Ultimo aggiornamento: 2020/12/28 12:55.
Ieri (26 dicembre) il Corriere della Sera ha pubblicato un’intervista, a firma di Monica Guerzoni, al commissario straordinario italiano per l’emergenza Covid Domenico Arcuri (copia permanente).
L’intervista contiene un perfetto esempio di pessima comunicazione su un tema delicatissimo:
La Germania ha avuto 150 mila dosi e noi 9.750?
«Il
numero di dosi simboliche per partire tutti assieme il 27 dicembre è
proporzionale alla popolazione, la Germania dalla Ue ha avuto le stesse
dosi o poco più».
È un virgolettato: quello che il lettore si aspetta sia una trascrizione esatta e fedele delle precise parole dette dall’intervistato.
Ma la proporzione è sbagliata: la Germania ha 83 milioni di abitanti e l’Italia ne ha 60 milioni. Il rapporto di popolazione è 83/60, ossia 1,38. Il rapporto delle dosi simboliche è invece 150.000/9750, ossia 15,38. Come può essere “proporzionale alla popolazione”?
Non si capisce perché la giornalista non abbia interrotto Arcuri dicendogli “Aspetti un attimo, come sarebbe a dire? Mica è proporzionale alla popolazione”. Incapacità di Arcuri, discalculia della giornalista, o siamo in presenza di un virgolettato inventato, piaga tipica del giornalismo italiano? Nell’articolo non viene neppure aggiunta una nota di chiarimento.
Altrove, per esempio su Swissinfo.ch, le dichiarazioni di Arcuri descrivono in modo ben differente, ma comunque piuttosto nebuloso, i criteri di distribuzione:
Le dosi, ha spiegato Arcuri, saranno divise per tutte le regioni in base
ad una percentuale individuata sulla base del quantitativo totale
previsto per ogni regione nella prima distribuzione.
Il numero di 150.000 dosi iniziali per la Germania è confermato da DW.com e da Reuters, che conferma anche le 9750 dosi iniziali italiane. Da alcuni articoli sembra che 9750 dosi iniziali siano state assegnate a ciascun Land (stato federato) tedesco: BZ Berlin, Deutschland.de. Gli stati federati sono sedici, per cui i conti grosso modo tornerebbero (9750 x 16 = 156.000); Tio.ch/ATS spiega che la Germania “ha ottenuto 151.125 flaconcini: 9.750 per ciascuno dei suoi 16 Stati
regionali, eccetto il più piccolo - Brema - che ne ha avuto la metà”. Resta il fatto che non c’è alcuna proporzionalità rispetto alla popolazione.
Sempre Tio/ATS scrive che “dall'ufficio del commissario italiano per l'emergenza Domenico Arcuri
hanno negato che esista «alcuna discriminazione» nei confronti
dell'Italia. Per il Vax Day, sostengono, la Germania avrebbe avuto «11
mila dosi» e «le 150 mila che le sono state consegnate fanno parte delle
forniture successive»”. Ma non è quello che ha riportato il Corriere.
Anche Pagella Politica ha tentato di fare chiarezza: ciascun paese europeo avrebbe in effetti ricevuto 9750 dosi simboliche, da usare per il V-day del 27 dicembre per le prime vaccinazioni, ma alcuni paesi (come Francia e Germania) avrebbero contemporaneamente ricevuto già altre dosi da usare nei giorni successivi.
Comunque siano andate le cose, con questo genere d’informazione sui giornali nazionali non c’è da stupirsi se la gente teorizza complotti o discriminazioni fra paesi europei o resta amaramente confusa e non crede più a nulla. La comunicazione governativa e giornalistica della pandemia è stata disastrosa e continua ad esserlo.
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