A volte sembra che l'esplorazione spaziale sia un po' ferma, probabilmente perché dal 1972 le missioni umane, di grande impatto sul pubblico, sono limitate all'orbita terrestre, con distanze da Terra misurate in centinaia di chilometri anziché in centinaia di migliaia, ma in realtà l'avventura nello spazio è attiva come non mai, grazie alle missioni robotiche. Abbiamo sonde spaziali al lavoro un po' dappertutto nel sistema solare.
Da Marte è arrivata ieri la notizia del superamento di un record spaziale che era imbattuto dagli anni Settanta: quello per la massima distanza percorsa sulla superficie di un altro corpo celeste.
Il veicolo Opportunity della NASA, atterrato su Marte nel 2004, ha totalizzato quaranta chilometri di percorrenza sulle proprie ruotine, togliendo il primato al Lunokhod russo, che lo deteneva dal 1973 per aver percorso sulla Luna 39 chilometri. Al terzo posto c'è ora il rover di Apollo 17, che coprì quasi 36 chilometri sulla Luna nel 1972 ma si merita una menzione speciale perché aveva a bordo due astronauti.
Abbiamo costruito un robot che ha fatto quaranta chilometri su Marte ed è riuscito a durare dieci anni in un ambiente ostile senza riparazioni. Mica male. Di fronte a massacri, tragedie e continue dimostrazioni dell'idiozia umana, ogni tanto è bene ricordarsi di cosa siamo capaci quando smettiamo di litigare.
Questa è una mappa della strada fatta fin qui da Opportunity:
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