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2015/10/15
“Tecnologia aliena” avvistata intorno a una stella? Andiamoci piano
Ultimo aggiornamento: 2015/12/21 00:05.
Lasciando da parte i toni un po' sensazionalisti, la notizia pubblicata da Repubblica a proposito delle anomalie nella luce di una stella che fanno ipotizzare una “tecnologia aliena” ha un fondo di realtà. Piccolo, ma ce l'ha.
Tutto parte da un articolo scientifico in attesa di revisione e pubblicazione, che ha esplorato le insolite variazioni della luce provenienti dalla stella KIC 8462852, a circa 1500 anni luce dalla Terra, e registrate dalla sonda spaziale Kepler. Queste variazioni vengono usate in astronomia per identificare la presenza di pianeti extrasolari, perché se il pianeta passa davanti alla stella (dal punto di vista della sonda Kepler) ne riduce molto leggermente la luminosità (tipicamente di circa l'1% o meno) con cadenza periodica.
Le variazioni di KIC 8462852 sono insolite perché non sono periodiche e sono molto estreme: fino al 22% di diminuzione di luminosità. Questo indica che l'oggetto che copre la stella ha una forma irregolare ed è colossale: paragonabile a metà della larghezza della stella. Nessun pianeta, neppure un super-Giove, si avvicina neanche lontanamente a queste dimensioni.
Agli astronomi finora manca un fenomeno naturale conosciuto che possa spiegare tutti i dati (anche se alcuni fenomeni li spiegano quasi tutti), per cui è venuta spontanea l'ipotesi di un fenomeno artificiale, specificamente una civiltà aliena che costruisca immense strutture orbitanti per catturare l'energia della propria stella: un concetto non nuovo, noto come sfera di Dyson e immortalato fra l'altro in una bellissima puntata di Star Trek (Relics).
Contrariamente a quanto scrive Repubblica, le civiltà extraterrestri non sono affatto “argomento tabù per la scienza”, per cui gli astronomi ne discutono apertamente e concretamente, proponendo una nuova campagna di osservazioni astronomiche della stella: costerebbe poco e non richiederebbe nuovi apparati. E comunque stiano le cose quella stella è scientificamente interessante perché è insolita.
Questa storia è una bella dimostrazione del fatto che sarebbe impossibile tenere segreta la scoperta di una civiltà extraterrestre: gli astronomi non riuscirebbero a tenere la bocca chiusa e farebbero a cazzotti per essere i primi a pubblicare la notizia e assicurarsi fama eterna.
Trovate maggiori dettagli tecnici nel bell'articolo dell'astronomo Phil Plait per Slate e in questo articolo di The Atlantic (entrambi in inglese).
2015/12/21: La NASA segnala che un’indagine separata della medesima stella, già svolta esaminando i dati raccolti dal telescopio spaziale Spitzer, che osserva l’universo nell'infrarosso, rende molto probabile una spiegazione cometaria: oggetti rocciosi (o artificiali) avrebbero un’emissione termica che invece manca. Questa mancanza è giustificabile ipotizzando delle comete, per natura molto fredde, che orbitano in uno sciame intorno alla stella. Ma per saperne di più serviranno ulteriori osservazioni.
Lasciando da parte i toni un po' sensazionalisti, la notizia pubblicata da Repubblica a proposito delle anomalie nella luce di una stella che fanno ipotizzare una “tecnologia aliena” ha un fondo di realtà. Piccolo, ma ce l'ha.
Tutto parte da un articolo scientifico in attesa di revisione e pubblicazione, che ha esplorato le insolite variazioni della luce provenienti dalla stella KIC 8462852, a circa 1500 anni luce dalla Terra, e registrate dalla sonda spaziale Kepler. Queste variazioni vengono usate in astronomia per identificare la presenza di pianeti extrasolari, perché se il pianeta passa davanti alla stella (dal punto di vista della sonda Kepler) ne riduce molto leggermente la luminosità (tipicamente di circa l'1% o meno) con cadenza periodica.
Le variazioni di KIC 8462852 sono insolite perché non sono periodiche e sono molto estreme: fino al 22% di diminuzione di luminosità. Questo indica che l'oggetto che copre la stella ha una forma irregolare ed è colossale: paragonabile a metà della larghezza della stella. Nessun pianeta, neppure un super-Giove, si avvicina neanche lontanamente a queste dimensioni.
Agli astronomi finora manca un fenomeno naturale conosciuto che possa spiegare tutti i dati (anche se alcuni fenomeni li spiegano quasi tutti), per cui è venuta spontanea l'ipotesi di un fenomeno artificiale, specificamente una civiltà aliena che costruisca immense strutture orbitanti per catturare l'energia della propria stella: un concetto non nuovo, noto come sfera di Dyson e immortalato fra l'altro in una bellissima puntata di Star Trek (Relics).
Contrariamente a quanto scrive Repubblica, le civiltà extraterrestri non sono affatto “argomento tabù per la scienza”, per cui gli astronomi ne discutono apertamente e concretamente, proponendo una nuova campagna di osservazioni astronomiche della stella: costerebbe poco e non richiederebbe nuovi apparati. E comunque stiano le cose quella stella è scientificamente interessante perché è insolita.
Questa storia è una bella dimostrazione del fatto che sarebbe impossibile tenere segreta la scoperta di una civiltà extraterrestre: gli astronomi non riuscirebbero a tenere la bocca chiusa e farebbero a cazzotti per essere i primi a pubblicare la notizia e assicurarsi fama eterna.
Trovate maggiori dettagli tecnici nel bell'articolo dell'astronomo Phil Plait per Slate e in questo articolo di The Atlantic (entrambi in inglese).
2015/12/21: La NASA segnala che un’indagine separata della medesima stella, già svolta esaminando i dati raccolti dal telescopio spaziale Spitzer, che osserva l’universo nell'infrarosso, rende molto probabile una spiegazione cometaria: oggetti rocciosi (o artificiali) avrebbero un’emissione termica che invece manca. Questa mancanza è giustificabile ipotizzando delle comete, per natura molto fredde, che orbitano in uno sciame intorno alla stella. Ma per saperne di più serviranno ulteriori osservazioni.
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