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Il Disinformatico: OpenDocument

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2023/02/02

Disponibile subito LibreOffice 7.5

Ricevo e ripubblico con piacere l’annuncio ufficiale del rilascio della versione 7.5 di LibreOffice, che ho appena scaricato e installato (dopo aver fatto una donazione alla Document Foundation). Uso LibreOffice sin dalle sue primissime versioni per quasi tutto il mio lavoro. Funziona, garantisce l’indipendenza dei miei documenti, e provarlo non costa nulla.

Berlino, 2 febbraio 2023 – LibreOffice 7.5 Community, la nuova major release della suite per ufficio per la produttività desktop libera e open source, supportata da volontari, è immediatamente disponibile all'indirizzo https://www.libreoffice.org/download per Windows (processori Intel/AMD e ARM), macOS (processori Apple e Intel), e Linux.

Le novità più significative

GENERALI

  • Importanti miglioramenti al supporto del dark mode
  • Nuove icone per le applicazioni e i tipi MIME, più colorate e vivaci.
  • Lo Start Centre può filtrare i documenti per tipo
  • È stata implementata una versione migliore dell'interfaccia utente Single Toolbar
  • Esportazione PDF migliorata con diverse correzioni e nuove opzioni e funzionalità
  • Supporto per l'embedding dei font su macOS
  • Miglioramenti alla finestra di dialogo Font Features con diverse nuove opzioni
  • Aggiunta di un cursore di zoom in basso a destra nell'editor delle macro

WRITER

  • I segnalibri sono stati notevolmente migliorati e sono anche molto più visibili
  • Gli oggetti possono essere definiti come decorativi, per una migliore accessibilità
  • Sono state aggiunte nuove tipologie di controlli di contenuto, che migliorano anche la qualità dei moduli PDF
  • Nel menu Strumenti è stata aggiunta una nuova opzione di controllo automatico dell'accessibilità
  • È disponibile una prima versione di traduzione automatica, basata sulle API di DeepL translate
  • Diversi miglioramenti al controllo ortografico

CALC

  • Le tabelle di dati sono ora supportate nei grafici
  • Il Function Wizard adesso consente di effettuare la ricerca per descrizioni
  • Sono stati aggiunti i formati numerici "compitati"
  • Le condizioni di formattazione condizionale sono ora insensibili alle maiuscole e alle minuscole
  • Comportamento corretto quando si inseriscono numeri con un singolo prefisso (')

IMPRESS & DRAW

  • Nuovo set di stili di tabella predefiniti e creazione di stili di tabella
  • Gli stili delle tabelle possono essere personalizzati, salvati come elementi master ed esportati
  • Gli oggetti possono essere trascinati e rilasciati nel navigatore
  • È ora possibile ritagliare i video inseriti nella diapositiva e riprodurli ugualmente
  • La console del presentatore può essere eseguita anche come finestra normale invece che a schermo intero.

Un video che riassume le principali novità di LibreOffice 7.5 Community è disponibile su YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=ZlAmjIwUvs4 e PeerTube: https://peertube.opencloud.lu/w/of24ezgA4ytWDpHWevGPiF

Una descrizione di tutte le nuove funzionalità è disponibile nelle Note di rilascio [1].

Interoperabilità con Microsoft Office

Basato sulle specifiche caratteristiche della piattaforma tecnologica LibreOffice per la produttività personale su desktop, dispositivi mobili e cloud, LibreOffice 7.5 offre un gran numero di miglioramenti e nuove funzionalità rivolte agli utenti che condividono documenti con MS Office o che stanno migrando da MS Office. Questi utenti dovrebbero controllare regolarmente le nuove versioni di LibreOffice, poiché i progressi sono così rapidi che ogni nuova versione migliora sensibilmente la precedente.

LibreOffice offre il più alto livello di compatibilità nel segmento di mercato delle suite per ufficio, con il supporto nativo per l'OpenDocument Format (ODF) – che batte i formati proprietari per sicurezza e robustezza – e il supporto per i file MS Office, oltre ai filtri per un gran numero di formati di documenti legacy, per restituire la proprietà e il controllo dei contenuti agli utenti.

I file Microsoft sono ancora basati sul formato proprietario deprecato da ISO nel 2008 e non sullo standard approvato dalla stessa ISO, per cui sono artificialmente e inutilmente complessi (anche se tutto questo viene nascosto all'utente). Questo causa problemi di gestione a LibreOffice, che utilizza per default un vero formato standard aperto (OpenDocument Format).

Chi ha contribuito a rilascio di LibreOffice 7.5

Le nuove funzionalità di LibreOffice 7.5 Community sono state sviluppate da 144 membri della comunità: il 63% dei commit di codice proviene dai 47 sviluppatori impiegati da tre aziende che fanno parte dell'Advisory Board di TDF – Collabora, Red Hat e allotropia – o da altre organizzazioni, il 12% dai 6 sviluppatori di The Document Foundation, e il restante 25% da 91 volontari indipendenti.

Inoltre, 112 volontari – in rappresentanza di centinaia di traduttori volontari – hanno fornito localizzazioni in 158 lingue. LibreOffice 7.5 Community viene rilasciato in 120 versioni linguistiche diverse, più di ogni altro software libero o proprietario, e come tale può essere utilizzato nella lingua madre (L1) da oltre 5,4 miliardi di persone nel mondo. Inoltre, oltre 2,3 miliardi di persone parlano una di queste 120 lingue come seconda lingua (L2).

LibreOffice per le imprese

Per le implementazioni di livello aziendale, TDF raccomanda la famiglia di applicazioni LibreOffice Enterprise fornite dalle aziende dell'ecosistema - per desktop, mobile e cloud - con un gran numero di specifiche funzionalità a valore aggiunto e altri vantaggi come gli SLA (Service Level Agreement): https://www.libreoffice.org/download/libreoffice-in-business/.

Ogni riga di codice sviluppata dalle aziende dell'ecosistema per i propri clienti enterprise viene condivisa con la comunità sul repository principale del codice sorgente, e contribuisce a migliorare la piattaforma LibreOffice Technology.

I prodotti basati sulla tecnologia LibreOffice sono disponibili per i principali sistemi operativi desktop (Windows, macOS, Linux e Chrome OS), per le piattaforme mobili (Android e iOS) e per il cloud.

Migrazioni a LibreOffice

La Document Foundation ha sviluppato un Protocollo di migrazione per supportare le imprese che passano dalle suite per ufficio proprietarie a LibreOffice, che si basa sulla distribuzione di una versione LTS della famiglia LibreOffice Enterprise, oltre alla consulenza e alla formazione per la migrazione fornita da professionisti certificati che offrono soluzioni a valore aggiunto in linea con le offerte proprietarie. Riferimento: https://www.libreoffice.org/get-help/professional-support/.

Infatti, LibreOffice - grazie alla maturità del codice sorgente, al ricco set di funzionalità, al forte supporto per gli standard aperti, all'eccellente compatibilità e alle opzioni LTS di partner certificati - è la soluzione ideale per le aziende che vogliono riprendere il controllo dei propri dati e liberarsi dal vendor lock-in.

Disponibilità di LibreOffice 7.5 Community

LibreOffice 7.5 Community è disponibile all'indirizzo: https://www.libreoffice.org/download/. I requisiti minimi per i sistemi operativi proprietari sono Microsoft Windows 7 SP1 e Apple macOS 10.12. I prodotti basati sulla tecnologia LibreOffice per Android e iOS sono elencati qui: https://www.libreoffice.org/download/android-and-ios/.

Per gli utenti che non hanno bisogno delle funzioni più recenti e preferiscono una versione che è stata sottoposta a un maggior numero di test e di correzioni di bug, The Document Foundation mantiene la famiglia LibreOffice 7.4 family, che include alcuni mesi di backporting delle correzioni. La versione corrente è  LibreOffice 7.4.5.

La Document Foundation non fornisce supporto tecnico agli utenti, anche se questi possono ottenerlo dai volontari delle mailing list degli utenti e dal sito web Ask LibreOffice: https://ask.libreoffice.org

Gli utenti di LibreOffice, i sostenitori del software libero e i membri della comunità possono sostenere The Document Foundation con una donazione su https://www.libreoffice.org/donate.

[1] Note di Rilascio: https://wiki.documentfoundation.org/ReleaseNotes/7.5

Press Kit

Link: https://nextcloud.documentfoundation.org/s/C9aDx4rka6HeDb6

2022/08/22

È uscito LibreOffice 7.4, compatibilità migliorata e tanti altri affinamenti per la suite gratuita e libera

Ultimo aggiornamento: 2022/08/26 23:30. Questo articolo è disponibile anche in versione podcast audio.

Microsoft Office e Google Docs sono i dominatori praticamente incontrastati nel mercato delle cosiddette suite per ufficio, ossia le applicazioni per la scrittura di testi, la creazione di fogli di calcolo e la produzione di presentazioni. Ma questi dominatori hanno ANCHE alcune limitazioni che in certi casi possono essere un problema.

Per esempio, Microsoft Office richiede una licenza, che va pagata e soprattutto gestita quando si passa da un computer a un altro, e non è disponibile per Linux se non in versione online tramite browser. Google Docs, invece, è usabile solo quando si è connessi a Internet, se non si fanno acrobazie preventive, e comunque implica la possibilità che Google legga quello che si scrive (“Accediamo ai tuoi contenuti privati soltanto se abbiamo la tua autorizzazione o se siamo obbligati per legge”, dice Google), con ovvie implicazioni di riservatezza personale e professionale.

Una soluzione a questi problemi è LibreOffice, una suite libera e gratuita realizzata dalla Document Foundation, che pochi giorni fa ha rilasciato la sua nuova versione 7.4 Community. LibreOffice permette di creare testi, fogli di calcolo, presentazioni e database salvandoli nel formato standard aperto OpenDocument ed è in grado di leggere e scrivere nei formati Microsoft Office.

LibreOffice è da sempre gratuito, anche se accetta donazioni, ed è open source per consentire la massima trasparenza e flessibilità. Evita i costi e le complicazioni delle licenze commerciali, è disponibile in oltre 120 lingue, compreso naturalmente l’italiano, e su tutti i principali sistemi operativi e da oltre vent’anni viene sviluppato da una vasta comunità internazionale di informatici appassionati.

Io lo uso quotidianamente ormai da un paio di decenni per tutti i miei documenti digitali, compresi quelli di lavoro, e trovo imbattibile la sua semplicità di uso e di installazione: fa tutto quello che mi serve su tutti i computer che uso e non mi assilla con scadenze e rinnovi di licenze. La compatibilità con i documenti Microsoft Office non è perfetta, specialmente per le formattazioni più complesse, ma in molti casi è assolutamente accettabile, e se si usa il suo formato normale, ossia OpenDocument, che è uno standard ISO, si ha la garanzia di poter leggere i propri documenti anche a grandissima distanza di tempo.

Se volete provarlo, LibreOffice è disponibile subito presso www.libreoffice.org/download in versioni per Windows, macOS e Linux. Ha un altro vantaggio importante rispetto alla concorrenza: funziona anche su sistemi operativi molto vecchi (da Microsoft Windows 7 SP1 in su e da macOS 10.12 in su) e offre anche alcuni prodotti per Android e iOS. La versione per macOS è disponibile sia per computer dotati dei recenti processori Apple Silicon, sia per quelli con processori tradizionali di Intel.

Insomma, se vi serve scrivere testi o creare fogli di calcolo o presentazioni e non volete spendere o complicarvi la vita, mantenendo il controllo e la riservatezza dei vostri documenti digitali senza dipendere da nessuno, LibreOffice può essere una buona soluzione. Provarla non costa nulla.

---

Le novità più significative di questa major release sono le seguenti, tratte dal comunicato stampa:

GENERALI
    • Supporto per immagini WebP e file EMZ/WMZ
    • Pagine di aiuto per la libreria di scripting ScriptForge
    • Campo di ricerca per l'Extension Manager
    • Miglioramenti delle prestazioni e della compatibilità

WRITER
    • Migliore tracciamento delle modifiche nell'area delle note a piè di pagina
    • Gli elenchi modificati mostrano i numeri originali nel tracciamento delle modifiche
    • Nuove impostazioni tipografiche per la sillabazione

CALC
    • Supporto per 16.384 colonne nei fogli di calcolo
    • Funzioni extra nel widget AutoSum a discesa
    • Nuova voce di menu per la ricerca dei nomi dei fogli

IMPRESS
    • Nuovo supporto per i temi dei documenti

Questo video riassume le principali novità di LibreOffice 7.4 Community (è disponibile anche su PeerTube):

Le note di rilascio descrivono in dettaglio tutte le novità.

Per chi stesse valutando di installare LibreOffice in azienda come sostituto o complemento della suite Microsoft, segnalo queste note importanti della Document Foundation:

Per le implementazioni di livello aziendale, TDF raccomanda la famiglia di applicazioni LibreOffice Enterprise fornite dalle aziende dell'ecosistema - per desktop, mobile e cloud - con un gran numero di specifiche funzionalità a valore aggiunto e altri vantaggi come gli SLA (Service Level Agreement): https://www.libreoffice.org/download/libreoffice-in-business/.

Nonostante questa raccomandazione, un numero crescente di imprese utilizza la versione supportata dai volontari, invece di quella ottimizzata per le proprie esigenze e supportata dalle aziende dell'ecosistema. Nel tempo, questo rappresenta un problema per la sostenibilità del progetto LibreOffice, perché ne rallenta l'evoluzione. Infatti, ogni riga di codice sviluppata dalle aziende dell'ecosistema per i clienti aziendali viene condivisa con la comunità sul repository del codice master e migliora la piattaforma tecnologica LibreOffice.

I prodotti basati sulla tecnologia LibreOffice sono disponibili per i principali sistemi operativi desktop (Windows, macOS, Linux e Chrome OS), per le piattaforme mobili (Android e iOS) e per il cloud. Il rallentamento dello sviluppo della piattaforma danneggia gli utenti e il progetto LibreOffice - nel lungo periodo - potrebbe essere al di sotto delle aspettative degli utenti e delle sue possibilità.

Migrazioni a LibreOffice

La Document Foundation ha sviluppato un Protocollo di migrazione per supportare le imprese che passano dalle suite per ufficio proprietarie a LibreOffice, che si basa sulla distribuzione di una versione LTS della famiglia LibreOffice Enterprise, oltre alla consulenza e alla formazione per la migrazione fornita da professionisti certificati che offrono soluzioni a valore aggiunto in linea con le offerte proprietarie. Riferimento: https://www.libreoffice.org/get-help/professional-support/.

Infatti, LibreOffice - grazie alla sua base di codice matura, al ricco set di funzionalità, al forte supporto per gli standard aperti, all'eccellente compatibilità e alle opzioni LTS di partner certificati - è la soluzione ideale per le aziende che vogliono riprendere il controllo dei propri dati e liberarsi dal vendor lock-in.

Le informazioni e il press kit per la stampa sono qui.

2022/02/02

Arriva LibreOffice 7.3, maggiore interoperabilità e transizione facilitata dalle applicazioni Microsoft Office

È arrivata ed è pronta da scaricare LibreOffice 7.3 Community, la nuova release della popolare suite libera e gratuita per scrivere, gestire spreadsheet e creare presentazioni e grafica. La trovate presso www.libreoffice.org/download in versioni per Windows, macOS (Intel/Apple Silicon) e Linux, anche in italiano.

Uso da più di un decennio questa suite al posto di Microsoft Office per tutti i miei documenti e per quasi tutti i documenti che scambio con i clienti, e mi trovo molto bene: mi ha risparmiato anni di tribolazioni con licenze varie e mi ha dato il pieno controllo dei miei documenti su tutti i sistemi operativi che uso, dandomi maggiore libertà e flessibilità. E se siete, come me, fra quelli che odiano i ribbon dell’interfaccia Microsoft, LibreOffice 7.3 ha sia la classica interfaccia a menu e barre di pulsanti, sia il ribbon.

La nuova versione, dice il comunicato stampa, “offre numerosi miglioramenti mirati agli utenti che migrano da Microsoft Office verso LibreOffice o scambiano documenti fra le due suite” migliorando il tracciamento dei cambiamenti, l’apertura dei DOCX e XLSX/XLSM molto grandi e i filtri di importazione ed esportazione. Per tutti i dettagli e tutte le novità, consultate le note complete di rilascio in italiano.

LibreOffice supporta nativamente il formato aperto OpenDocument Format (ODF) e include filtri per molti formati proprietari o legacy, allo scopo di permettere agli utenti di riprendere il controllo e la proprietà dei propri documenti. Chicca per trekker: fra le lingue riconosciute c’è anche il Klingon.

La Document Foundation, che gestisce e coordina lo sviluppo di LibreOffice, offre un protocollo di migrazione e un servizio di consulenza e formazione per aiutare le aziende nel passaggio dalle suite proprietarie, con i relativi costi di licenza, a LibreOffice. Trovate maggiori informazioni qui.

Riporto qui sotto il comunicato stampa:

LibreOffice 7.3 Community è il migliore di sempre per le funzioni di interoperabilità

Oltre al gran numero di contributi al codice sorgente concentrati sull'interoperabilità con i formati di file proprietari di Microsoft, ci sono altre novità dedicate agli utenti che migrano da Office, per semplificare la transizione

Berlino, 2 febbraio 2022 - LibreOffice 7.3 Community, la nuova major release della suite open source per ufficio, supportata da una comunità di volontari, è disponibile su https://www.libreoffice.org/download. Basata sulla piattaforma LibreOffice Technology per la produttività personale su desktop, mobile e cloud, fornisce miglioramenti e nuove funzionalità indirizzate agli utenti che migrano da Microsoft Office a LibreOffice, o scambiano documenti tra le due suite per ufficio.

Ci sono tre diversi tipi di miglioramenti dell'interoperabilità:

• Sviluppo di nuove funzionalità, come la nuova gestione del tracciamento delle modifiche nelle tabelle e nel testo che viene spostato, che hanno un impatto positivo sull'interoperabilità con i documenti di Microsoft Office.

• Miglioramento delle prestazioni per l'apertura di grandi file DOCX e XLSX/XLSM, e della velocità di rendering di alcuni documenti complessi e quando viene utilizzato il back-end Skia introdotto con LibreOffice 7.1.

• Miglioramento dei filtri di importazione/esportazione: DOC/DOCX (migliora l'importazione di elenchi/numerazioni); DOCX (i collegamenti ipertestuali relativi alle forme vengono importati/esportati; viene corretta la gestione delle autorizzazioni per la modifica; e vengono tracciate le modifiche allo stile dei paragrafi); XLSX (viene corretta la riduzione dell'altezza delle righe per i file XLSX, e la gestione delle autorizzazioni per la modifica; migliora il supporto dei grafici XLSX); e PPTX (vengono corrette le interazioni e i collegamenti ipertestuali su immagini e forme, e l'importazione ed esportazione errata dei piè di pagina nelle diapositive PPTX; vengono gestite le ombre trasparenti per le tabelle).

Inoltre, l'Help di LibreOffice è stato migliorato per supportare tutti gli utenti, con una particolare attenzione per chi arriva da Microsoft Office: i risultati della ricerca - che ora usano FlexSearch, invece di Fuzzysort, per l'indicizzazione - adesso sono focalizzati sul modulo corrente; le pagine relative alle funzioni Calc sono state riviste per accuratezza e completezza e collegate alle pagine wiki di Calc Function; e le pagine per la libreria di script ScriptForge sono state aggiornate.

Le librerie ScriptForge, che semplificano lo sviluppo di macro, sono state ampliate con l'aggiunta di un nuovo servizio Chart, per definire grafici memorizzati nei fogli Calc; un nuovo servizio PopupMenu, per descrivere il menu da visualizzare dopo un evento del mouse; un'ampia opzione per la gestione delle stampanti, con una lista di font e stampanti; e una funzione per l'esportazione di documenti PDF con la gestione completa delle opzioni del formato. Tutti i servizi sono disponibili con sintassi e comportamento identici per Python e Basic.

LibreOffice offre il più alto livello di compatibilità nel segmento di mercato delle suite per ufficio, a partire dal supporto nativo per OpenDocument Format (ODF) - che supera i formati proprietari in termini di sicurezza e robustezza - fino all'eccellente supporto per i file DOCX, XLSX e PPTX. Inoltre, LibreOffice fornisce filtri per un gran numero di formati di documenti legacy, per restituire la proprietà e il controllo di questi ultimi agli utenti.

I file Microsoft sono ancora basati sul formato proprietario deprecato da ISO nel 2008, e non sullo standard approvato sempre da ISO, per cui nascondono una grande quantità di complessità artificiali. Questo può causare problemi di gestione con LibreOffice, che per default utilizza un vero formato standard aperto (OpenDocument Format).

LibreOffice 7.3 è disponibile nativamente per Apple Silicon, una famiglia di processori progettata da Apple e basata sull'architettura ARM. L'opzione è stata aggiunta a quelle predefinite disponibili nella pagina di download.

Un video che riassume le principali novità di LibreOffice 7.3 Community è disponibile su YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=Raw0LIxyoRU e PeerTube: https://peertube.opencloud.lu/w/iTavJYSS9YYvnW43anFLeC. Una descrizione di tutte le nuove caratteristiche è disponibile nelle Release Notes [1]

Chi ha contribuito a LibreOffice 7.3 Community

Le nuove caratteristiche di LibreOffice 7.3 Community sono state sviluppate da 147 sviluppatori: il 69% dei contributi proviene dai 49 hacker impiegati dalle tre aziende che siedono nell'Advisory Board TDF - Collabora, Red Hat e allotropia - e da altre aziende e organizzazioni (inclusa The Document Foundation), e il 31% da 98 volontari.

Inoltre, 641 volontari hanno fornito localizzazioni in 155 lingue. LibreOffice 7.3 Community è rilasciato in 120 versioni linguistiche, più di qualsiasi altro software open source o proprietario, e come tale può essere usato nella lingua madre (L1) da oltre 5,4 miliardi di persone nel mondo. Inoltre, oltre 2,3 miliardi di persone parlano una di queste 120 lingue come seconda lingua (L2).

LibreOffice per le Aziende

Per l'installazione nelle aziende, TDF raccomanda una delle applicazioni LibreOffice Enterprise offerte dai partner dell'ecosistema - per desktop, mobile e cloud - con un gran numero di funzionalità a valore aggiunto. Queste includono opzioni di supporto a lungo termine, assistenza professionale, sviluppi personalizzati e altri benefici come gli SLA (Service Level Agreements): https://www.libreoffice.org/download/libreoffice-in-business/.

Nonostante questa raccomandazione, un numero significativo di aziende utilizza la versione supportata dai volontari, invece della versione ottimizzata per le esigenze delle aziende stesse e supportata dall'ecosistema LibreOffice.

Nel tempo, questo può rappresentare un problema per la sostenibilità di LibreOffice, perché rischia di rallentare l'evoluzione del progetto. Infatti, il codice sviluppato dalle aziende dell'ecosistema per i clienti aziendali viene sempre condiviso con la comunità sul repository del codice master, e migliora la piattaforma LibreOffice Technology.

I prodotti basati sul LibreOffice Technology sono disponibili per i principali sistemi operativi desktop (Windows, macOS, Linux e Chrome OS), per le piattaforme mobili (Android e iOS), e per il cloud. Un rallentamento dello sviluppo di questa piattaforma può danneggiare gli utenti a tutti i livelli, e si può tradurre - nel lungo periodo - a una stagnazione del progetto LibreOffice.

Migrazioni a LibreOffice

The Document Foundation ha sviluppato un Protocollo di Migrazione per aiutare le aziende che passano dalle suite per ufficio proprietarie a LibreOffice, che si basa sulla distribuzione di una versione LTS dalla famiglia LibreOffice Enterprise, e sui servizi di consulenza e formazione forniti da professionisti certificati, che offrono ai CIO e ai manager IT soluzioni a valore aggiunto in linea con le offerte proprietarie. Riferimento: https://www.libreoffice.org/get-help/professional-support/.

Infatti, LibreOffice - grazie alla maturità del suo codice sorgente, alla ricchezza delle funzionalità, al forte supporto per gli standard aperti, all'eccellente compatibilità e alle opzioni di supporto a lungo termine da parte di partner certificati - è la soluzione ideale per le aziende che vogliono riprendere il controllo dei loro dati e liberarsi dal vendor lock-in.

Disponibilità di LibreOffice 7.3 Community

LibreOffice 7.3 Community è immediatamente disponibile dal seguente link: https://www.libreoffice.org/download/. I requisiti minimi per i sistemi operativi proprietari sono Microsoft Windows 7 SP1 e Apple macOS 10.12.

I prodotti basati su LibreOffice Technology per Android e iOS sono elencati qui: https://www.libreoffice.org/download/android-and-ios/, mentre per i diversi App Store e ChromeOS sono elencati qui: https://www.libreoffice.org/download/libreoffice-from-microsoft-and-mac-app-stores/.

Per gli utenti che hanno come obiettivo principale la produttività, e preferiscono una versione che è stata testata più a lungo, The Document Foundation mantiene la famiglia LibreOffice 7.2, la cui versione attuale è LibreOffice 7.2.5.

The Document Foundation non fornisce supporto tecnico agli utenti, anche se possono ottenerlo dai volontari attraverso le mailing list utenti e sul sito web Ask LibreOffice: https://ask.libreoffice.org.

Gli utenti LibreOffice, i sostenitori del software open source e i membri della comunità del software libero possono sostenere The Document Foundation con una donazione su https://www.libreoffice.org/donate.

LibreOffice 7.3 è basato sulle librerie di conversione dei formati legacy dei documenti sviluppate dal Document Liberation Project: https://www.documentliberation.org 

[1] Note di rilascio: https://wiki.documentfoundation.org/ReleaseNotes/7.3


 

2015/08/07

Arriva LibreOffice 5.0, più efficiente e leggero

Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle gentili donazioni di “filippover*” e “maxpoli*”. Se vi piace, potete incoraggiarmi a scrivere ancora (anche con un microabbonamento).

È disponibile per lo scaricamento libero qui la nuova versione di LibreOffice, la suite di produttività (testi, fogli di calcolo, presentazioni e database) open source, libera, gratuita (sostenuta dalle donazioni) e conforme allo standard ISO 26300 (OpenDocument). Ci sono versioni per Windows, Mac OS e Linux, naturalmente anche in italiano. Per Android c'è un lettore di documenti (qui su Google Play) con funzioni sperimentali di editing; è disponibile inoltre un'app Android e iOS per il telecomando delle presentazioni.

Cito dall'annuncio ufficiale alcune delle novità (l'elenco completo è qui in italiano): “LibreOffice 5.0 offre un'interfaccia utente significativamente migliore, con una gestione più razionale dello spazio su schermo e un aspetto più pulito. Inoltre, fornisce un'interoperabilità avanzata con le suite per ufficio come Microsoft Office e Apple iWork, grazie ai nuovi filtri migliori nella gestione dei formati non standard. [...] LibreOffice 5 contiene numerosi miglioramenti ai filtri di importazione ed esportazione, per una maggiore fedeltà nella conversione dei documenti. Inoltre, è possibile aggiungere la marca temporale standard ai file PDF generati con LibreOffice.”

Anche il codice è stato ripulito massicciamente, per cui l'uso di LibreOffice incide meno sul processore e quindi allunga l'autonomia dei dispositivi a batteria.

Io uso LibreOffice da anni per tutti i miei libri e per i miei spreadsheet e mi trovo molto bene, tanto che sui miei computer non ho Microsoft Office. Ho installato la 5 sopra la 4 e ha ereditato tutte le impostazioni personalizzate. Nella versione standard di LibreOffice gli aggiornamenti non sono automatici (si riceve una notifica, ma poi bisogna scaricare e installare manualmente); tuttavia se volete questo genere di automatismo c'è LibreOffice Vanilla nell'App Store di Apple.

Provate LibreOffice: non costa nulla. Però se vi piace, alimentate il suo sviluppo con una donazione, in modo da garantire che i documenti che create siano sempre accessibili senza dover dipendere dagli umori e dai capricci di licenza di una qualunque società commerciale.

2013/09/03

Bug crasha Neo/OpenOffice aprendo file ODT commentati di LibreOffice

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

English Abstract
NeoOffice crashes when it opens an ODT file written with LibreOffice if the file contains a comment in a footnote. Comments placed in main text of document don't cause crashes. Workaround: delete the comment from the footnote and/or place it elsewhere.


Appunto tecnico per chi usa NeoOffice e/o LibreOffice: non basta salvare in uno standard ISO come il formato OpenDocument per avere la garanzia di leggibilità. Serve anche che le applicazioni sappiano leggere correttamente i file.

Mi sono imbattuto oggi, durante un lavoro, in un antipatico bug di NeoOffice/OpenOffice: se un file scritto con LibreOffice contiene dei commenti di lavorazione (non note a piè pagina, ma commenti a lato, non visibili in stampa, come quello in giallo che vedete qui accanto), non può essere aperto da NeoOffice/OpenOffice. Li fa crashare entrambi miseramente, sia sotto Windows che sotto OS X.

Rimuovendo i commenti il problema si risolve. Non è un problema di formato OpenDocument 1.0, 1.1 o 1.2 (extended o meno): il crash avviene a prescindere dalla versione di OpenDocument in cui è scritto il file.

Io ho notato che il crash mi succede quando c'è un commento in una nota a piè pagina; i commenti nel corpo del testo non causano problemi. Se volete cimentarvi, ho preparato dei file dimostrativi:

Il bug, a quanto pare, è di NeoOffice/OpenOffice, ma non mi interessa dare colpe. Preferisco segnarmi come risolvere il problema. Già che si sono, lo segnalo qui, così se capita a qualcun altro può evitare di tribolare se invoca San Google.

In sintesi: se aprire un file .ODT vi fa crashare NeoOffice o OpenOffice, provate ad aprire il file con LibreOffice (oppure chiedete a chi l'ha scritto di aprirlo per voi), togliere tutti i commenti e salvarlo.

2013/08/29

LibreOffice 4.1.1 disponibile, ma occhio alla versione Mac

Uso da tempo un mix di NeoOffice e LibreOffice per quasi tutta la mia produzione scritta e sono da anni un fautore del software libero e dei formati aperti, per cui ho letto con piacere la notizia della disponibilità della versione 4.1.1. di LibreOffice per Windows, Mac OS X e Linux (anche in italiano).

Con ancora più piacere ho letto l'annuncio che la regione autonoma di Valencia in Spagna ha migrato a LibreOffice 120.000 PC e risparmiato un milione e mezzo di euro l'anno, per i prossimi cinque anni, perché non dovrà acquistare licenze software proprietarie.

Ma mi devo associare alla raccomandazione di The Document Foundation: in ambiente di lavoro, perlomeno per chi usa Mac, è meglio restare alla versione 4.0.5 di LibreOffice, perché la 4.1.0 e la 4.1.1 hanno un baco che le rende quasi inutilizzabili per chi scrive molto: i caratteri vanno a spasso sullo schermo mentre si scrive e il cursore di testo perde il posizionamento, rendendo impossibile l'editing.

È un baco riconosciuto, che però non mi risulta sia stato corretto nelle nuove release (non è fra quelli risolti nei log di modifica (uno e due). Alla fine ho dovuto reinstallare la 4.0.5.2 dalla disperazione, per cui segnalo qui il problema nella speranza di evitare ad altri la perdita di tempo che ho subìto io. Per fortuna, essendo software libero, non ho dovuto fare salti mortali con codici di licenza e altre turpitudini.

2012/03/15

Crash di LibreOffice forse risolto

LibreOffice crasha su cambio maiuscolo/minuscolo? Forse è questione di Java


Un mesetto fa ho tweetato indignandomi perché LibreOffice per Mac crashava su una cosa banale come la conversione da maiuscolo a minuscolo. Avevo anche offerto cinquanta euro a chi avesse risolto il baco, perché LibreOffice mi piace molto (è più evoluto di NeoOffice e più leggero di OpenOffice.org) e lo uso come word processor principale per lavoro.

Per ragioni che sarebbe lungo spiegare qui, mi capita spessissimo di usare proprio la funzione di conversione da maiuscolo a minuscolo e viceversa, e quindi vedermi crashare LibreOffice senza neanche salvare il testo come fa di solito quando va in panico mi ha procurato più di un travaso di bile.

Forse ho trovato la spiegazione al baco e la segnalo qui perché magari qualche sviluppatore di LibreOffice riesce a includerla nella documentazione dei bachi. Poco fa ho installato la versione 3.5.1.2 di LibroOffice, fresca di rilascio, sul mio Air sotto Lion. Speravo che il baco fosse stato risolto. Ho scritto un paragrafo, l'ho selezionato e ho scelto Format > Change Case > Lowercase. Crash. Grrr.

Colto da improvvisa ispirazione, guidata dalle mie reminiscenze di NeoOffice, che dipendeva fortemente da Java, ho provato a guardare le impostazioni Java di LibreOffice (sotto Preferences > Java). Non c'era nessun Java Runtime Environment selezionato. Ho selezionato quello di Apple e LibreOffice ha smesso di crashare.

Spero che questa info sia utile a LibreOffice; adoro il software libero e nel mio piccolo vorrei aiutarlo a crescere. Però, per favore, leviamo questa dipendenza assurda da Java.

2010/03/12

Scrittura collaborativa ultrafacile

Scrivere un testo a quattro mani via Internet? Facilissimo con TypeWithMe


Se vi è mai capitato di dover concordare con qualcuno un testo da pubblicare o una lista di cose da fare o di scrivere un libro a quattro mani ma di non potervi incontrare materialmente, avrete apprezzato la comodità di servizi come Google Docs, che permettono di scrivere un documento online in modo collaborativo, con più persone che modificano lo stesso documento contemporaneamente. Le modifiche apportate da un utente compaiono istantaneamente sui monitor degli altri utenti.

Non è necessario installare software, però occorre che ciascun utente che collabora alla scrittura abbia un account Google e poi occorre abilitare i singoli collaboratori. La cosa diventa rapidamente macchinosa. C'è invece un servizio analogo che fa a meno di queste complicazioni e anzi fa della semplicità il proprio pregio principale. Si chiama TypeWith.me, ossia "scrivi a macchina con me".

Anche in questo caso non c'è software da installare, ma non occorrono password o account. Molto più semplicemente, un utente va a Typewith.me, clicca su Click to create a new document per creare un nuovo documento, e poi comunica agli altri collaboratori il link di quel documento. Chiunque conosca quel link può accedere al documento e modificarlo (occhio quindi alle considerazioni di sicurezza).

Come potete vedere nella schermata qui sopra, il testo scritto dai vari collaboratori è indicato in colori differenti (impostabili e anche disattivabili) e c'è una comoda finestra laterale di chat. Typewith.me è una sorta di Google Wave senza tutte le confusioni e complicazioni di Wave. Permette di salvare i documenti in formato HTML, Word, PDF, testo semplice e OpenDocument; consente di importare documenti già scritti nel formati testo semplice, HTML, Word e RTF. Il servizio è basato sul codice libero e aperto (open source) del progetto EtherPad.

Semplice, pratico ed efficiente. Ce ne fossero di più, di servizi Internet così.

2009/11/13

OpenOffice.org a quota 100 milioni

Italofoni in testa nell'uso di OpenOffice.org


Un bel traguardo: cento milioni di download soltanto per la versione 3 della suite gratuita OpenOffice.org per scrivere testi, creare presentazioni e gestire fogli di calcolo e database usando software libero e formati aperti. Il PLIO (Progetto Linguistico Italiano OpenOffice.org) segnala in particolare che l'Italia è il paese dove OOo, come lo chiamano per brevità i suoi utenti affezionati, è più diffuso: i download superano addirittura il numero di PC venduti, con otto milioni di copie scaricate, di cui 855.000 soltanto a settembre 2009.

È un dato notevole, superiore al 10 per cento degli italofoni, significativo anche perché lingue molto più diffuse a livello internazionale, come il francese e il tedesco, si attestano intorno all'8 per cento. Secondo dati del PLIO, sommando le installazioni in ambito MacOS e Linux, la quota di mercato mondiale di OpenOffice.org nel settore delle suite supera il 15%, e l'Europa è parecchio più avanti rispetto agli USA nell'adozione di questo software.

Le ragioni che spingono questi utenti privati, aziendali e istituzionali (il Comune di Bologna è un notevole esempio) a scegliere OpenOffice.org rispetto alle suite concorrenti sembrano essere principalmente due: il costo, sia diretto (non c'è nulla da acquistare, si scarica e basta) sia indiretto (non ci sono problemi di bollini per la gestione delle licenze e non ci sono controlli antipirateria), e il formato aperto (XML e standard ISO), che permette di garantire la leggibilità a lunghissimo termine e su qualunque sistema operativo dei file generati da OOo e di non imporre a clienti e utenti l'acquisto di un software per leggere i documenti generati dall'azienda o dalla pubblica amministrazione.

OpenOffice.org non è sempre la soluzione ideale; l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica ha tentato la migrazione, ma non c'è riuscita per la resistenza degli utenti e per le particolari esigenze di sicurezza dell'agenzia. Ma per molti utenti che non custodiscono segreti nucleari è un'opzione da considerare, e provarla non costa nulla: date un'occhiata alle FAQ in italiano e alla pagina di download italiana per Mac, Windows e Linux. Se siete utenti Mac, provate anche NeoOffice, che si basa su OpenOffice.org e che per certi versi risulta maggiormente integrata nell'ambiente Mac OS X.

Cento milioni. Se penso alla mezza schifezza dalla quale è nato, ossia StarOffice 5.2, OpenOffice.org è decisamente il brutto anatroccolo che comincia a diventare cigno.

2008/12/20

NeoOffice sistema lo zoom ipersensibile

Patch per NeoOffice corregge una bella magagna


L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Vignetta di Moise, pubblicata qui per gentile concessione dell'autore.

NeoOffice è una bella alternativa a OpenOffice.org per chi usa il Mac (e gestisce meglio i font rispetto a OOo, anche se il problema sta diminuendo), ma ha una magagna che assilla gli utenti dalla mano non aggraziata come quella di Silvan: lo zoom del touchpad è troppo sensibile, per cui basta che sfioriate il touchpad con un dito della mano sinistra intanto che trascinate o spostate il cursore con la destra, e il documento rimpicciolisce a dimensioni lillipuziane o s'allarga a dismisura.

Quando la cosa succede, come a me, varie volte al giorno e fa perdere il segno di colpo, è piuttosto esasperante. OpenOffice.org non ha questo baco e gestisce molto meglio lo zoom (senza ricorrere al touchpad).

Ne avevo parlato con gli autori di NeoOffice via Internet durante la loro visita a Milano, e si vede che non sono l'unico maldestro fra i loro utenti, per cui è con gioia che annuncio la disponibilità della patch numero 5 per NeoOffice 2.5.5 che risolve il problema.

Dopo averla installata, occorre chiudere NeoOffice e dare il seguente comando in una finestra del Terminale:

defaults write org.neooffice.NeoOffice IgnoreTrackpadGestures -bool yes

Fatto questo, si riavvia NeoOffice e lo zoom a casaccio non si verifica più; resta disponibile lo scorrimento del documento tramite due dita unite sul touchpad.

2008/10/12

OpenOffice.org 3.0, anche nativo per Mac. Con qualche baco

Arriva OpenOffice.org 3.0


L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

E' già scaricabile dai siti mirror la versione 3.0 di OpenOffice.org, il pacchetto gratuito e libero alternativo a Microsoft Office che usa il formato OpenDocument, che è uno standard ISO, a garanzia della libertà di fruizione dei documenti.

OpenOffice.org è disponibile per Windows, Linux, Mac e Solaris, ed è quindi un valido strumento per predisporsi alla migrazione da un sistema operativo all'altro o per non rendersi dipendenti da uno specifico sistema operativo.

La novità più ghiotta per gli utenti Apple è che OpenOffice.org 3.0, oltre ad avere una lunga serie di migliorie e di aggiornamenti, è finalmente disponibile in versione nativa (per Mac Intel): ossia si scarica e s'installa esattamente come una qualsiasi applicazione Mac, senza dover ricorrere ad accrocchi come l'uso di X11.

OOo 3.0 per Mac è decisamente veloce, ma ha ancora delle magagne serie con la gestione dei font, che invece NeoOffice (altra variante o porting di OOo specializzata per Mac), pur essendo più lento, non ha: la prima che ho notato, e che lo rende per me quasi inutilizzabile, è la gestione dei font. Non sembra avere problemi con i font standard del Mac, ma un documento scritto per esempio in Myriad Apple s'incasina completamente.

Questa è una pagina di un libro che ho scritto di recente (Zerobubbole pocket) in formato OpenDocument, come la visualizza (correttamente) NeoOffice:



E questa è la stessa pagina come la visualizza OpenOffice 3.0 Aqua per Mac:



Come potete notare, specialmente se ingrandite le immagini cliccandovi sopra, i font sono completamente sballati e spaginano completamente il testo (il logo Creative Commons è stato spinto avanti alla pagina successiva). La cosa assurda è che OOo 3.0 indica che le parole hanno effettivamente il font Myriad Apple, ma ne visualizza uno del tutto differente: se poi seleziono il testo e riapplico il font, me lo visualizza correttamente.

Di certo non ho intenzione di mettermi a riselezionare il testo a blocchettini e riapplicare i font. Questo è quel che in gergo si chiama uno showstopper: un difetto talmente grande che appena compare, lo spettacolo finisce e non può più andare avanti. Per cui non ha senso che io prosegua la recensione.

Aggiungo solo che il fatto che OOo 3.0 non abbia implementato il multitouch per lo zoom, a differenza di NeoOffice, è invece per me un bonus, perché ho il vizio di tenere la mano sinistra vicina al touchpad mentre scrivo. Così ogni tanto, mentre faccio scorrere il testo di un documento, NeoOffice mi cambia lo zoom a capocchia, perché interpreta l'appoggio di due dita (un dito della mano sinistra, uno della destra) che si allontanano o si avvicinano come una richiesta di zoom. La funzione, fra l'altro, non mi risulta essere disattivabile. In OOo 3.0, non c'è: si trascina un cursore nell'angolo inferiore destro della finestra dell'applicazione.

E' una buona cosa che OpenOffice continui a progredire, ma io per il momento rimango a NeoOffice sul Mac. L'importante è utilizzare il più possibile, in un modo o nell'altro, formati aperti come OpenDocument.

2008/05/29

Autori di NeoOffice a Milano domani HELP!!

Domani ci sarà a Milano un incontro aperto al pubblico con Patrick Luby e Ed Peterlin, gli sviluppatori di NeoOffice: una variante libera e gratuita, supportata dalle donazioni, di OpenOffice.org per il mondo Mac. Uso NeoOffice da anni con molta soddisfazione per tutto il mio lavoro di scrittura, e devo dire che se il computer è abbastanza vivace da reggerne il peso non trascurabile, NeoOffice è assai più usabile e meglio integrato in OS X di quanto lo siano le alternative OpenOffice.org X11 o OpenOffice.org Aqua (beta).

Sono stato invitato anche in veste di interprete e ci sarò, insieme ad Antonio Dini, Lucio Bragagnolo e Fabrizio Venerandi, a partire dalle 18, ma l'evento inizia molto prima, alle 11, e si terrà a Milano presso @Work, in via Carducci, angolo Galleria Borella 3 (fermate MM Cadorna e Sant'Ambrogio). L'ingresso è libero e gratuito.

Il programma completo è disponibile qui (in inglese). E' possibile partecipare anche virtualmente tramite lo stream video in diretta gestito da FreeSMUG, che ha organizzato l'evento.

HELP!!!

Mi si è appena guastata l'auto con la quale contavo di andare a Milano da Lugano, e se uso i mezzi pubblici (treno) ho dei limiti di orario piuttosto pesanti. C'è per caso qualche anima pia ticinese automunita che ha voglia di fare il viaggio insieme? Se c'è, che mi mandi un e-mail al volo, grazie!

2008/05/27

Microsoft supporterà ODF

MS Office avrà ODF: fine dei formati proprietari che aiutano i monopoli? Calma un attimo



Il 21 maggio scorso, Microsoft ha annunciato che il Service Pack 2 di Microsoft Office 2007, previsto per la prima metà del 2009, supporterà anche il formato ODF (OpenDocument), lo standard ISO 26300 utilizzato da vari programmi alternativi alla suite Microsoft, come OpenOffice.org. Gli utenti saranno in grado di "aprire, modificare e salvare documenti usando ODF" e potranno "impostare l'ODF come formato di file di default per Office 2007".

Le versioni precedenti di Microsoft Office, specificamente Office XP e Office 2003, gestiranno ODF tramite un componente convertitore. Nulla è dato sapere per i tanti che usano le numerose altre versioni di Microsoft Office.

Manca insomma ancora quasi un anno prima che diventi realtà una delle richieste più frequenti di chi non vuole essere sottoposto al cosiddetto "vendor lock-in", ossia la dipendenza da uno specifico prodotto: l'uso di un formato che sia utilizzabile appieno anche tramite altri programmi, in modo da non doversi trovare alla mercé dei ghiribizzi del venditore dell'unico software in grado di leggere correttamente i dati generati dagli utenti.

Come già detto in varie occasioni in questo blog, i formati sono una delle chiavi di un monopolio digitale. Se scrivo documenti che posso leggere o modificare soltanto con uno specifico programma (per esempio Microsoft Word, ma anche AutoCAD o Keynote, giusto per fare qualche esempio), perché è l'unico che gestisce correttamente quel formato, quei documenti saranno per sempre accessibili soltanto tramite quel programma. Se quel programma non viene più concesso in licenza, o se la sua licenza aumenta di prezzo, i miei documenti diventano inaccessibili, oppure devo pagare un dazio per leggerli.

Usando un formato aperto, invece, posso scegliere quale programma usare per leggerli. Potendo scegliwre quale programma usare, posso scegliere anche quale sistema operativo adoperare. I formati aperti si traducono insomma in maggiore libertà di scelta e possibilità di risparmio per i consumatori grandi e piccoli.

Il problema di tutta la faccenda sta nella parola "appieno". Come ben sa chi ha trasferito documenti da una versione all'altra dello stesso Microsoft Office, ci sono incompatibilità persino tra versioni differenti di software realizzato dalla medesima società. Anche il mondo open source, che appoggia i formati aperti, ha problemi di compatibilità: aprite un documento in formato ODF usando OpenOffice.org e usando Koffice o Google Docs o uno dei tanti programmi che supportano ODF, e noterete subito che la formattazione perde pezzi per strada.
Quanto sarà completo e trasparente il supporto a ODF in Microsoft Office?

Anche se soltanto l'idea di Microsoft che supporta il formato OpenDocument sembrava eresia e fantascienza fino a poco tempo fa e quindi quest'annuncio è molto significativo, conviene dunque aspettare prima di festeggiare la "resa" di Microsoft: bisogna vedere quanto sarà completo il suo supporto al formato ODF, e poi c'è da tenere presente che Microsoft non ha ancora deciso di abbandonare il formato rivale che aveva proposto, l'Open XML, anch'esso ratificato da poco dall'ISO/IEC fra mille polemiche sulla correttezza della procedura.

Nel frattempo, però, si tratta sicuramente di un buon passo nella direzione giusta. Se Microsoft vuole togliersi di dosso la nomea (peraltro giuridicamente accertata) di monopolista aggressivo, deve abbracciare gli standard aperti, anche perché i consumatori stanno cominciando a rendersi conto che esistono soluzioni alternative. Del resto, qualitativamente la sua suite è in grado di competere più che alla pari con i prodotti alternativi anche senza bisogno di ricorrere al trucchetto dei formati proprietari.

Trovate alcuni commenti sulla vicenda presso The Register, la ODF Alliance e la BBC.

2008/05/08

OpenOffice 3.0 beta

Disponibile la beta di OpenOffice.org 3.0 per Mac, Linux, Windows, Solaris



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Potete scaricare liberamente da qui la versione beta in inglese della suite OpenOffice.org 3.0, che debutterà intorno a settembre. La versione italiana è qui (grazie Vitriol per il link).

Le novità principali sono la disponibilità di una versione per Mac (formalmente solo Intel, ma leggete i commenti qui sotto) che gira nativamente, senza X11 o le pesanti acrobazie di NeoOffice, il supporto allo standard OpenDocument 1.2, l'importazione da Microsoft Office 2007 e il numero di colonne degli spreadsheet, portato a 1024 da 256.

Comode anche la visualizzazione multipagina (che vedete qui sopra) e lo zoom a cursore. Chi genera documenti multilingue apprezzerà la funzione che permette di applicare rapidamente un attributo di lingua a un paragrafo. Le nuove note, spostate a margine della visualizzazione, sono decisamente più utilizzabili.

L'elenco completo delle novità è qui (in inglese). Tenete presente che si tratta di una beta e come tale non va usata in ambiente di produzione. Io sto provando la versione Mac: è decisamente più veloce di NeoOffice, che però è già stabile e pienamente usabile in produzione, mentre OOo 3.0 beta ha ancora dei problemi. Peccato che manchi ufficialmente una versione PowerPC, da installare sui Mac meno recenti sui quali NeoOffice è un elefante, ma nei commenti trovate un link interessante in proposito.

OpenOffice.org 3.0 beta per Mac ha almeno un baco notevole: non importa correttamente i font da Mac OS X. Per esempio, io ho installato il font Myriad: mentre NeoOffice me lo vede al volo, OOo 3.0 beta lo sostituisce con un altro font, con risultati orripilanti.

Questo è un documento in font Myriad in OOo 3.0 beta:



E questo è lo stesso documento (visualizzato correttamente) in NeoOffice:



Se vi state chiedendo quanto tempo ho speso per ottenere l'effetto ombra intorno alle catture delle finestre di OpenOffice.org e NeoOffice, è zero: è una funzione automatica della cattura delle schermate di Mac OS X Leopard.

2007/09/19

Novità Openoffice.org

OpenOffice.org: versione 2.3, IBM si allea, Aqua alpha per Mac


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Grandi novità per chi usa OpenOffice.org e sostiene i formati liberi, in particolare il formato OpenDocument, lo standard ISO 26300 utilizzato da OpenOffice.org e da un numero crescente di programmi.

E' uscita la versione 2.3 di OpenOffice.org, per Windows, Linux, Solaris, FreeBSD e Mac. Le novità più significative sono riassunte qui in italiano: eliminate alcune vulnerabilità, potenziata la gestione delle estensioni (simili a quelle di Firefox, che permettono di aggiungere facilmente funzioni supplementari in maniera modulare, tipo l'esportazione automatica a Google Docs), una riscrittura completa della creazione assistita di grafici, e affinamenti alle funzioni di spreadsheet e scrittura. La versione italiana è scaricabile qui.

E' sceso in campo anche il peso massimo IBM, che ha presentato pochi giorni fa Lotus Symphony, suite gratuita basata su Openoffice.org, disponibile per Windows e Linux, e contribuirà allo sviluppo di OpenOffice.org.

Google, da parte sua, offre gratuitamente nel Google Pack StarOffice, altra variante di OpenOffice.org realizzata da Sun, e aggiunge a Google Docs la funzione di generazione di presentazioni in forma collaborativa.

A questo punto abbiamo tre grandi nomi dell'informatica che supportano attivamente il formato libero OpenDocument: Sun, Google, IBM. Con prodotti sia gratuiti, sia a pagamento, che garantiscono l'accesso dell'utente ai propri documenti senza dover dipendere da un singolo produttore, grazie appunto all'adozione di un formato standard ed esente da royalty.

Dall'altra parte c'è Microsoft, con il suo formato OOXML che non riesce ad essere approvato come standard ISO (ecco il comunicato ufficiale ISO in proposito). I tempi stanno davvero cambiando.

OpenOffice.org Aqua per Mac: niente X11, niente peso di Java


Sul versante Mac, è disponibile una versione Aqua per Mac. Non richiede X11, non è pesante e lenta come NeoOffice, ed è disponibile sia per processori Intel, sia per processori PPC. Attenzione: è software alpha, ed è indicato a chiare lettere che non va usato in ambiente di lavoro ma solo per sperimentazione, quindi prendetelo con le pinze.

Io lo sto provando, e finora sta comportandosi molto bene: veloce e scattante anche sul mio iBook G4 di tre anni fa, sia pure con qualche inciampo. Ecco alcuni dei bachi che ho trovato fin qui:
  • come vedete nell'immagine, i menu sono ancora rudimentali nella grafica (ma funzionano)
  • l'apertura di documenti dal Finder e il trascinamento dell'icona del documento sull'icona di OOo non funzionano (questo credo sia il difetto peggiore, fin qui)
  • il trascina-e-molla per spostare una parola o un paragrafo non va
  • ogni volta che si aggiorna una cella di uno spreadsheet, OOo si ferma a ricalcolare per vari secondi
  • l'assegnazione delle funzioni ai tasti non è modificabile
  • perlomeno sul Mac Intel, ci sono occasionali problemi di refresh della finestra e di gestione di alcuni font.
Nonostante tutto, per i documenti più semplici il programma sembra comportarsi adeguatamente, considerato che è appunto una alpha. Per chi ha fretta e/o ha un Mac sul quale NeoOffice è sonnolento e OpenOffice.org/X11 è una croce per gli occhi, la versione Aqua è un piacevole sollievo; speriamo che cresca presto e diventi stabile e pulita.

Conferenza italiana di OpenOffice.org


La Terza Conferenza Italiana di OpenOffice.org, la prima organizzata sotto l’egida dell’Associazione PLIO, si terrà a Firenze il 25 ottobre. Tutti i dettagli sono sul sito dell'associazione. Verranno presentate relazioni sullo stato del progetto, casi di successo nell'adozione di OpenOffice.org, e le caratteristiche della versione 2.3. Chi volesse contribuire con relazioni ed esperienze può contattare il PLIO per proporre presentazioni.

2007/06/17

Installare OpenOffice.org X11 sul Mac

OpenOffice.org sul Mac: installare la versione X11


Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "m.naretto" e "sergofan****". L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Gli utenti di OpenOffice.org hanno due modi fondamentali di adoperare questo programma gratuito sul Mac. Il primo è la variante NeoOffice, che s'installa come una normale applicazione ma tende a essere piuttosto pesante ed è meno aggiornata rispetto all'OpenOffice.org "normale". In compenso, usa tutte le funzioni grafiche, i font e l'interfaccia standard Aqua di Mac OS X.

E' in fase di sviluppo una versione Aqua di OpenOffice.org installabile direttamente sul Mac e integrata con Mac OS X, ma attualmente è in fase alpha e praticamente inutilizzabile. Ci sarebbe anche l'ipotesi di usare la versione Windows di OpenOffice.org sul Mac Intel usando Crossover, ma costa 60 dollari e OpenOffice.org non è fra le applicazioni testate, per cui si tratta per il momento di un salto nel buio.

In attesa che questa versione alpha cresca un po' e che qualcuno faccia il test di compatibilità Crossover, il secondo modo collaudato e affidabile per avere OpenOffice.org sul Mac è usare OpenOffice.org per X11, che come dice il nome ha bisogno dell'ambiente X11.

Quest'ambiente non viene installato automaticamente: ecco come procedere per chi usa Tiger, la versione più recente di Mac OS X.

La prima cosa è, appunto, installare l'ambiente X11, se non l'avete già fatto per qualche altro motivo. In Tiger, X11 è sul DVD di installazione di Mac OS X. In Panther, invece, occorre andare all'apposita pagina del sito Apple per lo scaricamento di X11 e aggiungere l'update (grazie Luca per i link corretti).

Inserite il DVD di Tiger. Nella finestra che compare, aprite con un doppio clic il pacchetto d'installazione Optional Installs (lo trovate nella zona inferiore della finestra). Nella schermata d'installazione, cliccate su Continua, accettate la licenza e poi scegliete la destinazione (di norma il disco rigido interno del Mac) e cliccate su Continua. Nell'elenco di programmi da installare, espandete la sezione Applicazioni, scegliete soltanto X11 e cliccate su Installa. Seguite le istruzioni a video fino alla fine dell'installazione.

A questo punto dovreste trovarvi con l'ambiente X11 installato in Applicazioni/Utility.

Scaricate OpenOffice.org per X11 dall'apposita pagina del sito dell'applicazione. Assicuratevi di scegliere la versione adatta alla vostra versione di Mac OS X e al vostro processore (Intel o PowerPC). Al momento in cui scrivo, la versione 2.2.1 italiana è disponibile qui, ma soltanto per PowerPC; se vi serve la versione Intel, è disponibile quella 2.2.0 inglese insieme a quelle in altre lingue.

Il pacchetto DMG di OpenOffice.org segue le normali regole d'installazione Apple: si fa doppio clic nel Finder per aprirlo se non s'è già aperto da solo e poi si trascina l'icona di OpenOffice.org alla cartella Applicazioni.

Al primo avvio (anch'esso tradizionale, doppio clic sull'icona di OpenOffice.org nella cartella Applicazioni) viene chiesto due volte se si vogliono usare i font di sistema di Apple: accettate entrambe le richieste, che compaiono soltanto al primo avvio.

Quando parte OpenOffice.org X11 (per brevità OOoX) per la prima volta, vi chiede di accettare la licenza e un paio di dati personali. Poi parte il programma vero e proprio e siete pronti per lavorare. La differenza rispetto alle applicazioni normali è che quando lanciate OpenOffice.org X11 compaiono due icone nel dock: quella di X11 e quella di OOoX e per passare a OOoX occorre (almeno inizialmente) cliccare due volte, e sull'icona di X11 anziché su quella di OOoX.

OOoX è già configurato nel Finder, per cui un doppio clic su un documento nei formati OpenOffice.org (o OpenDocument) permette di aprirli con OOoX. Se avete installato anche NeoOffice e volete scegliere quale versione di OpenOffice usare per aprire un documento, fate clic destro (o Ctrl-clic) sul documento nel Finder per aprire un menu apposito. Potete anche scegliere di aprire i documenti per default con OOoX usando le consuete procedure di Mac OS X.

Per il resto, OOoX funziona come una normale applicazione Mac, con alcune importanti eccezioni:
  • l'interfaccia non è Aqua, per cui la barra menu dell'applicazione è nella finestra dell'applicazione anziché in alto sullo schermo;
  • le funzioni di copia e incolla sono un po' rallentate e limitate (se OOoX vi dice che non c'è nulla negli Appunti, aspettate un paio di secondi e poi ritentate, e occhio ai caratteri accentati e nonstandard);
  • i comandi usano il tasto Ctrl anziché il tasto Mela.

Affinamento di OOoX


Oltre alle consuete personalizzazioni di OpenOffice.org (come il salvataggio automatico, la ricerca di un ambiente Java, la scelta di usarlo per aprire i documenti MS Office, e altro) potete rendere il suo funzionamento un po' meno differente rispetto alle normali applicazioni Mac.

In X11, scegliete Preferenze - Ingresso e disattivate la casella Attiva le abbreviazioni da tastiera sotto X11. Questo permette (dopo un riavvio di X11) di usare le normali combinazioni di tasti Mela-C, Mela V e Mela-X per copiare, tagliare e incollare da un'applicazione a OOoX e viceversa.

La guida online di Eric Bachard (PDF, in inglese) suggerisce anche di impostare Milioni nelle impostazioni dei colori della scheda Uscita delle Preferenze di X11.

Un altro consiglio della stessa guida serve a far sparire la finestra xterm di X11, che è inutile in questo contesto:
  • nella finestra di xterm (se avete dis-adminizzato il vostro Mac, la finestra di xterm deve essere aperta dall'utente amministratore), digitate sudo nano /etc/X11/xinit/xinitrc
  • vi viene chiesta la password di amministrazione
  • trasformate in commento la riga che inizia con xterm & aggiungendo all'inizio della riga un cancelletto (#) e uno spazio, ottenendo # xterm &
  • digitate Ctrl-O e poi Invio per salvare
  • digitate Ctrl-X per uscire dall'editor
Riavviate X11 e aprite OpenOffice.org X11: non ci sarà più la finestra di xterm inutile.

2007/03/20

Prova: Google Docs and Spreadsheets

Google permette di scrivere documenti e fogli di calcolo senza installare nulla


Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "mauro.dalex****" e "piumichele".

Google ha da poco presentato la nuova versione di Google Docs and Spreadsheets, o Google Documenti e Fogli Lavoro, disponibile sia in forma gratuita, sia in edizione a pagamento (Premier Edition).

Si tratta di un'area del sito di Google che si comporta come una versione semplificata di una suite di applicazioni d'ufficio: un "programma" di scrittura, uno per la generazione di spreadsheet (fogli di calcolo), un calendario e un "programma" per la gestione della posta (Gmail) che include una funzione di chat.

A queste "applicazioni" di base si affiancano una gestione delle foto e un editor di pagine Web, tutti accessibili da qualsiasi browser compatibile (Internet Explorer 6 e successivi, Firefox, Mozilla, Netscape), senza dover installare assolutamente nulla sul proprio computer. In pratica, si fa a meno di Microsoft Office o OpenOffice.org, perlomeno per la realizzazione dei documenti più semplici.

Questo è un bonus non indifferente per chi lavora in ambienti nei quali è vietato installare software (come per esempio alla RTSI, dove mi trovo a fare ogni martedì un programma sull'informatica usando computer sui quali non posso installare nulla, per cui le prove le faccio sui miei computer personali) e per chi si sposta frequentemente da un computer a un altro.

I documenti creati con GD&S, infatti, vengono conservati sui computer di Google in aree protette da password e sono accessibili da qualsiasi computer collegato a Internet. E' possibile comunque salvarli localmente (per esempio sul proprio computer), esportandoli nei formati più comuni (Word, OpenDocument, PDF, RTF, HTML per i testi; CSV, OpenDocument, PDF e XLS per i fogli di calcolo). Viceversa, i documenti creati localmente sul proprio computer possono essere inviati a GD&S: i formati supportati sono OpenDocument, XLS e CSV per gli spreadsheet; Word, RTF, OpenDocument e OpenOffice/Staroffice per i testi.

L'accesso via Web ai documenti ha un'altra funzione estremamente comoda: la collaborazione. GD&S permette infatti a più utenti di scrivere e modificare contemporaneamente lo stesso documento. Questo è estremamente comodo per i gruppi di lavoro situati in luoghi geograficamente distinti che devono condividere e collaborare alla stesura di documenti e si scontrano sempre con il problema della gestione delle modifiche coordinate.

Le applicazioni, disponibili anche in versione italiana, sono spartane ma sufficienti per l'uso comune e non risentono di particolari lentezze, salvo nel caricamento iniziale. Per contro, c'è l'ovvio limite di qualsiasi soluzione gestita via Internet: se non c'è collegamento alla Rete, non c'è alcun modo di accedere ai propri dati (a parte le copie locali, che è comunque saggio fare periodicamente).

Una delle critiche più frequenti a GD&S e ad altre applicazioni via Web, che fanno parte delle nuove tendenze del software, è la relativa mancanza di sicurezza. Per prima cosa, l'accesso ai dati è sì protetto da password, ma la password è quella dell'account Google, e normalmente l'utente ha sempre l'account già aperto: di conseguenza, chiunque abbia accesso fisico al computer dell'utente può approfittarne per fare danni, perché si trova tutto già spalancato.

L'accesso ai dati, inoltre, avviene tramite una connessione non cifrata (anche se si può usare HTTPS per i documenti di testo), e questo espone al rischio d'intercettazione.

C'è poi un'altra considerazione di sicurezza: i dati sono in mano a Google. E man mano che Google estende la gamma dei propri servizi, accumula sempre più dati. Gli affidiamo la posta, i documenti, magari il calendario degli appuntamenti... una messe di dati che farebbe gola a qualsiasi governo animato da ambizioni di sorveglianza non proprio legittime. In molti casi, le normative sulla sicurezza posso addirittura vietare la conservazione dei documenti elettronici presso terzi. Queste sono obiezioni che potrebbero essere risolte da una versione "locale" di GD&S: un server o una appliance da acquistare e sul quale conservare tutti i dati, accessibili da qualsiasi computer della rete locale.

Le differenze fra la versione gratuita e quella a pagamento non sono molte in termini di funzioni software: per 50 dollari l'anno per ciascun account, gli utenti di GD&S Premier Edition hanno diritto a 10 GB di spazio per i documenti contro i 2 GB della versione gratuita, e hanno inoltre le API per interfacciarsi con i sistemi informatici aziendali e il diritto all'assistenza tecnica.

Uno dei bonus di queste applicazioni via Web è l'eliminazione di due grandi problemi di chi usa i computer, specialmente nelle piccole e medie imprese: la necessità di aggiornare periodicamente il parco macchine per supportare l'ennesima versione elefantiaca del sistema operativo e della suite per ufficio prediletta e il backup sistematico e sicuro (in luogo geograficamente distinto) dei documenti generati.

Considerata la scarsissima attenzione rivolta dalla maggior parte degli utenti al problema del backup dei dati, è probabile che i documenti siano molto più al sicuro nelle mani di Google che in quelle degli utenti.

2007/02/20

Microsoft diventa compatibile con OpenDocument

Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "mueslig****" e "p.fiazza".

Il formato OpenDocument, reso popolare dalla suite gratuita OpenOffice.org e recentemente diventato standard ISO (26300), è ora gestibile anche con Microsoft Word XP, 2003 e 2007. Grazie a un add-in gratuito, scaricabile presso Sourceforge.net, gli utenti di queste versioni di Word possono infatti leggere e creare file scritti in questo formato. Gli utenti di altre versioni possono usare un convertitore autonomo reperibile presso lo stesso sito.

E' un grande passo avanti verso l'adozione di un formato universalmente utilizzabile a prescindere dal programma e dal sistema operativo utilizzato. Questo, a sua volta, facilita l'adozione di sistemi operativi liberi e, in ultima analisi, farà risparmiare un bel po' di soldi agli utenti privati, alle aziende e alle pubbliche amministrazioni, come per esempio in Francia e in Belgio.

OpenDocument è il punto di partenza fondamentale di questo grande cambiamento. Guardate come ne parla un ente solitamente posato come l'UNI:

La norma tecnica UNI CEI ISO/IEC 26300, pubblicata in questi giorni come adozione nazionale della norma ISO/IEC 26300, rappresenta il capitolo finale di un lungo percorso che ha portato per la prima volta alla definizione, in ambito normativo, di uno standard universale per i documenti elettronici, svincolandoli dalla applicazione che li ha generati: si tratta del formato OpenDocument (ODF).

Ad oggi la gran parte dei documenti che siamo soliti gestire con il computer sono generati da software commerciali, ognuno dei quali possiede un proprio formato proprietario. Ciò comporta che, per poter leggere o modificare tali file, l’utente debba avere a disposizione lo stesso programma (ed in alcuni casi anche la stessa versione) utilizzato dall’estensore del documento oppure un programma che faccia da filtro per la visualizzazione.

Viceversa, il supporto a OpenDocument offerto da Microsoft consente agli utenti di Microsoft Office di restare fedeli alla loro suite ma gestire i file OpenDocument, frenando quindi la fuga degli utenti (a volte obbligata da norme legali o da esigenze di risparmio) e consentendo a Office di competere alla pari, sulla forza dei propri meriti (che sono indubbi), anziché dominare il mercato grazie a un formato segreto che lega gli utenti.

Parlando schiettamente, OpenOffice.org (che supporta nativamente OpenDocument) è molto più pesante di Microsoft Office, e ci sono molte circostanze nelle quali preferirei usare Word per scrivere i miei testi o PowerPoint per creare presentazioni perché hanno un'interfaccia più efficiente e girano veloci anche su computer modesti come quelli che ho io. Ora lo potrò fare (sì, ho una licenza per Microsoft Office, e anche sul Mac).

Il supporto OpenDocument di Microsoft verrà esteso gradatamente anche alle presentazioni e agli spreadsheet, consentendo agli utenti Powerpoint ed Excel di preparare documenti leggibili anche con altri programmi, come Abiword, Koffice o il già citato OpenOffice.org, oltre che con le applicazioni via Web come Google Docs and Spreadsheets o Editgrid.

C'è chi si preoccupa che questa sia una mossa di Microsoft per sabotare il formato OpenDocument fornendo un supporto incompleto o inadeguato che faccia fare brutta figura a questo formato; ma il software di conversione è open source, per cui è facilmente correggibile e migliorabile. Per il momento, per Microsoft questa è una mossa coraggiosa e lodevole.

A sua volta, anche OpenOffice.org si appresta ad integrare un traduttore dal formato OpenDocument al formato Open XML di Microsoft Office, per cui sarà possibile salvare in un formato Microsoft senza usare software Microsoft. Anche questo è un passo verso l'eliminazione delle barriere informatiche.

Radio: licenze Vista scontate, looking glass, Word abbraccia OpenDocument

Disinformatico radiofonico stamattina: licenze da uccidere


Il tema principale della puntata del Disinformatico radiofonico di oggi (Rete Tre della Radio Svizzera di lingua italiana, diretta in streaming, replica in podcast) sarà la questione delle licenze del software.

Sono ignorate e bistrattate, ma ne avete mai letta una? Conoscete i vostri diritti? Sapevate che usare Google Earth in ufficio è una violazione della licenza? A cosa avete diritto se un programma vi mangia i dati? Ed è legale quello che succede in Svizzera, dove i negozi vendono Windows Vista OEM (l'edizione che va venduta abbinata a un computer) sfuso, a patto che compriate un disco rigido o un mouse (quest'ultimo solo se di marca Microsoft)? E' una maniera legale per avere Windows a basso prezzo, magari anche in Italia? Giro queste domande a Microsoft e vediamo che cosa salta fuori.

Se il tempo lo consente, parlerò anche del software che permette a Microsoft Word di condividere documenti in formato OpenDocument (standard ISO), così finalmente gli utenti di programmi come OpenOffice.org non sono più emarginati, e delle interfacce alternative per l'uso del computer e in particolare di Looking Glass, che faceva tre anni fa quello che Vista fa oggi. Utile? Non lo so. Bello da vedere? Sicuramente.

Se volete partecipare al programma, scrivete a disinformatico@rtsi.ch oppure lasciate commenti e segnalazioni in questo blog.

2006/07/08

Zio Bill abbraccia il formato OpenDocument: addio ai formati proprietari?

Questo articolo vi arriva grazie alla donazione straordinaria di "liciapar".

Microsoft offrirà una serie di programmi gratuiti che consentiranno anche a Word, Excel e Powerpoint di usare il formato libero e aperto OpenDocument, recentemente diventato standard ISO/IEC 26300 e noto a molti come il formato utilizzato dalla suite libera e gratuita OpenOffice.org e da altri programmi come AbiWord e Kword. Il primo di questi programmi è già disponibile da un paio di giorni.

E' un bel cambio di rotta per Microsoft, che fino all'altroieri osteggiava il formato OpenDocument per ragioni di bottega: zio Bill ha sempre temuto che usare un formato standard avrebbe ridotto la dipendenza degli utenti dai programmi Microsoft. Forse le pressioni esercitate da governi come quello del Massachusetts (che ha detto chiaramente a Microsoft "o supporti OpenDocument, o qui nessuno userà più MS Office") e del Belgio (che ha da poco avviato la migrazione a OpenDocument) e le imminenti sanzioni UE hanno indotto Gates a più miti e moderni consigli.

Dal punto di vista degli utenti, questo è un grande risultato, perché consente finalmente la condivisione universale di documenti senza il problema di sapere se tutti i destinatari hanno e usano lo stesso programma e la stessa versione del programma (le magagne di compatibilità fra versioni differenti di Word ed Excel, o fra loro edizioni in lingue differenti, sono ben note).

In sostanza, entro breve tempo si potranno inviare a chiunque documenti editabili scritti, per esempio, con OpenOffice.org, senza obbligare il destinatario a scaricare, imparare e usare OpenOffice.org (o un altro programma che gestisca il formato OpenDocument) ma invitandolo semplicemente a scaricare un piccolo plug-in per Microsoft Office.

In questo modo, chi vuole restare fedele a Microsoft Office può farlo; chi invece preferisce avere la garanzia di poter leggere i propri documenti elettronici oggi, domani e fra vent'anni senza dover sottostare a licenze-capestro decise da un fornitore unico e ai conseguenti esborsi può usare software meno costoso e altrettanto efficace (perlomeno per le situazioni più comuni), senza più preoccuparsi della compatibilità.

Per fare un paragone col mondo reale, è come se finalmente ci fossimo tutti messi d'accordo per parlare un'unica lingua franca. E l'uso di una "lingua franca" in informatica ha un precedente particolarmente illustre, che avete davanti agli occhi: è proprio l'adozione di uno standard aperto e libero che ha consentito la nascita di Internet, basata appunto su protocolli che chiunque può usare e permettono a computer differenti di comunicare tra loro.

Prima di questi protocolli, la marca X di computer parlava soltanto con quella medesima marca e gli utenti delle nascenti reti telematiche (CompuServe, Prodigy, Genie, AOL... ve le ricordate?) potevano comunicare soltanto con altri utenti della stessa rete. Tanti ghetti chiusi, tante isole separate da oceani di incompatibilità. Poi è arrivato il buon senso ed è nata Internet, con il successo travolgente e la creazione di nuovi mercati e nuove occasioni di lavoro e di cultura che tutti ben conosciamo. Tutto grazie al concetto del software libero e degli standard aperti.

L'abbraccio di Microsoft, tuttavia, non è del tutto privo di riserve: OpenDocument non diventa il formato predefinito di Word, Excel e Powerpoint, ma semplicemente un'opzione in più da aggiungere manualmente a questi programmi. Gli utenti dovranno quindi superare la naturale inerzia e decidere quale formato adottare.

Come indicato da Betanews, uno dei programmi gratuiti di conversione sponsorizzati da Microsoft è già disponibile come versione alpha su Sourceforge (per Windows NT/2000/XP) e converte dal formato OpenXML delle versioni più recenti di Microsoft Office al formato OpenDocument e viceversa.

Niente conversione dei famosi (e famigerati) .DOC binari, per ora: verrà aggiunta in seguito tramite un aggiornamento dei vecchi MS Office che permetterà loro di salvare in OpenXML, dal quale si potrà poi salvare in OpenDocument. Macchinoso, vero? E' chiaro, insomma, che chi sperava in un semplice "Salva come OpenDocument" all'interno di Microsoft Office resterà deluso.

I convertitori per Excel e Powerpoint arriveranno nei primi mesi del 2007. Sono coinvolti nel progetto di Microsoft la società francese Clever Age, l'indiana Aztecsoft e la tedesca Dialogika.

C'è una celebre frase attribuita a Gandhi: "Dapprima ti ignorano. Poi ti deridono. Poi ti combattono. E poi vinci". Si sente nell'aria profumo di vittoria. E il bello è che stavolta nessuno deve perdere.

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