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Il Disinformatico: nufologia

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2021/07/18

I problemi dell'ufologia, spiegati con un quiz

Ieri ho lanciato un quizzello su Twitter:

 

Molti di coloro che hanno risposto hanno teorizzato macchie sull’obiettivo oppure oggetti sul vetro della finestra attraverso la quale sarebbe stata scattata la foto; altri hanno ipotizzato droni o semplicemente fotoritocchi. Alcuni si sono lasciati distrarre dal bianco e nero e hanno pensato a una foto d’epoca. Altri ancora hanno pensato che si trattasse di una nave sul mare. Insomma, le ipotesi non sono mancate.

Ma come avevo preannunciato, in realtà la foto contiene tutti gli elementi necessari per la sua spiegazione. 

Primo, la località. In basso a sinistra si nota il profilo molto particolare del Duomo di Pavia. Per cui la città è Pavia.

Conoscendo la storia della città, è abbastanza facile dedurre che non può trattarsi di una foto d'epoca perché manca la Torre Civica accanto al Duomo. La Torre, infatti, crollò nel 1989; la notizia fece grande scalpore.

Bisogna infatti fare attenzione agli automatismi mentali che usiamo quando guardiamo una foto. Se è in bianco e nero, facilmente ci viene da pensare che sia una foto antica; viceversa, se è a colori diamo per scontato che sia recente. 

Per esempio, direste mai che la foto qui sotto risale a oltre cento anni fa? È del 1915 (grazie a pol per la segnalazione).


Alcuni hanno teorizzato un oggetto in realtà altamente improbabile: un dirigibile. L'idea che un dirigibile sorvoli Pavia in tempi recenti sembra assurda, ma in realtà è successo proprio ieri: un dirigibile marchiato Goodyear sta infatti sorvolando buona parte del nord Italia.

Però questa è una notizia che molti ieri non hanno visto; immaginate quanto sarà difficile sapere questo dettaglio fra dieci o vent’anni, quando questa foto sarà ancora in giro. Questo è uno dei problemi fondamentali dell'ufologia: la mancanza di dati, spesso irrimediabile, che permetterebbe spiegazioni e demistificazioni.

C'è poi da considerare che in ufologia gioca un ruolo importante anche la manipolazione intenzionale. Molti "ufologi" sono ciarlatani che fabbricano foto false. Anche la foto del quiz è un “falso”: infatti l’originale in realtà è a colori ed è una porzione volutamente sfocata di un video.



Per questo è importantissimo esigere che chi ha fatto la foto o il video renda disponibile l'originale e ci si deve rifiutare di fare qualunque analisi su copie di copie di copie. Il fatto stesso di non mettere a disposizione l’originale va considerato sintomo di probabile ciarlataneria. Nel caso che presento qui, se io avessi pubblicato direttamente il video originale il mistero non sarebbe neanche nato.

Questo piccolo esperimento mostra quanto è facile creare una foto ufologica senza neppure ricorrere a fotomontaggi, e quanto lavoro di informazione e deduzione occorre per scoprire la spiegazione di una singola foto.

È per questo motivo che non è giusto dire "ah, ma questa non l'hai spiegata, quindi il fenomeno è reale". No. Semplicemente in tantissimi casi mancano tempo e informazioni sufficienti a spiegare, per cui non si può affermare nulla. Non si può dare una spiegazione certa, ma allo stesso tempo e per lo stesso motivo non si può dire “è un veicolo alieno”

Ed è per lo stesso motivo che non si può perdere tempo a investigare approfonditamente ogni singola foto sgranata e priva di contesto che viene segnalata: si finirebbe per essere sommersi dalla fuffa.

Grazie a tutti per aver partecipato: spero che vi siate divertiti. Ringrazio anche mio figlio Simone che ha registrato il video.

 

Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle donazioni dei lettori. Se vi è piaciuto, potete incoraggiarmi a scrivere ancora facendo una donazione anche voi, tramite Paypal (paypal.me/disinformatico) o altri metodi.

2021/06/26

Il famoso rapporto militare sugli UFO che tutti aspettavano è stato pubblicato. Gli ufologi piangeranno, come previsto

L’attesissimo rapporto militare statunitense sugli UFO o UAP, quello che gli ufologi e i giornalisti a caccia di clic facili hanno strombazzato per mesi come il “salto di qualità” e il momento della “grande rivelazione”, è stato pubblicato.

Mi spiace per gli ufologi, che piangeranno e pesteranno i piedi come bambini viziati. Ma erano stati avvisati.

La versione pubblicata del rapporto è lunga...

...NOVE PAGINE. 

E non dice nulla a proposito di alieni. Anzi, non accenna neppure a veicoli che effettuano manovre fisicamente impossibili. Tutta roba estremamente banale, normale, di interesse per la sicurezza nazionale perché interferisce con le attività militari. Ma niente di extraterrestre.

Gli ingenui che si aspettavano che il Pentagono se ne uscisse con un “Sì, siamo in contatto con i venusiani tentacolati, ecco le foto, i video e i loro profili Onlyfans” ci resteranno con un palmo di naso. Non dite che non ve l’avevo detto.

Ecco il link per scaricare il rapporto. Sottolineo che questa è la versione pubblica del rapporto, che è una sintesi della versione classified riservata agli addetti ai lavori e ai membri autorizzati del governo statunitense.

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Lasciando da parte gli ufologi scornati, il rapporto è interessante per vari aspetti tecnici.

Per esempio, avverte che “alcuni UAP possono essere attribuibili ad anomalie dei sensori” e che “in un numero limitato di eventi, gli UAP asseritamente sembravano manifestare caratteristiche di volo insolite. Queste osservazioni possono essere il risultato di errori dei sensori, di spoofing [generazione intenzionale di segnali per fingere di essere qualcos’altro -- Paolo], o di errori di percezione dell’osservatore”. Inoltre “I sensori montati sulle piattaforme militari degli Stati Uniti sono tipicamente progettati per soddisfare missioni specifiche. Pertanto tali sensori non sono generalmente adatti a identificare gli UAP”. In altre parole, i militari non sono infallibili, e non lo sono neanche i loro strumenti, con buona pace di chi in questi mesi ha insistito che i piloti non potevano sbagliarsi e che i video parlavano chiaro.

Un altro aspetto, come facilmente previsto, è che non esiste una spiegazione unica che copre tutti i casi: “Ci sono probabilmente più tipi di UAP che richiedono spiegazioni differenti.” Inoltre “La nostra analisi dei dati supporta il concetto che se e quando i singoli eventi UAP verranno risolti, ricadranno in una di cinque categorie esplicative potenziali: clutter [materiale che genera riflessi radar -- Paolo] aereo, fenomeni atmosferici naturali, programmi di sviluppo del governo statunitense o dell’industria statunitense, sistemi di avversari stranieri, e un contenitore “altro” per tutto il resto.“

È particolarmente interessante la precisazione delle capacità di manovra degli UAP, drasticamente ridimensionate rispetto alle descrizioni giornalistiche: “Alcuni UAP hanno dato l’impressione di rimanere stazionari e librati nel vento, di muoversi controvento, di manovrare bruscamente, o di muoversi a velocità considerevole, senza mezzi propulsivi riconoscibili. In un piccolo numero di casi, i sistemi degli aerei militari hanno elaborato energia in radiofrequenza (RF) associata agli avvistamenti di UAP [cioè gli aerei statunitensi hanno rilevato emissioni radio --Paolo].” Inoltre altri UAP hanno esibito signature management, “gestione della firma emissiva”, ossia hanno tentato di mascherare o alterare le proprie emissioni o il proprio riflesso radar. Un comportamento molto, molto terrestre.

Il concetto di fondo del rapporto è altrettanto concreto, al limite dell’ovvio: “Gli UAP costituiscono un pericolo per la sicurezza del volo e potrebbero comportare un pericolo più ampio se alcuni casi rappresentano raccolta sofisticata nei confronti delle attività militari da parte di un governo straniero o dimostrano una tecnologia aerospaziale rivoluzionaria da parte di un avversario potenziale.” 

Niente omini verdi, insomma. La cosa più concreta, e forse più importante, di queste paginette di rapporto è l’osservazione che la raccolta di dati su questi UAP è stata ostacolata anche dalla “stigmatizzazione socioculturale”: i piloti e tutto il personale militare sono riluttanti a segnalare UAP perché temono di essere denigrati e ridicolizzati, e questo li induce a tacere per salvaguardare la loro reputazione. 

È un silenzio perfettamente comprensibile, come dimostrato dal can can mediatico e dallo schiamazzante circo giornalistico-ufologico che si sono scatenati intorno ai piloti che hanno provato a parlare seriamente di quello che hanno visto. Ma è anche un silenzio che ostacola l’indagine seria su questi fenomeni. Se questo rapporto permetterà ai testimoni di segnalare più serenamente gli UAP, allora sarà utile. Non per gli ufologi, ma per i piloti e per la loro sicurezza.

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Colgo l’occasione per riassumere le vicende che hanno portato alla pubblicazione di questo rapporto: nel 2017 il New York Times e Politico pubblicarono articoli sull’esistenza di una unità investigativa segreta del Pentagono dedicata allo studio di eventi riguardanti oggetti volanti non identificati, l’AATIP (Advanced Aerospace Threat Identification Program).

Nel 2020 Il Senate Intelligence Committee (SIC) confermò l’esistenza di una task force militare di indagine su questi oggetti o fenomeni, denominata UAPTF (Unidentified Aerial Phenomenon Task Force), che è una divisione dell’Office of Naval Intelligence che ha il compito di standardizzare la raccolta e l’analisi di questi fenomeni e valutare se sono collegati a potenze straniere e se rappresentano un pericolo per le risorse militari statunitensi. 

Nell’estate del 2020, il SIC diede al Pentagono sei mesi di tempo per preparare versioni segrete e non segrete di un rapporto che riassumesse le conoscenze degli esperti di intelligence su questi fenomeni. Il rapporto reso pubblico oggi è la versione non segreta. Per cui gli ufologi possono continuare a fantasticare che nella versione segreta ci sia scritto chissà cosa.

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Intanto il suddetto circo giornalistico ufologico continua a esibirsi in acrobazie ridicole come questa di ANSA. 

I militari USA: ecco il rapporto sugli UAP. Non parla di extraterrestri.

ANSA: Ma allora se non ne parla vuol dire che gli alieni non sono esclusi!

Poi la gente si chiede perché non si riesce a discutere scientificamente e serenamente di questi fenomeni.

2021/06/20

Tesi: gli “avvistamenti UFO” militari recenti sono una foglia di fico per coprire un’umiliazione molto terrestre

Ultimo aggiornamento: 2021/06/22 8:20.

La recente serie di video di provenienza militare che mostrano avvistamenti di oggetti volanti non identificati in prossimità di navi da guerra ha scatenato le fantasie di molti, che si aspettano straordinari annunci imminenti di contatti con civiltà extraterrestri o un salto di qualità nelle informazioni sul fenomeno UFO.

È un copione già visto in tante occasioni: chi segue la storia dell’ufologia sa che queste presunte grandi rivelazioni vengono sempre descritte dagli entusiasti come se fossero dietro l’angolo, ma non arrivano mai.

In questa foga ufologica gioca un ruolo molto importante il cherry-picking: la selezione volontaria o involontaria degli elementi che favoriscono la propria tesi, tralasciando tutti quelli che la smentiscono. 

Per esempio, si parla tanto delle dichiarazioni fatte da piloti militari a proposito di questi avvistamenti misteriosi, ma quanti di voi sanno che fra queste dichiarazioni ce n’è anche una che parla esplicitamente di un UFO “grande circa quanto una valigetta”? E un’altra in cui il pilota dice di aver intercettato “un piccolo velivolo con un’apertura alare di circa 1,5 metri”? E un’altra ancora in cui si parla di un incontro con un velivolo “avente all’incirca le dimensioni e la forma di un drone o di un missile”? Trovate i dettagli in questo mio articolo.

Quante volte avete sentito citare questo dettaglio delle dimensioni dai vari resoconti giornalistici di questi avvistamenti?

Non solo: quante volte avete sentito precisare che gli avvistamenti in questione sono avvenuti all’interno di spazi militari di addestramento navale o al volo e che la Marina degli Stati Uniti se ne preoccupa perché vuole semplicemente evitare che i suoi piloti abbiano incidenti

Appunto. Eppure l’ho segnalato quasi due anni fa. Questi dettagli sono stati disinvoltamente “dimenticati”.

In questa situazione di fatto, ben diversa da quella fantasiosamente dipinta da tanti giornalisti, c’è anche un altro elemento molto importante da considerare: la disinformazione militare intenzionale.

Chi segue da tempo l‘ufologia sa anche che i militari hanno spesso approfittato del clamore dei presunti avvistamenti alieni per distrarre l’opinione pubblica dalle loro attività clandestine. Faccio qualche esempio.

  • Nel 1947, a Roswell, nel New Mexico, si diffuse la notizia di un disco volante precipitato: i militari lasciarono che la notizia galoppasse (con grande successo, visto che circola ancora) per coprire il fatto che era caduto in realtà un aerostato militare che portava un apparato di monitoraggio delle esplosioni nucleari sovietiche che all’epoca era top secret.
  • L’anno successivo, il celebre incidente aereo nel quale perse la vita il pilota USAF Thomas Mantell, mentre inseguiva quello che descrisse come “un oggetto metallico enorme”, fu raccontato (e tuttora viene raccontato da molti ufologi) come un’interazione con un veicolo extraterrestre, ma in realtà si trattò di una collisione con un aerostato militare della serie Skyhook, la cui esistenza non poteva essere resa nota in quel periodo.
  • In tempi leggermente più vicini a noi, negli anni Cinquanta e Sessanta, molte segnalazioni di avvistamenti di UFO da parte di piloti di linea erano in realtà avvistamenti di velivoli militari segreti, come gli U-2 e gli A-12 (The CIA and the U-2 Program, 1954-1974, di Pedlow e Welzenbach, 1998). Il libro Area 51 Black Jets di Bill Yenne, pubblicato nel 2014, ne parla estesamente; ho riassunto qui la vicenda. Dato che si trattava di velivoli che ufficialmente non esistevano, ai piloti non poteva essere spiegato che cosa avevano visto realmente e ai militari faceva comodo che si diffondesse la teoria che si trattasse di veicoli alieni.

Si chiama MILDEC (military deception): depistare, depistare, depistare per distogliere l’attenzione dalle vere attività. Se volete un ripasso di quanto sia storicamente diffusa, consolidata ed efficace questa tecnica, potete partire da questa voce di Wikipedia.

Mettetevi comodi, perché questo è un articolo lungo.

 

Gli UFO “militari” come depistaggio

Il sito specialistico statunitense The War Zone ha pubblicato un dettagliatissimo articolo di analisi che propone la tesi del depistaggio anche per questi avvistamenti recenti: lasciare che l’opinione pubblica (e anche quella politica) si scateni sulle fantasie ufologiche, in modo da distrarre dal concetto imbarazzantissimo che

“un avversario molto terrestre sta giocando con noi, nel nostro giardino di casa, usando tecnologie relativamente semplici -- droni e palloni -- e portandosi a casa quello che potrebbe essere il più grande bottino di intelligence di una generazione.”

L’articolo, firmato da Tyler Rogoway ma frutto di una ricerca di gruppo, premette innanzi tutto un concetto fondamentale: i vari video di avvistamenti “autenticati” da fonti militari di cui si parla in questi mesi presumibilmente non hanno una spiegazione unica ma sono dovuti a fenomeni differenti. Cercare di giustificarli con una spiegazione unica, ufologica o meno, è un errore di metodo fondamentale. Inoltre non c’è nessuna pretesa di spiegarli tutti. In originale:

...people expect one blanket and grand explanation for the entire UFO mystery to one day emerge. This is flawed thinking at its core. This issue is clearly one with multiple explanations due to the wide range of events that have occurred under a huge number of circumstances.

Poi precisa che il depistaggio sarebbe favorevole sia agli avversari, sia (a breve termine) ai militari statunitensi:

“Credo inoltre che i problemi culturali prevalenti dell’America e lo stigma generale che circonda gli UFO sia stato preso di mira e sfruttato con successo dai nostri avversari, consentendo di proseguire queste attività molto più a lungo del dovuto. In effetti ritengo che le persone al potere che ridacchiano a proposito di resoconti credibili di strani oggetti in cielo e ostacolano la ricerca su di essi, compreso l’accesso ai dati riservati, siano diventate esse stesse una minaccia alla sicurezza nazionale. La loro carenza di fantasia, curiosità e creatività sembra aver creato un vuoto quasi perfetto che i nostri nemici possono sfruttare e probabilmente hanno sfruttato in misura sconcertante.”

Rogoway prosegue notando che un paio d’anni fa c’è stata una “improvvisa disponibilità del Pentagono a parlare di UFO e delle loro potenziali implicazioni”, sono aumentati gli avvistamenti in particolare fra i piloti di caccia della Marina e c’è una forte correlazione fra questi avvistamenti e le grandi esercitazioni navali nelle quali si sviluppano e si integrano i nuovi sistemi d’arma, di comando e di acquisizione di informazioni. “In altre parole, sembrava che questi velivoli misteriosi avessero un interesse molto spiccato per le capacità operative contraeree più grandi e recenti degli Stati Uniti”.

Un interesse piuttosto strano se si ipotizzano visitatori extraterrestri, che per il semplice fatto di essere capaci di attraversare lo spazio interplanetario o interstellare dovrebbero possedere tecnologie in confronto alle quali i sistemi d’arma di una Marina militare sarebbero interessanti quanto delle tavolette di cera per chi usa un laptop. Ma questo interesse diventa invece molto ragionevole se si ipotizza un altro scenario:

“Abbiamo poi ottenuto chiarimenti dai piloti testimoni a proposito delle asserzioni principali riguardanti quello che loro e i loro compagni di squadriglia avevano vissuto, prima di esplorare quella che per molti era un’ipotesi scomoda: quella che almeno alcuni degli oggetti che questi equipaggi e queste navi incontravano non fossero affatto un fenomeno esotico inspiegato, ma fossero droni e piattaforme più leggere dell’aria (palloni) avversari concepiti per stimolare [nel senso di far reagire -- Paolo] i sistemi di difesa aerea più avanzati degli Stati Uniti e raccogliere dati di intelligence elettronica di qualità estremamente alta su di essi. Dati critici che, fra l’altro, sono difficilissimi da ottenere affidabilmente in altro modo.”

Tramite questa raccolta di dati diventa possibile

“sviluppare contromisure e tattiche di guerra elettronica per interferire con questi sistemi o batterli. È inoltre possibile stimare e persino clonare accuratamente le capacità e si possono registrare e sfruttare le tattiche. Già da sole, le ‘firme’ di queste forme d’onda possono essere usate per identificare, classificare e geolocalizzarle [...] Diventare a tutti gli effetti il bersaglio [di questi sistemi] porta la qualità dell’intelligence raccolta a un livello completamente differente.”

Non è pura teoria: l’articolo di The War Zone cita un caso in cui furono proprio gli Stati Uniti a usare questa tecnica per acquisire informazioni sulle capacità nemiche.

“...abbiamo pubblicato un intero precedente storico per operazioni molto simili, che risale allo sviluppo dell’aereo-spia A12 Oxcart e all‘avvento della guerra elettronica moderna. In sintesi, durante i primi anni Sessanta, la CIA lanciò dei riflettori radar montati su palloni al largo della costa di Cuba tramite un sommergibile della Marina USA e usò un sistema di guerra elettronica denominato PALLADIUM che avrebbe ingannato i più recenti sistemi radar sovietici, facendo loro mostrare agli operatori che degli aerei nemici stavano dirigendosi rapidamente verso le coste cubane o stavano facendo ogni sorta di manovre pazzesche [evidenziazione mia -- Paolo]. Questo indusse la difesa aerea cubana e i suoi radar ad attivarsi e provocò comunicazioni rapide fra gli elementi della difesa aerea sull’isola.

I riflettori radar portati da palloni di dimensioni differenti apparvero anche sui radar sovietici, e monitorando i bersagli sui quali gli operatori di questi radar si concentravano e che quindi erano in grado di rilevare fu possibile determinare quanto fossero realmente sensibili i sistemi radar sovietici. Questo fornì informazioni critiche sulla capacità di sopravvivenza dell’A-12, che volava a oltre Mach 3 ed era leggermente stealth, ma soprattutto stabilì un precedente di come la guerra elettronica e i bersagli aerei potessero essere usati per sondare le difese aeree nemiche in modo da poter ottenere intelligence critica sulle loro capacità -- tutto senza mettere a rischio un pilota in volo.”

Fra l’altro, questo test produsse un altro effetto tipicamente ufologico, raccontato qui:

Gli intercettori cubani furono lanciati per andare a caccia dell’“intruso”, e quando uno dei loro piloti disse al suo controllore di intercettazione comandata da terra (GCI) che aveva acquisito sul proprio radar il “bersaglio”, il tecnico sul cacciatorpediniere [che gestiva i riflettori radar] commutò un interruttore e il “caccia americano” scomparve [evidenziazione mia -- Paolo]”.

Un pallone, spiega l’articolo, può sembrare un mezzo primitivo, ma funziona, costa poco, non comporta rischi di vite umane e permette periodi di sorvolo o di loitering (permanenza in zona) elevatissimi, tanto che l’uso statunitense dei questi palloni proseguì per decenni, anche dopo l’avvento dei satelliti spia, tanto che i sovietici svilupparono un aereo apposito (l’M-17) per tentare di intercettarli.

È quindi ragionevole pensare che le altre potenze militari del mondo abbiano preso nota delle tecniche usate dagli Stati Uniti e le abbiano adottate; la miniaturizzazione dell’elettronica consentirebbe oggi di montare sistemi di acquisizione di segnali o di guerra elettronica in un drone o un pallone. È sicuramente un’ipotesi più concreta e plausibile di uno stuolo di visitatori extraterrestri, ma giornalisticamente è assai meno seducente.

 

L’UFO cubico-sferico, i radar e i droni

A ulteriore sostegno di questa tesi, Rogoway presenta un esempio molto preciso: la descrizione dell’UFO fornita dal pilota della Marina USA Ryan Graves (video), che dice di aver incontrato più volte nell’Oceano Atlantico un oggetto che sembrava stazionario, fluttuante nell’aria, capace di rimanere in volo per ore. Altri resoconti di oggetti di questo tipo, rilevati sui radar e anche a vista da piloti di varie squadriglie, parlano sistematicamente di un cubo all’interno di una sfera.

Misterioso e inquietante, vero? Ma fluttuare stazionario per ore è esattamente quello che fa un pallone. E c’è un brevetto, lo US2463517, intitolato Airborne Corner Reflector e datato 1949, che mostra un riflettore radar cubico (una forma classica per questi dispositivi) installato all’interno di un pallone, come nella figura qui sotto, tratta appunto da questo brevetto.

È possibile che questi avvistamenti siano dovuti a dispositivi analoghi usati da potenze militari rivali degli Stati Uniti. È solo un’ipotesi, ma la coincidenza è notevole.

Non ci sono solo i palloni radar-riflettenti: anche i droni hanno delle applicazioni nella sorveglianza e ricognizione militare, e quelli realizzati appositamente per questi compiti hanno autonomie e durate di volo notevolissime (ben superiori a quelle dei giocattolini commerciali, grazie a motori alimentati a carburante al posto delle batterie), e “le loro configurazioni uniche e le loro caratteristiche prestazionali possono sembrare strane anche a piloti di caccia esperti o a osservatori a terra che non sono mai stati realmente addestrati a queste minacce,” nota Rogoway, mostrando alcuni esempi di droni dalle forme davvero bislacche.

Ci sono già oggi tecnologie, come il programma statunitense NEMESIS, che usano sciami di droni relativamente semplici ed economici, collegati in rete tra loro insieme a navi, sommergibili e veicoli subacquei senza equipaggio, che permettono di convincere il nemico che ha davanti flotte fantasma e squadriglie di aerei che in realtà non esistono. L’illusione è tale che “sensori multipli nemici in luoghi differenti vedono la stessa cosa.”

Non c’è motivo di pensare che altre potenze militari, oltre agli Stati Uniti, non abbiano sviluppato tecnologie del genere.

Questo scenario spiegherebbe anche le tracce radar misteriose descritte in vari incidenti ufologici:

“...molte delle strane caratteristiche di alte prestazioni rilevate talvolta da navi e aerei oltre la portata visiva durante questi incidenti possono essere, e probabilmente sono, il risultato di attività di guerra elettronica. Infatti cose come le accelerazioni rapide e gli improvvisi cali di quota sul radar rappresentano dogmi basilari delle tattiche di guerra elettronica. Nel caso degli eventi sulla costa orientale [degli USA], per esempio, stando a quanto ci è stato detto le caratteristiche di alte prestazioni di questi oggetti non sono mai state osservate visivamente ma sono state viste sui radar. Gli incontri a vista descrivono oggetti simili a palloni che fanno cose da palloni, senza muoversi rapidamente, mentre altri oggetti hanno prestazioni più simili a droni che ad altro.”

E c’è di più: a proposito degli oggetti anomali segnalati da piloti di caccia al largo della costa orientale degli Stati Uniti, proprio nelle aree in cui si esercitano con i sistemi più sofisticati, i rapporti pubblicamente disponibili

“...non descrivono affatto veicoli alieni [evidenziazione mia -- Paolo]. Invece descrivono droni propulsi da motori a getto, simili a missili, e altri aeromobili ad ala fissa senza pilota che si arrampicano fino alle quote di volo, nonché droni multirotore che volano a punto fisso a quote molto elevate molto al largo.”

E nell’estate del 2019, al largo della costa californiana

“[s]ciami di droni perseguitarono vari cacciatorpediniere statunitensi che svolgevano esercitazioni di combattimento a meno di 100 miglia da Los Angeles. Questo avvenne per più notti [...] potete immaginare quanto sarebbe stata buona la intelligence con i sensori e sistemi di comunicazione delle navi stimolati [] dallo sciame di origine sconosciuta, apparentemente al sicuro in acque territoriali americane.”

Veicoli volanti quindi molto, molto terrestri. Come mai di questo dettaglio cruciale non si parla al di fuori delle pubblicazioni specialistiche e invece si predilige la narrazione ufologica?

Ci sarebbe da chiedersi anche come mai questi video provengono dalla Marina USA, quando il compito di proteggere i cieli americani spetta all’USAF, che evita accuratamente di rilasciare dichiarazioni. Non sarà, banalmente, perché l’aeronautica militare “non è capace di fornire una difesa contro [la minaccia dei droni] e ha chiaramente fallito nel farlo fin qui”?

L’articolo di The War Zone prosegue con moltissime altre considerazioni tecniche e strategiche ben documentate, con un inquietante parallelo con le vistose vulnerabilità della difesa aerea statunitense sfruttate per gli attentati dell’11 settembre 2001 e con dei dettagliati debunking dei principali video ufologici di provenienza militare resi pubblici di recente. Vi invito a leggerlo tutto, se potete, ma il suo senso è chiaro:

“Sembra che stiamo assistendo alla storia che si ripete, ma stavolta sono gli altri a creare lo spettacolo magico. Vale anche la pena di notare che una campagna del genere ha anche enormi aspetti di guerra informativa e psicologica. In ultima analisi, se viene rivelata ufficialmente o resa pubblica in altro modo, fa sembrare terribilmente impotente la nazione presa di mira, che risulta incapace persino di difendere il proprio spazio aereo o anche solo di definire una minaccia che la riguarda.”

Di conseguenza, c’è il rischio molto credibile che i militari statunitensi sappiano benissimo di cosa si tratta e che il can-can ufologico sia per loro un’ottima cortina fumogena per evitare di doverlo ammettere e quindi dover riconoscere pubblicamente la propria impotenza. La più potente, sofisticata e costosa flotta militare del pianeta, umiliata da semplici droni e palloni.

Ma se volete continuare a fantasticare di visitatori alieni che giocano a nascondino, fate pure.

 

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2021/05/16

Video UFO definito “autentico”, dichiarazioni “ufologiche” di Obama: cerchiamo di capire le parole invece di fantasticare

Ultimo aggiornamento: 2021/05/19 23:30.

Mi stanno arrivando parecchie richieste di commento su articoli come quello del Corriere della Sera, che parlano di un video di UFO che è stato definito “autentico” dal Pentagono.

La faccio molto breve: quando qualcuno dice che un video è autentico, vuol dire soltanto che non è stato alterato e che la sua provenienza è verificata. Non vuol dire che conferma una data interpretazione di cosa mostra.

Tipo, che so, se chiedi a George Lucas se una foto scattata sul set di Star Wars è autentica, e lui ti risponde di sì, non è che puoi andare in giro a dire che i Jedi esistono, Darth Vader è reale e puoi manipolare le menti deboli usando la Forza.

Per tutto il resto, consiglio a chi volesse ancora pensare che questi video mostrino veicoli alieni e che questo sarebbe stato confermato dal Pentagono di leggersi attentamente le dichiarazioni originali e non i virgolettati e gli abbinamenti farlocchi che circolano sulla stampa.

Per esempio, vediamo quali sono realmente le dichiarazioni dell’ex presidente statunitense Obama, citate dai media con titoli come “gli Ufo esistono e vanno presi sul serio” (che La Stampa ha abbinato a un’illustrazione di un disco volante in stile George Adamski, giusto per levare ogni dubbio che “UFO” venga considerato giornalisticamente sinonimo di “veicolo extraterrestre”):


Vittorio Sabadin de La Stampa, dietro paywall, scrive che “Obama ha dichiarato in una trasmissione televisiva che gli Ufo esistono, si muovono in modalità che contrastano con le leggi della fisica a noi conosciute e rappresentano un fenomeno che ‘va preso sul serio’”. L’illustrazione è stata poi sostituita con un’altra non molto migliore.

Sapete qual è la “trasmissione televisiva”? Per scoprirlo bisogna leggere la versione a pagamento dell’articolo. L’ho fatto io per voi. È il Late Late Show con James Corden, spiega Sabadin. Un programma d’intrattenimento leggero. Ovviamente se un ex presidente deve rivelare al mondo qualcosa di così importante, andrà a un programma del genere. Mica farà un comunicato stampa o un annuncio formale.

Già questo dovrebbe far capire che la notizia è una bufala, ma vediamo che cosa ha detto di preciso Obama. Questo è quello che secondo Sabadin sarebbe “la cosa importante” delle sue dichiarazioni (fatte, ripeto, in un programma d’intrattenimento):

“Ma ciò che è vero - e in realtà dico sul serio - è che ci sono filmati e registrazioni di oggetti nei cieli che non sappiamo esattamente cosa siano. Non possiamo spiegare come si muovono, le loro traiettorie ... Non si muovono con uno schema facilmente spiegabile. Quindi penso che la gente prenda sul serio il tentativo di indagare e di capire di che cosa si tratta. Ma oggi non ho niente da riferirti.”

Avete letto le parole “veicoli extraterrestri”? Qualche riferimento agli alieni? No. Semplicemente Obama ha detto che ci sono riprese di cose che non si sa esattamente cosa siano. Possono essere droni di un paese rivale (nel qual caso l’interesse dei militari è assolutamente ovvio), errori di interpretazione di fenomeni normali in circostanze insolite (un classico) o mille altre cose assolutamente terrestri. 

Prima di mettere in testa all’articolo un’immagine di un disco volante, bisognerebbe essere onesti e considerare tutte queste spiegazioni molto più credibili. Ma così facendo, addio sensazionalismo, addio clic.

Se vi interessa, questo è il video originale della trasmissione: giudicate voi i toni della conversazione sulla quale Sabadin basa il suo articolo. La domanda non è nemmeno fatta dal conduttore, ma da uno dei musicisti, e pure ridendo.

L’articolo di Sabadin finisce con un delirio di fantarcheologia e fantareligione:

“Da alcuni anni, una più attenta rilettura della Bibbia, dei libri di Omero e di altri antichi testi, oltre a un’analisi priva di pregiudizi di numerosi manufatti antichi e di resti archeologici rimasti ancora privi di spiegazione, hanno riportato in auge l’ipotesi che esseri dotati di una tecnologia superiore possano avere influenzato il destino dell’umanità migliaia di anni fa, identificati come dei che andavano e venivano in continuazione dal cielo, come ci ha tramandato ogni cultura del mondo.”

Questi sono contenuti a pagamento di un giornale, non del blogghettino del complottista frustrato di turno. Purtroppo c’è chi campa sulla creduloneria invece di fare giornalismo.

Per tutti quelli che adesso mi diranno “sì, ma c'è questo video... sì, ma c'è quest'altra dichiarazione...”, scusatemi ma non vi risponderò. Vi chiedo solo una cosa: non siete stanchi di farvi prendere per il naso dall'ennesima cialtronata basata su video sfuocati e traballanti?

Sinceramente tutti questi “annunci” e “avvistamenti” e discorsi di rivelazioni imminenti mi hanno stufato. Sono anni che si va avanti con video sgranati e confusi, utili soltanto a fabbricare cretinate acchiappaclic.

Abbiamo tutti in tasca telecamere HD pronte a entrare in azione in un istante, abbiamo telecamere di sorveglianza ovunque, abbiamo astronomi che sorvegliano il cielo 24 ore su 24, e questi video sono il meglio che si riesce a presentare? Sul serio? Una macchiolina? Un triangolino che oltretutto lampeggia esattamente come un aereo? Ma secondo voi gli alieni vanno in giro con le luci di posizione a norma terrestre?



Persino un evento totalmente inatteso come il meteoroide di Celyabinsk è stato documentato magnificamente. Ma qui no, siamo ancora fermi alle macchioline indistinte. E allora viene da chiedersi se per caso il problema è che c’è qualcuno che a tutti costi vuole credere che tutte le macchioline indistinte siano veicoli misteriosi. Quando è invece infinitamente più probabile che siano errori di interpretazione di oggetti assolutamente banali. 

E se per caso siete fra quelli che dicono “eh, ma i militari e le autorità ci nascondono cose”, come mai ora improvvisamente credete ciecamente a quello che dicono militari e autorità? Non è che magari ci credete perché dicono quello che vorreste che fosse vero? 

La storia dei depistaggi passati usati dai militari e dalle autorità per nascondere le loro attività non l’avete mai letta? Vi consiglio di farlo. Scoprirete cose interessantissime. Scoprirete anche che i casi più clamorosi dell’ufologia sono stati costruiti dai militari come storie di copertura o dai venditori di fuffa per vendere, appunto, fuffa. Roswell? Copertura per nascondere i sistemi di monitoraggio dei test nucleari sovietici. Triangolo delle Bermude? Inventato di sana pianta da Charles Berlitz. Eccetera, eccetera, eccetera. 

Evidentemente ci sono tante persone che vogliono credere alle fatine e ci sono giornalisti che sono disposti a raccontare favole. Quando s'incontrano nasce l'affare. Ma non chiamatelo giornalismo, per favore.

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Personalmente mi sono stancato di perdere ore a investigare ogni singolo “avvistamento”. Si finisce per essere vittime della Teoria della Montagna di M* (cit.): ore per indagare ogni “avvistamento”, scoprire che ha una spiegazione banalissima, per poi trovare subito dopo che ne è uscito un altro altrettanto vago, e si ricomincia da capo, con il solito commento strafottente “eh, però QUESTO non l’hai sbufalato!”

Per cui chi vuole continuare a pensare che ogni singolo tafano che passa davanti all'obiettivo e ogni luce all’orizzonte sia la scialuppa vagabonda di un alieno troppo stupido per non farsi vedere spegnendo le luci lampeggianti, faccia pure. Io non voglio perderci altro tempo. Chiamatemi quando avrete riprese decenti. E magari chiedetevi chi sono gli unici che guadagnano sempre quando c’è di mezzo l’ufologia.

2021/01/21

Le nuove fotocamere digitali causano avvistamenti di UFO

Ultimo aggiornamento: 2021/01/22 21:00.

Una delle critiche tecniche più frequenti all’ufologia è che se davvero ci fosse qualche veicolo extraterrestre che vola nei nostri cieli dovremmo averne immagini in abbondanza e di altissima qualità, visto che ormai tutti giriamo costantemente con una fotocamera e telecamera digitale in tasca: il telefonino. Ci sono anche telecamere di sorveglianza ovunque, che registrano costantemente e spesso inquadrano anche il cielo. E ci sono le telecamere ipersensibili degli astronomi e astrofili, che registrano il cielo notturno per documentare le meteore. Ma di foto davvero nitide di veicoli inequivocabilmente extraterrestri non se ne vedono. 

In compenso, negli ultimi anni sono aumentati fortemente i video che mostrano oggetti indistinti muoversi in cielo in modi assolutamente impossibili per qualunque veicolo terrestre, con oscillazioni e variazioni di traiettoria fortissime. La cosa più sorprendente è che questi video spesso provengono da persone in buona fede e non sono il frutto di manipolazioni digitali intenzionali.

Prima di concludere che si tratta di prove inconfutabili di veicoli anomali, bisogna però tenere conto del fatto che ormai quasi tutti i telefonini sono dotati di sistemi di stabilizzazione digitale dell’immagine. Questi sistemi funzionano molto bene in condizioni normali, correggendo il naturale tremito della mano del fotografo. Ma quando devono gestire situazioni insolite creano degli artefatti digitali estremamente ingannevoli.

Nel video qui sopra, l’oggetto che si muove in modo così folle nel cielo a 1:44 è in realtà semplicemente un aereo da turismo che sta volando in linea retta. Lo sappiamo perché l’autore del video, Mick West di Metabunk.org, lo ha fotografato contemporaneamente anche con una fotocamera digitale dotata di un teleobiettivo molto potente che ne ha immortalato la forma in dettaglio.

Ma la ripresa video fatta con il telefonino è alterata direttamente dal telefonino stesso, senza nessun intervento dell’utente: lo stabilizzatore cerca di tenere fermo l’albero in primo piano e quindi “sposta” l’aereo. Più specificamente, il tremito della mano che tiene il telefonino altera la parallasse fra albero e aereo e lo stabilizzatore “ritaglia” l’inquadratura in modo da prenderne soltanto la porzione centrale, nascondendo i bordi che rivelerebbero la stabilizzazione. L’illusione, per chi non conosce il funzionamento degli stabilizzatori digitali, è perfetta.

Qui sotto vedete un esempio di stabilizzazione nella quale i bordi non sono stati ritagliati e quindi la correzione dell’inquadratura è chiaramente percepibile. Immaginate di prendere soltanto la porzione centrale di questo stesso video, tagliando tutto il resto, e otterrete quello che fa normalmente uno stabilizzatore da telefonino.

Un altro inganno visivo delle fotocamere integrate negli smartphone è lo zoom digitale, che ingrandisce l’immagine ma perde dettagli importanti. Per esempio, un aereo ripreso da lontano sembra spesso un sigaro senza ali perché le ali sono scure (da terra ne vediamo il ventre che è in ombra) mentre la fusoliera è fortemente illuminata dal sole. Se fotografiamo con una fotocamera tradizionale, le ali risultano visibili ma molto tenui; se fotografiamo con uno smartphone, lo zoom digitale elabora l’immagine perdendo i dettagli che non ha visto, come appunto le ali.

L’immagine qui sotto, tratta sempre dal video di West, mostra un aereo di linea fotografato dallo stesso punto usando una fotocamera normale (sopra) e lo zoom digitale di uno smartphone.


Si arriva così al paradosso delle fotocamere digitali che creano artefatti che vengono scambiati per avvistamenti ufologici.

2020/07/10

Ufologia: l’incidente di Roswell del 1947 spiegato da uno storico

Ai primi di luglio del 1947 accadde a Roswell, in New Mexico, un incidente di cui si parla ancora oggi, soprattutto in questi giorni in cui ricorre l’anniversario della vicenda.

Non capita tutti i giorni, infatti, che un giornale titoli che l’aviazione militare ha catturato un disco volante (“RAAF”, nell’immagine qui accanto, sta per Roswell Army Air Field).

Nel 2011 lo storico Roger Launius ha ripercorso la vicenda per il museo Smithsonian in una conferenza in cui ha mostrato foto molto rare dei controversi “rottami alieni” e spiegato come la documentazione indica chiaramente che la notizia del “disco volante” nacque come invenzione giornalistica e che i militari decisero di approfittarne per distrarre l’opinione pubblica dal fatto che i “rottami alieni” provenivano in realtà da un progetto top secret di monitoraggio dei test nucleari sovietici (non c’erano ancora i satelliti spia, a quell’epoca).

Oggi il progetto, denominato Mogul, non è più segreto, e Launius ne ha mostrato i piani e i dettagli, segnalando che esiste un libro monumentale, pubblicato negli anni Novanta, che raccoglie tutta la documentazione sul caso Roswell: si intitola The Roswell Report - Fact versus Fiction in the New Mexico Desert. Oggi è acquistabile online, sia in forma cartacea sia in formato digitale, ed è anche scaricabile gratuitamente come PDF.

Da questa pubblicazione segnalo alcune delle tante foto:

Schema dei riflettori radio dei palloni-spia del Progetto MOGUL.
I riflettori radio in volo.

I “rottami alieni”.

Un pallone della serie MOGUL in preparazione per il volo.

2020/06/19

Video di UFO rilasciati dal Pentagono: “dimenticato” un dettaglio che rende ridicole le tesi ufologiche

Vi ricordate i video di oggetti volanti non identificati rilasciati circa un mese fa dal Pentagono? Gli ufologi si sono scatenati con entusiasmo, sostenendo che si tratta di video inspiegabili, ma in realtà se si conosce la tecnologia usata per riprenderli hanno delle spiegazioni normali ma comunque molto interessanti.

Naturalmente i complottisti hanno teorizzato che questi video facciano parte delle tante cose che i governi non dicono e non ci vogliono far sapere. Ma vi siete mai chiesti che cosa non ci dicono gli ufologi?

Infatti i video in questione non sono isolati: fanno parte di una serie molto più ampia di rapporti desecretati. Questa. Ne avete mai sentito parlare? Gli ufologi li hanno mai menzionati? Cosa ci nascondono? :-)

Ci nascondono un dettaglio estremamente importante: molti di questi rapporti desecretati rivelano le dimensioni di questi oggetti volanti non identificati, o “fenomeni aerei non identificati” (unidentified aerial phenomena), come si dice adesso per evitare l’abituale associazione mentale “UFO uguale veicolo alieno”.

E le dimensioni sono, come dire, imbarazzanti per gli ufologi.

  • Un rapporto datato 26 marzo 2014 descrive l’oggetto intercettato da un caccia F/A-18 della Marina statunitense come “grande circa quanto una valigetta”, secondo le stime del pilota.
  • Un altro rapporto, datato novembre 2013, dice che un altro pilota di F/A-18 ha intercettato “un piccolo velivolo con un’apertura alare di circa 1,5 metri”.
  • Un terzo, risalente al 27 giugno 2013, descrive un incontro con un velivolo “avente all’incirca le dimensioni e la forma di un drone o di un missile”.

Se il loro veicolo è grande come una valigetta, sarebbero gli alieni più piccoli della storia dell’ufologia.

Un altro dettaglio importante e spesso taciuto da chi vuole promuovere la tesi ufologica è che questi avvistamenti sono avvenuti all’interno di spazi aerei militari riservati. Ne avevo parlato a settembre 2019: la Marina degli Stati Uniti aveva precisato che le immagini rilasciate rappresentavano un campione delle frequenti incursioni di velivoli non identificati negli spazi aerei di addestramento militare, che causavano pericolo per i piloti in addestramento. Gli alieni non c’entravano niente. La Marina voleva solo segnalare che degli irresponsabili stavano mettendo in pericolo la sicurezza degli addestramenti facendo volare i loro apparecchi dentro spazi aerei riservati. Tutto qui.

In altre parole: tutto il cancan mediatico-ufologico è stato costruito scegliendo ad arte soltanto i video che si prestavano maggiormente a essere fraintesi e spacciati come misteriosi e dimenticandosi allegramente tutti gli altri. E questo, purtroppo, gli ufologi non ce l’hanno detto.

2020/01/18

Le luci viste sopra Lugano stasera non sono extraterrestri in coda: sono i satelliti Starlink di Elon Musk

La fila di luci puntiformi vista sopra Lugano e buona parte del Canton Ticino non è un’invasione di alieni molto disciplinati e non ha nulla di misterioso, nonostante lo stupore delle persone che le hanno viste e le ipotesi citate da alcuni siti d’informazione locali come Tio.ch.

In alto a destra, le luci avvistate dalla Valsassina (provincia di Lecco). Per gentile concessione di Andrea Selva.


Si tratta infatti dei satelliti per telecomunicazioni della serie Starlink di Elon Musk, come previsto e indicato dai siti di tracciamento satellitare come per esempio Heavens-Above.


I satelliti Starlink vengono lanciati a gruppi molto numerosi da un singolo razzo e quindi arrivano nello spazio tutti insieme, per poi separarsi man mano. Sono estremamente visibili, tanto da creare seri problemi agli astronomi, le cui osservazioni vengono rovinate o rese impossibili da queste raffiche di passaggi ravvicinati e dal numero stesso dei satelliti del sistema Starlink (alcune migliaia a progetto finito).

Il sito Heavens-Above prevede un altro passaggio interessante e ben visibile nel cielo del Canton Ticino e del Nord Italia per domani, 19 gennaio, intorno alle 17.37 e fino alle 17:48 circa.

Come al solito, in ufologia vale la solita regola: se sento rumore di zoccoli al galoppo, l’ultima spiegazione a cui devo pensare è “unicorno”.

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2020/01/20. Il passaggio del 19 gennaio ha scatenato ulteriori curiosità e incomprensioni, come segnalato da Ticinonews.


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2019/07/26

Un UFO molto celebre, smascherato

L’ufologia è piena di “perizie” su filmati e immagini fatte esagerando i colori o il contrasto. Ma questi metodi in realtà non fanno altro che creare artefatti digitali che non rivelano nulla e fanno solo perdere tempo.

Come si fa, invece, una perizia vera su un presunto video ufologico? Ci vuole molto, molto lavoro. Ci sono alcuni requisiti di base, che troppi ufologi puntualmente ignorano:

  • Le analisi serie si fanno sull’originale, non su una sua copia degradata e ricompressa per la diffusione via Internet.
  • Si devono raccogliere i dati precisi su dove e quando è stata effettuata la ripresa.
  • Si deve identificare chi ha fatto la ripresa e con quale specifica apparecchiatura è stata realizzata (cinepresa, fotocamera analogica o digitale, videocamera, altro).
  • Si deve ricostruire la posizione di ripresa (scoprendo per esempio se ci sono di mezzo finestre, finestrini o altri oggetti non inquadrati).
Per esempio, il filmato mostrato qui sotto è un classico dell’ufologia, considerato per anni un mistero straordinario: una ripresa effettuata da un aereo nel 1966, che sembra mostrare inequivocabilmente un oggetto a forma di sigaro, con alcune protuberanze semisferiche, che si affianca all’aereo e poi schizza via a velocità impossibile.



Impressionante, ma cosa succede quando si fa una perizia come si deve? Ossia quando si indaga e si scopre su quale aereo fu effettuata la ripresa e da quale posto specifico a bordo fu effettuata? Salta fuori questo, come racconta Piero Angela in una puntata di Superquark:



Lo spiega benissimo Scientificast: l’aereo in questione era un Viking della Vickers, un bimotore a elica, e il presunto UFO è semplicemente la punta dello stabilizzatore orizzontale dell’aereo, vista attraverso un finestrino il cui bordo deforma l’immagine e crea un’illusione molto efficace.

Naturalmente nulla di tutto questo ha impedito agli ufologi superficiali di continuare a proporre questo filmato come una prova schiacciante dell’esistenza di veicoli extraterrestri che passano il tempo a svolazzare vicino ai nostri aeroplani.

Episodi come questo confermano il concetto che per inventare una presunta prova di un fenomeno misterioso non ci vuole nulla, mentre per indagare e verificare ci vuole una fatica enorme.

2019/05/25

Nufologia: no, la fila di punti luminosi in cielo non è uno sciame di dischi volanti alieni, piantatela

Ultimo aggiornamento: 2019/05/26 23:40.

Perché, perché qualunque cosa anche solo vagamente insolita vista in cielo deve subito essere interpretata come una visita di un veicolo extraterrestre?



Si tratta semplicemente dello sciame di satelliti Starlink, lanciato un paio di giorni fa da SpaceX: ben sessanta in una sola volta. Astronautinews.it ne parla in grande dettaglio.



I dettagli tecnici della ripresa di Marco Langbroek sono qui nel suo tweet e in questo suo breve post:



Sarebbe bello se tutti quelli che strillano di UFO e alieni alla minima occasione si informassero invece di fare l’ennesima figuraccia. La notizia del lancio di SpaceX non era certo segreta. Il video del lancio è stato trasmesso in diretta streaming da SpaceX (decollo a 00:13:50; separazione primo stadio a 00:16:40; espulsione carenatura a 00:17:40; accensione di rientro a 00:20:25; atterraggio del primo stadio sulla nave appoggio a 00:23:00; rilascio satelliti a 01:16:40):



La missione di SpaceX è particolarmente innovativa: oltre a recuperare il primo stadio del lanciatore e la carenatura (mentre tutte le aziende concorrenti sono ancora alle prese con lanciatori usa e getta), come ormai consueto, i satelliti sono stati lanciati in una sorta di catasta, impilati uno sull’altro, invece di usare il consueto traliccio di supporto e rilascio; usano motori a kripton anziché allo xenon in modo da ridurre anche del 90% i costi di propellente; integrano direttamente le antenne nel corpo dei satelliti, evitando le complicazioni e le possibilità di guasto di un sistema telescopico; l’uso di antenne di tipo phased array evita il problema del puntamento preciso.

I sessanta satelliti della costellazione Starlink sono i primi di un numero elevatissimo, che si sparpaglieranno nel cielo in modo da fornire connettività Internet globale a basso costo. Sono stati piazzati in orbita a 440 km di quota e useranno i propri motori a kripton per raggiungere la posizione e la quota definitive a 550 km di distanza dalla superficie terrestre.


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2019/02/10

Nufologia: il mistero delle linee davanti alla Luna di Apollo 9

Ultimo aggiornamento: 2019/02/11 22:30.

Ieri David Portree, uno storico appassionato di spazio, autore di articoli per il sito della sonda Lunar Reconnaissance Orbiter e per l’Apollo Image Archive nonché gestore del blog Spaceflight History, ha proposto questo mistero: una foto della missione Apollo 9 nella quale si stagliano, davanti alla Luna, tre linee oblique non identificate.



Ovviamente gli ufologi sostengono da tempo che si tratti di “una flotta di tre UFO”.


Una volta tanto, però, gli ufologi sono stati corretti e hanno indicato la fonte esatta della fotografia: lo scatto AS09-23-3500, consultabile qui, qui oppure qui. La scansione diretta dalla pellicola originale è qui presso March to the Moon.

Questa è la foto originale intera, non elaborata:



Questa è una mia elaborazione della scansione in formato TIFF:



La prima ipotesi che mi è venuta in mente è che le linee siano dei segni di riferimento incisi sui finestrini del veicolo spaziale, come quelle mostrate qui sotto o quelle documentate in Apollo Experience Report - Spacecraft Structural Windows, pagina 10, qui (con foto) e nella pagina Crewman Optical Alignment Sight. Non si tratta delle classiche crocette di riferimento che caratterizzano le foto lunari, perché queste crocette erano sempre allineate ai bordi della pellicola (essendo incise su un vetrino a contatto con la pellicola) e mai oblique.



Il problema di questa ipotesi è che il finestrino mostrato è quello del Modulo Lunare del veicolo Apollo, che però al momento dello scatto non era più presente. La missione Apollo 9, infatti, collaudò il Modulo Lunare stando in orbita intorno alla Terra, dal 3 al 13 marzo 1969, e la foto in questione risulta scattata alle 21.50 GMT del 10 marzo (secondo il catalogo NASA delle foto della missione, pagina A-94, che la descrive semplicemente come “Lunar view”).

Ma secondo la cronologia della missione, il Modulo Lunare fu sganciato alle 21:22 GMT del 7 marzo. Quindi la foto non può essere stata scattata attraverso quel finestrino.

Si potrebbe ipotizzare uno scatto fatto attraverso uno dei finestrini frontali del Modulo di Comando di Apollo 9, che erano dotati di griglie di allineamento (rendezvous windows, in Command Module Overview, pagina 48), ma c’è un problema: la grandezza della Luna.

Le dimensioni della Luna nella fotografia indicano che si tratta di uno scatto fatto usando un teleobiettivo, altrimenti la Luna sarebbe molto più piccola. Ma non risulta che a bordo ci fossero teleobiettivi sufficientemente potenti (va ricordato che Apollo 9 portò nello spazio fotocamere Hasselblad con pellicole da 70 mm, che avrebbero richiesto teleobiettivi estremamente ingombranti.

Inoltre il catalogo GAPE indica che la foto fu fatta con un obiettivo da 80 mm: lo stesso usato per le altre foto immediatamente precedenti e successive, che mostrano vedute della Terra.



L’uso di un teleobiettivo, oltretutto, avrebbe comportato una profondità di campo molto ridotta, per cui eventuali segni sui finestrini sarebbero stati completamente sfocati.

Quindi come si spiega la foto? Semplice: a bordo della capsula Apollo c’era eccome un “teleobiettivo”. Era il sestante usato per determinare la posizione e l’assetto del veicolo rispetto alle stelle fisse, come spiegato in questo video NASA.




Questo è il reticolo di puntamento del sestante, tratto dal già citato video NASA:



Questo reticolo è documentato in questo manuale (figura GN-9100A) e anche in questo video della RR Auction (a 0:24, a sinistra), di cui riproduco qui sotto un fotogramma saliente:



Lo si vede in basso a sinistra in questa immagine tratta dall’Apollo Flight Journal:



La spiegazione più plausibile, e coerente con tutti i fatti conosciuti fin qui, è insomma che la foto sia stata scattata appoggiando la fotocamera all’oculare del sestante, usandolo come teleobiettivo, e che la fotocamera sia stata mossa, durante lo scatto, in una direzione grosso modo corrispondente all’orientamento delle due linee più scure. Questo spiegherebbe la sottoesposizione (le fotocamere a bordo non avevano un esposimetro), la scarsa nitidezza della Luna (in particolare la sfocatura del suo bordo sinistro ma non di quello superiore, effetto tipico di un movimento della fotocamera) e il fatto che le linee sono a fuoco.

La possibilità di scattare foto attraverso l’oculare era esplicitamente prevista e (nel caso dell’analogo sistema COAS del Modulo di Comando) fu sfruttata almeno una volta durante Apollo 14.

Un lettore, scatola grande, ha trovato due immagini di quello che sembra essere un manuale d’uso del sestante, che mostrano la forma del reticolo: una croce composta da due bracci formati da una linea singola e due bracci formati da una linea doppia. Questa forma coincide quasi perfettamente con le linee visibili nella foto in discussione.




Scatola grande ha anche trovato un disegno del reticolo nell’Apollo Flight Journal (a 008:09:03) a sua volta basato su un manuale di addestramento del 1967.

Non sono ancora riuscito a trovare una foto diretta del reticolo del sestante di Apollo 9, ma direi che questa spiegazione è più credibile rispetto a una flotta di astronavi a bastoncino.


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2018/04/17

Nufologia: l’“UFO” avvistato vicino alla Stazione Spaziale

Credit: Wired/NASA/kingwilly200
Wired.it segnala (purtroppo regalandogli clic) l’ennesimo video ufologico che asserisce di documentare la presenza di un UFO vicino alla Stazione Spaziale Internazionale in una delle riprese delle telecamere esterne, diffuse in streaming.

Il video mostra (da 0:57 in poi) solo delle macchie luminose indistinte che lampeggiano. Ma questo sarebbe sufficiente, stando allo “scopritore” di questo fenomeno, tale kingwilly200, per dichiarare che si tratta di “un’astronave aliena di quasi un chilometro di larghezza”.

Come faccia kingwilly200 a determinare le dimensioni di un oggetto senza aver alcun riferimento o parallasse non è chiaro. Come faccia poi a sapere che l’oggetto è sicuramente un’astronave, e per di più aliena, è ancora meno chiaro.

L’unica cosa chiara è che si tratta di uno dei tanti, troppi ufologi la cui fantasia galoppa a senso unico: qualunque bagliore è per forza un’astronave aliena. Questo modo insensato di ragionare è una piaga per tutta l’ufologia. È come dire “ho sentito un rumore di zoccoli, sarà sicuramente un unicorno”. L’idea che possa essere un cavallo, un asino o una zebra, per esempio, non sfiora nemmeno questi diversamente pensanti.

In questo caso basta ragionare un attimo. La parte della Stazione che si vede è uno dei suoi bracci robotici esterni, che ruota lentamente su se stesso. I bagliori che costituirebbero l’“astronave aliena” sono sincronizzati con i riflessi del sole sull’oggetto scatolare visibile in basso a sinistra: man mano che l’oggetto scatolare ruota insieme al braccio e l’angolazione del sole cambia per via del moto orbitale della Stazione, anche i bagliori ufologici si spostano e cambiano.

L’UFO è semplicemente una serie di riflessi interni dell’obiettivo della telecamera: è un fenomeno frequentissimo nelle foto ufologiche scattate in presenza di sorgenti luminose puntiformi, come per esempio i lampioni: nell’angolo diagonalmente opposto della foto compare un bagliore.

@ufoofinterest, bravo e paziente analista di immagini ufologiche, ha preparato un video che spiega più chiaramente il fenomeno:




Ancora una volta, insomma, gli ufologi si fanno prendere da entusiasmi inutili e rivelano la propria incompetenza e incapacità di ragionare e informarsi.

2018/03/09

UFO in Antartide? No. Come al solito

Varie testate giornalistiche, come il Daily Mail e Russia Today (link intenzionalmente alterati), hanno pubblicato la foto satellitare di un presunto “UFO” che sarebbe precipitato in Antartide e che comparirebbe nelle immagini di Google Earth.

La scoperta è attribuita* a un gruppo di ufologi che si fa chiamare Secureteam10 e pubblica su Youtube video nei quali annuncia incredibili scoperte ufologiche.

In realtà, come nota Space.com, l’oggetto misterioso di forma allungata che emerge dalla superficie liscia della distesa antartica ed è accompagnato da una scia rettilinea è semplicemente un blocco di ghiaccio che è sceso lungo un pendio durante una valanga, come si può notare allargando l‘inquadratura partendo dalle coordinate dell’oggetto, che sono 54°39'44.6"S 36°11'42.5"W in Google Maps (cliccate sulla visualizzazione satellitare). Ma il video che ne parla in termini sensazionali ha raccolto un milione e mezzo di visualizzazioni.


Si può capire, umanamente, che cosa spinga un gruppo di ufologi a pubblicare un video che sostiene le loro teorie. Ma che questo video palesemente basato sul nulla venga pubblicato e condiviso dalle testate giornalistiche è molto meno perdonabile.

E come regola generale, se vedete in una foto qualcosa di anomalo, la spiegazione “veicolo extraterrestre precipitato” dovrebbe essere davvero in fondo alla vostra lista basata sul buon senso.


*Nota


UFO of Interest e HoaxEye segnalano che il video ufologico di Secureteam10 contiene materiale video stranamente identico a quello di un altro video spagnolo. O Secureteam10 ha avuto il permesso di usare quel materiale, oppure l’ha copiato senza permesso. In ogni caso si è preso il merito della “scoperta” togliendolo agli ufologi spagnoli.

2016/01/29

Antibufala: gli X-Files della CIA


Sono arrivate parecchie segnalazioni perplesse a proposito di una pagina del sito Web della CIA (sì, quella CIA) che propone ai visitatori un invito davvero insolito: “Date una sbirciata ai nostri ‘X-Files’” e mostra foto d’epoca di dischi volanti. C’è anche un’altra pagina intitolata “Come indagare su un disco volante”.

C’è chi ha pensato a una bufala, a uno scherzo, a un sito finto, ma le pagine sono realmente ospitate presso il sito pubblico della Central Intelligence Agency, ossia Cia.gov, e i documenti presentati sono davvero quelli dell’agenzia di intelligence statunitense dedicati alle segnalazioni di avvistamenti di oggetti volanti non identificati. Questi documenti fanno parte della vasta serie resa pubblica alla fine degli anni Settanta e includono resoconti impressionanti e insoliti, come quello di Oscar Linke, che insieme alla figlia nel 1952 avvistò un oggetto “simile a una grande padella volante” in una radura in un bosco della Germania Est, dalla quale era scappato di recente.

Le istruzioni su come indagare su un disco volante sono affascinanti e molto pratiche: sarebbe magnifico se le usassero gli ufologi.

1. Stabilire un gruppo che indaghi e valuti gli avvistamenti
2. Decidere quali sono gli obiettivi dell’indagine
3. Consultare gli esperti
4. Creare un sistema di gestione dei resoconti per organizzare i casi che arrivano
5. Eliminare i falsi positivi
6. Sviluppare metodi per identificare gli aerei comuni e altri fenomeni aerei spesso scambiati per UFO
7. Esaminare la documentazione dei testimoni
8. Effettuare esperimenti controllati
9. Raccogliere ed esaminare i reperti fisici e forensi
10. Disincentivare le segnalazioni fasulle.

Probabilmente queste pagine della CIA sono nate come tentativo di agganciarsi alla messa in onda della nuova miniserie di X-Files in onda negli Stati Uniti in queste settimane e di riparare i danni all’immagine dei servizi di sicurezza derivanti dalla rivelazione delle sue attività non legali da parte di Edward Snowden. In ogni caso i consigli organizzativi per gli ufologi e i documenti d’epoca proposti non sono affatto da buttare.
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