Un blog di Paolo Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale
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2020/06/05
Antibufala: la Casa Bianca e il video delle cataste di mattoni
Si dice spesso che le notizie false e la disinformazione sono “colpa di Internet” e che bisogna affidarsi alle fonti autorevoli e ufficiali, ma stavolta è proprio la Casa Bianca ad aver pubblicato una bufala.
L’account ufficiale della Casa Bianca ha infatti pubblicato, e poi cancellato, un tweet che sosteneva di dimostrare con foto e spezzoni video che ci fosse un piano per piazzare cataste di mattoni in punti strategici delle città americane in modo da fornire armi da lancio ai partecipanti violenti alle manifestazioni contro la brutalità della polizia statunitense che stanno avvenendo in questi giorni.
Ma le immagini nel tweet della Casa Bianca sono state sbufalate da Gizmodo in dettaglio e dalla BBC con l’aiuto delle autorità locali, che hanno confermato che le cataste di mattoni non c’entrano nulla con le proteste ma sono legate a lavori di cantiere e si trovano comunque lontano dai luoghi dove le proteste pacifiche sono state turbate dalle violenze.
Se vedete sui social network immagini che sostengono queste tesi, avvisate chi le ha pubblicate che sta diffondendo un allarme privo di fondamento. Magari lo sta facendo in buona fede, ma comunque finisce per soffiare sul fuoco.
L’account ufficiale della Casa Bianca ha infatti pubblicato, e poi cancellato, un tweet che sosteneva di dimostrare con foto e spezzoni video che ci fosse un piano per piazzare cataste di mattoni in punti strategici delle città americane in modo da fornire armi da lancio ai partecipanti violenti alle manifestazioni contro la brutalità della polizia statunitense che stanno avvenendo in questi giorni.
Ma le immagini nel tweet della Casa Bianca sono state sbufalate da Gizmodo in dettaglio e dalla BBC con l’aiuto delle autorità locali, che hanno confermato che le cataste di mattoni non c’entrano nulla con le proteste ma sono legate a lavori di cantiere e si trovano comunque lontano dai luoghi dove le proteste pacifiche sono state turbate dalle violenze.
Se vedete sui social network immagini che sostengono queste tesi, avvisate chi le ha pubblicate che sta diffondendo un allarme privo di fondamento. Magari lo sta facendo in buona fede, ma comunque finisce per soffiare sul fuoco.
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