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Il Disinformatico

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2011/02/09

Repubblica: Atlantide scoperta in Google Earth. Di nuovo

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Quelli di Repubblica non imparano mai. Non è bastata la figuraccia di Alessandra Farkas sul Corriere poco più di un anno fa esattamente sullo stesso tema. Nooo. Repubblica oggi ripropone pari pari la stupidaggine della scoperta di Atlantide nelle immagini di Google Earth.

Spiegare loro che si tratta di artefatti di scansione dei fondali e di compressione delle immagini, come avevo già fatto a febbraio 2009? Inutile. Provo a riproporre la dimostrazione di come si può usare lo stesso effetto per “scoprire” Atlantide sulle chiappe di Belen Rodriguez. Forse quella la capiscono. O magari credono di essere davanti allo specchio. Bah.

Di fronte a questa marea montante di cretinate sparate dai giornali italiani, non resisto all'idea di proporre un gesto di protesta. Non comprateli più. Se li sfogliate online, passate da Anonymouse o simili per ridurre il conto dei visitatori unici. A questi pennivendoli non interessano i valori come l'onestà, il rigore, la verifica delle fonti. Interessa solo riempire il vuoto fra una pubblicità e l'altra e ottenere cliccate. E allora diamo loro una svegliata stuzzicandoli dove sono sensibili: nel portafogli. Niente vendite, niente clic? Niente inserzionisti. Tu dare me notizie corrette, io dare te soldi. Così magari capiranno che siamo stufi di pagare e perdere tempo per leggere montagne di cazzate e correggeranno il tiro. Magari.

Grazie a tutti coloro che mi hanno segnalato l'ennesimo caso di giornalismo trash e che hanno segnalato l'ulteriore ironia di questa vicenda: Repubblica stessa smentiva altrove la medesima scoperta un anno fa. Chi ha redatto la photogallery di oggi non ha neanche cercato negli archivi del suo stesso giornale. Ma non ritratta o corregge la photogallery. Perché? Perché conta come clic. Ennesima dimostrazione del fatto che testate come Repubblica e Corriere ormai pensano solo a raggranellare visitatori. E poi guardano i blogger dall'alto in basso. Che pena.

Aggiornamento: la photogallery è stata rimossa oggi pomeriggio.

Cratere meteorico “scoperto” da un ufologo in Canton Ticino? Andiamoci piano

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2011/02/11.

Ticinonline segnala l'annuncio della scoperta di un “cratere formatosi a seguito dell'impatto di un meteorite” nell'area di Bellinzona. Lo scopritore è un ufologo del “neocostituito e sedicente Gruppo ricerche eventi atmosferici anomali” (GREAA), che è talmente neocostituito che il suo sito (Greaa.ch, che punta a sites.google.com/site/greaaricerche/home) contiene ancora il lorem ipsum di prova. La pagina Facebook per ora non è messa molto meglio, ma perlomeno permette di avere un'idea dell'orientamento e dell'approccio proposto (basi segrete per le élite che si preparano al 2012 e compagnia bella).

Lo scopritore non ha divulgato il luogo esatto del presunto cratere ma dice di aver fatto segnalazione all'ufficio del geologo cantonale. Non si capisce il senso di questa segretezza del tutto antiscientifica. Anzi, secondo il giornale La Regione Ticino di stamattina, lo scopritore sarebbe addirittura andato presso un avvocato-notaio per depositare il brevetto. Un brevetto su un cratere? Mica è un'invenzione. O forse sì, ma non nel senso brevettuale del termine.

Marco Cagnotti, presidente della Società Astronomica Ticinese, ha già raccomandato prudenza e chiesto di essere contattato dallo scopritore, dando disponibilità per una verifica sul posto.

C'è una possibile spiegazione banale per il fatto che un cratere di ben 590 metri per 320, situato nel bel mezzo di una zona densamente abitata e dettagliatamente cartografata, non sia stato notato dagli addetti ai lavori in tutti questi anni ma sia stato scoperto solo ora da un ufologo: forse l'ufologo ha trovato il “cratere” su Google Maps, non sul terreno. Guarda caso, La Regione Ticino parla proprio di “immagini satellitari” usate per effettuare la scoperta.

Ma le altimetrie di Google Maps contengono veri e propri buchi dovuti ad errori di misurazione o elaborazione, ed è facile, per l'occhio del dilettante, scambiarli per crateri. Qui accanto ne vedete uno, scoperto nel 2008 da un lettore, Francesco53, che ringrazio per la segnalazione. All'epoca Francesco53 non si era fiondato dal notaio ma aveva contattato le autorità cantonali per verificare ogni ipotesi alternativa al cratere meteorico: avendo poi scoperto che si trattava di bachi di Google Maps e Google Earth mi aveva segnalato il fatto come chicca.

Tornando alla presunta scoperta meteorica di questi giorni, se fosse vera sarebbe una scoperta magnifica, ma vale sempre la regola fondamentale: fateci vedere le prove. Poi ne parliamo, senza escludere in partenza nessuna ipotesi.

Visto che l'ufologo non sembra intenzionato a divulgare l'ubicazione della sua presunta scoperta, che ne dite di fare una ricerca di gruppo e trovare il “cratere”? Sappiamo che misura 590 metri per 320 e che è accompagnato da crateri secondari che “presentano la direzione dell'asse maggiore comune”, per citare la relazione dell'ufologo riportata da La Regione Ticino. Se trovate qualcosa, segnalatemelo privatamente via mail. Buona caccia!


2011/02/10


Non perdetevi nei commenti qui sotto le reazioni leggermente scomposte di due persone che dichiarano di far parte dell'associazione ufologica GREAA, che accusano il giornalista de La Regione Ticino di non aver capito un'acca e di aver sbagliato a riportare le misure. L'accesso al sito del GREAA, nel frattempo, è stato chiuso ed ora è consentito solo su autorizzazione, ma ho conservato alcune schermate del suo loremipsistico aspetto:


Se qualcuno avesse dei dubbi sul tenore delle idee del GREAA, suggerisco una lettura degli argomenti segnalati nel suo feed Twitter. Il feed indica inoltre che ci sarebbe anche una risposta alle mie osservazioni, ma il sito Ufologia.biz che la ospita non è accessibile (e ovviamente si insinua che sia colpa mia).

Molta polemica, ma nessuna intenzione (almeno finora) di fare la cosa più semplice: pubblicare le coordinate del presunto cratere e lasciare che gli esperti valutino le asserzioni dell'associazione ufologica.


2011/02/11


Sono stato contattato via mail dallo scopritore del presunto cratere, che non ha voluto rispondere alle mie semplici domande sulla sua asserita scoperta (se non vuole divulgare dove si trova, almeno dica quanto misura esattamente, come lo ha scoperto e che elementi geologici di prova ha raccolto). Il rappresentante del GREAA ha preferito un linguaggio intimidatorio: “Ora e spero di essere chiaro, ti invito a non volrmi piu contattare ne privatamente ne in qualsiasi altra maniera. Ogni tua intrusione sarà considerata molesta e pertanto denunciata al Ministero pubblico Ticinese... prima che mi girino la palle a elica .......fino ad ora io l'ho presa molto sul ridere ti avviso che non mi sono ancora minimamente incazzato questo per darti un idea della misura che non devi oltrepassare."

Credo che non serva aggiungere altro. Non resta che aspettare che vengano presentate le prove di questa sensazionale scoperta, anche se ho il presentimento che non ne sentiremo più parlare.

Chi volesse approfondire le vere tecniche e i veri successi nel campo della ricerca dei crateri meteorici terrestri può dare una sfogliata all'Earth Impact Database e all'Impact Database o alla scoperta di un ricercatore italiano, Vincenzo De Michele, effettuata tramite Google Earth e confermata e pubblicata su Science. C'è anche una miniguida per aspiranti cacciatori di crateri che spiega cosa fare se si sospetta di aver scoperto un cratere e come riconoscerlo. Vale la pena di notare che l'intimidazione ai giornalisti che osano fare domande non fa parte della procedura.

2011/02/08

Paul McCartney è morto?

Voyager, ennesima scemenza: Paul McCartney è morto e al suo posto c'è un sosia


Ieri sera a Voyager l'accalappiapolli Roberto Giacobbo ha avuto l'ennesimo attacco di coprolalia e ha parlato della presunta morte di Paul McCartney e della sua altrettanto presunta sostituzione con un sosia. La storia è talmente vecchia, idiota e stantia che non mi metto a ripeterla o smontarla qui in dettaglio: è semplicemente una scemenza delle tante che costellano Voyager. Per chi volesse i morbosi dettagli di questa storia, Massimo Polidoro ha pubblicato da tempo una ricca analisi di questo mito. Che noia. Meno male che c'è Avoyager:

2011/02/07

Cane “abbattuto” per tassa non pagata, smentita delle autorità

Svizzera, il cane della signora Iannotta non è stato abbattuto per tassa non pagata. Anche perché la signora Iannotta non esiste


Ho ricevuto poco fa via mail da Pierre-Alain Némitz, segretario municipale di Reconvilier, la seguente smentita delle notizie circolate nei giorni scorsi a proposito dell'abbattimento del cane di una residente italiana di Reconvilier, Marilena Iannotta, in seguito al mancato pagamento della tassa locale sul possesso di cani. La signora Iannotta, spiega Némitz, non esiste, per cui non c'è nessun suo cane da abbattere, quand'anche lo si volesse fare.

Stando a questa categorica smentita, che collima con le dichiarazioni precedenti delle autorità di Reconvilier, i giornali italiani hanno pubblicato dunque una bufala e creato indignazione planetaria sul nulla perché hanno omesso di fare la cosa più semplice e doverosa per chi vuole definirsi giornalista: chiedere direttamente agli interessati, i cui indirizzi di mail e numeri di telefono sono a disposizione sul sito del comune di Reconvilier. Io non ho fatto altro che mandare ieri una mail all'indirizzo del segretario.

Naturalmente se qualcuno è in grado di trovare la fantomatica signora Marilena Iannotta, sentiremo anche la sua versione dei fatti. In mancanza della signora, sarebbe interessante trovare chi ha inventato di sana pianta questa panzana che ha fatto piovere addosso al sindaco di Reconvilier oltre 700 mail di minacce.

Ecco il testo originale della smentita:

Bonjour,

La presse à sensation se saisirait de n'importe quoi même de la plus grosse ânerie. Cela fait vendre et tant pis si cela alimente une polémique ridicule. Cela ne tue pas mais nuit à ceux qui en sont l’objet.

Pour votre pleine information, je vous transmets ci-joint le communiqué émanant du conseil municipal de Reconvilier.

Sa lecture vous orientera pleinement sur ce qui se passe réellement à Reconvilier. Nous ne sommes ni un village d'indiens ni une société primitive avide de sang.

Un grand merci si vous avez l'honnêteté de retransmettre cette information.

Entre parenthèse, il n'existe en notre village personne portant le nom de Iannotta donc pas de chien ni d'abattage. Les journalistes ne peuvent-ils travailler autrement qu’en partant de la plus incertaine rumeur ?

En vous remerciant d’avoir la conscience professionnelle de lire l’avis des autorités communales et de vous y référer pour mettre un terme à une cabale du plus mauvais genre.

Avec nos meilleurs messages.

Pierre-Alain Némitz
Secrétaire municipal

Ed ecco una sua traduzione veloce:


Buongiorno,

La stampa sensazionalista coglierebbe qualunque cosa, persino la più grande stupidaggine. Vende bene, e se alimenta una polemica ridicola, tanto peggio. Non uccide, ma nuoce a coloro che ne sono l'oggetto.

Per sua completa informazione, le allego il comunicato pubblicato dal Consiglio Municipale di Reconvilier. La sua lettura la orienterà pienamente su quanto sta realmente accadendo a Reconvilier. Non siamo né un villaggio d'indiani né una società primitiva avida di sangue.

La ringrazio molto se se avrà la correttezza di ritrasmettere quest'informazione.

Tra parentesi, non esiste nel nostro villaggio nessuno che porti il cognome Iannotta e quindi non esistono nessun cane e nessun abbattimento. I giornalisti non possono lavorare diversamente, senza partire dalle dicerie più incerte?

Ringraziandola per avere la coscienza professionale di leggere l'avviso delle autorità comunali e di farvi riferimento per porre fine a una macchinazione del genere peggiore.

Cordiali saluti

Pierre-Alain Némitz
Segretario municipale

2011/02/06

Svizzera: signora non paga per tempo la tassa sul cane, glielo abbattono. Ma anche no

L'articolo è stato ampiamente aggiornato dopo la pubblicazione iniziale: grazie a tutti i lettori che stanno collaborando all'indagine. Ultimo aggiornamento: 2011/02/07.
Prima di inviare commenti, leggete l'aggiornamento in fondo all'articolo.

Sta girando nei media italiani (TG1 Online, AGI, TGCom, La Stampa) e di altri paesi (Huffington Post) la notizia che a Reconvilier, piccolo comune del Giura bernese, si sarebbe proceduto ad abbattere il barboncino di una signora italiana, Marilena Iannotta, che non aveva pagato la relativa tassa di 50 franchi. La fonte della notizia, datata 5 febbraio, è il fratello della signora, che si sarebbe offerta di pagare subito la tassa. Ma stando al racconto gli agenti sarebbero stati inflessibili.

Stranamente finora non ho trovato nei giornali svizzeri online nessuna conferma diretta di questa soppressione. Ci sono articoli (Ticinonline 18/1/2011, Ticinonline 18/1/2011, 24heures.ch 18/1/2011, TSR 9/1/2011, Blick 10/1/2011, Corriere del Ticino 18/1/2011, Le Temps 15/1/2011, Le Matin 18/1/2011) che parlano dell'iniziativa del sindaco di Reconvilier, Flavio Torti, di far rispettare la tassa sul possesso di cani segnalando l'ipotesi estrema del ricorso all'abbattimento dell'animale secondo quanto previsto da una legge del 1904 (specificamente l'articolo 4 della legge cantonale sulla tassa dei cani). I possessori di cani avrebbero ricevuto lettere di sollecito in questo senso a dicembre. Il sindaco avrebbe invece ricevuto minacce di morte da tutto il mondo oltre al saldo degli arretrati da parte di quasi tutti i possessori di cani.

Il comunicato stampa del consiglio municipale di Reconvilier in merito alla faccenda è datato 18 gennaio 2011 e dice chiaramente che non c'era alcuna intenzione di arrivare alla soppressione di animali (le evidenziazioni sono aggiunte):

Le conseil municipal n’a pas et n’a jamais eu l’intention d’organiser la solution canine finale que lui prêtent aujourd’hui les défenseurs des animaux. Il faut que cesse ce remue-ménage qui n’a pour résultat que de soutenir une minorité de mauvais payeurs, qui tentent de se soustraire à leurs obligations. Ceux-là n’ont pas droit à un traitement de faveur mais il est bien clair que cela ne se fera pas au détriment d’animaux.

Tutte le notizie sembrano però fermarsi al 18 gennaio scorso, tranne quelle pubblicate dai media italiani, che sono le uniche a parlare di soppressione del cane e citare il nome del suo padrone. La Badische Zeitung del 28 gennaio 2011 parla del caso, senza però parlare di abbattimenti già effettuati: anzi, cita dichiarazioni delle autorità di Reconvilier che precisano che qualora ci fosse un abbattimento dovrebbe avvenire secondo le norme contro la crudeltà verso gli animali. Sui siti svizzeri, compresa la RSI, non c'è traccia finora di quanto affermato dalle notizie italiane, a parte una segnalazione sul Caffè di oggi (6/2/2011), che però cita come fonte l'italiana AGI.

Nelle Pagine Bianche svizzere non c'è nessuna Iannotta o Jannotta a Reconvilier. Questo non vuol dire che la signora non esista: magari semplicemente non ha un numero telefonico in elenco a suo nome.

Oggi, domenica, gli uffici di Reconvilier sono chiusi ed è quindi impossibile contattare le autorità locali. Vedo cosa riesco a fare domani. Nel frattempo, prima di diffondere la notizia con il conseguente coro di luoghi comuni sul cinismo e la crudeltà, suggerisco prudenza.

Sia chiaro che non voglio fare polemica sull'assurdità di una legge che preveda l'uccisione dell'animale per colpa della cretineide del suo padrone e prego gli animalisterici di astenersi dai linciaggi: voglio solo chiarire i fatti.


La smentita delle autorità di Reconvilier


Ho ricevuto stamattina una mail di secca smentita dalle autorità municipali di Reconvilier. La signora Iannotta semplicemente non esiste. I dettagli sono in questo articolo.

2011/02/05

Disinformatico radio di ieri

IP esauriti, patch Microsoft, falle VLC, cristalli dell'invisibilità e keylogger


Ieri è andata in onda la consueta puntata settimanale del Disinformatico radiofonico, scaricabile temporaneamente da questo link e dedicata alle preoccupazioni per l'esaurimento degli indirizzi IP, alle patch mensili di Microsoftalla falla di VLC che permette di infettare un computer guardando un video, alla presunta scoperta del cristallo che rende invisibili e ai keylogger. Per chi volesse abbonarsi al podcast del Disinformatico su iTunes, il link ai podcast della RSI è questo e il link diretto al mio programma su iTunes è questo.

Inoltre ho preparato per la trasmissione televisiva Pattichiari una miniguida (PDF) a cosa è lecito e illecito fare in Svizzera in tema di pirateria audiovisiva (vera o presunta) via Internet.

2011/02/04

Podcast RSI 2011/02/04 - I testi della puntata

Questi articoli erano stati pubblicati inizialmente il 4 febbraio 2011 sul sito della Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera, dove attualmente non sono più disponibili. Vengono ripubblicati qui per mantenerli a disposizione per la consultazione.

Gli indirizzi IP sono finiti! Panico!!

La fine di Internet è vicina. Anzi, è già arrivata e non ce ne siamo nemmeno accorti. Era stato infatti annunciato per il 2 febbraio scorso l'esaurimento degli indirizzi IP di Internet, l'equivalente informatico dei numeri di telefono. Così come a un telefono occorre assegnare un numero affinché possa fare e ricevere chiamate, a ciascun computer della Rete va assegnato uno di questi indirizzi IP, altrimenti non può comunicare con gli altri computer. Ma siamo ancora qui e online: la temuta "ARPAcalisse" (se la capite siete veri geek) non c'è stata. Allora come stanno le cose?

È abbastanza semplice: i 4,3 miliardi di indirizzi IP sono stati assegnati tutti dalla Internet Assigned Numbers Authority (IANA) a grandi blocchi: gli ultimi sono andati il primo febbraio, con un giorno di anticipo sulle previsioni. In questi blocchi ci sono ampie sequenze inutilizzate, tanto che si stima che solo il 14% degli indirizzi Internet sia realmente utilizzato.

Ma quello che ha impedito il collasso di Internet, grazie al lavoro preventivo dei tecnici che sanno da anni di questo problema, è il fatto che nel frattempo è stato fatto ampio uso del NAT (Network Address Translation), una tecnica che permette di usare un solo indirizzo IP per più di un computer. Per esempio, tutti i computer di un'azienda possono essere associati a un singolo indirizzo IP verso Internet. In casa, il vostro modem ha un singolo indirizzo IP pubblico (verso Internet) e smista il traffico a tutti i dispositivi che gli collegate. È un po' come un centralino telefonico che usa un solo numero pubblico e poi smista le chiamate ai vari numeri interni.

Questa soluzione è comunque un palliativo: prima o poi bisognerà passare al nuovo standard già predisposto per risolvere il problema. Lo standard si chiama IPv6, e la sua adozione spetta ai responsabili informatici delle aziende e ai fornitori d'accesso Internet. Noi comuni mortali in sostanza non dobbiamo fare nulla. Tranne una cosa: tenerci forte l'8 giugno.

Per quella data, infatti, Google, Yahoo e Facebook hanno previsto una giornata di collaudo dell'IPv6 e annunciano quindi la possibilità di inconvenienti e perdite di connessione durante il periodo di test.

Fonti aggiuntive: ZDnet, Ars Technica.

Rituale aggiornamento mensile per Microsoft

Martedì prossimo è il patch Tuesday : il rituale appuntamento mensile degli utenti di Windows con gli aggiornamenti e le correzioni preparate da Microsoft. L'annuncio ufficiale segnala la chiusura di tre vulnerabilità definite "critiche" e di nove vulnerabilità "importanti" che riguardano Windows, Internet Explorer, Office, Visual Studio e Internet Information Server.

Quest'infornata di aggiornamenti, tuttavia, non correggerà la falla segnalata da Microsoft in tutte le versioni di Windows (da XP a Windows 7). La falla è legata al modo in cui Windows gestisce i file in formato MHTML (un formato creato da Microsoft per salvare una pagina Web con tutto il suo contenuto in un unico file) e consente a un aggressore di far eseguire script  ostili sul computer degli utenti che visitano il suo sito-trappola usando Internet Explorer.

Per questa falla esiste una correzione separata, preparata da Microsoft e disponibile qui. Secondo Ars Technica  si tratta del secondo rattoppo riguardante lo stesso problema: il primo era stato segnalato e risolto nel 2007, ma a quanto pare la correzione non era completa.

Si può infettare il computer guardando un video? Sì

Guardare un video scaricato da Internet sembra una di quelle attività informatiche che non può causare danni (almeno al computer; dipende da cosa scaricate dalla Rete), ma in realtà anche nei video è possibile annidare degli attacchi informatici che sfruttano delle vulnerabilità dei player (programmi di lettura).

Se siete fra i tanti utenti del programma gratuito VLC, uno dei più gettonati grazie alla sua capacità di leggere praticamente qualunque formato di video, aggiornatelo subito: la versione 1.1.6.1 e quelle precedenti hanno infatti una vulnerabilità che consente di confezionare un file video di tipo MKV (Matroska o WebM) contenente istruzioni ostili che verranno eseguite sul vostro computer semplicemente aprendo il video con le versioni vulnerabili di VLC.

La segnalazione è stata pubblicata sul sito di VLC, Videolan.org, ed è merito del ricercatore di sicurezza Dan Rosenberg. La soluzione è semplice: scaricare la versione aggiornata e corretta di VLC, la 1.1.7, disponibile per tutti i principali sistemi operativi.

Scoperto il cristallo che rende invisibili?

Nei giorni scorsi numerosi giornali e siti (Repubblica, Virgilio Notizie, Il Mattino, Sydney Morning Herald, Der Spiegel, 20 minuten) hanno annunciato la scoperta, da parte di ricercatori dell'Università di Birmingham e del Massachusetts Institute of Technology, di un cristallo che rende invisibili gli oggetti. È piccolino: misura un paio di centimetri e rende invisibili per ora solo oggetti altrettanto piccoli, per esempio un fermaglio, ma promette di crescere, anche perché si tratta di calcite, i cui cristalli arrivano fino a sei metri e mezzo di lunghezza. C'è chi pensa già di usarlo per rendere invisibili i veicoli militari.

Titoli come "Realizzato il mantello dell'invisibilità" o "Scienziati a un passo dalla creazione del mantello invisibile", tuttavia, sono leggermente prematuri e sensazionalisti. La notizia, infatti, proviene dal Daily Telegraph  e spettacolarizza una scoperta interessante ma non così militarmente promettente come potrebbe sembrare dai titoli della stampa generalista.

Andando a leggere l' annuncio originale dei ricercatori, disponibile sul sito dell'Università, si scopre infatti che l'articolo, intitolato “Macroscopic Invisibility Cloak of Visible Light”, pubblicato su Nature Communications e scaricabile gratuitamente da Arxiv.org, dice una cosa ben più modesta.

Disponendo opportunamente due cristalli di calcite si può ottenere una riflessione che nasconde la presenza di un oggetto, ma non si tratta di vera trasparenza (non si può vedere attraverso l'oggetto "invisibile" in condizioni normali) e l'effetto funziona soltanto con luce polarizzata (video) o di uno specifico colore e solo se la fonte di luce è diretta specificamente contro l'oggetto. Inoltre il trucco è rivelato dal fatto che intorno all'oggetto si vede chiaramente un cristallo molto più grande dell'oggetto stesso. Difficile, e quasi comico, pensare di rendere invisibile un carro armato piazzandogli sopra dei cristalli di calcite alti qualche metro.

Uno dei ricercatori, il fisico Shuang Zhang, è anzi il primo a dire chiaro e tondo che "Non si tratta di un mantello alla Harry Potter" in un'intervista per Science News. Lo scopo di queste ricerche non è l'invisibilità classica, ma l'uso di particolari proprietà dei materiali per ottenere per esempio dispositivi ottici (sensori o microscopi) più sensibili e potenti. Ma detto così non fa scoop.

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Fonti aggiuntive: Physical Review Letters.

Keylogger rubapassword, sorveglianti e antifurto

Scommettiamo che entro tre minuti riuscirò a convincervi a chinarvi sotto la vostra scrivania?

Un keylogger è un programma o un dispositivo fisico che intercetta e registra tutto quello che viene digitato su un computer. È utile per scoprire le password di un utente o conoscere il contenuto di una mail, di una chat o di una sessione su un social network. Ha quindi una funzione di sorveglianza che può rivelarsi utile in famiglia (per esempio per tutelare i minori quando vanno in Rete) e sul posto di lavoro (per difendersi dai dipendenti infedeli o scrocconi).

Le versioni software (programmi) sono disponibili per Windows, Mac OS X e Linux, sia gratuitamente sia a pagamento, con vari livelli di prestazione. I keylogger più sofisticati si installano in modo invisibile e sono in grado di registrare anche le password e di inviare periodicamente via mail le registrazioni effettuate e anche le catture delle schermate (per vedere a distanza cosa sta guardando l'utente sorvegliato). Di solito, però, per installarli bisogna avere accesso all'account dell'utente. Se l'utente da sorvegliare è prudente e non lascia incustodito il computer quando è acceso, installargli un keylogger di nascosto è difficile. Inoltre un buon antivirus li rileva e li smaschera.

Le cose cambiano con i keylogger hardware, vale a dire con i dispositivi fisici che intercettano e registrano le digitazioni. Sono degli aggeggii talmente piccoli (pochi centimetri) che sembrano adattatori attaccati lungo il cavo della tastiera: solo uno sguardo attento al retro del computer rivela la loro presenza. Questi keylogger si installano senza aver bisogno di accedere all'account dell'utente sorvegliato e non vengono rilevati dagli antivirus. I modelli migliori sono in grado di mandare le digitazioni registrate, password comprese, via mail o via radio. Funzionano con qualunque sistema operativo. Essendo alimentati dal computer, possono restare al loro posto indisturbati per mesi: tanto è raro che qualcuno vada a controllare i connettori sul retro del PC.

Ho vinto la scommessa?

I costi di questi prodotti sono abbordabili sia per le famiglie, sia per le aziende: i più sofisticati non superano i 200 franchi. Ma sono legali? Dipende dall'utilizzo. Per esempio, se ne installate uno software sul vostro computer, in caso di furto dell'elaboratore potrete leggere quello che scrive il ladro e quindi risalire alla sua identità quando invia mail o va su Facebook.

2011/02/03

Medbunker a Lugano il 12/2; bufale a Cadorago domani sera

Il 12 febbraio prossimo sarà a Lugano Salvo Di Grazia, alias WeWee, il medico autore del blog Medbunker, noto per le sue indagini senza peli sulla lingua nel campo delle medicine e terapie “alternative” e in quello dei limiti e dei confini della medicina “ufficiale”. L'appuntamento è all'Hotel Pestalozzi, in Piazza Indipendenza 9, alle 20.

La conferenza è organizzata dal CICAP Ticino e io sarò presente come moderatore e per ascoltare la lezione tecnica e umana di WeWee. Il biglietto d'ingresso è di cinque franchi (4 euro) per i soci CICAP che presentano la tessera d'iscrizione e dieci franchi (8 euro) per i non soci. L'ingresso per la stampa è gratuito. Per informazioni: ticino@cicap.org.

Domani sera alle 21, inoltre, sarò al Centro Civico di Cadorago (Como), in Piazza Zampiero, per un incontro pubblico su bufale, truffe e disinformazione online, organizzata dall'associazione culturale Altro Futuro. L'ingresso è gratuito. Porterò qualche copia del mio libro sui complotti lunari.

2011/02/01

L’UFO di Gerusalemme

Questo articolo era stato pubblicato inizialmente su Wired.it, dove ora non è più disponibile, per cui lo ripubblico qui.

Stanno rimbalzando nei blog e nei siti dei giornali online (MSNBC, Examiner, Giornalettismo, TGCom, Leggo) e in televisione (Studio Aperto) dei video ufologici che sarebbero stati ripresi a Gerusalemme il 28 gennaio scorso e mostrano da angolazioni differenti una sfera luminosa che fluttua apparentemente sulla verticale della Spianata delle Moschee e poi schizza verso il cielo a velocità incredibile.

Uno di questi video è attribuito a un cineamatore di Tel Aviv, Eligal Gedailovic o Eligael Gidlovitch, e la sua pubblicazione su Youtube è stata notata da AllNewsWeb, sito non certo noto per la sua rigorosa verifica delle fonti, che ha rivendicato lo scoop affermando che il video è “uno dei più interessanti mai ripreso” e ha poi segnalato l'esistenza di un secondo video che mostra lo stesso evento e sembra quindi autenticare la prima ripresa.

In realtà c'è ben poco di interessante in questi video, a parte l'occasione di riempire senza fatica gli spazi vuoti dei giornali e dei blog: hanno tutte le caratteristiche dei soliti video manipolati che abbondano nei siti ufologici poco attenti. L'UFO, infatti, è semplicemente un puntino indistinto che si muove nel cielo notturno, facilissimo da aggiungere con un ritocco digitale. Roba già vista, insomma, e di certo non sufficiente a dimostrare che si tratti di visitatori extraterrestri.

Ma poi spunta un terzo video che dichiara di mostrare lo stesso evento da un'altra angolazione: stavolta l'oggetto misterioso è ripreso da una distanza minore e ha un aspetto globulare e mutevole. Si tratta allora della smoking gun dell'ufologia?

Purtroppo no. Infatti è già disponibile un'analisi video (segnalata dalla sezione Ufo e Alieni di NewNotizie) che mostra i segni della falsificazione: stabilizzando il video si nota che lo spostamento degli elementi in primo piano, dovuto al tremito della mano di chi effettua la ripresa, non è sincronizzato con lo spostamento dello sfondo. In altre parole, le due parti del video sono state riprese separatamente e poi composte digitalmente in modo maldestro. Stabilizzando il secondo video si nota lo stesso errore di sincronizzazione, ma fra l'“UFO” e il panorama, come mostrato da quest'altra analisi.

Nel terzo video si notano invece due particolari rivelatori che chiariscono la tecnica utilizzata per la falsificazione. Il primo è che il panorama di Gerusalemme è assolutamente identico a quello che si vede in questa foto di Wikipedia (ringrazio un lettore, Rubik, per la segnalazione); il secondo è che quando la ripresa effettua una zoomata diventa visibile una tipica griglia di pixel da monitor, come si può vedere nel dettaglio qui accanto. L'immagine dell'“UFO”, però, non ha questa griglia: segno che ha un'origine differente rispetto allo sfondo.

In questo caso non si tratta di un trucco digitale, ma di un effetto fisico: il realizzatore del video ha ripreso un monitor sul quale era visualizzata l'immagine di Gerusalemme e ha fatto in modo che una piccola sorgente luminosa (per esempio una torcia) si riflettesse nel vetro del monitor. Un effetto facile da ottenere, tanto che in pochi minuti ho realizzato anch'io un video analogo.

Il caso è insomma una bella dimostrazione di come sia facile creare un video ufologico fasullo ma credibile quanto basta per essere segnalato dai media (che difficilmente ne pubblicheranno la smentita) e di quante tecniche differenti possano essere utilizzate a questo scopo. Naturalmente non mancano gli irriducibili: Allnewsweb insinua che il terzo video sia stato “inserito deliberatamente in questo evento per screditarlo,” dimenticando che anche i primi due sono stati smascherati. È dura mollare uno scoop. Anche quando si rivela una bufala.

UFO su Gerusalemme?

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2011/02/16.

Sta spopolando nei blog, nelle testate online giornalistiche (MSNBC, Examiner, Giornalettismo, TGCom, Leggo, Corriere del Ticino, NotizieFresche) e in TV (Studio Aperto) una serie di video che mostrerebbero un UFO che si libra sopra la Spianata delle Moschee a Gerusalemme. Video come questo:



Ma ho fatto un video-esperimento veloce:


Grazie a Rubik per la dritta. Tutti i dettagli sono in questo mio articolo.


Aggiornamenti



22:45. Photobuster ha pubblicato poco fa un'analisi dettagliata in italiano.

2011/02/16. Phil Plait di Bad Astronomy ha pubblicato un approfondimento.
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