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Il Disinformatico: ufologia

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2023/09/11

Oggi alle 12.30 sulla Rete Due RSI parliamo di X-Files, Area 51, UAP e misteri ufologici

Oggi alle 12.30 sarò ospite, insieme a Chiara Fanetti, del programma Alphaville, condotto da Lina Simoneschi sulla Rete Due (radio) della Radiotelevisione Svizzera di lingua italiana.

Parleremo della mitologia di X-Files e del suo impatto sociale, del nuovo sito del Pentagono (Aaro.mil) per l’archiviazione, la segnalazione e la condivisione di informazioni riguardanti UAP (che ora sta per Unidentified Anomalous Phenomenon), e discuteremo dei miti che circondano l’Area 51 e il fenomeno ufologico in generale.

Il programma potrà essere seguito in diretta streaming: https://www.rsi.ch/play/radio/livepopup/rete-due.

Smorzo subito gli entusiasmi degli ufologi a proposito di questa iniziativa militare: l’AARO (All-domain Anomaly Resolution Office) ha lo scopo “rilevare, identificare e fare attribuzione di oggetti di interesse in, sopra o vicino a installazioni militari, aree operative, aree di addestramento, spazi aerei destinati a usi speciali e altre aree di interesse e, nella misura necessaria, mitigare eventuali minacce associate riguardanti la sicurezza delle operazioni e la sicurezza nazionale” (“detect, identify and attribute objects of interest in, on or near military installations, operating areas, training areas, special use airspace and other areas of interest, and, as necessary, to mitigate any associated threats to safety of operations and national security”). L’attenzione, insomma, è tutta verso la protezione delle aree militari da incursioni indesiderate e pericolose, non verso la protezione del pianeta Terra dagli alieni.

Sottolineo inoltre che il direttore dell’AARO, Sean Kirkpatrick, ha detto esplicitamente, in una udienza pubblica ad aprile 2023, che il suo ufficio “non ha trovato finora prove credibili di attività extraterrestri, tecnologie non terrestri o oggetti che sfidano le leggi fisiche conosciute (“has found no credible evidence thus far of extraterrestrial activity, off-world technology or objects that defy the known laws of physics”).

Trovate una presentazione dell'AARO qui e una statistica sugli UAP catalogati dall’AARO qui.

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Ecco la registrazione della puntata: https://www.rsi.ch/rete-due/programmi/cultura/alphaville/Il-Punto.-30-anni-fa-la-messa-in-onda-di-X-Files-16538011.html?f=podcast-shows 

2023/08/09

Il supertestimone ufologico al Congresso ha avuto un ricovero psichiatrico e problemi di alcolismo. Però continuate pure a credergli sulla parola

Gli ufologi e i sognatori alienofili criticano spesso i debunker dicendo che sono troppo cinici. No, non è cinismo: è esperienza.

Abbiamo visto infinite volte comparire sulla scena il testimone ufologico “definitivo”, al quale ci veniva detto che dovevamo credere assolutamente quando parlava di rapimenti alieni, dischi volanti precipitati e via discorrendo, perché era graniticamente affidabile. “Perché mai un militare di carriera dovrebbe rischiare appunto la carriera e la propria reputazione dichiarando il falso? Quindi dice il vero!” 

E quando facevamo notare che il supertestimone non portava uno straccio di prova oggettiva per le sue dichiarazioni strabilianti ma aveva solo parole, parole, parole, raccattate con infoiato entusiasmo da stuoli di ciarlatani del giornalismo in cerca di aria fritta con la quale colmare il vuoto fra un clic pubblicitario e l’altro, arrivava puntuale l’obiezione “Eh, ma non può portare le prove oggettive perché altrimenti lo farebbero fuori! Le presenterà nelle sedi opportune!” Che però, stranamente, non si concretizzavano mai. Né le sedi, né tanto meno le prove.

È successo anche stavolta, come si è visto anche nei commenti agli articoli (uno e due) che ho dedicato alla vicenda dell’audizione di David Grusch al Congresso degli Stati Uniti. Dai, Paolo, un giovane e brillante ufficiale dell’intelligence che ha autorizzazioni di sicurezza di altissimo livello non può contar balle. Non può rischiare la carriera senza motivo. È un militare, e si sa che i militari sono tutti d’un pezzo, ordine e disciplina, gli dobbiamo credere, c’è in gioco la sua carriera, magari anche la sua stessa vita se parla troppo, eccetera, eccetera, eccetera. Il solito repertorio.

Stasera The Intercept ha pubblicato un’indagine secondo la quale David Grusch è stato ricoverato in una struttura di supporto psichiatrico nel 2018 per varie ragioni, una delle quali è che ha chiesto alla moglie di ucciderlo dopo che lei gli ha detto che lui era un alcolizzato e aveva bisogno di aiuto. Lui era furibondo perché le armi di casa erano sotto chiave e lui non sapeva dove si trovasse la chiave. Lei ha chiamato la polizia (“Subj is intoxicated / Husband asked compl to kill him / he is very angry guns are locked up / he does not know where key is”). Grusch è stato trattenuto e poi visitato da uno specialista in salute mentale, che ha chiesto a un magistrato di emettere un ordine di detenzione temporanea, in base al quale Grusch è stato portato alla Loudoun Adult Medical Psychiatric Services per un ricovero.

Nel 2014 era già successa una cosa simile: una minaccia di suicidio, segnalata alla polizia, con la segnalazione che Grusch era violento e aveva accesso a un’arma.

È quanto emerge non da chissà quali documenti “fatti trapelare per screditarlo”, come diranno sicuramente tutti gli ufologi che si sono dimostrati ancora una volta allocchi pronti a credere a tutto, ma dai documenti pubblici e pubblicati anni fa dalle autorità dello stato della Virginia. The Intercept ha esercitato il diritto di accesso a questi documenti, secondo il Freedom of Information Act, e li ha inclusi nella propria indagine. Ha fatto, insomma, giornalismo.

Screenshot dei documenti pubblici raccolti da The Intercept.

È triste dover scavare nella vita e nella salute di una persona, ma in questo caso è necessario per capire come stanno realmente le cose. Alla luce di questi fatti, le obiezioni degli ufologi trovano una risposta. Probabilmente non quella che, ingenuamente, speravano ancora una volta di avere.

 

2023/07/31

Stamattina alle 11 sarò a ReteUno (radio) RSI per parlare delle audizioni ufologiche al Congresso USA

Oggi alle 11 sarò in diretta radiofonica (con streaming audio e video durante la diretta) sulla Rete Uno della RSI per parlare delle recenti audizioni ufologiche di David Grusch al Congresso degli Stati Uniti.

Nell’attesa vi anticipo alcuni dati sull’argomento raccolti da Statista: secondo il National UFO Reporting Center, che negli Stati Uniti documenta gli avvistamenti di fenomeni aerei non spiegati in tutto il mondo, gli avvistamenti sono in aumento dopo i cali del 2018 e del 2021: nel 2022 ci sono stati oltre 5000 presunti avvistamenti. Siamo comunque ben al di sotto dei picchi del 2014 (8800) e del 2020 (7400).

La credenza negli alieni, intanto, è in aumento negli Stati Uniti. Secondo i sondaggi di Yougov America citati sempre da Statista, nel 1996 gli americani che credevano che gli UFO fossero veicoli alieni o forme di vita extraterrestri erano il 20%; nel 2022 questa percentuale è salita al 34%. Sull’esistenza di forme di vita extraterrestri (questione ben diversa dalle visite extraterrestri), il 57% degli interpellati risponde affermativamente.

Segnalo anche un aspetto forse poco considerato della recente audizione: Sean Kirkpatrick, che guida l’All-Domain Anomaly Resolution Office (AARO), la sezione del Pentagono costituita per centralizzare le indagini sugli avvistamenti di fenomeni aerei non identificati che potrebbero essere una minaccia per la sicurezza nazionale, ha pubblicato una lettera aperta nella quale dice che le asserzioni di Grusch sono  “offensive” nei confronti di chi lavora alle indagini sugli avvistamenti e rimprovera Grusch e gli altri testimoni che hanno parlato nelle recenti audizioni per non aver collaborato alle indagini governative sull’argomento “contrariamente alle dichiarazioni fatte durante le testimonianze e nei media”.

La critica di Kirkpatrick, fatta a titolo personale, prende le difese dei membri “del Dipartimento della Difesa e della Comunità di Intelligence che hanno scelto di partecipare all’AARO, molti con ansie non irragionevoli a proposito dei rischi di carriera che questo avrebbe comportato.”

In altre parole, al Pentagono c’è gente che sta cercando di lavorare seriamente per capire se questi avvistamenti possono essere un pericolo per la sicurezza delle forze armate e del paese (per esempio se sono indicatori di attività di sorveglianza da parte di altri paesi), lottando contro la tendenza diffusa a ridicolizzare chi si occupa di questi fenomeni e mettendo a repentaglio la propria carriera. Dichiarazioni prive di qualunque prova, come quelle di Grusch, riammantano di ridicolo e sensazionalismo questo lavoro.

C’è anche un altro aspetto burocratico interessante: gli esperti fanno notare che sembra che Grusch abbia seguito i protocolli del Pentagono nel rendere pubbliche le proprie informazioni. Questo vuol dire che il Dipartimento della Difesa (DoD) ha approvato la divulgazione di quelle informazioni, e il DoD approva queste divulgazioni solo se le informazioni non sono classificate. Se Grusch dicesse il vero, le informazioni nelle sue dichiarazioni sarebbero classificate e il DoD non gli avrebbe permesso di renderle pubbliche.

La pagina di Wikipedia in inglese sulla vicenda riassume bene tutta la questione.

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Qui sotto trovate la registrazione della puntata.

2023/07/27

Ufologia: come al solito, zero prove concrete nelle audizioni al Congresso USA

David Grusch, ex addetto dell’intelligence dell’aviazione militare statunitense, ha fatto una serie di dichiarazioni ufologiche durante un’audizione davanti a una commissione del Congresso degli Stati Uniti. La cosa ha suscitato una notevole risonanza mediatica, come al solito, ma come altrettanto solito le dichiarazioni sono completamente prive di qualunque prova concreta.

Grusch ha dichiarato che il governo USA avrebbe recuperato dei veicoli e che da questi veicoli sarebbero stati estratti “elementi biologici” che sarebbero “non umani”. Lo dice, però, sulla base di una dichiarazione fatta da “persone che hanno conoscenza diretta” alle quali ha parlato; ha precisato di non aver mai visto direttamente corpi alieni. Siamo insomma nel campo delle dicerie riportate di seconda mano.

Grusch non è nuovo a dichiarazioni di questo genere. Forbes, a giugno 2023, ne scriveva lucidamente, con obiezioni di buon senso.

La prima obiezione è che secondo Grusch e altri ufologi, gli extraterrestri schianterebbero regolarmente le proprie astronavi sulla Terra. Ma se sono sufficientemente evoluti da avere veicoli interstellari (o interdimensionali, come sostiene Grusch, sempre senza prove), come mai continuano a sfracellarsi? Sono incapaci di pilotare? Anzi, perché mai dovrebbero avere a bordo degli equipaggi? Già adesso noi facciamo ricognizione con i droni.

La seconda obiezione è che gli ufologi sostengono spesso che da questi ipotetici veicoli schiantati sarebbero state estratte delle tecnologie che oggi vengono usate in segreto dai potenti di turno. Ma è un’idea idiota e arrogante, perché parliamoci chiaro: il divario tecnologico fra noi e qualunque civiltà capace di viaggi interstellari è equivalente a quello fra noi e un abitante dell’antica Roma. Le speranze di poter decifrare e addirittura usare tecnologie così avanzate sono nulle. 

Immaginate Giulio Cesare che vede sfracellarsi un Boeing 757, e ditemi se sarebbe capace di dedurne i principi dei motori a reazione o anche solo di capire cos’è lo smartphone trovato tra i rottami. Le tecnologie elettroniche sarebbero totalmente incomprensibili per qualunque persona dell’antichità. Sarebbero indistinguibili dalla magia. Immaginate di spiegare a Cesare che possiamo catturare la sua voce e farla riprodurre a una tavoletta sottile e lucida, tanto per fare un esempio.

Come ho già scritto, qui gli extraterrestri non c’entrano nulla. L’interesse del Congresso per gli UFO o UAP che dir si voglia non è dettato dalla credenza negli alieni, ma nella preoccupazione molto concreta che dietro questi avvistamenti insoliti ci possano essere veicoli molto terrestri e molto poco americani, che qualche potenza straniera userebbe per sorvegliare le attività militari. Ma ai giornalisti in cerca di clamore e clic interessa solo parlare di omini verdi.

2023/06/25

(AGG 23:55) Tutti i video del convegno Cicap “Siamo soli nell'universo? Alla ricerca della vita, fra mito e realtà”

Come ho segnalato qualche giorno fa, il 6 maggio scorso sono stato uno dei relatori del Convegno nazionale del Cicap intitolato “Siamo soli nell'universo? Alla ricerca della vita, fra mito e realtà” presso l’Aula Magna dell’Università dell’Insubria, a Como. Nei giorni scorsi il Cicap ha pubblicato man mano anche gli altri video, interessantissimi, del convegno, per cui raduno tutto qui in un unico post cronologico.

Prologo: diretta streaming Aspettando "Siamo soli nell'Universo?", con Amedeo Balbi, professore associato di astronomia e astrofisica all’Università di Roma “Tor Vergata”, intervistato da Serena Pescuma, medico chirurgo e coordinatrice dei social del CICAP.

 

I “canali” di Schiaparelli ed il mito dei Marziani - Patrizia Caraveo (Astrofisica)

 

Dagli UFO ai complotti spaziali - Paolo Attivissimo (Giornalista scientifico)

 

Il progetto SETI, alla ricerca di vita intelligente - Stefano Covino (INAF Brera)

 

La scoperta degli esopianeti - Monica Rainer (INAF Brera)

 

Le molecole della vita - Giuseppe Galletta (Senior-Unipd)

 

Esistono civiltà tecnologiche aliene? - Amedeo Balbi (Unitorvergata)

 

Viaggi interstellari: solo fantascienza? - Andrea Ferrero (Ingegnere spaziale)

2023/06/19

Video: dagli UFO ai complotti spaziali

Il 6 maggio scorso ho partecipato al Convegno nazionale del CICAP intitolato “Siamo soli nell'universo? Alla ricerca della vita, fra mito e realtà” presso l’Aula Magna dell’Università dell’Insubria, a Como, e ho parlato di una categoria di avvistamenti molto particolari: quelli attribuiti agli astronauti. Gente che conosce bene lo spazio e le cose che volano in atmosfera e fuori dall’atmosfera e che per questo viene spesso ritenuta particolarmente attendibile. E in effetti gli astronauti sono attendibili in questo campo; il problema è che chi riferisce le loro parole lo è parecchio meno.

Se vi interessa saperne di più e vedere i risultati delle mie ricerche su cosa si dice che abbiano detto e fatto gli astronauti in materia ufologica e su cosa hanno realmente detto e fatto, è stato pubblicato oggi il video.

Se vi chiedete il perché della mia strana posa china in avanti, non è una mia brutta imitazione di Quasimodo nel Gobbo di Notre Dame o un problema di mal di schiena, ma solo una soluzione veloce per stare vicino al microfono e consentire la registrazione del mio intervento. Buona visione.

2022/07/03

Ufologia, rispondo su Tio.ch a Candida Mammoliti (Centro Ufologico Svizzera Italiana)

Il 30 giugno scorso Tio.ch ha pubblicato un’intervista (copia permanente) a Candida Mammoliti (Centro Ufologico Svizzera Italiana) nella quale la signora Mammoliti ha attribuito a me e al Cicap Ticino un’operazione di discredito e ridicolo ai suoi danni e un rifiuto di confronto. Questo è quanto ha dichiarato l’intervistata:

«Dal 2007 siamo screditati dalla maggior parte dei mass media. Cioè da quando il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze (CICAP) - di cui Paolo Attivissimo era presidente della sezione ticinese - è arrivato in Ticino, ci denigrano e ridicolizzano per quanto riguarda gli avvistamenti e le nostre teorie sui cerchi nel grano, solo perché non siamo scienziati e non hanno mai accettato il confronto con noi».

Non è la prima volta che la signora Mammoliti fa dichiarazioni pubbliche di questo genere verso di me e verso il Cicap Ticino, del quale sono stato presidente per qualche tempo. Ricordo una sua intervista a Ticinolive.ch (oggi non più reperibile online, perlomeno a questo link) di gennaio 2012, nella quale esprimeva grosso modo la stessa posizione:

“da 6-7 anni una disinformazione caotica ci mette in difficoltà, come anche il Cicap, il Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale – fondato da Piero Angela per motivi privati, che ha preso piede anche in Ticino con Paolo Attivissimo quale presidente. Cosa controlli il Cicap in verità rimane poco chiaro, ma siamo stati ripetutamente ed ingiustamente attaccati e diffamati dai suoi membri, senza che ci conoscessero.”

In quell’occasione, vista l’accusa di diffamazione, il Cicap Ticino ed io avevamo inviato una netta replica, che è ancora disponibile (copia permanente).

Anche questa volta ho chiesto di replicare. Stamattina Tio.ch ha pubblicato (copia permanente) integralmente la mia replica, inviata via mail. Ne riporto qui il testo:

«Apprezzo la generosa valutazione della signora Mammoliti dei miei presunti poteri di influenzare addirittura "la maggior parte dei mass media" nei suoi confronti, ma fortunatamente non corrisponde alla realtà. Sia io sia il Cicap Ticino abbiamo semplicemente documentato e raccontato quanto avveniva nei convegni pubblici organizzati dal CUSI, consigliando anzi esplicitamente di parteciparvi per constatare di persona i metodi e i criteri usati per affrontare un argomento nobile e delicato come la ricerca di altre civiltà nell’universo.»

«Mi permetto di correggere quanto dichiarato dalla signora Mammoliti sul presunto rifiuto di confronto: io e il Cicap Ticino siamo sempre stati aperti al dialogo sereno, come dimostrato fra l’altro dal piacevole dibattito con la signora stessa alla trasmissione Contesto della RSI alcuni anni fa. È passato molto tempo, per cui l’esperienza forse andrebbe ripetuta. La mia porta è sempre aperta.»

«In fondo stiamo dalla stessa parte: siamo entrambi affascinati dall’idea della vita intelligente al di fuori della Terra. Semplicemente la affrontiamo con metodi e punti di vista differenti. Personalmente la ritengo un’ipotesi assolutamente ragionevole, ma in attesa di prove. E credo che queste prove debbano essere straordinariamente robuste, proprio perché il tema è straordinario. Purtroppo la ricerca ufologica è spesso fuorviata da tre cose: fenomeni insoliti che hanno spiegazioni normali (spesso affascinanti), entusiasmi in buona fede (se sento rumore di zoccoli, non devo pensare subito a un unicorno), e anche, purtroppo, molti imbroglioni che fanno soldi fabbricando falsi avvistamenti. Io e il Cicap Ticino, insieme ad alcune associazioni ufologiche, offriamo liberamente a tutti alcune tecniche e informazioni che possono aiutare a smascherare e scartare questi fenomeni ingannevoli, per vedere meglio quello che resta. Credo che questa scrematura sia nell’interesse di tutti, “scettici” e “credenti”. Parliamone insieme.»

Il dibattito televisivo al quale mi riferisco è quello del 29 settembre 2010, nel programma RSI Con_testo, purtroppo non più disponibile al link originale. Se qualcuno riuscisse a recuperarne un eventuale link aggiornato, me lo segnali nei commenti.

2022/05/18

Si parla ancora una volta di “UFO” al Congresso statunitense

Ultimo aggiornamento: 2022/05/18 21:15.

Il 17 maggio scorso si è tenuta un’audizione pubblica presso il Congresso degli Stati Uniti sul tema degli oggetti volanti non identificati (o meglio “fenomeni aerei non identificati”, per usare il termine formale che è in voga oggi). È la prima in ben cinquant’anni, e la notizia ha scatenato le fantasie giornalistiche e l’entusiasmo di chi spera che arrivino rivelazioni su visite di extraterrestri, ma i fatti sono un po’ più terra terra, per così dire.

Prima di tutto, si tratta di un’audizione presso un sottocomitato per l’intelligence della Camera dei Rappresentanti, ossia la camera bassa del Congresso, non di una presentazione di fronte al Congresso intero. Però l’hanno fatta due alti funzionari dell’intelligence militare degli Stati Uniti, Ronald Moultrie e Scott Bray, per cui non è da trascurare. Bray, in particolare, è vicedirettore per l’intelligence navale, mentre Moultrie è sottosegretario alla difesa per l’intelligence e la sicurezza nell’amministrazione Biden.

L’audizione pubblica, che può essere vista integralmente su YouTube (inizia a circa 8 minuti e dura circa un’ora e un quarto), è stata seguita da una sessione a porte chiuse per proteggere i segreti militari statunitensi. Arriva a quasi un anno di distanza dalla pubblicazione di un rapporto preliminare governativo statunitense che riunisce oltre 140 casi di fenomeni aerei non identificati, osservati da piloti militari degli Stati Uniti dal 2004 in poi.

Le premesse, insomma, sono abbastanza interessanti, ma Scott Bray ha messo bene in chiaro che non sono stati raccolti materiali e non sono state rilevate emanazioni che possano suggerire qualcosa di non terrestre: “we have no material, we have detected no emanations, within the UAP task force that would suggest it is anything non-terrestrial in origin” (a 1h:00m:04s). 

Gli ha fatto eco Eric Crawford, del sottocomitato antiterrorismo della Camera dei Rappresentanti: “non si tratta di trovare veicoli spaziali alieni, ma di fornire intelligence dominante su tutto lo spettro tattico, operativo e strategico” (“It's not about finding alien spacecraft. It's about delivering dominant intelligence across the tactical, operational, and strategic spectrum”, a 36:45).

 I funzionari, inoltre, hanno sottolineato che l’obiettivo primario è valutare eventuali minacce alla sicurezza nazionale, perché questi fenomeni “costituiscono un rischio potenziale per la sicurezza dei voli e un rischio generale per la sicurezza”.

Scott Bray, inoltre, ha fatto un vero e proprio debunking: a 27:25 ha presentato due video, ottenuti con un sensore per visione notturna, che mostrano una serie di oggetti triangolari lampeggianti, ripresi da personale della Marina Militare degli Stati Uniti. Molti appassionati di ufologia considerano questi video come una prova dell’esistenza di veicoli extraterrestri triangolari, ma Bray ha spiegato che si tratta, molto banalmente, di piccoli velivoli terrestri senza pilota, che sembrano avere una forma triangolare soltanto perché la loro immagine sfocata viene distorta dall’uso del dispositivo per visione notturna, che ha un diaframma dotato di un’apertura triangolare. Questa distorsione è ben nota a chi fa fotografia con il nome di bokeh.

È la stessa spiegazione alla quale erano arrivati molti esperti di analisi video oltre un anno fa (ne avevo scritto qui a maggio 2021), ma è comunque interessante sentirla esplicitata da un addetto ai lavori dell’intelligence militare.

Tuttavia durante l’audizione è stato anche presentato un altro avvistamento ripreso in video (qui, a 1:10 circa, e a 25:50 nel video integrale) che riaccenderà gli entusiasmi di chi spera che queste riprese siano indicazioni di visitatori extraterrestri. È uno spezzone cortissimo, registrato attraverso il tettuccio trasparente di un caccia F/A-18, che mostra (a 48:50 circa) un piccolo oggetto sferico sgranato sullo sfondo azzurro del cielo. 


Va detto, però, che Scott Bray lo ha mostrato per dare un esempio del fatto che spesso gli avvistamenti si riducono a video brevissimi e sgranati, sui quali è praticamente impossibile indagare. E in molti casi, ha aggiunto, il materiale disponibile è ancora minore.

Ed è questo, per ora, il problema fondamentale: nonostante i progressi nei sensori e nelle fotocamere, nonostante il fatto che ormai giriamo tutti con una fotocamera in tasca, le riprese di presunti “UFO” continuano a mostrare soltanto forme sfuocate e confuse. Forse il fenomeno ha un’altra spiegazione molto più terrestre e vicina a noi, e si chiama “scarsa conoscenza dei fenomeni ottici e della fotografia”. Ma non forma un acronimo così accattivante come UFO.


Fonti aggiuntive: Gizmodo, Reuters, Metabunk, The Register.

2021/07/18

I problemi dell'ufologia, spiegati con un quiz

Ieri ho lanciato un quizzello su Twitter:

 

Molti di coloro che hanno risposto hanno teorizzato macchie sull’obiettivo oppure oggetti sul vetro della finestra attraverso la quale sarebbe stata scattata la foto; altri hanno ipotizzato droni o semplicemente fotoritocchi. Alcuni si sono lasciati distrarre dal bianco e nero e hanno pensato a una foto d’epoca. Altri ancora hanno pensato che si trattasse di una nave sul mare. Insomma, le ipotesi non sono mancate.

Ma come avevo preannunciato, in realtà la foto contiene tutti gli elementi necessari per la sua spiegazione. 

Primo, la località. In basso a sinistra si nota il profilo molto particolare del Duomo di Pavia. Per cui la città è Pavia.

Conoscendo la storia della città, è abbastanza facile dedurre che non può trattarsi di una foto d'epoca perché manca la Torre Civica accanto al Duomo. La Torre, infatti, crollò nel 1989; la notizia fece grande scalpore.

Bisogna infatti fare attenzione agli automatismi mentali che usiamo quando guardiamo una foto. Se è in bianco e nero, facilmente ci viene da pensare che sia una foto antica; viceversa, se è a colori diamo per scontato che sia recente. 

Per esempio, direste mai che la foto qui sotto risale a oltre cento anni fa? È del 1915 (grazie a pol per la segnalazione).


Alcuni hanno teorizzato un oggetto in realtà altamente improbabile: un dirigibile. L'idea che un dirigibile sorvoli Pavia in tempi recenti sembra assurda, ma in realtà è successo proprio ieri: un dirigibile marchiato Goodyear sta infatti sorvolando buona parte del nord Italia.

Però questa è una notizia che molti ieri non hanno visto; immaginate quanto sarà difficile sapere questo dettaglio fra dieci o vent’anni, quando questa foto sarà ancora in giro. Questo è uno dei problemi fondamentali dell'ufologia: la mancanza di dati, spesso irrimediabile, che permetterebbe spiegazioni e demistificazioni.

C'è poi da considerare che in ufologia gioca un ruolo importante anche la manipolazione intenzionale. Molti "ufologi" sono ciarlatani che fabbricano foto false. Anche la foto del quiz è un “falso”: infatti l’originale in realtà è a colori ed è una porzione volutamente sfocata di un video.



Per questo è importantissimo esigere che chi ha fatto la foto o il video renda disponibile l'originale e ci si deve rifiutare di fare qualunque analisi su copie di copie di copie. Il fatto stesso di non mettere a disposizione l’originale va considerato sintomo di probabile ciarlataneria. Nel caso che presento qui, se io avessi pubblicato direttamente il video originale il mistero non sarebbe neanche nato.

Questo piccolo esperimento mostra quanto è facile creare una foto ufologica senza neppure ricorrere a fotomontaggi, e quanto lavoro di informazione e deduzione occorre per scoprire la spiegazione di una singola foto.

È per questo motivo che non è giusto dire "ah, ma questa non l'hai spiegata, quindi il fenomeno è reale". No. Semplicemente in tantissimi casi mancano tempo e informazioni sufficienti a spiegare, per cui non si può affermare nulla. Non si può dare una spiegazione certa, ma allo stesso tempo e per lo stesso motivo non si può dire “è un veicolo alieno”

Ed è per lo stesso motivo che non si può perdere tempo a investigare approfonditamente ogni singola foto sgranata e priva di contesto che viene segnalata: si finirebbe per essere sommersi dalla fuffa.

Grazie a tutti per aver partecipato: spero che vi siate divertiti. Ringrazio anche mio figlio Simone che ha registrato il video.

 

Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle donazioni dei lettori. Se vi è piaciuto, potete incoraggiarmi a scrivere ancora facendo una donazione anche voi, tramite Paypal (paypal.me/disinformatico) o altri metodi.

2021/07/01

Perché non ci si può fidare delle testimonianze ufologiche prive di reperti a supporto? Un caso personale

Ultimo aggiornamento: 2021/07/14 14:40.

Mi chiedono spesso perché sono così scettico sul fenomeno UFO e soprattutto sulle testimonianze di avvistamenti. Provo a spiegare perché: in una parola, esperienza. Chi non ha esperienza di avvistamenti e segnalazioni tende a credere che le persone siano testimoni affidabili e precisi; chi ce l’ha sa che le testimonianze sono spesso incredibilmente distorte, anche nei casi apparentemente più banali. Faccio un esempio tratto, appunto, dalla mia esperienza.

Alcuni anni fa (nel 2015) mi scrisse una persona, dicendomi che un suo conoscente, una persona di sua assoluta fiducia, aveva ripreso e fotografato direttamente un oggetto misterioso.

Il testimone stava tornando a casa dopo una serata passata in compagnia quando

“si è trovato di fronte a questo oggetto, che si "dondolava" ed emetteva una strana luce ed era collocato in un campo adiacente a casa sua. [...] stando al racconto del mio amico, non c'era un filo di vento a casa sua questa sera. Dopo averlo filmato e fotografato dalla lontananza, ha provato ad avvicinarsi all'oggetto, ma questo schizzava verso l'alto per poi tornare a terra una volta che lui si allontanava, fino a quando, dopo l'ennesimo tentativo di avvicinarlo, è sparito nel cielo.”

Il caso sembra interessantissimo: un oggetto sconosciuto che si muove spontaneamente, addirittura decollando, in un campo a poca distanza dall’osservatore, ed emette una luce. Cosa potrà mai essere? 

Provate a fare qualche ipotesi prima di continuare la lettura. Immaginatevi la scena sulla base delle parole della descrizione, che ho riportato testualmente, omettendo soltanto i riferimenti personali per tutelare l’identità delle persone coinvolte.

---

Avete fatto le vostre ipotesi? Avete fissato bene nella vostra mente cosa avete immaginato? Bene, allora siete pronti per il resto della vicenda.

Se ci fosse soltanto questa testimonianza dell’evento, l’episodio rimarrebbe inspiegabile, misterioso e affascinante. Ma c’è un dettaglio che cambia tutto: il testimone ha appunto “filmato e fotografato” questo oggetto, e mi ha mandato foto e video.

Nel video, la voce del testimone dice, mentre sta riprendendo l’oggetto che si dondola ed emette luce:

“Oh beh, ragazzi, guardate questo. Io non so cosa sia. Io non so che animale sia questo. È nel mio campo, e questo è un UFO. Non vi dico una balla, questo è un UFO, ragazzi. Non so se ci credete o no, ditemi voi che cos’è.”

Sia il testimone, sia la persona che mi ha mandato il video e le foto dell’avvistamento, sono convinte di aver visto qualcosa di straordinario che non riescono a spiegare.

Ma il video, che per ora non vi posso mostrare,* riprende molto chiaramente un oggetto molto normale.

* 2021/07/14. Mi è arrivato oggi il permesso di pubblicarlo.

Un palloncino.

Un palloncino metallizzato semisgonfio, appoggiato sul campo e mosso dal minimo refolo di vento. È a pochi metri dalla persona che lo sta riprendendo. Emette una “strana luce” semplicemente perché è illuminato dai fari dell’auto del testimone. E non “schizza verso l’alto”: si limita a oscillare leggermente.

Tutto qui. È un palloncino, lo si vede chiaro come il sole.

Questo è il video:

Senza questo video e senza le foto, la narrazione sarebbe appunto perfettamente ufologica. Conosco ufologi e conduttori di programmi TV che ci ricamerebbero su a non finire. Ma il video ridimensiona completamente la vicenda.

I testimoni, insomma, sono incredibilmente inattendibili. Ma la cosa ancora più interessante è che quando spiego che si vede lontano un miglio che si tratta di un palloncino, la persona che mi ha contattato non accetta la spiegazione. Non vuole arrendersi all’evidenza. Fatica a pensare che la spiegazione possa essere così ovvia, e forse gli ho rovinato quella che per lui era un'esperienza straordinaria.

Io ricevo un gran numero di segnalazioni di avvistamenti di oggetti ritenuti misteriosi, e posso dire che queste reazioni emotive alle spiegazioni sono comunissime e umanissime. Questi sì che sono gli aspetti umani e psicologici che dovremmo considerare e investigare quando si parla di ufologia. 

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2017/07/14. Per chi sospetta che si tratti di una burla, aggiungo che insieme al permesso di pubblicazione del video è arrivato questo commento dalla persona che mi ha mandato il video: chiarisce bene lo stato d’animo di chi vive un’esperienza che in quel momento gli appare incomprensibile.

“a distanza di anni, riguardando il video a freddo, effettivamente sembra davvero un palloncino metallizzato che si muove sospinto dal vento, però la sera del fatto ed i giorni seguenti ero abbastanza condizionato dal racconto di chi aveva filmato l'accaduto, e probabilmente anche quello ha giocato un ruolo chiave nella percezione del fatto in sé.” 

La prima narrazione che si riceve ha un impatto emotivo enorme e persistente, nonostante le eventuali correzioni successive. Che spesso non arrivano mai.

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C’è anche un altro fattore comunissimo, un errore di metodo che l’astrofisico e divulgatore scientifico Neil DeGrasse Tyson riassume egregiamente in questo video da 00:56 in avanti:

“Qualcuno vede delle luci lampeggianti in cielo. Non le ha mai viste prima. Non capisce cosa siano. Dice ‘Un UFO!’ La U sta per Unidentified [non identificato]. E così dice ‘Non so cosa sia. Devono essere alieni dallo spazio che ci visitano da un altro pianeta!’. Ma se non sai cosa sia, è a questo punto che la tua conversazione dovrebbe fermarsi!”

2021/06/26

Il famoso rapporto militare sugli UFO che tutti aspettavano è stato pubblicato. Gli ufologi piangeranno, come previsto

L’attesissimo rapporto militare statunitense sugli UFO o UAP, quello che gli ufologi e i giornalisti a caccia di clic facili hanno strombazzato per mesi come il “salto di qualità” e il momento della “grande rivelazione”, è stato pubblicato.

Mi spiace per gli ufologi, che piangeranno e pesteranno i piedi come bambini viziati. Ma erano stati avvisati.

La versione pubblicata del rapporto è lunga...

...NOVE PAGINE. 

E non dice nulla a proposito di alieni. Anzi, non accenna neppure a veicoli che effettuano manovre fisicamente impossibili. Tutta roba estremamente banale, normale, di interesse per la sicurezza nazionale perché interferisce con le attività militari. Ma niente di extraterrestre.

Gli ingenui che si aspettavano che il Pentagono se ne uscisse con un “Sì, siamo in contatto con i venusiani tentacolati, ecco le foto, i video e i loro profili Onlyfans” ci resteranno con un palmo di naso. Non dite che non ve l’avevo detto.

Ecco il link per scaricare il rapporto. Sottolineo che questa è la versione pubblica del rapporto, che è una sintesi della versione classified riservata agli addetti ai lavori e ai membri autorizzati del governo statunitense.

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Lasciando da parte gli ufologi scornati, il rapporto è interessante per vari aspetti tecnici.

Per esempio, avverte che “alcuni UAP possono essere attribuibili ad anomalie dei sensori” e che “in un numero limitato di eventi, gli UAP asseritamente sembravano manifestare caratteristiche di volo insolite. Queste osservazioni possono essere il risultato di errori dei sensori, di spoofing [generazione intenzionale di segnali per fingere di essere qualcos’altro -- Paolo], o di errori di percezione dell’osservatore”. Inoltre “I sensori montati sulle piattaforme militari degli Stati Uniti sono tipicamente progettati per soddisfare missioni specifiche. Pertanto tali sensori non sono generalmente adatti a identificare gli UAP”. In altre parole, i militari non sono infallibili, e non lo sono neanche i loro strumenti, con buona pace di chi in questi mesi ha insistito che i piloti non potevano sbagliarsi e che i video parlavano chiaro.

Un altro aspetto, come facilmente previsto, è che non esiste una spiegazione unica che copre tutti i casi: “Ci sono probabilmente più tipi di UAP che richiedono spiegazioni differenti.” Inoltre “La nostra analisi dei dati supporta il concetto che se e quando i singoli eventi UAP verranno risolti, ricadranno in una di cinque categorie esplicative potenziali: clutter [materiale che genera riflessi radar -- Paolo] aereo, fenomeni atmosferici naturali, programmi di sviluppo del governo statunitense o dell’industria statunitense, sistemi di avversari stranieri, e un contenitore “altro” per tutto il resto.“

È particolarmente interessante la precisazione delle capacità di manovra degli UAP, drasticamente ridimensionate rispetto alle descrizioni giornalistiche: “Alcuni UAP hanno dato l’impressione di rimanere stazionari e librati nel vento, di muoversi controvento, di manovrare bruscamente, o di muoversi a velocità considerevole, senza mezzi propulsivi riconoscibili. In un piccolo numero di casi, i sistemi degli aerei militari hanno elaborato energia in radiofrequenza (RF) associata agli avvistamenti di UAP [cioè gli aerei statunitensi hanno rilevato emissioni radio --Paolo].” Inoltre altri UAP hanno esibito signature management, “gestione della firma emissiva”, ossia hanno tentato di mascherare o alterare le proprie emissioni o il proprio riflesso radar. Un comportamento molto, molto terrestre.

Il concetto di fondo del rapporto è altrettanto concreto, al limite dell’ovvio: “Gli UAP costituiscono un pericolo per la sicurezza del volo e potrebbero comportare un pericolo più ampio se alcuni casi rappresentano raccolta sofisticata nei confronti delle attività militari da parte di un governo straniero o dimostrano una tecnologia aerospaziale rivoluzionaria da parte di un avversario potenziale.” 

Niente omini verdi, insomma. La cosa più concreta, e forse più importante, di queste paginette di rapporto è l’osservazione che la raccolta di dati su questi UAP è stata ostacolata anche dalla “stigmatizzazione socioculturale”: i piloti e tutto il personale militare sono riluttanti a segnalare UAP perché temono di essere denigrati e ridicolizzati, e questo li induce a tacere per salvaguardare la loro reputazione. 

È un silenzio perfettamente comprensibile, come dimostrato dal can can mediatico e dallo schiamazzante circo giornalistico-ufologico che si sono scatenati intorno ai piloti che hanno provato a parlare seriamente di quello che hanno visto. Ma è anche un silenzio che ostacola l’indagine seria su questi fenomeni. Se questo rapporto permetterà ai testimoni di segnalare più serenamente gli UAP, allora sarà utile. Non per gli ufologi, ma per i piloti e per la loro sicurezza.

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Colgo l’occasione per riassumere le vicende che hanno portato alla pubblicazione di questo rapporto: nel 2017 il New York Times e Politico pubblicarono articoli sull’esistenza di una unità investigativa segreta del Pentagono dedicata allo studio di eventi riguardanti oggetti volanti non identificati, l’AATIP (Advanced Aerospace Threat Identification Program).

Nel 2020 Il Senate Intelligence Committee (SIC) confermò l’esistenza di una task force militare di indagine su questi oggetti o fenomeni, denominata UAPTF (Unidentified Aerial Phenomenon Task Force), che è una divisione dell’Office of Naval Intelligence che ha il compito di standardizzare la raccolta e l’analisi di questi fenomeni e valutare se sono collegati a potenze straniere e se rappresentano un pericolo per le risorse militari statunitensi. 

Nell’estate del 2020, il SIC diede al Pentagono sei mesi di tempo per preparare versioni segrete e non segrete di un rapporto che riassumesse le conoscenze degli esperti di intelligence su questi fenomeni. Il rapporto reso pubblico oggi è la versione non segreta. Per cui gli ufologi possono continuare a fantasticare che nella versione segreta ci sia scritto chissà cosa.

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Intanto il suddetto circo giornalistico ufologico continua a esibirsi in acrobazie ridicole come questa di ANSA. 

I militari USA: ecco il rapporto sugli UAP. Non parla di extraterrestri.

ANSA: Ma allora se non ne parla vuol dire che gli alieni non sono esclusi!

Poi la gente si chiede perché non si riesce a discutere scientificamente e serenamente di questi fenomeni.

2021/06/20

Tesi: gli “avvistamenti UFO” militari recenti sono una foglia di fico per coprire un’umiliazione molto terrestre

Ultimo aggiornamento: 2021/06/22 8:20.

La recente serie di video di provenienza militare che mostrano avvistamenti di oggetti volanti non identificati in prossimità di navi da guerra ha scatenato le fantasie di molti, che si aspettano straordinari annunci imminenti di contatti con civiltà extraterrestri o un salto di qualità nelle informazioni sul fenomeno UFO.

È un copione già visto in tante occasioni: chi segue la storia dell’ufologia sa che queste presunte grandi rivelazioni vengono sempre descritte dagli entusiasti come se fossero dietro l’angolo, ma non arrivano mai.

In questa foga ufologica gioca un ruolo molto importante il cherry-picking: la selezione volontaria o involontaria degli elementi che favoriscono la propria tesi, tralasciando tutti quelli che la smentiscono. 

Per esempio, si parla tanto delle dichiarazioni fatte da piloti militari a proposito di questi avvistamenti misteriosi, ma quanti di voi sanno che fra queste dichiarazioni ce n’è anche una che parla esplicitamente di un UFO “grande circa quanto una valigetta”? E un’altra in cui il pilota dice di aver intercettato “un piccolo velivolo con un’apertura alare di circa 1,5 metri”? E un’altra ancora in cui si parla di un incontro con un velivolo “avente all’incirca le dimensioni e la forma di un drone o di un missile”? Trovate i dettagli in questo mio articolo.

Quante volte avete sentito citare questo dettaglio delle dimensioni dai vari resoconti giornalistici di questi avvistamenti?

Non solo: quante volte avete sentito precisare che gli avvistamenti in questione sono avvenuti all’interno di spazi militari di addestramento navale o al volo e che la Marina degli Stati Uniti se ne preoccupa perché vuole semplicemente evitare che i suoi piloti abbiano incidenti

Appunto. Eppure l’ho segnalato quasi due anni fa. Questi dettagli sono stati disinvoltamente “dimenticati”.

In questa situazione di fatto, ben diversa da quella fantasiosamente dipinta da tanti giornalisti, c’è anche un altro elemento molto importante da considerare: la disinformazione militare intenzionale.

Chi segue da tempo l‘ufologia sa anche che i militari hanno spesso approfittato del clamore dei presunti avvistamenti alieni per distrarre l’opinione pubblica dalle loro attività clandestine. Faccio qualche esempio.

  • Nel 1947, a Roswell, nel New Mexico, si diffuse la notizia di un disco volante precipitato: i militari lasciarono che la notizia galoppasse (con grande successo, visto che circola ancora) per coprire il fatto che era caduto in realtà un aerostato militare che portava un apparato di monitoraggio delle esplosioni nucleari sovietiche che all’epoca era top secret.
  • L’anno successivo, il celebre incidente aereo nel quale perse la vita il pilota USAF Thomas Mantell, mentre inseguiva quello che descrisse come “un oggetto metallico enorme”, fu raccontato (e tuttora viene raccontato da molti ufologi) come un’interazione con un veicolo extraterrestre, ma in realtà si trattò di una collisione con un aerostato militare della serie Skyhook, la cui esistenza non poteva essere resa nota in quel periodo.
  • In tempi leggermente più vicini a noi, negli anni Cinquanta e Sessanta, molte segnalazioni di avvistamenti di UFO da parte di piloti di linea erano in realtà avvistamenti di velivoli militari segreti, come gli U-2 e gli A-12 (The CIA and the U-2 Program, 1954-1974, di Pedlow e Welzenbach, 1998). Il libro Area 51 Black Jets di Bill Yenne, pubblicato nel 2014, ne parla estesamente; ho riassunto qui la vicenda. Dato che si trattava di velivoli che ufficialmente non esistevano, ai piloti non poteva essere spiegato che cosa avevano visto realmente e ai militari faceva comodo che si diffondesse la teoria che si trattasse di veicoli alieni.

Si chiama MILDEC (military deception): depistare, depistare, depistare per distogliere l’attenzione dalle vere attività. Se volete un ripasso di quanto sia storicamente diffusa, consolidata ed efficace questa tecnica, potete partire da questa voce di Wikipedia.

Mettetevi comodi, perché questo è un articolo lungo.

 

Gli UFO “militari” come depistaggio

Il sito specialistico statunitense The War Zone ha pubblicato un dettagliatissimo articolo di analisi che propone la tesi del depistaggio anche per questi avvistamenti recenti: lasciare che l’opinione pubblica (e anche quella politica) si scateni sulle fantasie ufologiche, in modo da distrarre dal concetto imbarazzantissimo che

“un avversario molto terrestre sta giocando con noi, nel nostro giardino di casa, usando tecnologie relativamente semplici -- droni e palloni -- e portandosi a casa quello che potrebbe essere il più grande bottino di intelligence di una generazione.”

L’articolo, firmato da Tyler Rogoway ma frutto di una ricerca di gruppo, premette innanzi tutto un concetto fondamentale: i vari video di avvistamenti “autenticati” da fonti militari di cui si parla in questi mesi presumibilmente non hanno una spiegazione unica ma sono dovuti a fenomeni differenti. Cercare di giustificarli con una spiegazione unica, ufologica o meno, è un errore di metodo fondamentale. Inoltre non c’è nessuna pretesa di spiegarli tutti. In originale:

...people expect one blanket and grand explanation for the entire UFO mystery to one day emerge. This is flawed thinking at its core. This issue is clearly one with multiple explanations due to the wide range of events that have occurred under a huge number of circumstances.

Poi precisa che il depistaggio sarebbe favorevole sia agli avversari, sia (a breve termine) ai militari statunitensi:

“Credo inoltre che i problemi culturali prevalenti dell’America e lo stigma generale che circonda gli UFO sia stato preso di mira e sfruttato con successo dai nostri avversari, consentendo di proseguire queste attività molto più a lungo del dovuto. In effetti ritengo che le persone al potere che ridacchiano a proposito di resoconti credibili di strani oggetti in cielo e ostacolano la ricerca su di essi, compreso l’accesso ai dati riservati, siano diventate esse stesse una minaccia alla sicurezza nazionale. La loro carenza di fantasia, curiosità e creatività sembra aver creato un vuoto quasi perfetto che i nostri nemici possono sfruttare e probabilmente hanno sfruttato in misura sconcertante.”

Rogoway prosegue notando che un paio d’anni fa c’è stata una “improvvisa disponibilità del Pentagono a parlare di UFO e delle loro potenziali implicazioni”, sono aumentati gli avvistamenti in particolare fra i piloti di caccia della Marina e c’è una forte correlazione fra questi avvistamenti e le grandi esercitazioni navali nelle quali si sviluppano e si integrano i nuovi sistemi d’arma, di comando e di acquisizione di informazioni. “In altre parole, sembrava che questi velivoli misteriosi avessero un interesse molto spiccato per le capacità operative contraeree più grandi e recenti degli Stati Uniti”.

Un interesse piuttosto strano se si ipotizzano visitatori extraterrestri, che per il semplice fatto di essere capaci di attraversare lo spazio interplanetario o interstellare dovrebbero possedere tecnologie in confronto alle quali i sistemi d’arma di una Marina militare sarebbero interessanti quanto delle tavolette di cera per chi usa un laptop. Ma questo interesse diventa invece molto ragionevole se si ipotizza un altro scenario:

“Abbiamo poi ottenuto chiarimenti dai piloti testimoni a proposito delle asserzioni principali riguardanti quello che loro e i loro compagni di squadriglia avevano vissuto, prima di esplorare quella che per molti era un’ipotesi scomoda: quella che almeno alcuni degli oggetti che questi equipaggi e queste navi incontravano non fossero affatto un fenomeno esotico inspiegato, ma fossero droni e piattaforme più leggere dell’aria (palloni) avversari concepiti per stimolare [nel senso di far reagire -- Paolo] i sistemi di difesa aerea più avanzati degli Stati Uniti e raccogliere dati di intelligence elettronica di qualità estremamente alta su di essi. Dati critici che, fra l’altro, sono difficilissimi da ottenere affidabilmente in altro modo.”

Tramite questa raccolta di dati diventa possibile

“sviluppare contromisure e tattiche di guerra elettronica per interferire con questi sistemi o batterli. È inoltre possibile stimare e persino clonare accuratamente le capacità e si possono registrare e sfruttare le tattiche. Già da sole, le ‘firme’ di queste forme d’onda possono essere usate per identificare, classificare e geolocalizzarle [...] Diventare a tutti gli effetti il bersaglio [di questi sistemi] porta la qualità dell’intelligence raccolta a un livello completamente differente.”

Non è pura teoria: l’articolo di The War Zone cita un caso in cui furono proprio gli Stati Uniti a usare questa tecnica per acquisire informazioni sulle capacità nemiche.

“...abbiamo pubblicato un intero precedente storico per operazioni molto simili, che risale allo sviluppo dell’aereo-spia A12 Oxcart e all‘avvento della guerra elettronica moderna. In sintesi, durante i primi anni Sessanta, la CIA lanciò dei riflettori radar montati su palloni al largo della costa di Cuba tramite un sommergibile della Marina USA e usò un sistema di guerra elettronica denominato PALLADIUM che avrebbe ingannato i più recenti sistemi radar sovietici, facendo loro mostrare agli operatori che degli aerei nemici stavano dirigendosi rapidamente verso le coste cubane o stavano facendo ogni sorta di manovre pazzesche [evidenziazione mia -- Paolo]. Questo indusse la difesa aerea cubana e i suoi radar ad attivarsi e provocò comunicazioni rapide fra gli elementi della difesa aerea sull’isola.

I riflettori radar portati da palloni di dimensioni differenti apparvero anche sui radar sovietici, e monitorando i bersagli sui quali gli operatori di questi radar si concentravano e che quindi erano in grado di rilevare fu possibile determinare quanto fossero realmente sensibili i sistemi radar sovietici. Questo fornì informazioni critiche sulla capacità di sopravvivenza dell’A-12, che volava a oltre Mach 3 ed era leggermente stealth, ma soprattutto stabilì un precedente di come la guerra elettronica e i bersagli aerei potessero essere usati per sondare le difese aeree nemiche in modo da poter ottenere intelligence critica sulle loro capacità -- tutto senza mettere a rischio un pilota in volo.”

Fra l’altro, questo test produsse un altro effetto tipicamente ufologico, raccontato qui:

Gli intercettori cubani furono lanciati per andare a caccia dell’“intruso”, e quando uno dei loro piloti disse al suo controllore di intercettazione comandata da terra (GCI) che aveva acquisito sul proprio radar il “bersaglio”, il tecnico sul cacciatorpediniere [che gestiva i riflettori radar] commutò un interruttore e il “caccia americano” scomparve [evidenziazione mia -- Paolo]”.

Un pallone, spiega l’articolo, può sembrare un mezzo primitivo, ma funziona, costa poco, non comporta rischi di vite umane e permette periodi di sorvolo o di loitering (permanenza in zona) elevatissimi, tanto che l’uso statunitense dei questi palloni proseguì per decenni, anche dopo l’avvento dei satelliti spia, tanto che i sovietici svilupparono un aereo apposito (l’M-17) per tentare di intercettarli.

È quindi ragionevole pensare che le altre potenze militari del mondo abbiano preso nota delle tecniche usate dagli Stati Uniti e le abbiano adottate; la miniaturizzazione dell’elettronica consentirebbe oggi di montare sistemi di acquisizione di segnali o di guerra elettronica in un drone o un pallone. È sicuramente un’ipotesi più concreta e plausibile di uno stuolo di visitatori extraterrestri, ma giornalisticamente è assai meno seducente.

 

L’UFO cubico-sferico, i radar e i droni

A ulteriore sostegno di questa tesi, Rogoway presenta un esempio molto preciso: la descrizione dell’UFO fornita dal pilota della Marina USA Ryan Graves (video), che dice di aver incontrato più volte nell’Oceano Atlantico un oggetto che sembrava stazionario, fluttuante nell’aria, capace di rimanere in volo per ore. Altri resoconti di oggetti di questo tipo, rilevati sui radar e anche a vista da piloti di varie squadriglie, parlano sistematicamente di un cubo all’interno di una sfera.

Misterioso e inquietante, vero? Ma fluttuare stazionario per ore è esattamente quello che fa un pallone. E c’è un brevetto, lo US2463517, intitolato Airborne Corner Reflector e datato 1949, che mostra un riflettore radar cubico (una forma classica per questi dispositivi) installato all’interno di un pallone, come nella figura qui sotto, tratta appunto da questo brevetto.

È possibile che questi avvistamenti siano dovuti a dispositivi analoghi usati da potenze militari rivali degli Stati Uniti. È solo un’ipotesi, ma la coincidenza è notevole.

Non ci sono solo i palloni radar-riflettenti: anche i droni hanno delle applicazioni nella sorveglianza e ricognizione militare, e quelli realizzati appositamente per questi compiti hanno autonomie e durate di volo notevolissime (ben superiori a quelle dei giocattolini commerciali, grazie a motori alimentati a carburante al posto delle batterie), e “le loro configurazioni uniche e le loro caratteristiche prestazionali possono sembrare strane anche a piloti di caccia esperti o a osservatori a terra che non sono mai stati realmente addestrati a queste minacce,” nota Rogoway, mostrando alcuni esempi di droni dalle forme davvero bislacche.

Ci sono già oggi tecnologie, come il programma statunitense NEMESIS, che usano sciami di droni relativamente semplici ed economici, collegati in rete tra loro insieme a navi, sommergibili e veicoli subacquei senza equipaggio, che permettono di convincere il nemico che ha davanti flotte fantasma e squadriglie di aerei che in realtà non esistono. L’illusione è tale che “sensori multipli nemici in luoghi differenti vedono la stessa cosa.”

Non c’è motivo di pensare che altre potenze militari, oltre agli Stati Uniti, non abbiano sviluppato tecnologie del genere.

Questo scenario spiegherebbe anche le tracce radar misteriose descritte in vari incidenti ufologici:

“...molte delle strane caratteristiche di alte prestazioni rilevate talvolta da navi e aerei oltre la portata visiva durante questi incidenti possono essere, e probabilmente sono, il risultato di attività di guerra elettronica. Infatti cose come le accelerazioni rapide e gli improvvisi cali di quota sul radar rappresentano dogmi basilari delle tattiche di guerra elettronica. Nel caso degli eventi sulla costa orientale [degli USA], per esempio, stando a quanto ci è stato detto le caratteristiche di alte prestazioni di questi oggetti non sono mai state osservate visivamente ma sono state viste sui radar. Gli incontri a vista descrivono oggetti simili a palloni che fanno cose da palloni, senza muoversi rapidamente, mentre altri oggetti hanno prestazioni più simili a droni che ad altro.”

E c’è di più: a proposito degli oggetti anomali segnalati da piloti di caccia al largo della costa orientale degli Stati Uniti, proprio nelle aree in cui si esercitano con i sistemi più sofisticati, i rapporti pubblicamente disponibili

“...non descrivono affatto veicoli alieni [evidenziazione mia -- Paolo]. Invece descrivono droni propulsi da motori a getto, simili a missili, e altri aeromobili ad ala fissa senza pilota che si arrampicano fino alle quote di volo, nonché droni multirotore che volano a punto fisso a quote molto elevate molto al largo.”

E nell’estate del 2019, al largo della costa californiana

“[s]ciami di droni perseguitarono vari cacciatorpediniere statunitensi che svolgevano esercitazioni di combattimento a meno di 100 miglia da Los Angeles. Questo avvenne per più notti [...] potete immaginare quanto sarebbe stata buona la intelligence con i sensori e sistemi di comunicazione delle navi stimolati [] dallo sciame di origine sconosciuta, apparentemente al sicuro in acque territoriali americane.”

Veicoli volanti quindi molto, molto terrestri. Come mai di questo dettaglio cruciale non si parla al di fuori delle pubblicazioni specialistiche e invece si predilige la narrazione ufologica?

Ci sarebbe da chiedersi anche come mai questi video provengono dalla Marina USA, quando il compito di proteggere i cieli americani spetta all’USAF, che evita accuratamente di rilasciare dichiarazioni. Non sarà, banalmente, perché l’aeronautica militare “non è capace di fornire una difesa contro [la minaccia dei droni] e ha chiaramente fallito nel farlo fin qui”?

L’articolo di The War Zone prosegue con moltissime altre considerazioni tecniche e strategiche ben documentate, con un inquietante parallelo con le vistose vulnerabilità della difesa aerea statunitense sfruttate per gli attentati dell’11 settembre 2001 e con dei dettagliati debunking dei principali video ufologici di provenienza militare resi pubblici di recente. Vi invito a leggerlo tutto, se potete, ma il suo senso è chiaro:

“Sembra che stiamo assistendo alla storia che si ripete, ma stavolta sono gli altri a creare lo spettacolo magico. Vale anche la pena di notare che una campagna del genere ha anche enormi aspetti di guerra informativa e psicologica. In ultima analisi, se viene rivelata ufficialmente o resa pubblica in altro modo, fa sembrare terribilmente impotente la nazione presa di mira, che risulta incapace persino di difendere il proprio spazio aereo o anche solo di definire una minaccia che la riguarda.”

Di conseguenza, c’è il rischio molto credibile che i militari statunitensi sappiano benissimo di cosa si tratta e che il can-can ufologico sia per loro un’ottima cortina fumogena per evitare di doverlo ammettere e quindi dover riconoscere pubblicamente la propria impotenza. La più potente, sofisticata e costosa flotta militare del pianeta, umiliata da semplici droni e palloni.

Ma se volete continuare a fantasticare di visitatori alieni che giocano a nascondino, fate pure.

 

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2021/06/04

Rapporto governativo USA sugli UFO: nessuna traccia delle “grandi rivelazioni” strombazzate da stampa e ufologi

Ultimo aggiornamento: 2021/06/04 23:20.

Non dite che non ve l’avevo detto: il tanto annunciato rapporto del governo statunitense sui fenomeni aerei non identificati, attesissimo dagli ufologi che promettevano che avrebbe contenuto grandi rivelazioni e avrebbe segnato l’inizio di una nuova era di ammissioni di visite extraterrestri, è uscito (nel senso che il suo contenuto è stato comunicato agli addetti governativi di livello superiore) ed è un flop. Non contiene nessuna prova di avvistamenti di veicoli alieni. Nessuna rivelazione. Niente.

Lo ha annunciato poco fa il New York Times, scrivendo che gli addetti all’intelligence non hanno trovato prove che i recenti avvistamenti da parte di piloti della Marina statunitense siano veicoli spaziali extraterrestri. Non sono ancora in grado di spiegare cosa siano gli oggetti ripresi. Tutto qui.

Il NYT ha successivamente cambiato il titolo, rispetto a quello iniziale che vedete qui, in “U.S. Finds No Evidence of Alien Technology in Flying Objects, but Can’t Rule It Out, Either”.

Dal rapporto, che verrà fornito al Congresso degli Stati Uniti il 25 giugno, si evince, secondo il NYT, che la stragrande maggioranza degli oltre 120 episodi documentati nell’arco degli ultimi due decenni non è legata a tecnologie avanzate militari o governative statunitensi; potrebbe trattarsi di veicoli di altre potenze militari terrestri. Il rapporto non contiene nient’altro di significativo.

Molto rumore per nulla, come previsto. Gli ufologi infervorati continueranno ad attaccarsi al fatto che il rapporto non esclude esplicitamente e categoricamente l’ipotesi dei veicoli extraterrestri e continueranno a fantasticare (il rapporto non esclude esplicitamente e categoricamente neanche l’ipotesi che si tratti delle renne di Babbo Natale, se è per quello). I giornalisti acchiappaclic continueranno a scrivere fiumi di fuffa sull’ennesimo video sgranato, senza fare uno straccio di verifica tecnica. E il circo continuerà a girare ed esibirsi al pubblico con lo slogan di sempre: più gente entra, più bestie si vedono.

Ne ho parlato anche su Wired.it con Emilio Cozzi.

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A tutti gli ufologi scornati che ce l'hanno con me: intendiamoci bene. La vita extraterrestre mi interessa così tanto, e la ritengo così plausibile, che ho fatto gratuitamente da interprete per l'astrofisica Jill Tarter (progetto SETI) pochi giorni fa

C’è gente che fa ricerca seria di civiltà extraterrestri. Usa il metodo scientifico e investe tempo e denaro per tentare di dare risposta a una delle più belle e profonde domande dell'umanità. A questa gente dono volentieri il mio tempo.

A chi invece crede che qualunque video sgranato di cosi che si muovono sia una prova inconfutabile di visite extraterrestri, senza prima considerare tutte le altre spiegazioni normali, dico solo una cosa: non siate così creduloni. C'è gente che specula sulla vostra credulità. Giornalisti in cerca di clic facili e ufologi ciarlatani che vendono libri paccottiglia e spennano soldi a chi va ai loro convegni a sentir raccontar frottole spacciate per fatti.

Imparate come funziona una fotocamera, come funziona un radar, come funziona una telecamera a infrarossi, come si fanno gli effetti speciali (digitali e analogici). Studiate astronomia, fisica, ottica. Capirete da soli quanti video "ufologici" sono in realtà fenomeni normalissimi. E non vi farete fregare dai ciarlatani.

Essere scettici sui video ufologici non è negare la vita intelligente nell'universo: è semplicemente non volere essere fregati dai ciarlatani e dagli autoinganni di chi vuole credere a tutti i costi. Studiate. Strada facendo, scoprirete fenomeni straordinari ma veri. Provateci.

 

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2021/05/23

Il video degli “UFO triangolari” è una bufala acchiappaclic

Ultimo aggiornamento: 2021/05/28 14:30.

 

2021/05.23 13:43

Cari colleghi giornalisti che avete strombazzato il video degli "UFO" triangolari, mi spiace dirlo, ma vi siete fatti prendere per il naso ancora una volta. E ancora una volta avete rifilato una bufala ai vostri lettori invece di fare il vostro dovere e indagare.

Il giornalismo non consiste nel riportare semplicemente quello che qualcuno dice: consiste nel verificarlo. Non ci si limita a scrivere “qualcuno dice che fuori piove, altri no”: si apre la finestra e si va a vedere.

La spiegazione di questa ennesima cialtronata ufologica è banalissima. Datevi da fare, trovatela e pubblicatela, se avete un briciolo di dignità professionale.

A tutti quelli che dicono “Ecco, questa è la prova della grande svolta imminente, stanno per arrivare rivelazioni definitive, stavolta è diverso”: state per fare di nuovo la figura degli allocchi ingenui e creduloni. Fate in tempo a pentirvi e crescere.

Più tardi troverete qui la spiegazione di quel video, che è imbarazzantemente semplice. Ve l’avevo detto.

I giornalisti seri e gli ufologi seri hanno tempo di rettificare spontaneamente i loro articoli che hanno costruito un mistero sul nulla totale gabbando se stessi e i loro lettori. Chi non lo fa è un cialtrone e infanga l’ufologia seria. E per chi dubita che esistano gli ufologi seri: sì, esistono.

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Qualche giorno fa avevo scritto un paio di cose che vorrei ricordare, perché sono utili stavolta e per l’inevitabile prossima volta che qualcuno tirerà fuori l’ennesimo video misterioso “autenticato”: 

  • Quando un’autorità dichiara che un video è autentico, vuol dire soltanto che non è stato alterato e che la sua provenienza è confermata. Non vuol dire che sta confermando una data interpretazione di cosa mostra.
  • Prima di teorizzare visite di extraterrestri, bisogna sempre esplorare sistematicamente tutte le spiegazioni alternative più banali. Questi video di provenienza militare di cui si parla da qualche tempo possono mostrare, per esempio, droni di un paese rivale (nel qual caso l’interesse dei militari è assolutamente ovvio), errori di interpretazione di fenomeni normali in circostanze insolite (un classico) o mille altre cose assolutamente terrestri. Ma questa ricerca richiede competenza e fatica, e così facendo, addio sensazionalismo, addio clic, addio attenzione mediatica. Per cui i cialtroni e i ciarlatani abbondano. Se abboccate senza verificare, siete allocchi.

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Più tardi: premessa

Cominciamo dalle basi: i fatti. Da dove proviene il video degli “UFO triangolari”? Lo ha pubblicato l’8 aprile 2021 Jeremy Corbell, un ufologo che ha dichiarato che si tratta di “informazioni esplosive” e che questo è “probabilmente il miglior video di UFO ripreso da militari, certamente fra quelli che ho visto, ma penso anche che abbia mai visto il mondo”. Tenete ben presenti queste parole.

Questo è il video che ha pubblicato:

La fonte originale del video è una ripresa effettuata a bordo della nave militare statunitense USS Russell a luglio del 2019, al largo della California, usando un dispositivo per visione notturna. Il Dipartimento della Difesa statunitense ha confermato che il video è autentico (nel senso che non è alterato e proviene effettivamente dalla USS Russell) e compare in un rapporto militare sui fenomeni aerei non identificati, dei quali si occupa la task force apposita, la UAPTF (Unidentified Aerial Phenomena Task Force). 

La UAPTF ha il compito di “rilevare, analizzare e catalogare i fenomeni aerei non identificati che potrebbero potenzialmente costituire una minaccia alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti.[...] Il Dipartimento della Difesa e i dipartimenti militari prendono molto sul serio qualunque incursione nelle nostre aree di addestramento o nello spazio aereo designato da parte di velivoli non autorizzati, ed esaminano ogni segnalazione. Questo include l’esame di incursioni inizialmente segnalate come fenomeni aerei non identificati quando l’osservatore non è in grado di identificare immediatamente cosa sta osservando”

In originale: “The mission of the task force is to detect, analyze and catalog UAPs that could potentially pose a threat to U.S. national security. [...] The Department of Defense and the military departments take any incursions by unauthorized aircraft into our training ranges or designated airspace very seriously and examine each report. This includes examinations of incursions that are initially reported as UAP when the observer cannot immediately identify what he or she is observing.”

Tenete ben presenti anche queste parole.

Questi sono i fatti indiscussi. Ora che avete tutti i fatti, invece della versione smozzicata e sensazionalista proposta da giornalisti, ciarlatani e cialtroni, provate a chiedervi quale possa essere la spiegazione di questo video.

Se non volete arrovellarvi, pazientate ancora un po’. Vi lascio il tempo di fare ricerche, informarvi e arrivare alla soluzione da soli. Così avrete anche il tempo di incazzarvi per bene con chi vi ha raccontato fuffa.

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Lo spiegone

ALLERTA SPOILER: Da qui in poi c’è la probabile spiegazione ultra-banale del video. Se non volete scoprirla e volete continuare a illudervi che gli alieni giochino a nascondino, non leggete oltre.

Prima di tutto bisogna conoscere la tecnologia usata per la ripresa del video. Si tratta di un visore notturno, ossia di un dispositivo simile a una telecamera che amplifica elettronicamente la fioca luce naturale presente di notte.

Questi visori hanno un diaframma, ossia una barriera con un’apertura regolabile che consente di far passare più luce o meno luce per adattarsi all’illuminazione del momento. L’apertura del diaframma si restringe quando c’è tanta luce e si apre quando ce n’è poca.

Lo so, sono concetti elementari per chiunque abbia mai studiato fotografia, ma mi tocca spiegarli perché ormai non li conosce praticamente nessuno, visto che tutti hanno in mano uno smartphone con fotocamera che fa tutte queste regolazioni in automatico e quindi non hanno la minima idea di come funzioni la tecnologia che usano.

Questo diaframma ha varie forme, e si trova fra il sensore (quello che raccoglie la luce) e l’obiettivo (la lente composita che mette a fuoco l’immagine sul sensore). Quando il diaframma è abbastanza chiuso e l’oggetto ripreso non è a fuoco ed è puntiforme e luminoso, intorno all’oggetto si possono formare degli aloni di luce che hanno la forma del diaframma. Questa sfocatura si chiama, in gergo tecnico, bokeh.

Questo effetto è spiegato bene in questo video da 4:58 in avanti:

Alcuni visori notturni hanno un diaframma semplificato, composto da tre soli elementi. Questo fa sì che l’apertura del diaframma assuma una forma triangolare con i lati leggermente curvi, come in questo esempio, che riguarda appunto un visore notturno:

 

Se riguardate il video del presunto “UFO triangolare”, noterete che i lati della sua forma sono leggermente curvi. Coincidenza interessante, vero?

 

Quindi la presunta forma triangolare potrebbe essere dovuta alla sfocatura dell’oggetto, che sarebbe in realtà una fonte di luce puntiforme.

Notate, inoltre, che la luce del presunto “UFO” lampeggia in maniera regolare. Quale fonte di luce puntiforme lampeggiante si potrebbe mai incontrare in cielo di notte, al largo della California? Magari quando si sta, guarda caso, nelle vicinanze di una rotta percorsa dagli aerei di linea? Provate a indovinare. La USS Russell stava nella zona indicata nel cerchio qui sotto:

Gli altri punti luminosi triangolari che si vedono nel video non lampeggiano, ma le loro posizioni corrispondono molto bene a quelle del pianeta Giove e di alcune specifiche stelle la notte dell’avvistamento:

Tutta la questione è spiegata benissimo in questo video di Mick West, dal quale ho tratto le immagini qui sopra:

Mick West aggiunge che si può calcolare la velocità di spostamento angolare del presunto “UFO” rispetto alle stelle sullo sfondo. Se si suppone che si tratti di un aereo a 10.000 metri di quota, lo spostamento angolare (circa 1 grado al secondo) equivale a circa 400-450 nodi, ossia la velocità di un aereo di linea.

Insomma, lampeggia come un aereo di linea, si muove come un aereo di linea, è dove si trovano gli aerei di linea: suvvia, è un aereo di linea. Fine del mistero.

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Ma come mai il Pentagono lo ha classificato come fenomeno aereo non identificato, assegnato all’UAPTF? Nella Marina USA c’è gente talmente scema da non saper riconoscere un aereo di linea visto di notte? 

La risposta è nelle parole esatte del compito dell’UAPTF: “include l’esame di incursioni inizialmente segnalate come fenomeni aerei non identificati quando l’osservatore non è in grado di identificare immediatamente cosa sta osservando. Qualcuno a bordo della nave ha ripreso una luce lampeggiante in cielo di notte, la Marina è in allerta a causa di sospetti droni di altri paesi che sorvegliano le attività navali militari, l’osservatore non è in grado di discriminare immediatamente e con certezza che si tratti di un aereo di linea (potrebbe essere un drone vicino), e quindi il video viene mandato all’UAPTF per il controllo. Non si sa mai.

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In altre parole: il presunto “miglior video di UFO ripreso da militari [...] che abbia mai visto il mondo” è semplicemente una ripresa fuori fuoco di un aereo di linea che passa e di qualche stella sullo sfondo.

Vi sentite sufficientemente presi per i fondelli dai giornalisti che ve l’hanno spacciata come una grandiosa rivelazione?

Non dite che non ve l’avevo detto. Ora capite perché sono stufo delle presunte “scoperte” degli ufologi.

E se adesso arriva qualcuno a dire “Sì, sì, ma quest’altro video non è stato spiegato!”, beh, se uno non capisce l’antifona nonostante gli esempi e gli avvisi, affari suoi: si farà prendere in giro un’altra volta. Io non intendo perderci altro tempo.

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