere spazzata via da un meteorite tra meno di una settimana. La “tesi choc” non proviene da un'università inglese. Questa stronzata (scusatemi, ma non c'è altro modo per qualificarla) gliel'hanno messa in bocca i giornalisti.

Secondo, l'idea che ci sarà un impatto catastrofico imminente è stata partorita esclusivamente da alcuni complottisti. C'è persino scritto chiaramente, e con chiaro tono di scetticismo, nell'articolo del Mirror usato come fonte autorevole (non ridete) da Emiliana Costa:

Conspiracy theorists still haven't pin pointed when earth's final day will come - insisting it could be anywhere from the 22 to the 28 September - but if we're to believe them - then we should start bidding bye-bye to our loved ones soon.

In italiano:

I complottisti non hanno ancora definito con esattezza quando arriverà l'ultimo giorno della Terra e insistono che potrebbe essere una qualunque data fra il 22 e il 28 settembre, ma se vogliamo credere a loro allora dovremmo cominciare presto a dire ciao ciao ai nostri cari.

Più chiaro di così non si può, eppure la Costa risponde così quando le segnalo che ha pubblicato una bufala: “Se legge il pezzo troverà le fonti. Compresa quella della NASA e del giornale da cui è stata ripresa la notizia Buona lettura”.

Solo che la NASA non c'entra nulla; ha anzi smentito seccamente. E persino il Mirror ha chiarito che l'annuncio di catastrofe non arriva dal professor Walsh, ma da un gruppo di complottisti.

Ma come si dice spesso nel giornalismo, mai lasciare che i fatti ostacolino una notizia ghiotta. Il Mattino e il Messaggero sembrano aver capito molto bene questa lezione. Se poi qualcuno si fa venire le crisi di panico di fronte alla dichiarazione, scritta su testate giornalistiche, che una università inglese ha annunciato una catastrofe meteorica per la fine di questo mese, chi se ne frega. L'importante è attirare clic. E se qualcuno ti fa notare che hai pubblicato una notizia da procurato allarme, chi se ne frega lo stesso. Tanto l'Ordine dei Giornalisti dorme sonni beati. Poi la gente mi dice che sono eccessivo quando parlo di “puttane del clic” riferendomi ai giornalisti (uomini e donne) e alle redazioni che tradiscono la deontologia in nome di qualche spot pubblicitario in più.

Poi, cari colleghi, non lamentatevi se nessuno compra più giornali. A furia di pubblicare balle, la gente magari s'è stufata di pagare soldi buoni in cambio di notizie marce.


Ma il povero professor Walsh che c'entra?


Magari vi state chiedendo come ha fatto il professor Walsh a finire coinvolto in questa bufala. Semplice: ha pubblicato sul sito dell'Università del Lancashire una pagina in cui sbufala le previsioni di catastrofe mentre la sua collega, Sarita Robinson, spiega gli aspetti psicologici dell'attrazione diffusa per l'idea della fine del mondo. Tutto qui. Ai giornalisti in cerca di clic facili questo basta e avanza.

Fra l'altro, le considerazioni psicologiche della Robinson sono interessanti, ma sono state ignorate in favore dell'annuncio di catastrofe. Cito in sintesi qualche brano:

La gente tende a pensare che le credenze apocalittiche siano legate alla religione e che la credenza in una fine del mondo sia un elemento chiave di una teoria spirituale. Ma risulta di no: ci sono molte persone non religiose che credono all'imminenza della fine del mondo a causa della minaccia nucleare o di altre tecnologie umane come la manipolazione genetica.

È interessante chiedersi perché le persone sono attratte da queste credenze. Una possibilità è che in un mondo imprevedibile offrono un senso di controllo. La gente può essere preoccupata per il futuro e per cosa pianificare, ma senza informazioni su cui basarsi è difficile fare piani. Se un leader carismatico ti dice che il mondo finirà in una data precisa, puoi preparare i tuoi piani di conseguenza. La data toglie l'incertezza dalla tua vita. Non solo: hai persone che la pensano come te con le quali puoi lavorare per questo obiettivo comune. Per alcuni (specialmente i religiosi) la fine del mondo può portare a un mondo migliore.

Il problema nasce quando il mondo non finisce. Può essere molto difficile per le persone quando scoprono improvvisamente che il mondo non è finito. Devono trovare una maniera di spiegarlo, come per esempio un errore nei propri calcoli.

Credere che la fine del mondo sia vicina non è una brutta cosa, se non interferisce con la tua vita quotidiana. Se non vendi la casa e spendi i soldi per farti una bella vacanza, o se non dai i tuoi soldi al leader di qualche setta, prepararsi per la fine del mondo potrebbe non essere una cattiva idea. Noi non prendiamo in considerazione molti rischi nella vita di tutti i giorni: per esempio non consideriamo le conseguenze di una pandemia d'influenza e la maggior parte della gente non vuole pensare alla morte perché la mette psicologicamente a disagio. La maggior parte di noi non si prepara per i disastri e non fa neanche i preparativi sensati, come tenere in auto una coperta e un thermos di caffé se ci troviamo bloccati per strada dalla neve in inverno.


2015/01/10: La fine del mondo è stata annullata


Siamo al primo ottobre e l'asteroide non s'è visto; siamo ancora qui. Due parole di rettifica, da parte dei giornalisti e dei giornali che hanno seminato allarme per nulla, sarebbero gradite. Attendo fiducioso? Neanche un po'.

2015/08/29

Antibufala: l’asteroide 2015 PU228 colpirà la Terra nel 2081!

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Una lettrice, alim*, mi ha segnalato la presenza sul sito della NASA di un asteroide, denominato 2015 PU228, che ha un rischio d'impatto di livello 1 nell'anno 2081.

Considerato che si tratta di un oggetto con un diametro di circa 300 metri, che in condizioni medie produrrebbe un cratere di circa sei chilometri di diametro, è comprensibile che la cosa crei una certa inquietudine sulla catastrofe che sembrerebbe incombere sui nostri figli o nipoti. Ma prima di farsi prendere dal panico e invocare l'intervento di Bruce Willis in stile Armageddon è meglio conoscere bene il significato dei dati pubblicati dalla NASA, non solo per questo asteroide ma anche più in generale per tutti gli allarmi asteroidali che periodicamente vengono diffusi da giornalisti e internauti sconsiderati.

Prima di tutto, il livello 1 della Scala Torino nelle informazioni della NASA sull'asteroide 2015 PU228 non è il più alto, come verrebbe facile pensare, ma è il penultimo (Wikipedia; NASA) ed è definito come “scoperta abituale, nella quale è previsto un passaggio nelle vicinanze della Terra che non crea alcun livello insolito di pericolo. I calcoli attuali indicano che la probabilità di collisione è estremamente bassa e non vi è motivo di preoccupazione o attenzione del pubblico. Nuove osservazioni telescopiche molto probabilmente condurranno a una riassegnazione al livello 0.”

Per il valore -1.95 della Scala Palermo, indicato attualmente dalla NASA per questo asteroide, va notato che in questa scala “valori fra -2 e 0 indicano situazioni che meritano un monitoraggio attento” (Wikipedia; NASA), ma serve un valore positivo per passare da “monitoraggio” a “preoccupazione”.

Nel caso specifico dell'asteroide 2015 PU228, inoltre, le previsioni si basano al momento su 115 osservazioni che coprono circa 34 giorni: un campione decisamente modesto, che crea forte incertezza sui calcoli a lungo termine. In pratica, c'è almeno una soluzione di questi calcoli che includono un impatto con la Terra, ma ce ne sono moltissime altre che non lo includono: lo sapremo con minore incertezza man mano che aumentano le osservazioni che permettono di definire con maggiore precisione la traiettoria dell'asteroide (che comunque può essere leggermente alterata da vari fenomeni, come la pressione della luce solare). È un processo spiegato bene da questa pagina di FAQ della NASA, dalla quale traduco questo paragrafo che chiarisce il motivo per cui spesso la NASA inizialmente assegna rischi d'impatto relativamente alti e poi man mano li riduce:

Dato che le orbite derivanti da una serie molto limitata di osservazioni sono più incerte, è più probabile che tali orbite “consentano” degli impatti futuri. Tuttavia spesso queste previsioni iniziali possono essere scartate man mano che includiamo un maggior numero di osservazioni e riduciamo le incertezze sull'orbita dell'oggetto. Di solito il rischio associato a un oggetto specifico diminuirà man mano che si rendono disponibili ulteriori osservazioni e quindi capita che degli oggetti vengano inclusi e poi rimossi nella nostra pagina dedicata ai rischi d'impatto

[...] Per contro, nel caso improbabile che un dato evento potenziale d'impatto persista fino a quando l'orbita è piuttosto ben delimitata, la probabilità d'impatto e il rischio associato tenderanno ad aumentare man mano che si aggiungono osservazioni. Questo non è paradossale: se davvero un asteroide sta per passare molto vicino alla Terra, allora inizialmente non si può escludere una collisione. La probabilità d'impatto tenderà ad aumentare man mano che viene affinata l'orbita e vengono scartate le traiettorie alternative e sicure. Prima o poi la probabilità d'impatto scenderà a zero (di solito piuttosto di colpo) oppure, se l'asteroide è davvero in traiettoria di collisione, continuerà ad aumentare fino a raggiungere il 100%.

In altre parole, se vedete che dalle pagine della NASA sparisce una segnalazione di un certo asteroide, non è una forma di censura per nascondere l'impatto imminente.

Fra l'altro, i passaggi “ravvicinati” di asteroidi non sono affatto rari. Tutto dipende da cosa s'intende per ravvicinato: l'attuale tabella apposita della NASA, infatti, include persino oggetti che passeranno a settantacinque volte la distanza fra la Terra e la Luna. Con criteri di questo genere, soltanto negli ultimi sei giorni la Terra è stata “sfiorata” (in termini cosmici) da un asteroide ben dieci volte. Niente panico, insomma.

2015/07/10

Antibufala: a settembre un asteroide colpirà la Terra!

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2015/08/29 11:45. 

“A settembre un asteroide colpirà la terra. E l’umanità si estinguerà” titola Libero Quotidiano. Lo ribadisce Affaritaliani: “Asteroide colpirà la Terra a settembre. Gli esperti: tsunami e migliaia di morti”. Ci aspetta dunque un brutto rientro dalle vacanze? Possiamo dar fondo ai nostri risparmi perché tanto a settembre moriremo tutti?

Parrebbe di sì, se si considera che la notizia non è pubblicata da blogger catastrofisti anonimi: Affaritaliani e Libero Quotidiano sono testate giornalistiche regolari e registrate, con tanto di direttori responsabili, con tutti i doveri che questo comporta. Questo fatto ha messo parecchio in allarme chi s'informa tramite Internet, anche perché vengono specificate le fonti scientifiche dell'imminente fine del mondo e vengono fatte delle date precise: “L'allarme è dei ricercatori dell'Università di Southampton, Inghilterra” scrive infatti Affaritaliani, aggiungendo che “Secondo alcuni scienziati tra il 22 e il 28 settembre di quest'anno un asteroide enorme colpirà la Terra. Paura sui social, anche se la Nasa tenta di smentire”.

Niente panico. Libero Quotidiano dice che la sua fonte è “il sito leggo.it che riprende il periodico ‘Metro’” (notizia di terza mano, insomma) e che comunque la fonte originale è “un gruppo di teorici del complotto... a seguito di alcuni studi sulla Bibbia”. Non c'è nessun avvistamento astronomico, insomma: solo le congetture di un gruppetto di persone che usa impropriamente la Bibbia come se fosse un manuale d'astronomia e tenta di prevedere la data della fine del mondo con calcoli astrusi. Ricordate com'è andata all'ultimo che ci ha provato, il reverendo americano Harold Camping? Milioni di dollari spesi per annunciare la fine del mondo per il 21 maggio 2011, che poi non è arrivata? Appunto.

La pseudonotizia è riportata anche da altri giornali, come il britannico Mirror, che però mette in chiaro subito nel titolo che si tratta di congetture di complottisti.

Ma che c'entrano i ricercatori dell'Università di Southampton? Di uno viene fatto persino il nome: Clemens Rumpf. Non è un nome inventato, perché c'è davvero un Clemens Rumpf a quell'Università. Ma non ha affatto previsto un impatto di un asteroide per settembre: ha semplicemente pubblicato un articolo tecnico nel quale evidenzia quali sono le zone del mondo che, in caso di un eventuale impatto, subirebbero le maggiori conseguenze. Fra queste zone ci sono quelle costiere, che subirebbero l'effetto devastante di uno tsunami.

Nell'articolo tecnico manca qualunque previsione nefasta per il 22 o 28 settembre o per i giorni fra queste due date (notate che Affaritaliani attribuisce la data ad “alcuni scienziati”, senza farne i nomi; un classico sintomo di poca attendibilità). I giornalisti a caccia di titoli attira-clic hanno usato questo articolo tecnico come spunto per imbastire un annuncio da paura. Perché, si sa, la paura fa novanta. E fa fare novantamila clic che portano incassi pubblicitari.

2015/01/25

Ma perché è così difficile parlare di asteroidi senza menar gramo?

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“Un grosso asteroide fa rotta verso la Terra: la sfiorerà lunedì 26 gennaio”. Titola così Rainews nella sezione Scienza.

Roba da panico, se ci si ferma al titolo. Ma se si prosegue la lettura invece di correre verso il rifugio sotterraneo più vicino, si scopre che l'asteroide in questione, denominato 2004 BL86, “passerà a 1,2 milioni di chilometri dal nostro pianeta”, ossia a circa tre volte la distanza fra la Terra e la Luna. Nessuno si sognerebbe di dire che la Luna sfiora la Terra, ma un asteroide che passa tre volte più lontano sì. Boh.

Se volete saperne di più senza sensazionalismi acchiappaclic, c'è questo articolo della NASA (tweetato, fra l'altro, mettendo subito in chiaro l'assenza di pericolo: “Asteroid to fly by earth safely tomorrow”) e c'è l'articolo in italiano di Astronomia Pratica. Ma se vi basta una sintesi, eccola:

– Non c'è alcun pericolo che quest'asteroide faccia danni. Nessuno. Zero. Nada.

– La distanza minima dalla Terra (1,2 milioni di chilometri) verrà raggiunta intorno alle 16:19 UTC (17:19 italiane).

– L'asteroide 2004 BL86 misura circa 500 metri di diametro, ma se ha la forma irregolare tipica degli asteroidi non si può parlare di diametro in senso stretto. Ne sapremo di più dopo il passaggio di domani, che verrà seguito da molti telescopi ottici e radio.

– L'asteroide non è arrivato a sorpresa: fu osservato per la prima volta il 30 gennaio 2004.

– A occhio nudo non si vedrà nulla: ci vorrà un telescopio da almeno 15 cm di specchio. In alternativa, seguite il passaggio via Internet.

– Per capire quanto sono frequenti passaggi relativamente ravvicinati di asteroidi alla Terra, seguite Asteroid Watch su Twitter (http://twitter.com/asteroidwatch). E niente panico.

2014/09/04

Antibufala preventiva: asteroide 2014 RC passerà a 40.000 km dalla Terra, senza far danni

Credit: NASA/JPL-Caltech
So che il mio passato di annunciatore di passaggi ravvicinati di asteroidi ha qualche macchia, ma da allora ne ho uno che porta il mio nome e quindi ho imparato a essere più preciso nell'indicare i nomi di questi corpi celesti talvolta inquietanti. Per cui faccio il pignolo e segnalo che la NASA ha pubblicato un articolo secondo il quale l'asteroide 2014 RC passerà domenica 7 settembre a circa 40.000 chilometri dalla Terra (un decimo della distanza Terra-Luna) senza fare danni. Non rispondo di altri eventuali asteroidi o meteore.

Si stima che 2014 RC abbia un diametro di circa 20 metri. Al momento di minima distanza sarà grosso modo sopra la Nuova Zelanda e potrebbe essere visibile agli astrofili ben attrezzati: non sarà comunque visibile a occhio nudo.

L'aspetto più interessante della notizia è che l'asteroide è stato scoperto soltanto il 31 agosto scorso. Se fosse in rotta di collisione con la Terra, avremmo avuto ben poco preavviso: quel poco che abbiamo è merito degli astronomi che sorvegliano il cielo.

Se fosse in traiettoria di collisione, che danni farebbe? Dipenderebbe dalla sua composizione (roccia ferrosa compatta o semplice aggregato di polvere), dalla velocità relativa, dall'angolo d'impatto e dal luogo d'impatto (terraferma o mare/oceano). Secondo Impact Earth, nel peggiore dei casi (alta densità, 72 km/sec, 90 gradi, terraferma di roccia cristallina) il problema principale sarebbe l'onda d'urto, che farebbe crollare anche edifici multipiano, sfonderebbe le finestre e abbatterebbe fino al 90% degli alberi dell'area sottostante.

2014/06/03

L’asteroide Attivissimo

Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “matpergo”.

La notizia risale a qualche mese fa, ma ho continuato a rinviare il momento di parlarne perché sono sempre un po' a disagio quando si parla di me. Quello che mi ha fatto l'Osservatorio Astronomico di Cavezzo (Modena), tuttavia, è un regalo troppo bello per non condividerlo con voi.

Nel 2001 l'Osservatorio ha scoperto un asteroide, il 2001 WH, numerato poi come 357116), situato nella fascia principale degli asteroidi fra Marte e Giove, e ha deciso di assegnargli il nome Attivissimo in mio onore, per meriti nel campo della divulgazione scientifica e del contrasto alle bufale pseudoscientifiche. L'assegnazione è stata ufficializzata a novembre 2013 dal Minor Planet Center (PDF, ultima pagina) ed è descritta online a questo link.

Sono lusingatissimo dell'onore e ringrazio tutti i membri dell'Osservatorio (e in particolare Martino Nicolini, donatore per Moonscape) per avermi immortalato in questo modo. Tranquillizzo subito tutti chiarendo che non si tratta del mio primo passo per la conquista dell'Universo e che l'asteroide Attivissimo è in orbita stabile, senza rischio significativo di collisione con la Terra.

2014/03/05

L’asteroide 2014 DX110 stasera passerà a 350 MILA km dalla Terra. Non la colpirà e non si brucerà nella sua atmosfera

Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “annasp*” e “rejetto” ed è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2014/03/05 22:00.

L'asteroide 2014 DX110 passerà stasera, intorno alle 21 UTC, dalle parti della Terra, standosene però tranquillamente a una distanza di poco inferiore a a quella che ci separa dalla Luna.

Non c'è nessun pericolo che si schianti su di noi o faccia danni, e di certo non si “brucerà a contatto con l'atmosfera” come scrivono invece quelli del TGcom24 (anche qui). Sentire un astronomo, prima di scrivere certe bestialità, proprio no, vero?

I fatti, disponibili presso siti specialistici come l'apposita sezione della NASA o le pagine divulgative dell'ente spaziale statunitense o nell'articolo dell'astronomo Phil Plait, sono questi: le dimensioni stimate dell'asteroide sono intorno ai 30 metri. La sua distanza minima dalla Terra sarà pari a 350.000 chilometri: scrivere che “accarezzerà” la Terra è come dire che se Scarlett Johansson agita una mano a Hollywood, allora mi sta accarezzando la guancia.

Incontri di questo genere vengono osservati, con gli strumenti attuali, in media una ventina di volte l'anno. Questo asteroide non sarà visibile a occhio nudo, ma sarà possibile seguirne il passaggio tramite telescopi di buona potenza, come quelli accessibili online tramite Virtual Telescope o Slooh.

Si tratta insomma di un evento di ordinaria amministrazione, ma purtroppo ci sono gli incompetenti che trasformano qualunque cosa in catastrofe e hanno anche la presunzione di scriverne in una testata giornalistica. Vergogna.


Aggiornamento (18:35) -  Phil Plait segnala che anche un altro asteroide, 2014EC, passerà a mezzanotte UTC a 56.000 km dalla Terra. Ha un diametro stimato di una decina di metri e non comporta nessun pericolo significativo.


Credit: Gianluca Masi
Aggiornamento (22:00) - L'asteroide 2014 DX110 è appena passato senza problemi alla distanza minima di circa 344.000 chilometri. L'immagine qui accanto è presa dalla diretta condotta da Gianluca Masi. L'asteroide è il puntino al centro.

Maggiori informazioni sono disponibili su The Register e Discover.

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