2015/12/22 00:30. SpaceX tenterà tra poco di effettuare un rientro controllato, stavolta sulla terraferma, del primo stadio del proprio lanciatore orbitale Falcon 9. Il tentativo di ieri è stato rinviato a causa del rischio di vento eccessivo per il rientro.
Ho già descritto gran parte delle novità tecniche in questo articolo, per cui segnalo qui soltanto le principali variazioni rispetto a quanto già scritto.
Prima di tutto, questa è una bella foto della zona di atterraggio a Cape Canaveral, pubblicata da SpaceflightNow:
Il decollo stavolta è previsto per le 8:29 ET, ossia alle 2:29 italiane, con una finestra di lancio di cinque minuti; l’atterraggio è previsto dieci minuti dopo il decollo.
Lo streaming di SpaceX è qui; SpaceflightNow farà la diretta qui. La cartella stampa di Orbcomm con le informazioni principali è qui (PDF, in inglese). Io farò un livetweet e aggiornerò questo articolo man mano che ci sono novità.
2:39. ATTERRAGGIO RIUSCITO! Con una discesa repentina e una fiammata poderosa che per qualche istante mi hanno fatto temere un botto, il primo stadio del Falcon 9 è rientrato a Cape Canaveral e si è posato al suolo dopo aver raggiunto una velocità di 5900 km/h e una quota di circa 200 km. È la prima volta nella storia dell’astronautica che uno stadio di un vettore orbitale torna al punto di partenza.
Questo non è un decollo: è un atterraggio.I dati in alto a destra sono riferiti al secondo stadio, che stava correndo verso l’orbita. |
Ecco il video della fase di rientro, preparato al volo da Riccardo Rossi:
E questo è il video ufficiale dell’intero lancio:
Questa invece è una ripresa amatoriale: notate il bang sonico dopo l'atterraggio.
La missione primaria, ossia collocare in orbita undici satelliti, è stata anch’essa completata con pieno successo. Un altro aspetto di questo lancio che è passato in sordina ma è molto importante per i piani di SpaceX è il second stage restart, ossia la riaccensione del secondo stadio (quello che ha collocato in orbita i satelliti) per simulare le procedure e le manovre che sarebbero necessarie per collocare un satellite in orbita geostazionaria (o più precisamente in orbita di trasferimento verso quella geostazionaria). I satelliti geostazionari (per esempio per la TV satellitare) sono il mercato più remunerativo e ricco, e SpaceX era già in grado di servirlo con i Falcon precedenti, ma per farlo doveva rinunciare al rientro del primo stadio. Ora questa rinuncia non è più necessaria.
Da Barry Bonzack arriva questa magnifica foto della doppia scia: a sinistra quella di decollo, a destra quella di rientro direttamente alla sede di lancio, per cui non ci sono nemmeno complicazioni di trasporto dello stadio via mare. Fantastico.
4:35. Elon Musk ha pubblicato questa foto, che fa capire quant’è grande quel razzo (è alto quasi 48 metri, grosso modo come un palazzo di sedici piani):
Musk ha pubblicato anche dei dati tecnici che spiegano bene la difficoltà dell’impresa e ha messo online una foto e un video dell’atterraggio visto da un elicottero: centro perfetto. Sembra fantascienza, ma è la realtà.
Ora che SpaceX ha dimostrato che un rientro controllato è davvero possibile, arriva la sfida successiva: vedere se il primo stadio risulta realmente riutilizzabile senza grandi spese. Se lo è, si otterrà una riduzione notevole dei costi dei lanci spaziali: SpaceX dice che un Falcon 9 usa e getta costa circa 60 milioni di dollari, mentre il propellente per un lancio costa circa 200.000 dollari, per cui riutilizzare i veicoli è enormemente conveniente (se non ci sono problemi di recupero e rimessa in servizio che fanno lievitare i costi, come accadde per lo Shuttle). Sarà molto interessante vedere come reagiranno gli altri operatori del settore aerospaziale.
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