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Il Disinformatico

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2007/11/12

Alan Carter di Spazio 1999 in Italia

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Nick Tate, mitico interprete del pilota Alan Carter in Spazio 1999 e uno dei pochi personaggi a sopravvivere a un doppiaggio italiano particolarmente catatonico, arriva in Italia questo week-end (17-18 novembre) per la Reunion Fantascienza al Centro Congressi "Le conchiglie" di Riccione.

Ci sarà anche Anthony Montgomery, il timoniere della serie Star Trek: Enterprise prematuramente cancellata proprio quando aveva finalmente trovato autori che scrivessero storie decenti.

Io sarò lì a fare da interprete ai due ospiti e a godermi la convention di fantascienza, che riunisce fan di Star Trek, Spazio 1999 e Farscape. I dettagli su come partecipare sono qui.

Alcune puntate di Spazio 1999 sono a disposizione online negli archivi RAI, e se volete rinfrescare i vostri nostalgici ricordi di Spazio 1999, che ormai risale a trent'anni fa, datevi da fare presso questo sito oppure presso la Wikipedia in italiano.

La prima serie di Spazio 1999 va inoltre in onda ogni domenica alle 20 su Canal Jimmy, ricevibile anche come canale 140 del bouquet di Sky (grazie a Cronawer per la segnalazione).


Aggiornamento: interoperabilità, questa sconosciuta


Alcuni utenti Mac mi segnalano che le puntate di Spazio 1999 disponibili sul sito della Rai non funzionano. Sul mio Mac ne vedo le immagini, ma non ho l'audio.

Esigere che un servizio pubblico usi un formato universalmente disponibile per lo streaming, uno che non obblighi i sudditi cittadini a comperare esclusivamente Microsoft Windows per fruire dei programmi pagati col canone, sarebbe stato difficile, vero?

Se non l'ha capito neppure la BBC con il suo iPlayer solo per Windows (almeno per ora), forse il concetto è davvero al di sopra delle capacità cerebrali del dirigente televisivo medio. E poi si lamentano che la gente ricorre alla pirateria per avere quello che le spetterebbe di diritto.

2007/11/07

Allarme per “virus” Mac, calma!

Trappola osé per utenti Mac, ma niente panico


Le segnalazioni di virus o altro malware per il mondo Apple sono talmente rare che quando arrivano fanno subito notizia, anche quando (come in questo caso), si tratta di un "virus" particolarmente sdentato, il cui unico pregio tecnico è di utilizzare dietro le quinte un sistema abbastanza elegante per commettere raggiri informatici.

Il meccanismo di base di questo "virus" (più propriamente un trojan), denominato OSX.RSPlug.A, è classico: l'utente visita un sito pornografico seguendo l'invito di un messaggio di spam e vi trova quelli che sembrano essere fotogrammi di un filmato osé.

Se vi clicca sopra nella speranza di vedere il filmato, ottiene una pagina che dice che Quicktime non è in grado di riprodurre il videoclip e che invita a scaricare un programma apposito, descritto come "una nuova versione del codec" necessaria per visualizzare il filmato, come mostrato nell'immagine qui sopra, tratta da Wired.

Se l'utente scarica il programma e accetta di installarlo (dando la password di amministratore), il trojan s'installa e prende il controllo del Mac.

Come avrete notato, si tratta quindi di una serie davvero notevole di azioni volontarie che l'utente deve compiere prima di potersi infettare: e se l'utente è così sprovveduto da abboccare a questa serie, non c'è sistema operativo che tenga ed è forse il caso di togliergli dalle mani il computer fino a quando avrà imparato a tenere a freno il testosterone e seguito un corso base di sicurezza e buon senso (quello che include la lezione "Passeggiare bendati in autostrada è pericoloso?"). Siamo, fin qui, nel campo del social engineering più classico: beccare gli allocchi usando le donne nude.

La parte tecnicamente interessante è quella dietro le quinte: il trojan cambia il server DNS impostato nel Mac e lo rimpiazza con uno ostile. Il server DNS ostile intercetta le richieste dell'utente di visitare siti dove avvengono transazioni, tipo Ebay o Paypal, e le redirige su siti-fotocopia nei quali l'utente immette i propri dati personali, password comprese, senza potersi accorgere di nulla. In alcune varianti, il server DNS ostile porta semplicemente ad altri siti porno, forse per trarre guadagni indiretti dalla pubblicità aumentando il numero di visitatori.

Sotto Mac OS X Tiger (10.4) non c'è modo di accorgersi della trappola, almeno a livello di interfaccia grafica; sotto Leopard (10.5) lo si può fare nelle preferenze di rete avanzate.

Chiaramente la prevenzione è come al solito la cura migliore; ma se siete così malaccorti da farvi infettare, usate uno dei tanti antivirus per Mac. Il vero problema è che se un utente è così poco sveglio da abboccare a trappole come questa, difficilmente sarà all'altezza di accorgersi dell'infezione. Almeno fino a quando non si accorgerà che il suo conto Paypal o in banca è stato svuotato.

Al di là di queste considerazioni tecniche, come nota anche l'articolo di Wired linkato sopra, questo trojan segna una tappa importante: significa che il Mac ha raggiunto una diffusione tale da diventare appetibile per i creatori di malware. E si potrebbe anzi dire che gli utenti Mac sono vittime più facili di quelli Windows, perché sono poco abituati a prendere precauzioni.

Questo vuol dire che è finito il mito dell'invulnerabilità dei Mac? Assolutamente no. Quello esiste soltanto nella fantasia dei fanboy e degli irresponsabili del marketing. Al sistema operativo si deve chiedere soltanto di essere robusto; al resto deve e dovrà sempre pensarci l'utente.

Ci vediamo a Firenze il 10? Parliamo di reti civiche come ponte fra cittadino e istituzioni: come cambia Internet ora che è "vecchia"?

Sono stato incautamente invitato a partecipare come relatore all'incontro "Reti Civiche 2.0: l’evoluzione del rapporto tra cittadini, istituzioni e web" che si terrà a Firenze sabato 10 novembre, dalle ore 9,30, presso la Sala Blu dell’Educatorio del Fuligno, in Via Faenza 48.

A tenermi compagnia ci saranno Lucia De Siervo, Antonio Dini, Elena Farinelli, Sergio Maistrello, Flavia Marzano, Nicola Novelli, Antonio Sofi, Enrico Sola e Simone Storci. L'incontro, aperto a tutti, sarà coordinato da Marzio Fatucchi. Per tutte le informazioni, andate qui oppure contattate ass.informatica chiocciola comune.fi.it. A sabato, se siete da quelle parti!

Urban Legends in TV, una rettifica

Urban Legends non è Urban Legends Revealed


Ho toppato. Devo una rettifica ad Andrea Pellizzari, conduttore del programma Urban Legends di Italia Uno, e ai lettori del Disinformatico: avevo scritto in questo articolo che il programma era un riconfezionamento di una serie del 2002, intitolata "Mostly True Stories: Urban Legends Revealed". Ma sono stato cortesemente corretto da Pellizzari, che ha chiarito che le due serie hanno sì alcune storie in comune, ma soltanto perché "le leggende metropolitane quelle sono e quelle noi abbiamo raccontato", dice Pellizzari.

Urban Legends è infatti in realtà la versione italiana di un format anglo-canadese del 2007 di Cineflix.com. Ho corretto l'articolo originale e chiedo scusa per lo scivolone.

2007/11/06

Reale o virtuale?

Mettete alla prova il vostro fiuto fotografico


Quali di queste immagini sono generate al calcolatore e quali sono fotografie reali? Cimentatevi anche voi nella sfida. Se superate questo test, datevi da fare con la pagina bonus. Buon divertimento!

Torna il Progesterex, con nuovo garante [UPD 2011/10/19]

Antibufala: torna l'allarme per il Progesterex, promosso da un garante apparente


L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Ne ho già parlato in dettaglio quasi due anni fa, ma l'allarme fasullo per il Progesterex, la pillola che sterilizzerebbe le vittime di stupro, è tornato in auge grazie (o per colpa) di un garante apparente. Ecco il testo attualmente in circolazione:

Il 10 settembre una donna é stata rapita da 5 uomini. Dai referti medici e dai rapporti della Polizia, risulta che la banda ha violentato la donna prima di lasciarla libera.

Incapace di ricordarsi gli avvenimenti di quella sera, i test hanno confermato in seguito i ripetuti stupri ai quali è stata soggetta la donna, e tracce di Rohypnol nel suo sangue, nonché del Progesterex, che é una piccola pillola utilizzata essenzialmente per la sterilizzazione.

Questo tipo di droga è utilizzata attualmente dagli autori degli stupri in Pub, discoteche, etc., per violentare e sterilizzare le loro vittime.

Il Progesterex é utilizzato dai veterinari per sterilizzare animali di grossa taglia.

Si dice che il Progestex sia utilizzato insieme al Rohypnol, la osiddetta "droga dello stupro".

Come per il Rohypnol, tutto ciò che bisogna fare è lasciar cadere la pillola nella bibita bevuta dalla vittima. La vittima stessa l'indomani non avrà più alcun ricordo degli avvenimenti della notte precedente.

Il Progesterex, che si dissolve facilmente in qualsiasi bevanda, impedisce che la vittima rimanga incinta in seguito allo stupro; in questo modo, l'autore dello stupro non si deve preoccupare del fatto che un eventuale test di paternità possa identificarlo come padre del bambino e quindi autore dello stupro stesso.

Gli effetti della droga NON SONO TEMPORANEI, ma PERMANENTI. Il Progesterex é stato concepito per sterilizzare dei cavalli. Qualsiasi donna che lo prenda NON POTRA' MAI PIU' AVERE FIGLI.

I violentatori possono ottenere questa droga contattando delle persone che studino in una scuola di veterinaria o in qualsiasi università.

E' molto facile entrarne in possesso, e il Progesterex é sempre più diffuso.

Credeteci o no, ci sono anche dei siti Internet che spiegano alle persone come usarlo.

Per favore COPIATE (non cliccate su , altrimenti l'email diventerà rapidamente illeggibile a causa di tutti gli indirizzi email che si accumuleranno) e INVIATE questa mail ai vostri familiari e amici, Soprattutto alle ragazze.

Fate attenzione quando uscite dai locali e NON LASCIATE MAI LE VOSTRE BEVANDE INCUSTODITE.

Per favore fate lo sforzo di mandare quest'email a tutti quelli che conoscete...

Uomini, informate tutte le vostre Amiche, poiché la prossima vittima potrebbe essere vostra sorella o vostra figlia!

Fin qui niente di nuovo rispetto alla versione già circolante nel 2005: il Progesterex non esiste e la presunta ragione del suo uso (evitare il riconoscimento del DNA dello stupratore) non ha senso, perché non occorre una gravidanza per trovare nella vittima il DNA di chi ne ha abusato. La novità è appunto il garante apparente che compare in coda al messaggio:

Dott. [omissis]
Studio Legale
[omissis]
[omissis]
20123 MILANO

Forse molti si sono lasciati trarre in inganno dal "Dott." e hanno pensato che si trattasse di un medico che diffondeva l'appello autenticandolo, ma come si può notare si tratta in realtà di uno studio legale, non di uno studio medico.

È probabile che il legale indicato abbia semplicemente ricevuto l'appello e l'abbia inoltrato senza verificarlo (come fanno molti) e ora finirà per essere perseguitato da questo messaggio. Cercate di non fare altrettanto, e di non angosciarvi per i falsi pericoli lasciando da parte quelli veri. Ricordate che i dettagli di questo falso allarme sono sempre a vostra disposizione qui.


Aggiornamenti


2011/10/19. Il nome e cognome e l'indirizzo del garante apparente sono stati rimossi su formale richiesta dell'interessato.

Antibufala: cane lasciato morire per “arte”?

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

NOTA: Quest'indagine non afferma che la storia è una bufala. Leggete l'articolo fino in fondo prima di giudicare. Grazie.

Circola da alcune settimane un appello che racconta una storia terribile: un artista latinoamericano, Guillermo Habacuc Vargas, avrebbe fatto morire di fame un cane all'interno di un museo e questo, per lui, sarebbe stata una forma d'arte. Ma le mie indagini, fin qui, tracciano un quadro tutt'altro che certo, ben diverso da quello apparentemente certo descritto da molta stampa.

Ecco il testo dell'appello in una delle sue varianti più diffuse:

Guillermo Habacuc Vargas ha organizzato una mostra espondendo cio' che di migliore il suo genio potesse partorire: UN CANE LEGATO AD UNA CORDA, DESINATO A PERIRE DI FAME DINANZI AI CURIOSI OSSERVATORI, ESPERTI DI PSEUDO-ARTE. L'Idea geniale, brillante, rivoluzionaria e' stata addirittura premiata con un invito all'artista in questione a partecipare alla Biennale Centroamericana del 2008 come rappresentante del suo paese. BOICOTTA LA PRESENZA DI GULLIERMO HABACUC ALL'EVENTO, CONTRO LA DISUMANITA' CHE SI SPACCIA PER ARTE. L'ARTE NECESSITA DI STRUMENTI MIGLIORI http://www.petitiononline.com/13031953/

Il link citato porta al testo di una petizione che descrive gli eventi in spagnolo e ha raccolto, al momento in cui scrivo, oltre 210.000 adesioni (va ricordato che queste petizioni online non hanno alcun valore legale e le adesioni non possono essere considerate "firme" in senso stretto).

La petizione, a sua volta, linka un articolo del giornale costaricano La Naciòn, datato settembre 2007: ma l'articolo dice semplicemente che l'artista accusato dalla petizione è stato selezionato per rappresentare il Costarica alla mostra Bienal Centroamericana Honduras 2008. Del cane lasciato morire d'inedia non c'è traccia nell'articolo.

L'atrocità sarebbe avvenuta, secondo l'appello, durante la mostra Bienal Costarricense de Artes Visuales (Bienarte) 2007, in seguito alla quale Guillermo Habacuc Vargas è stato selezionato per la Bienal Centroamericana. A supporto di quest'affermazione viene fornito un link a un blog che linka un altro blog, che a sua volta afferma quanto segue e mostra alcune immagini del cane:

Según supe el perro murió al día siguiente por falta de comida. Durante la inauguración supe que el perro fue perseguido por la tarde entre las casas de aluminio y cartón de un barrio de Managua con nombre de santo que Habacuc que no pudo precisar en el momento. 5 niños de los que ayudaron en la captura recibieron bonos de 10 córdobas por su colaboración. Durante la exhibición algunas personas pidieron la libertad del perrito, a lo que él artista se rehuso. El nombre del perro era (fue) Natividad, y se le dejo morir de hambre a la vista de todos, como si la muerte de un pobre perro fuera un show mediático desvergonzado en el que nadie hace nada más que aplaudir o mirar desconcertado.

Definitivamente somos lo que leimos: puras croquetas.

En el lugar que el perro estuvo expuesto solo queda un cable de metal y una cuerda. El perro estaba sumamente enfermo, renqueaba y no quería comer de todos modos, así que en un entorno natural hubiera muerto de todos modos; pero así son todos los pobres perros: tarde o temprano se mueren o los mueren.

Ecco la traduzione, fornita da Simone "Drop Alive":

Mi risulta che il cane sia morto di inedia il giorno seguente. Sono venuto a sapere durante l'inaugurazione che il cane era stato catturato alla sera tra le baracche di un quartiere di Managua che prende il nome da un santo, ma Habacuc non mi ha saputo precisare quale in quel momento. Cinque dei bambini che hanno collaborato alla cattura hanno ricevuto una somma di dieci cordobas in premio. Nel corso dell'esibizione alcune persone hanno chiesto che il cagnetto venisse liberato, ma l'artista l'ha proibito. Il nome dell'animale era Natividad, ed è stato lasciato morire di fame sotto gli occhi di tutti, come se la morte di un povero cane costituisse un vergognoso spettacolo mediatico in cui nessuno fa nulla se non applaudire o fissare sconcertato.

In definitiva siamo ciò che leggiamo: pure crocchette.

Nel luogo in cui era esposto il cane rimangono soltanto un cavo metallico e una corda. Il cane era gravemente malato, zoppicava e non voleva comunque mangiare, quindi sarebbe morto comunque anche in un ambiente naturale. Ma tutti i poveri cani sono così, presto o tardi muoiono oppure vengono uccisi.

Qui si esauriscono le "prove" portate dall'appello: un "mi risulta che sia morto". Di testimonianze dirette, finora, non c'è traccia.

Il sito antibufala Snopes.com, nella sua indagine, linka un articolo di ottobre 2007 del quotidiano nicaraguense La Prensa, secondo il quale il direttore della galleria, Juanita Bermúdez, afferma che il cane invece è stato nutrito durante le pause di chiusura e poi è scappato:

Gran polémica ha causado en la región el trabajo del artista costarricense Guillermo Vargas, conocido como Habacuc, denominado Exposición No. 1. La exposición fue presentada el pasado agosto en Galería Códice, en Managua.

Como parte de la exposición el artista ató en una esquina de la sala a un perro callejero flaco, enfermo y con hambre, que capturó en un barrio pobre de la capital y que, según el diario costarricense La Nación, murió de hambre esa noche.

También se incluía como parte de la obra la frase “Eres lo que lees”, escrita en una pared con alimento para perro, así como una versión del himno sandinista al revés, además de un incensario en el que se quemaron 175 piedras de crack y una onza de marihuana.

Vargas dijo a La Nación que su obra se trataba de un homenaje a Natividad Canda y no quiso decir si se alimentó al perro o no y se rehusó a asegurar o desmentir la muerte del can.

Según él, lo importante era mostrar la hipocresía de la gente y ver cómo un perro se convierte en el foco de atención cuando está en una galería y no cuando está en la calle.

Liliam Schnog, presidenta de la Asociación Humanitaria para la Protección Animal en Costa Rica, informó al mismo diario no comprender cómo se dejó morir de hambre a un animal, si a la par había una frase hecha con comida.

LAS REACCIONES

En Costa Rica las reacciones no se hicieron esperar. Se abrieron blogs (páginas de opinión en internet) donde personas rechazaban la idea y a otros les parecía bastante creativa, porque lograba comunicar un mensaje.

Alicia Zamora, artista plástica nicaragüense, considera que la obra es válida en cuanto genera una reflexión en el espectador, que está mal acostumbrado a un arte meramente decorativo.

“Habacuc me parece un artista de mucho respeto, en tanto propone obras que generan y despiertan una reflexión en la gente; estamos acostumbrados a obras donde el artista y la reflexión de lo social queda invisible”, dijo Zamora.

Juanita Bermúdez, directora de Galería Códice, afirma que como persona seria no permitiría el maltrato al animal. La directora afirmó que el perro comió en reiteradas ocasiones y que no murió, si no que se fugó durante la madrugada.

“Es una obra que deja un mensaje social, definitivamente es arte conceptual y a la gente le cuesta todavía trabajo digerir este tipo de obras”, expresó la directora.

Bermúdez también dijo que la obra de Habacuc es bastante enigmática y poco explícita, pero que en lugar de maltratarlo, el artista dignificó al perro al llevarlo como arte a una exposición de su obra, para representar una realidad social.

Non solo. Silvio mi segnala questo comunicato della Galeria Codice, a firma del direttore, riportato anche nelle lettere dei lettori a La Prensa:

Uno de los trabajos expuestos consistió en presentar a un perro famélico que Habacuc recogió de la calle, y durante la exposición aparecía amarrado con una cuerda de nylon, que a su vez estaba sujeta a otra cuerda que pendía de dos clavos en una esquina de la Galería. Habucuc nombró al perro “Natividad” en homenaje al nicaragüense Natividad Canda (24 años) quien murió devorado por dos perros Rottweiler en un taller de San José, Costa Rica, la madrugada del jueves 10 de noviembre de 2005. El perro permaneció en el local tres días, a partir de las 5 de la tarde del miércoles 15 de agosto. Estuvo suelto todo el tiempo en el patio interior, excepto las 3 horas que duró la muestra, fue alimentado regularmente con comida de perro que el mismo Habucuc trajo. Sorpresivamente, al amanecer del viernes 17, el perro se escapó pasando por las verjas de hierro de la entrada principal del inmueble, mientras el vigilante nocturno quien acababa de alimentarlo limpiaba la acera exterior del mismo.

In altre parole, il cane sarebbe rimasto nella mostra per tre giorni, ma la mostra durava tre ore ogni giorno, e soltanto durante quelle tre ore veniva legato e non nutrito. Al di fuori di quest'orario, veniva alimentato regolarmente con cibo per cani fornito da Habacuc stesso. Il cane sarebbe poi scappato.

Silvio nota inoltre che "Habacuc era un profeta del vecchio testamento famoso perché rimproverava a Dio di vedere la violenza sulla terra e non fare nulla per fermarla." Un nome particolarmente calzante, visto che lo scopo dell'"artista" era attirare l'attenzione sul fatto che, come dice a chi gli scrive indignato, nella sua città decine di migliaia di cani randagi muoiono di stenti ogni anno e nessuno ci fa caso, ma basta metterne uno in una mostra per suscitare la furia ipocrita dell'opinione pubblica:

'Hello everyone. My name is Guillermo Habacuc Vargas. I am 50 years old and an artist. Recently, I have been critisized for my work titled 'Eres lo que lees', which features a dog named Nativity. The purpose of the work was not to cause any type of infliction on the poor, innocent creature, but rather to illustrate a point. In my home city of San Jose, Costa Rica, tens of thousands of stray dogs starve and die of illness each year in the streets and no one pays them a second thought. Now, if you publicly display one of these starving creatures, such as the case with Nativity, it creates a backlash that brings out a big of hypocrisy in all of us. Nativity was a very sick creature and would have died in the streets anyway.'

Va notato che Vargas stesso dice che lo scopo dell'opera non era causare sofferenze alla povera creatura innocente, ma dimostrare questo concetto di ipocrisia. Ringrazio Silvia per avermi girato la risposta di Vargas.

Riassumendo:
  • abbiamo un blogger anonimo che ha dato la stura alla vicenda scrivendo che a lui/lei risulta che il cane sia morto. Che fine abbia fatto la bestiola, però non si sa: su questo non c'è nessuna testimonianza diretta, di prima mano.
  • abbiamo il direttore della galleria d'arte che dice che il cane è stato nutrito, ma non durante le tre ore giornaliere della mostra, e che poi è scappato, e su queste dichiarazioni pone la propria firma;
  • abbiamo l'artista in questione che non conferma e non smentisce la morte del cane; dice che non era sua intenzione causargli sofferenza.
  • abbiamo una vicenda che fa leva su tutti i sentimenti giusti per ottenere la vastissima eco mediatica alla quale aspirano tanti "artisti".
Con questo quadro di dati, la spiegazione più probabile (ma non certa) è che il cane non sia stato maltrattato come descrive l'appello, ma che l'artista abbia fatto una provocazione male interpretata e non si sia reso conto delle possibili conseguenze mediatiche della provocazione.

Come ben sappiamo, qualsiasi storia di maltrattamento di animali, vera o falsa, fa perdere il lume della ragione a tanta gente e risveglia nei giornalisti la voglia di scoop che riempie intere pagine con poca fatica. La voglia di credere al luogo comune dell'artista moderno incomprensibile e insensibile, combinata col fatto che gli avvenimenti hanno avuto luogo in un paese lontano e "primitivo", ha fatto il resto.

In sintesi, la storia funziona perché gioca sui nostri luoghi comuni: gli artisti moderni sono indecifrabili e farebbero qualsiasi cosa in nome della cosiddetta "arte"; i visitatori di queste mostre sono snob insensibili; i paesi latinoamericani sono rozzi e primitivi; la gente è crudele con gli animali e nessuno fa nulla per fermarli.

Ma paradossalmente funziona anche su un altro livello: ha dimostrato pienamente la tesi di Vargas, ossia che la gente è ipocrita. Con pochissime, nobili eccezioni, s'indigna e si mobilita per un animale messo in mostra a morire (apparentemente) di stenti, mentre fa finta di nulla quando incrocia la stessa creatura per strada.

Per questa storia si è mossa l'Organizzazione Italiana Protezione Animali e si è attivato persino il commissario UE Frattini per trovare la maniera di bandire Guillermo Vargas dall'Unione Europea. Ma scusate, il principio dell'innocenza fino a prova contraria che fine ha fatto? Allo stesso modo, temo che molta gente "firmerà" questa petizione assolutamente inutile e crederà con questo di aver fatto il proprio dovere di animalista DOC.

Io avrei una proposta: invece di "firmare" pigramente, andare a comperare una scatoletta di cibo per cani e portarla al rifugio per animali più vicino. Costa più fatica, ma è sicuramente un gesto più utile. E con lo stipendio di un commissario UE, o di un giornalista che ha riportato come assolutamente certa la notizia senza verificarla, chissà quante scatolette si potrebbero comperare.

Radio: i temi di oggi

Pillole, cani maltrattati, trojan per Mac e Windows, foto vere e false al Disinformatico radiofonico


Oggi alle 11 va in onda come consueto la versione radiofonica del Disinformatico (Rete Tre della Radio Svizzera di lingua italiana, in streaming e podcast). Ecco i temi della puntata:
  • aggiornamento sull'appello contro Guillermo Habacuc Vargas, accusato di aver fatto morire di fame un cane per "arte";
  • Un giochino trojan offre uno spogliarello in cambio di parole decifrate, ma chi gioca aiuta gli spammer;
  • Allarme per il "virus" per Mac;
  • Immagini digitali sempre più difficili da distinguere dalle immagini reali: un test eloquente;
  • Antibufala Classic: torna il Progesterex, la pillola che sterilizza le vittime di violenza;
  • Google entra nella telefonia mobile, cosa cambia?
A dopo!

2007/11/05

Confermato: Google entra nella telefonia mobile

Linux e Google nei cellulari del prossimo futuro, i colossi tremano



La BBC ha annunciato poco fa che Google ha presentato oggi, come si vociferava da qualche tempo, del software che ambisce a diventare il sistema operativo universale per i cellulari.

Lo scopo del software (a parte generare soldi per Google tramite la pubblicità mirata) è facilitare l'uso di Internet sul telefono. I primi cellulari Googlizzati saranno disponibili nella seconda metà del 2008.

Secondo USA Today, dietro l'iniziativa di Google c'è una coalizione che include l'operatore statunitense Sprint, i fabbricanti Motorola e Samsung, e l'operatore giapponese NTT DoCoMo. La base del sistema operativo sarà Linux con Java.

Considerato che, come nota News.com, ci sono nel mondo un miliardo di telefonini, se l'idea di Google prende piede, Linux potrebbe diventare di colpo il sistema operativo più diffuso del pianeta.

News.com nota che la piattaforma cellulare di Google si chiama Android e aggiunge alla coalizione, denominata Open Handset Alliance, l'operatore giapponese KDDI, Qualcomm, Broadcom, HTC, Intel e Texas Instruments. Non è previsto un vero e proprio telefonino marchiato Google: il software sarà semplicemente installato dai vari fabbricanti di cellulari. Android sarà sotto licenza Apache versione 2.0, sempre secondo News.com.

L'entrata del colosso Google nel mercato della telefonia mobile promette di cambiare radicalmente la situazione attuale, nella quale gli operatori fanno a gara a castrare le potenzialità dei loro cellulari imponendo il modello del "giardino cintato" (walled garden): invece di lasciare che siano gli utenti a inventarsi i servizi andando liberamente su Internet, cercano di spingerli verso i propri servizi proprietari, con risultati frustranti per gli utenti e negativi per gli operatori. Staremo a vedere se Google saprà vincere la sfida non banale di ficcare pubblicità sugli schermi già minuscoli dei cellulari senza far inviperire gli utenti.

Un altro scopo del progetto che potrebbe essere di beneficio a noi consumatori è la standardizzazione: usando una piattaforma gratuita, si risparmiano i costi di licenza (sì, il sistema operativo del telefono si paga, proprio come per i computer; lo pagano i fabbricanti e lo ricaricano sul prezzo di listino) e non c'è bisogno di reinventare la ruota per ogni telefonino che esce, per cui si riducono i costi di sviluppo.

Aggiornamento


Ricevo adesso da Google Italia il comunicato stampa (in formato Word, con buona pace del software aperto). Confermati i primi telefoni entro la seconda metà del 2008 e il nome della piattaforma, Android. La licenza sarà quella di Apache, "una della licenze open source maggiormente dinamiche e gradite agli sviluppatori". Il software sarà gratuito. Ci sarà dalla prossima settimana "un kit di accesso anticipato per ingegneri, per fornire agli sviluppatori gli strumenti necessari per creare applicazioni innovative per la piattaforma."

I membri della coalizione Open Handset Alliance indicati ufficialmente includono Broadcom, China Mobile, eBay, Intel, KDDI, LG, Motorola, NTT DoCoMo, Nuance, Nvidia, Qualcomm, Samsung, Sprint Nextel, Telecom Italia, Telefónica, Texas Instruments, T-Mobile e Wind River.

No, zio Bill non c'è. E non c'è neanche zio Steve. Troppo presi a giocare nei loro giardini cintati, immagino.

Test di blogging mobile

Piccolo test del Sony Ericsson P1i


Sto collaudando la tastiera e le funzioni wifi e Internet di questo cellulare UMTS. La prima impressione della tastiera è positiva: la soluzione piuttosto originale dei tasti basculanti consente digitazioni precise e veloci senza comportare dimensioni eccessive.

Il wifi ha una portata limitata e consuma pesantemente le batterie, ma consente una navigazione veloce ed economica con il browser Opera preinstallato: tuttavia con alcuni access point, come quello del Maniero Digitale, non c'è verso di connettersi. Altri access point, come quello pubblico dal quale sto scrivendo la bozza di questo articolo, funzionano invece al primo colpo.

Il software di supporto è solo per Windows, ma la sincronizzazione di rubrica e agenda funziona anche sotto Mac grazie a un plug-in scaricabile dal sito del produttore.

E' molto interessante la disponibilità di ISkoot, un'applicazione che consente di comunicare con gli utenti Skype, e di una per gestire il blogging mobile di Blogger.com. Maggiori dettagli man mano che procedono le prove.
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