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Il Disinformatico

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2006/07/14

Attivissimo.net fermo domattina (14/7)

Attivissimo.net fermo domattina (14/7) per manutenzione, niente panico

C'è un po' di manutenzione hardware da fare, per cui domattina (venerdì) Attivissimo.net sarà irraggiungibile per un breve periodo.

Aggiornamento (20060714, 11:45)

Manutenzione terminata stamattina presto, tutto a posto.

2006/07/13

Prova di Gizmo questa sera

Aiutatemi a provare Gizmo stasera!

Chiamatemi da adesso fino alle 22 su Gizmo, se volete fare una prova e fare due chiacchiere: mi trovate come paoloattivis. Speriamo sia meglio di OpenWengo.
  • Interfaccia intuitiva e in italiano (o perlomeno qualcosa che gli somiglia).
  • Test audio integrato e automatico. Funziona.
  • Registrazione delle conversazioni integrata.
  • Tempi di risposta in chat molto rapidi.
  • Disponibile per Windows, Mac e Linux.
  • Crash al primo tentativo di chiamata.
  • Al secondo tentativo (chiamata ricevuta), clicco sull'icona per rispondere ma il programma mi ignora e continua a squillare.
  • Al terzo tentativo (chiamata uscente), squilla ma il destinatario non risponde, e il programma non permette di interrompere il tentativo di chiamata.
Se questa è la qualità delle alternative, Skype si merita la sua posizione dominante; per quanto discutibile sia la sua politica aziendale, perlomeno il suo software funziona.

Chi mi aiuta a testare OpenWengo al posto di Skype?

Prova sul campo di OpenWengo, alternativa libera a Skype

Questo articolo vi arriva grazie alla donazione straordinaria di "mc7485".

Come sapete, ho mollato Skype dopo la scoperta dei suoi trucchetti che favorivano Intel ai danni della concorrenza, e da allora sono a caccia di un'alternativa che sia conforme agli standard aperti (diversamente da Skype, che usa un protocollo tutto suo) e preferibilmente basata su software libero.

Molti di voi mi hanno consigliato di provare OpenWengo, disponibile per Windows, Mac e Linux, distribuito secondo licenza GPL (niente trucchetti, quindi) e dotato di plug-in per Firefox.

Eccomi qua: da subito fino alle 19 circa, mi trovate su OpenWengo come paoloattivis. Se avete un microfono, possiamo comunicare a voce oltre che in chat. Fatevi sentire! Pubblicherò qui i risultati della prova.

Risultati

Il software, perlomeno in versione Mac, è una vera schifezza. Crasha con estrema disinvoltura, ha un'interfaccia per nulla intuitiva, e l'audio è risultato inascoltabile in tutte le chiamate fatte durante l'oretta di prove. L'unica cosa che funziona è la chat. A proposito: grazie a tutti per il test!
  • Il software è soltanto in inglese e francese (ma essendo software libero, chiunque può creare la versione italiana o in qualsiasi altra lingua).
  • Chiamando un utente non connesso, risponde una voce in francese, e non mi sembra ci sia modo di cambiarla.
  • Non so se è per via dei privilegi limitati del mio account di lavoro sul Mac, ma le opzioni di privacy e di notifica sono in grigio e non modificabili.
  • Sembra che si possa interfacciare con i client di messaggistica istantanea di GoogleTalk, MSN, AIM/ICQ e Jabber.
  • Il numero di test 333 ha funzionato, ma nessuna chiamata da utente a utente ha avuto successo.
  • L'opzione di invio di SMS (a 8 eurocent l'uno) funziona.
  • Vengono dati 2 euro di credito appena si attiva il software. Chi vuole ulteriore credito deve registrarsi per i servizi a pagamento.
In sintesi, OpenWengo non è un'alternativa decente. Ora scarico e installo Gizmo.

2006/07/09

False mail di Poste.it, phishing insolito

Attenti alle false comunicazioni di Poste.it, sono un phishing evoluto



Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "candyshop.life" e "marvek".

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.


Da un paio di giorni mi arrivano segnalazioni di un insolito tentativo di phishing ai danni degli utenti di Poste.it. Non solo il messaggio-esca è confezionato in modo molto professionale, senza errori d'italiano e con un linguaggio molto burocratese e realistico, ma la sua caratteristica saliente è che a differenza dei phishing tradizionali, questo non contiene alcun link-trappola.

Dopo il logo di Posteitaliane, come vedete nell'immagine qui sopra, il messaggio ha un'intestazione molto formale:

Informazioni Utente:
Tipo di Servizi Erogati: Erogazione Servizi Per Privato (cod. 001)
Codice Cliente: 8010225/001(s)
Indirizzo: [ VERIFICATO MEDIANTE TELEGRAMMA ]
Cod. Ufficio postale prima registrazione: 0001826/(S 2)

Davvero geniale l'idea del "verificato mediante telegramma": in questo modo il phisher evita di rivelare che non sa l'indirizzo postale del destinatario ma crea l'impressione di conoscerlo.

Oggetto: Comunicazione Urgente nr. 802 - 07/2006

Gentile Cliente,

I servizi PosteOnLine di PosteItaliane, che Le consentono di effettuare operazioni postali direttament dal Web, saranno temporaneamente interrotti a causa di inefficienze tecniche che il nostro personale tecnico provvederà a riparare.

L'interruzione dei servizi avverrà Lunedì 17 Luglio a partire dalle ore 06.00.Il Ripristino dei suddetti, avverrà entro e non oltre Lunedì 24 Luglio.

Entro tale data tutti i servizi Internet di PosteOnLine saranno ripristinati.Questo processo di upgrade potenzierà i servizi di Web Banking riducendo i tempi di attesa e rendendo le operazioni più sicure e stabili.

Un'interruzione di servizio di un'intera settimana è un po' anomala, persino per i livelli di disservizio ai quali si è purtroppo abituati in Italia, ma passa facilmente inosservata grazie al linguaggio burocratico e alle diffide incluse nel testo:

In base agli artt. 143 e 213/a, da Lei accettati al momento della sottoscrizione del contratto, Posteitaliane declina ogni responsabilità oggettiva e/o soggettiva relativa all'interruzione dei servizi in oggetto, fornendo valide e utili alternative ai servizi resi non operativi da problemi tecnici derivanti da cause che, tuttavia, prescindono dalla volontà di Posteitaliane.L'utente finale viene avvertito con un utile anticipo di almeno 5 giorni per ridurre al minimo eventuali disagi arrecati.

Come ulteriore autenticazione, il messaggio-esca invita a contattare le Poste, confidando che la maggior parte delle vittime non lo farà:

E' possibile richiedere maggiori informazioni a riguardo contattando il numero verde di Posta On-Line dedicati ai servizi di Web Banking.In alternativa, può recarsi in uno dei punti Poste Italiane.E' disponibile un elenco completo di tutti i punti PosteItaliane su territorio nazionale, cliccando sul link riportato nell'intestazione della presente mail.

A questo punto c'è un'altra frase che dovrebbe suscitare qualche dubbio:

Inoltre, tale processo di upgrade provocherà la perdita delle Sue informazioni relative ai Dati di accesso alle operazioni On-Line.

Come è possibile che un'azienda perda intenzionalmente i dati dei clienti? Non sono capaci di farne una copia? L'upgrade lo fanno fare a Mister Magoo?

E' a questo punto che scatta la trappola:

Al fine di ovviare a questo inconveniente, può inviare i seguenti dati via mail (rispondendo alla presente) o via fax (numero specificato di seguito).

1) Nome e Cognome
2) Attuale Nome Utente per l'accesso ai Servizi di PostaOnLine
3) Attuale Password per l'accesso ai Servizi di PostaOnLine
4) Attuale Codice Dispositivo Cliente*.Nel caso di possessore carte Postepay, riportare le ultime 8 cifre ( 4023 6004 XXXX XXXX )** , data di scadenza e codice di verifica riportato sul retro della carta e costituito dalle ultime 3 cifre.
5) Attuale indirizzo email (solo per comunicazioni via fax)

** Solo per i possessori di Carte Prepagate PostePay - Riportare le ultime 8 cifre della Sua carta Postepay.
Esempio: la Sua carta PostePay è costituita dalle cifre 4023 6004 XXXX XXXX - Riportare solo le ultime 8 cifre corrispondenti alle X come sù riportato.
Riportare, inoltre, la data di scadenza riportata sul fronte della carta e il codice di verifica (cvv2).Il codice di verifica è situato sul retro della carta.E' rappresentato dalle ultime 3 cifre presenti sul retro in corrispondenza della striscia bianca.

Si è invitati, insomma, a comunicare tutti questi dati rispondendo al messaggio. Ma il mittente vero del messaggio è posteitaliane@inbox.com, che ovviamente non è un indirizzo di Poste.it ma appartiene al truffatore (alcuni programmi di posta insicuri potrebbero visualizzare soltanto l'indirizzo fasullo assistenza@poste.it).

Rispondendo al messaggio, quindi, regalereste tutti i vostri dati al truffatore. Ecco perché non c'è il classico link-trappola: la trappola sta nell'indirizzo al quale viene mandata la risposta della vittima.

Le finezze psicologiche continuano:

Importante: NON BISOGNA RIPORTARE IL CODICE PIN NE' NESSUN ALTRO TIPO DI INFORMAZIONE NON RICHIESTA NELLA PRESENTE.

"Visto?" dice il truffatore, "noi ci teniamo alla tua sicurezza: mica ti chiediamo il PIN, anzi guai se ce lo mandi!". E' purtroppo una rassicurazione inutile, perché le frodi sulle carte di credito si possono fare anche senza conoscere il PIN (lo so per esperienza personale -- come vittima, non come truffatore, s'intende!).

Come se non bastassero questi giochini mentali, l'artista della truffa rincara la dose:

Come precedentemente riportato, è possibile inviare le suddette informazioni via mail (rispondendo alla presente) o via fax al numero: 899.102.102 (tariffazione unica in tutta italia - 1.02 euro alla risp. più 27 cent/euro al secondo).

L'offerta del numero telefonico è un bluff: fa sembrare molto autorevole il messaggio, ma in realtà l'indicazione esplicita delle tariffe esosissime (27 cent al secondo!) è concepita per indurre l'utente a non chiamare il numero in questione e a inviare i dati via e-mail. Fra l'altro, stando al test di un lettore (grazie pietro.m****), il numero è inesistente, stando perlomeno alla voce registrata che si sente si arriva alla settima cifra.

Si tratta, insomma, di un phishing veramente ben fatto rispetto alla sgrammaticata media del settore. Per contrastarlo, oltre a farne segnalazione alla Polizia delle Comunicazioni, si potrebbe saturare la casella di posta con dati fasulli o anche con semplici e-mail di protesta. Al momento in cui scrivo, la casella sembra essere ancora attiva.

Frugando negli archivi di Google Gruppi, sembra che si tratti di una riedizione di un messaggio già circolato ai primi di aprile 2006 con dati leggermente diversi ma la medesima struttura.

2006/07/08

Zio Bill abbraccia il formato OpenDocument: addio ai formati proprietari?

Questo articolo vi arriva grazie alla donazione straordinaria di "liciapar".

Microsoft offrirà una serie di programmi gratuiti che consentiranno anche a Word, Excel e Powerpoint di usare il formato libero e aperto OpenDocument, recentemente diventato standard ISO/IEC 26300 e noto a molti come il formato utilizzato dalla suite libera e gratuita OpenOffice.org e da altri programmi come AbiWord e Kword. Il primo di questi programmi è già disponibile da un paio di giorni.

E' un bel cambio di rotta per Microsoft, che fino all'altroieri osteggiava il formato OpenDocument per ragioni di bottega: zio Bill ha sempre temuto che usare un formato standard avrebbe ridotto la dipendenza degli utenti dai programmi Microsoft. Forse le pressioni esercitate da governi come quello del Massachusetts (che ha detto chiaramente a Microsoft "o supporti OpenDocument, o qui nessuno userà più MS Office") e del Belgio (che ha da poco avviato la migrazione a OpenDocument) e le imminenti sanzioni UE hanno indotto Gates a più miti e moderni consigli.

Dal punto di vista degli utenti, questo è un grande risultato, perché consente finalmente la condivisione universale di documenti senza il problema di sapere se tutti i destinatari hanno e usano lo stesso programma e la stessa versione del programma (le magagne di compatibilità fra versioni differenti di Word ed Excel, o fra loro edizioni in lingue differenti, sono ben note).

In sostanza, entro breve tempo si potranno inviare a chiunque documenti editabili scritti, per esempio, con OpenOffice.org, senza obbligare il destinatario a scaricare, imparare e usare OpenOffice.org (o un altro programma che gestisca il formato OpenDocument) ma invitandolo semplicemente a scaricare un piccolo plug-in per Microsoft Office.

In questo modo, chi vuole restare fedele a Microsoft Office può farlo; chi invece preferisce avere la garanzia di poter leggere i propri documenti elettronici oggi, domani e fra vent'anni senza dover sottostare a licenze-capestro decise da un fornitore unico e ai conseguenti esborsi può usare software meno costoso e altrettanto efficace (perlomeno per le situazioni più comuni), senza più preoccuparsi della compatibilità.

Per fare un paragone col mondo reale, è come se finalmente ci fossimo tutti messi d'accordo per parlare un'unica lingua franca. E l'uso di una "lingua franca" in informatica ha un precedente particolarmente illustre, che avete davanti agli occhi: è proprio l'adozione di uno standard aperto e libero che ha consentito la nascita di Internet, basata appunto su protocolli che chiunque può usare e permettono a computer differenti di comunicare tra loro.

Prima di questi protocolli, la marca X di computer parlava soltanto con quella medesima marca e gli utenti delle nascenti reti telematiche (CompuServe, Prodigy, Genie, AOL... ve le ricordate?) potevano comunicare soltanto con altri utenti della stessa rete. Tanti ghetti chiusi, tante isole separate da oceani di incompatibilità. Poi è arrivato il buon senso ed è nata Internet, con il successo travolgente e la creazione di nuovi mercati e nuove occasioni di lavoro e di cultura che tutti ben conosciamo. Tutto grazie al concetto del software libero e degli standard aperti.

L'abbraccio di Microsoft, tuttavia, non è del tutto privo di riserve: OpenDocument non diventa il formato predefinito di Word, Excel e Powerpoint, ma semplicemente un'opzione in più da aggiungere manualmente a questi programmi. Gli utenti dovranno quindi superare la naturale inerzia e decidere quale formato adottare.

Come indicato da Betanews, uno dei programmi gratuiti di conversione sponsorizzati da Microsoft è già disponibile come versione alpha su Sourceforge (per Windows NT/2000/XP) e converte dal formato OpenXML delle versioni più recenti di Microsoft Office al formato OpenDocument e viceversa.

Niente conversione dei famosi (e famigerati) .DOC binari, per ora: verrà aggiunta in seguito tramite un aggiornamento dei vecchi MS Office che permetterà loro di salvare in OpenXML, dal quale si potrà poi salvare in OpenDocument. Macchinoso, vero? E' chiaro, insomma, che chi sperava in un semplice "Salva come OpenDocument" all'interno di Microsoft Office resterà deluso.

I convertitori per Excel e Powerpoint arriveranno nei primi mesi del 2007. Sono coinvolti nel progetto di Microsoft la società francese Clever Age, l'indiana Aztecsoft e la tedesca Dialogika.

C'è una celebre frase attribuita a Gandhi: "Dapprima ti ignorano. Poi ti deridono. Poi ti combattono. E poi vinci". Si sente nell'aria profumo di vittoria. E il bello è che stavolta nessuno deve perdere.

Sonjaswette, nuda alla finale dei mondiali?

Sonja promette di correre in campo nuda alla finale dei mondiali se la cliccate abbastanza. Sarà vero?

Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "d5568" e "at".

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Mi spiace per chi ci sperava e ci è cascato, ma la risposta alla domanda retorica del titolo è no. No, Sonja (qui accanto in una posa poco entusiasta) non farà alcuna corsa nature durante la finale dei mondiali di calcio: ma l'ideatore tedesco del sito Sonjaswette.com, che ha lanciato in tutto il mondo la promessa, farà una gioiosa corsa in banca ad incassare i proventi degli sponsor pubblicitari della sua trovata. Speriamo che li divida con Sonja, che ha prestato volto e (a quanto pare) deretano all'operazione commerciale.

Dice infatti il sito: "Una mia amica (si chiama Sonja e adora Ballack) ha fatto una scommessa con me: se dal 10.6 fino al giorno della finale 5 milioni di persone avessero visitato questa pagina, lei sarebbe corsa completamente nuda sul campo durante l'incontro :-))". Il sito offre anche un assaggio delle grazie dell'amica: "Con 1 milione di visitatori inserirò una sua foto, con 2 milioni mi darà una sua foto in tanga. Con 3 milioni ne pubblicherò una in topless e con 4 milioni potrete vedere una sua foto completamente nuda, come 'antipasto'."

Tanto di cappello per l'inventiva e per l'astuzia nel far leva sulle pulsioni umane basilari e sul marketing virale: il sito è semplicemente un trucco per indurre gli speranzosi a visitarlo e quindi far salire gli utili pubblicitari grazie ai banner presenti nelle sue pagine.

Il contatore presente nel sito (in pagine disponibili in varie lingue, italiano compreso) è in realtà fisso , come si può vedere dal suo HTML, e non si incrementa quando viene visitato. Oltretutto resta caparbiamente, guarda caso, sotto il livello topless: tutto quello che offre il sito è una foto del viso della presunta Sonja, con una scritta scurrile in tedesco, e di un suo tanga. Non agitatevi, è piuttosto castigato.

E' interessante notare che le statistiche del sito rivelano sia l'entità notevole del successo della trovata (oltre un milione di visitatori unici, sei milioni di visualizzazioni complessive), sia il paese che più ha visitato Sonjaswette.com. Per ingenuità o per fame? Meglio non sapere.

2006/07/06

Zone Alarm 6.5 impallato?

Problemi diffusi con l'ultima versione di Zone Alarm: meglio non fare l'aggiornamento

Questo articolo vi arriva grazie alla donazione straordinaria di "liciapar".

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Se non avete ancora fatto l'aggiornamento di Zone Alarm alla versione 6.5, fatelo con prudenza! Moltissimi lettori mi stanno segnalando problemi con l'ultimo aggiornamento di questo noto firewall (quello che da anni consiglio come alternativa al colabrodo che è il firewall integrato in Windows).

Dopo l'aggiornamento dalla versione 6.1 alla 6.5, molti segnalano che Internet diventa inaccessibile e/o si pianta Windows e/o non funziona Firefox (ma IE sì) e altre follie del genere, ed è difficilissimo disinstallare e ripristinare.

Sembra che stavolta ZoneLabs, la ditta che produce Zone Alarm, abbia toppato alla grande. Non ho una macchina Windows sulla quale fare dei test (io uso solo Mac e Linux), per cui posso soltanto consigliarvi di accedere ai forum di Zone Alarm da un altro PC e leggere le istruzioni proposte per sistemare lo sconquasso. Sono in inglese, ma se qualcuno è in grado di confermarmi che funzionano, le traduco e le pubblico qui (vedi sotto).

Nel frattempo, se siete rimasti alla versione 6.1, tenetevela stretta e ignorate gli inviti ad aggiornarla.

Aggiornamento (2006/07/06 23:30)

Un lettore, dguerri, suggerisce di "porre < /clear > in fondo alla stringa di disinstallazione e di cancellare poi manualmente i folder di Zonelabs (suggerimento già segnalato per un altro problema tempo fa)."

Altri lettori, invece, segnalano di aver installato senza problemi la nuova versione. E' possibile che succeda perché ZoneLabs ha aggiornato e corretto la versione bacata, ma visto che è molto reticente in proposito, è soltanto un'ipotesi.

Aggiornamento (2006/07/07 20:40)

I commenti (qui sotto) indicano che l'attuale versione 6.5 è stata sistemata e non dovrebbe più causare problemi.

In ogni caso, siccome ho ricevuto conferma dell'efficacia delle istruzioni indicate sul forum di Zone Labs, le traduco e riassumo qui.

Invece di usare la funzione di aggiornamento di Zone Alarm, scaricate dai link seguenti la copia aggiornata e scaricatela sul Desktop, e non installatela fino a quando avete eseguito completamente queste istruzioni.

ZoneAlarm gratuito

ZoneAlarm con Antivirus

ZoneAlarm Pro

ZoneAlarm Security Suite

Quando avete scaricato la copia nuova di Zone Alarm, scollegatevi da Internet, fermate tutti i programmi in esecuzione in background (compresi antivirus, software di sicurezza, eccetera) e tenete attivo solo quello che serve per far girare Windows.

A questo punto dovete eseguire una disisntallazione completa di Zone Alarm, seguita da una reinstallazione. Per la disinstallazione:

Start -> Programmi -> Zone Labs. Clic destro su Uninstall Zone Labs Security: selezionate Proprietà. In Destinazione troverete questa riga:

"C:\Programmi\Zone Labs\ZoneAlarm\zauninstexe"

Cambiate questa riga in:

"C:\Programmi\Zone Labs\ZoneAlarm\zauninst.exe" /clean

In altre parole, aggiungete uno spazio e poi /clean. Cliccate su OK per salvare la nuova riga di comando.

In Zone Alarm, scegliete la scheda Overview e la sezione Preferences. Cercate la scheda General, che contiene una casella etichettata Load Zone Alarm at Startup (avvia Zone Alarm all'avvio di Windows). Togliete il segno di spunta da questa casella. Compare un messaggio di avviso: cliccate su Yes.

Start -> Programmi -> Zone Labs -> Uninstall Zone Labs Security. Cliccate su OK per eseguire il programma di disinstallazione e cliccate su OK negli eventali avvisi di sicurezza. Confermate con Yes quando vi viene chiesto se volete rimuovere tutti i file e rispondete Yes agli eventuali altri messaggi che compaiono: in questo modo TrueVector portà chiudersi.

Riavviate Windows. Dopo il riavvio, controllate se ci sono le seguenti cartelle e cancellatele se le trovate:

- Internet Logs nella cartella principale di Windows

- la cartella Zone Labs nella cartella Programmi

- la cartella Zone Labs nella cartella Windows\System32

Vuotate la cartella temporanea (di solito si chiama C:\Documents and settings\[il vostro nome di login]\Impostazioni locali\Temp). Poi vuotate la cartella Prefetch (nella cartella principale di Windows). Infine, vuotate il Cestino e riavviate il computer.

Al riavvio, non lasciate che ripartano altri programmi, ccome descritto prima. Interrompete tutti i programmi in esecuzione in background (compresi antivirus eccetera).

A questo punto installate la copia di Zone Alarm che avete scaricato prima, lasciando che Zone Alarm gestisca da solo le impostazioni dei programmi (Program Settings): potete modificare queste impostazioni a mano in seguito.

Fatto questo, riavviate e ricollegatevi a Internet; assicuratevi che siano attivati tutti i programmi, compreso Zone Alarm e compresi tutti i programmi che avevate disabilitato.


Spero che queste istruzioni siano utili: io non le ho potute provare.

2006/07/04

Repubblica: “Ogni anno sulle strade d'Europa muoiono 235 milioni di persone”

Cerco di non segnalare tutti i refusi che vedo e mi vengono segnalati nei giornali blasonati in Rete, perché sarebbe un fiume in piena, ma questa perla merita una segnalazione speciale per la sua spettacolarità e longevità.

Da diversi giorni, infatti, Repubblica lascia sul proprio sito un articolo che offre, sia nel titolo sia nel testo, un dato di assoluto, imprescindibile allarme planetario: lo vedete nell'immagine qui sopra.

Altro che aviaria, terrorismo o guerra termonucleare: la vera ecatombe, la minaccia totale alla sopravvivenza del genere umano, è l'automobile. Secondo chi ha redatto questo capolavoro d'informazione, infatti,

"Ogni anno sulle strade d'Europa muoiono 235 milioni di persone, 7 invece finiscono in ospedale. Sono i dati preoccupanti diffusi oggi dalla Commissione europea che ha sollecitato gli Stati membri a rafforzare la prevenzione degli incidenti stradali che rappresentano la quarta causa di decessi nell'Ue"


Viene da chiedersi quali siano le altre tre cause, visto che questa è soltanto la quarta, e se rimanga vivo qualcuno dopo uno sterminio del genere, considerato che la popolazione dell'Unione europea assomma a circa 460 milioni di anime: secondo Repubblica, insomma, ogni anno la popolazione europea viene più che dimezzata. Fra meno di due anni saremo tutti morti.

Viene da chiedersi anche dove abbia parcheggiato il cervello chi ha scritto e persino titolato una stupidaggine del genere e chi non l'ha controllata. Nessuno, nessuno dei responsabili di Repubblica si è posto la banale domanda "ma 235 milioni non sono un po' tanti?".

Complimenti vivissimi per il classico esempio di analfabetismo numerico. Adesso vediamo quanto tempo passa prima che Repubblica corregga. Sono le 14:10.

Grazie ai tanti lettori che mi hanno segnalato questo ennesimo chiodo conficcato a tradimento nella bara del giornalismo tradizionale.

Aggiornamento (2006/07/04 19:25)


Repubblica ha rimosso l'articolo.

2006/07/03

Antibufala: i cellulari sono pericolosissimi, cuociono persino le uova!

Questo articolo vi arriva grazie alla donazione straordinaria di "trucchis" ed è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Grazie alla risonanza di siti come Disinformazione.it e la corazzata Beppegrillo.it, sta circolando di nuovo vivacemente una bufala secondo la quale due cellulari accesi sono in grado di cuocere un uovo. Figuriamoci, quindi, cosa sarebbero in grado di fare al vostro cervello.

La storia è raccontata qui da Disinformazione.it (un nome, un programma) e qui da Beppegrillo.it (grazie a alearr per la segnalazione):


" Alcuni ricercatori hanno messo un uovo in un portauovo di porcellana tra due cellulari. Quindi li hanno messi in comunicazione tenendoli accesi. Nei primi 15 minuti non è cambiato nulla. Dopo 25 minuti il guscio dell'uovo ha cominciato a scaldarsi. Dopo 40 minuti la parte bianca dell'uovo era solida. Dopo 65 minuti l'uovo era ben cotto." (da Beppegrillo.it)

Il fatto che sia Beppegrillo.it, sia Disinformazione.it parlino vagamente di "alcuni ricercatori", senza indicare una fonte precisa, dovrebbe mettere la pulce nell'orecchio (o nell'auricolare, per i telefoninomani). Infatti si tratta di una bufala messa in giro di recente dal sito russo Komsomolskaya Pravda in questo articolo (in russo) del 2006, che però a sua volta si ispira a una pagina-burla datata 2000 e scritta dall'inglese Charlie Ivermee.

Caso mai non fosse chiaro che l'articolo originale di Ivermee era humour britannico (una satira dell'incapacità culinaria delle nuove generazioni, viziati come sono dal preconfezionato dei supermercati, e della loro ossessione per i telefonini), c'è chi ha fatto due conti e dimostrato che neppure tutta l'energia delle batterie di due cellulari è sufficiente a cuocere un uovo, persino nel caso (assolutamente ipotetico) in cui tutta l'energia venisse convertita in onde radio (in realtà parte dell'energia si disperde sotto forma di calore) e tutte le onde radio si concentrassero sull'uovo invece di disperdersi in tutte le direzioni.

Come capita spesso, quando si è innamorati di un proprio preconcetto, si perde il senso dell'umorismo e si diventa facile preda di qualsiasi baggianata che sembra confermare quel preconcetto.

Complimenti vivissimi per il rigore giornalistico, dunque, a Beppegrillo.it e Disinformazione.it e a tutti gli altri siti che hanno fatto circolare questa bufala senza prendersi la briga di controllarla.

E poi c'è chi se la prende con me perché la meno sempre con la richiesta delle fonti delle notizie: questi sono i mirabili risultati che si ottengono quando si pensa che le fonti siano superflue. Grillo dixit, dunque dev'essere vero, non c'è bisogno di controllare le fonti, giusto?

Sia ben chiaro che questo non vuol dire che i telefonini sono assolutamente innocui: vuol dire semplicemente che non è possibile usarli per cuocere un uovo e che quindi diffondere questa storia falsa come "dimostrazione" della pericolosità dei cellulari rischia di gettare nel ridicolo anche le preoccupazioni legittime basate su dati meno spettacolari.

Aggiornamento (2006/07/04)


Numerosi commenti qui sotto sostengono che l'articolo di Grillo sia ironico e che la notizia sia chiaramente presentata come una burla. I commenti allarmati e indignati dei lettori di Grillo sembrano indicare che l'ironia, se c'era, non è stata colta da molti.

I commenti di insulto gratuito verranno cancellati. Se avete critiche da fare, articolatele pure; ma il semplice insulto, per favore, lasciatelo dentro la tastiera.

Aggiornamento (2007/01/21)


Il 18/1/2007 ho avuto occasione di parlare direttamente con Beppe Grillo di questa storia durante una trasmissione radiofonica su Radio Città del Capo. La registrazione è linkata qui. Grillo ha ribadito che a suo parere la storia è autentica e non è stata presentata come burla.

2006/07/01

MSN si pagherà? Microsoft nega

Antibufala: MSN diventa a pagamento? Microsoft smentisce

Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "kwisatzhaderach_681" e "marco19_70".

Ricordate l'appello che circolava via Internet, secondo il quale Microsoft avrebbe fatto diventare a pagamento alcuni suoi servizi gratuiti a chi non diffondeva 18 copie dell'appello stesso? E' in giro dal 2001, e ogni tanto ritorna, aggiornato nelle date, ma continua ad essere una bufala.

Se non vi bastasse la mia indaginetta che smentisce l'appello, Microsoft ha fornito una smentita diretta tramite il country manager italiano di Msn.it, Stefano Maruzzi, nel programma Reporter Diffuso di Sky TG24, condotto da Marco Montemagno. Il suo efficace commento è che l'appello "non sta né in cielo né in terra", e questo dovrebbe far riflettere chi persevera nell'inoltrarlo senza fermarsi un attimo a verificarlo in Google. L'altro ospite (telefonico) della trasmissione sono io, per un rapido commento sulle teorie complottiste sull'11 settembre. Potete vedere il programma Reporter Diffuso qui.
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