Rovan, pietanza fatta con occhi di gatti vivi
"FERMIAMO L'USO DEGLI OCCHI DEI GATTI PER CUCINARE IL ROVAN!". Tuona così un gruppo su Facebook che ha già oltre 9000 iscritti.
La storia che racconta è raccapricciante:
Forse in pochi lo sanno, ma dal 2001 un noto chef coreano Juang-Hyong ha riportato in vita una vecchia usanza inca risalente al XIII secolo.
Queste popolazioni credevano che i gatti fossero esseri superiori e che la loro potenza fosse tutta racchiusa nei loro occhi, questo li spingeva a cucinare un piatto chiamato rovan dove l'ingrediente base erano proprio occhi di gatto.
Voi penserete che come noi mangiamo i polli loro mangiavano i gatti.. No! quello che quasi tutti ignorano è che gli occhi venivano letteralmente strappati ai gatti che dovevano rimanere ancora vivi per far si che la loro anima rimanesse sulla terra, condizione necessaria per far si che gli occhi cucinati infondessero forza in chi li avrebbe mangiati.
Juang-Hyong ha riesumato questa vecchia ricetta e dal 2001 ad oggi le persone e le nazioni che hanno accolto questo piatto sono cresciute esponenzialmente e a novembre 2008 è nato anche in Italia un ristorante dove è possibile mangiare il Rovan!
I POVERI GATTI AI QUALI VENGONO STRAPPATI GLI OCCHI SONO COSTRETTI A UNA VITA TERRIBILE!
AIUTATECI A FAR CONOSCERE A TUTTI QUELLO CHE ACCADE!
INVITATE TUTTI I VOSTRI AMICI A QUESTO GRUPPO!
con 2 minuti del vostro tempo potete fare molto!!
GRAZIE A TUTTI DELL'AIUTO!
Tranquilli: non è vero nulla. Si tratta di una burla inventata da una persona che si presenta su Internet con il nome di Andrea Gabrielli. La pagina di Facebook dedicata all'appello porta infatti al suo sito di scherzi e parodie, e di questa pratica non c'è alcuna traccia altrove.
L'ispirazione sembra essere il classico Bonsaikitten, che non cessa di mietere vittime fra gli internauti, specialmente quelli delle giovani generazioni che s'affacciano ora a Internet. Ho raccontato la storia di Bonsaikitten ad alcuni studenti di scuola media pochi giorni fa, con tono mortalmente serio, e l'hanno creduta vera senza esitazioni, con cori di raccapriccio perché non la conoscevano (e anche perché ha giocato il principio d'autorità, per cui si fidavano di quello che stavo dicendo).
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