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2015/10/09
Arrestato e condannato guardone digitale: spiava attraverso le webcam dei PC
L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2015/10/09 20:50.
Si sa che i guardoni digitali, quelli che spiano le proprie vittime usando le webcam dei loro computer, esistono: ma sono un'idea troppo spesso astratta, che fa venir voglia di pensare “tanto a me non capiterà”. Un po' di concretezza arriva dal Regno Unito, con la notizia della condanna di uno di questi guardoni, un trentatreenne di Leeds, che usava il malware denominato Blackshades per infettare i computer (specificamente PC Windows) delle vittime e attivarne le webcam di nascosto.
L'uomo era stato arrestato a novembre del 2014 nell'ambito di una retata internazionale di utenti di Blackshades condotta insieme all'FBI. Sui suoi computer sono state trovate immagini di persone “impegnate in attività sessuali su Skype o davanti ai propri computer”, spiega il comunicato della National Criminal Agency britannica. Il guardone ha ammesso di aver usato Blackshades per monitorare le webcam altrui e i loro schermi, carpendone password e contenuto delle mail, e di aver trascorso da cinque a dodici ore al giorno in quest'attività ossessiva, durata circa tre anni, spiando non solo sconosciuti ma anche donne che conosceva personalmente.
L'uomo è stato condannato a 40 settimane di carcere (che sono state sospese e non sconterà se non commette altri reati), verrà iscritto per sette anni nel registro dei colpevoli di reati sessuali e dovrà svolgere 200 ore di lavoro sociale non retribuito; tutti i suoi computer sono stati sequestrati. La sentenza definitiva è stata emessa mercoledì scorso.
Difendersi da questi molestatori non è difficile: spesso basta un buon antivirus aggiornato che controlli tutto quello che viene scaricato, abbinato all'abitudine di non scaricare e installare applicazioni provenienti da chissà chi e soprattutto a un coperchio per la webcam, che la copra quando non è in uso. Passi semplici, che però si è poco motivati a fare. Magari mostrare la faccia di questi guardoni, come ha fatto la National Criminal Agency, è un buon incentivo a darsi da fare per non farsi fregare.
Si sa che i guardoni digitali, quelli che spiano le proprie vittime usando le webcam dei loro computer, esistono: ma sono un'idea troppo spesso astratta, che fa venir voglia di pensare “tanto a me non capiterà”. Un po' di concretezza arriva dal Regno Unito, con la notizia della condanna di uno di questi guardoni, un trentatreenne di Leeds, che usava il malware denominato Blackshades per infettare i computer (specificamente PC Windows) delle vittime e attivarne le webcam di nascosto.
L'uomo era stato arrestato a novembre del 2014 nell'ambito di una retata internazionale di utenti di Blackshades condotta insieme all'FBI. Sui suoi computer sono state trovate immagini di persone “impegnate in attività sessuali su Skype o davanti ai propri computer”, spiega il comunicato della National Criminal Agency britannica. Il guardone ha ammesso di aver usato Blackshades per monitorare le webcam altrui e i loro schermi, carpendone password e contenuto delle mail, e di aver trascorso da cinque a dodici ore al giorno in quest'attività ossessiva, durata circa tre anni, spiando non solo sconosciuti ma anche donne che conosceva personalmente.
L'uomo è stato condannato a 40 settimane di carcere (che sono state sospese e non sconterà se non commette altri reati), verrà iscritto per sette anni nel registro dei colpevoli di reati sessuali e dovrà svolgere 200 ore di lavoro sociale non retribuito; tutti i suoi computer sono stati sequestrati. La sentenza definitiva è stata emessa mercoledì scorso.
Difendersi da questi molestatori non è difficile: spesso basta un buon antivirus aggiornato che controlli tutto quello che viene scaricato, abbinato all'abitudine di non scaricare e installare applicazioni provenienti da chissà chi e soprattutto a un coperchio per la webcam, che la copra quando non è in uso. Passi semplici, che però si è poco motivati a fare. Magari mostrare la faccia di questi guardoni, come ha fatto la National Criminal Agency, è un buon incentivo a darsi da fare per non farsi fregare.
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