Un blog di Paolo Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale
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2014/07/25
Chi ha inventato la correzione automatica?
Se c'è un padre della correzione automatica, secondo Wired è Dean Hachamovitch di Microsoft, che nei primi anni Novanta lavorava allo sviluppo di Word ed ebbe un'idea: Word già permetteva di memorizzare delle abbreviazioni che venivano espanse automaticamente (per esempio, dstsl poteva diventare distinti saluti). Perché non usare quest'espansione per correggere automaticamente gli errori di battitura più frequenti?
Fu un successo quasi istantaneo, ma emerse subito un problema: cosa fare con le parolacce? Non sarebbe stato molto positivo, in termini d'immagine aziendale per Microsoft, suggerire ai bambini come scrivere correttamente termini volgari o inadatti. Bisognava quindi togliere il turpiloquio dal dizionario di autocorrezione: un'impresa titanica.
Secondo quanto racconta l'incaricato di questa missione purificatrice, Christopher Thorpe, all'epoca diciannovenne, l'ispirazione giunse da una mail scritta direttamente a Bill Gates da un uomo che si lamentava di un problema serio di Word che lo riguardava: l'uomo si chiamava Bill Vignola e l'autocorrezione inglese insisteva a correggere il suo nome in Bill Vaginal. C'era anche Goldman Sachs che diventava Goddamn Sachs.
L'onnipresenza di Word all'epoca fece diventare la sua funzione di autocorrezione uno standard di fatto, tanto che nacque il cosiddetto Cupertino effect: la parola inglese cooperation, accettata da Word solo nella grafia britannica co-operation, veniva corretta automaticamente in Cupertino, con ovvio riferimento al quartiere generale di Apple, tanto che i linguisti ora usano il termine cupertino per indicare queste autocorrezioni errate entrate nel lessico a furia di sviste.
Fu un successo quasi istantaneo, ma emerse subito un problema: cosa fare con le parolacce? Non sarebbe stato molto positivo, in termini d'immagine aziendale per Microsoft, suggerire ai bambini come scrivere correttamente termini volgari o inadatti. Bisognava quindi togliere il turpiloquio dal dizionario di autocorrezione: un'impresa titanica.
Secondo quanto racconta l'incaricato di questa missione purificatrice, Christopher Thorpe, all'epoca diciannovenne, l'ispirazione giunse da una mail scritta direttamente a Bill Gates da un uomo che si lamentava di un problema serio di Word che lo riguardava: l'uomo si chiamava Bill Vignola e l'autocorrezione inglese insisteva a correggere il suo nome in Bill Vaginal. C'era anche Goldman Sachs che diventava Goddamn Sachs.
L'onnipresenza di Word all'epoca fece diventare la sua funzione di autocorrezione uno standard di fatto, tanto che nacque il cosiddetto Cupertino effect: la parola inglese cooperation, accettata da Word solo nella grafia britannica co-operation, veniva corretta automaticamente in Cupertino, con ovvio riferimento al quartiere generale di Apple, tanto che i linguisti ora usano il termine cupertino per indicare queste autocorrezioni errate entrate nel lessico a furia di sviste.
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