Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “betty”.
Il remake di Gatsby è stracolmo di effetti speciali ottenuti digitalmente. La cosa più affascinante è che in molti casi non si notano affatto perché l'inquadratura sembra assolutamente normale. Un conto è mostrare una panoramica di New York d'epoca: è evidente che è un effetto speciale. Ma la ricostruzione digitale dei percorsi delle auto o dei parchi è sorprendente. Questo video mostra alcune scene di Gatsby con e senza effetti. Notate l'aggiunta dei riflessi ambientali sulle auto.
Oblivion, invece, ha scelto una strada completamente diversa, perlomeno per le scene nella base situata tra le nuvole. Invece di aggiungere il cielo in post-produzione digitalmente, lo hanno proiettato su un enorme schermo da 152 metri per 13 che circondava il set su 270 gradi. Su questo schermo 21 proiettori sincronizzati proiettavano immagini in movimento registrate su una montagna delle Hawaii.
L'effetto è strepitoso, anche perché grazie alle cineprese digitali odierne è stato possibile riprendere la scena usando la luce riflessa dallo schermo. Il che significa che le trasparenze attraverso i vetri, i riflessi sul pavimento e la luce che illumina gli ambienti e gli attori sono perfettamente naturali perché provengono dal “cielo”, esattamente come farebbero nella realtà. Il video qui sotto chiarisce il sistema utilizzato.
Fra l'altro, la tecnica di Oblivion è una versione molto aggiornata della front projection utilizzata da Douglas Trumbull e Stanley Kubrick per 2001 Odissea nello spazio. Se vi interessa l'argomento, su Film and Digital Times c'è un'intervista con tutti i dettagli tecnici (in inglese).
Un blog di Paolo Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale
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2013/07/06
2013/07/05
Disinformatico radio di stamattina, pronto il podcast
Potete scaricare qui il podcast della puntata di stamattina del Disinformatico radiofonico che ho condotto per la ReteTre della Radiotelevisione Svizzera. Questi i temi e i rispettivi articoli di supporto:
- Twitter leggerà la nostra cronologia di navigazione: come impedirlo
- Facebook, l’app per Android vi ruba il numero di cellulare
- Antibufala: davvero si può infettare un computer guardando un video?
- A spasso con NoScript, software contro spioni, truffatori e pubblicitari
- Videogiocatori attenzione: violate le password di Ubisoft
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Twitter leggerà la nostra cronologia di navigazione: come impedirlo
Questo articolo era stato pubblicato inizialmente il 05/07/2013 sul sito della Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera, dove attualmente non è più disponibile. Viene ripubblicato qui per mantenerlo a disposizione per la consultazione.
Twitter ha
annunciato
che consentirà alle agenzie pubblicitarie di visualizzare sugli
schermi degli utenti delle pubblicità basate sulle loro abitudini di
navigazione in Rete anche al di fuori di Twitter. Se frequentate un
sito, insomma, Twitter lo saprà e lo farà sapere ai pubblicitari,
che vi mostreranno su Twitter gli spot di quel sito.
Se siete
preoccupati per la privacy, per ora il servizio è limitato agli
utenti statunitensi ed è gestito in modo da anonimizzare il più
possibile i dati (per esempio usando un cookie), ma se volete
prevenire il problema potete andare nelle impostazioni
di Twitter e disattivare la casella di spunta Contenuto
sponsorizzato.
Potete
inoltre attivare la funzione Do Not Track
nelle impostazioni di privacy del vostro browser: le istruzioni per
Firefox, Internet Explorer e Safari sono su DoNotTrack.us.
Tutto questo
non ridurrà la pubblicità che vedrete usando Twitter via Web, ma la
renderà meno personalizzata. Advertising
Age nota che questa è una libertà di scelta che Facebook non
offre.
Se poi non
volete vedere affatto pubblicità su Twitter, c'è un trucco molto
semplice: usate un’applicazione apposita invece di consultare
Twitter via Web.
Facebook, l’app per Android vi ruba il numero di cellulare
Questo articolo era stato pubblicato inizialmente il 05/07/2013 sul sito della Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera, dove attualmente non è più disponibile. Viene ripubblicato qui per mantenerlo a disposizione per la consultazione.
La società
di sicurezza Symantec ha scoperto
che l’app di Facebook per dispositivi Android passa a Facebook il
numero del cellulare sul quale viene installata. E lo fa non appena
installate l’app, ancora prima che immettiate le vostre coordinate
di accesso a Facebook. Symantec spiega che non occorre che l’utente
fornisca il proprio numero di telefono, faccia login, effettui
un’azione specifica e non serve neanche che l’utente abbia un
account Facebook.
Facebook ha
detto che correggerà il difetto nella prossima versione dell’app
per Android e ha dichiarato che non usa i numeri di telefono
acquisiti in questo modo e li ha cancellati dai propri server, ma
dopo la recente scoperta
che il social network blu permetteva agli utenti di scaricare dati
personali altrui è un ennesimo esempio di come Facebook si prenda
con estrema disinvoltura delle libertà con le informazioni delle
persone, non solo dei propri utenti, ma anche di chi non ha un
account Facebook.
Antibufala: davvero si può infettare un computer guardando un video?
Questo articolo era stato pubblicato inizialmente il 05/07/2013 sul sito della Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera, dove attualmente non è più disponibile. Viene ripubblicato qui per mantenerlo a disposizione per la consultazione.
Sembra
impossibile che un video possa infettare un computer: in fin dei
conti, un video è semplicemente un flusso di immagini che viene
letto passivamente da un programma, giusto? Quindi non dovrebbe
essere possibile usare un video come vettore di attacco informatico.
Non è così, per cui scegliete bene le fonti dei vostri video da
scaricare (per quelli in streaming questo problema non c’è).
La conferma
arriva proprio da uno dei marchi che per molti utenti è
(erroneamente) sinonimo di maggiore sicurezza: Apple, che il 2 luglio
scorso ha annunciato
un aggiornamento di sicurezza, il 2013-003, che ripara varie falle di
QuickTime, che è il software usato spesso per visualizzare i video
scaricati.
Tre di queste
falle comportano che “la riproduzione di un file
video confezionato in modo ostile può portare a una terminazione
inattesa di un’applicazione o all’esecuzione di codice scelto
arbitrariamente”.
Traduzione: senza questo rattoppo, se aprite un video con QuickTime
sul vostro Mac, il video può eseguire un programma a suo piacimento
e quindi prendere il controllo del vostro computer.
L’aggiornamento
dovrebbe essere automatico, ma potete anche richiamarlo manualmente
scegliendo Mela > Aggiornamento Software.
In alternativa, potete scaricarlo da Apple per Snow Leopard qui,
per Lion qui e per
Mountain Lion qui.
Per sapere se
l’aggiornamento è già installato, scegliete Mela >
Informazioni su questo Mac, Più informazioni,
Resoconto di Sistema e
cliccate sulla sezione Software > Installazioni.
Se trovate una voce di nome Aggiornamento di
sicurezza 2013-003, siete a
posto.
A spasso con NoScript, software contro spioni, truffatori e pubblicitari
Questo articolo era stato pubblicato inizialmente il 05/07/2013 sul sito della Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera, dove attualmente non è più disponibile. Viene ripubblicato qui per mantenerlo a disposizione per la consultazione.
Capita spesso
di sentir consigliare Firefox e NoScript per ottenere una navigazione
più sicura contro gli attacchi informatici e più privata, che lasci
meno tracce collezionabili da chi ci vuole schedare per motivi
commerciali e di altro genere. Ma come si fa in pratica?
Il concetto
di NoScript è semplice: è un filtro che si installa in Firefox e
blocca le istruzioni eseguibili annidate nelle pagine Web
(Javascript, Java, Flash, Silverlight), autorizzando soltanto quelle
approvate dall’utente in base al sito di provenienza. Siccome
queste istruzioni (script)
hanno usi legittimi ma sono anche uno degli strumenti d’intrusione,
di truffa e di tracciamento più usati, questo approccio aumenta
molto la sicurezza dell’uso del Web.
Per
installare NoScript (è gratuito, sostenuto da libere donazioni),
andate con Firefox a http://noscript.net/getit
e cliccate sul pulsante Install.
Firefox vi chiederà il permesso d’installazione: dateglielo e
confermatelo anche nella schermata successiva, poi riavviate il
browser.
Dopo il
riavvio noterete che c’è una banda gialla in basso nella finestra
di Firefox: è il piccolo pannello di controllo di Noscript. Noterete
anche che la maggior parte dei siti che visitate viene visualizzata
in maniera incompleta o non funziona più: è intenzionale, perché
Noscript non sa ancora di quali siti vi fidate e li deve imparare.
Per insegnarglieli, cliccate sul pulsante Options:
se vi fidate del sito che state visualizzando, scegliete dal menu che
compare la voce Allow
seguita dal nome del sito che state visitando e NoScript considererà
affidabile quel sito da quel momento in poi. Potete anche dare una
fiducia temporanea scegliendo Temporarily Allow [nome
del sito].
Noterete
molti altri nomi di siti in questo menu di Noscript: sono quelli che
vi tracciano o che trasmettono pubblicità. Bloccateli pure. La
regola di base è sbloccare solo i siti che servono per vedere una
specifica pagina Web che vi interessa. All’inizio è un po’ una
scocciatura, ma Noscript impara in fretta e il guadagno in termini di
privacy, velocità e sicurezza giustifica la fatica.
Videogiocatori attenzione: violate le password di Ubisoft
Questo articolo era stato pubblicato inizialmente il 05/07/2013 sul sito della Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera, dove attualmente non è più disponibile. Viene ripubblicato qui per mantenerlo a disposizione per la consultazione.
Se siete
giocatori di Assassin’s Creed, Prince of Persia,
Splinter Cell o di un altro
dei tanti videogiochi di successo della Ubisoft, cambiate le vostre
password di gioco, e se usate la stessa password per altri servizi,
cambiatela anche lì: l’archivio di password di Ubisoft è stato
violato.
Lo ha
annunciato
la stessa Ubisoft il 2 luglio scorso: l’attacco è avvenuto via
Internet e gli aggressori hanno avuto accesso a “nomi
degli utenti, indirizzi di e-mail e password cifrate”
ma non a coordinate di carte di credito o di debito. Al momento non è
chiaro quanto fosse robusta la cifratura delle password custodite da
Ubisoft.
L’azienda
consiglia a tutti i propri clienti di cambiare la propria password
seguendo l’apposito
link.
Ubisoft sta
inoltre contattando i giocatori via mail per avvisarli del problema,
ma attenzione alle truffe: visto quello che è accaduto in passato in
casi analoghi, qualcuno potrebbe inviare mail false, spacciandosi per
Ubisoft, e convincere gli utenti a cliccare su un link che in
apparenza porta alla funzione di reset delle password dell’azienda
ma in realtà regala password e dati personali a una banda di
criminali informatici.
Il testo
della mail autentica è pubblicato
qui, ma comunque la cosa più semplice è andare manualmente al
blog
di Ubisoft e seguire il link di cambio password pubblicato lì.
2013/07/04
Ci ha lasciato Douglas Engelbart, papà di mouse, ipertesto e copiaincolla. Scusate se è poco
È morto l'altroieri, 2 luglio, Douglas Engelbart. Aveva 88 anni. A molti il nome non dirà nulla, ma Engelbart era l'inventore del mouse: l'aveva realizzato e dimostrato nel 1968 (ne avevo parlato in un articolo per il quarantennale) in una demo che è diventata famosa come la madre di tutte le demo, perché in un colpo solo Engelbart presentò il mouse, l'ipertesto e il copiaincolla insieme ad esempi di mail e videoconferenza. Era, ripeto, il 1968. Potete rivedere questa demo nei video qui sotto.
2013/07/03
Kaboom!
Questo è l'effetto che fa la reazione chimica simultanea di circa 630 tonnellate di dimetilidrazina asimmetrica e tetrossido di diazoto, il propellente altamente tossico di un lanciatore spaziale Proton M russo. Si tratta di una miscela ipergolica, ossia che reagisce per semplice contatto.
L'incidente è accaduto ieri al cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan, e riguarda un lancio senza equipaggio che doveva portare nello spazio tre satelliti del sistema GPS russo GLONASS. Non sembrano esserci feriti, ma solo danni minori ad alcuni edifici del complesso.
Notate il ritardo dell'audio, dovuto alla distanza dal punto di lancio (circa tre chilometri, a giudicare dalla durata del ritardo). Se vi state chiedendo come mai il missile non è stato distrutto in volo non appena è diventato evidente che era fuori controllo, mi risulta che i Proton non siano dotati di sistema di distruzione a distanza.
Maggiori dettagli e altri video sono su Astronautinews.it.
Fonti: Slate, Nasaspaceflight.com, BBC.
L'incidente è accaduto ieri al cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan, e riguarda un lancio senza equipaggio che doveva portare nello spazio tre satelliti del sistema GPS russo GLONASS. Non sembrano esserci feriti, ma solo danni minori ad alcuni edifici del complesso.
Notate il ritardo dell'audio, dovuto alla distanza dal punto di lancio (circa tre chilometri, a giudicare dalla durata del ritardo). Se vi state chiedendo come mai il missile non è stato distrutto in volo non appena è diventato evidente che era fuori controllo, mi risulta che i Proton non siano dotati di sistema di distruzione a distanza.
Maggiori dettagli e altri video sono su Astronautinews.it.
Fonti: Slate, Nasaspaceflight.com, BBC.
2013/07/01
Coglioni
Aggiornamento
Per definire Margherita Hack icona dell'astrofica mondiale proprio il giorno della sua morte ci vogliono proprio dei gran coglioni. Scusate la franchezza, ma quando ci vuole, ci vuole.
L'arrogante giustificazione fornita da Libero è ancora più illuminante: invece di chiedere scusa per l'errore, attaccano chi l'ha segnalato. In soldoni, la giustificazione significa “noi pubblichiamo acriticamente, senza neanche rileggerla, qualunque stronzata arrivi dall'agenzia ADNKronos”. Congratulazioni anche ad ADNKronos, allora, e a tutti quelli che pensano che fare copiaincolla sia giornalismo.
Grazie a @infrid per la segnalazione.
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