Anche in clausura da coronavirus, al Maniero Digitale non ci si annoia mai.
Ieri Trilli, la gatta dei vicini che però è convinta di risiedere al Maniero, ha portato da noi trionfante una grossa lucertola, che poi si è nascosta chissà dove.
Oggi il nostro gatto Ombra (foto qui accanto) è piombato nel mio ufficio al Maniero, all'inseguimento della suddetta lucertola.
La lucertola ha fatto una fuga fulminea ad acquattarsi sotto la scrivania, intanto che il gatto pattinava sulle piastrelle e io tentavo di bloccarlo senza perdere di vista la lucertola. Non volevo che morisse per poi trovarmi una lucertola rinsecchita dentro il computer.
In posa plastica da atterraggio eroico stile
Avengers, mi sono chinato sotto la scrivania, mentre con una mano tenevo a bada il gatto e con l'altra cercavo di impedire la fuga alla lucertola. Era troppo grossa per infilarsi nelle crepe. Ottimo.
L’ho circondata con le mani, facendo attenzione a non darle vie di fuga e a non farle del male. Ma la lucertola era grossa (l'ho già detto?) e furba. Ha cercato disperatamente un pertugio in cui infilarsi. Alla fine ne ha visto uno, e ci si è infilata fulminea.
È LA MIA MANICA.
Mi trovo quindi su mani e piedi, sotto una scrivania, e sento una lucertola fredda che mi sale su per la manica destra. Dando libero sfogo alle peggiori parolacce in Klingon, istintivamente stringo la mano sinistra intorno al braccio destro in modo da impedirle di salire oltre.
In questa posa bizzarra chiamo a gran voce la Dama del Maniero, che arriva, mi vede in quella posizione e mi guarda esterrefatta fino a che completo la spiegazione di cosa sta succedendo. Facciamo un
brainstorming su cosa fare a questo punto.
Decidiamo di correre in giardino, arrotolare la manica fino a trovare la lucertola e liberarla senza farle male e senza che scappi di nuovo in casa. Ombra, il gatto, guarda le nostre concitate mosse con l'aria soddisfatta di chi ha dato un bel giocattolo ai suoi bimbi.
Piccolo dettaglio: siamo ancora entrambi in pigiama, visto che ce la dobbiamo prendere comoda stando a casa. I vicini ci vedono quindi uscire di corsa in pigiama, io che mi tengo una manica intanto che do istruzioni concitate alla Dama.
Cerco di spiegare la situazione ai vicini per tranquillizzarli che non è una nuova forma di
bondage esibizionista elvetico e che
"ho una lucertola nella manica" non è una metafora sessuale.
La Dama arrotola cautamente la manica, ma non c'è traccia della lucertola. Lei mi propone di spogliarmi in giardino. Me lo propone la Dama, intendo.
No. Davanti ai vicini no. Il mondo non è ancora pronto. Una catastrofe alla volta, per favore.
Quindi corro verso il bagno, sempre stringendomi il braccio destro con la mano sinistra, e mi metto in piedi nella vasca da bagno. La Dama mi aiuta a levarmi i pantaloni. Sfila l'altra manica della giacca del pigiama e della felpa che indosso. La lucertola non c'è.
Comincio a chiedermi dove possa essere finita. Non la sento da nessuna parte. Mi spoglio completamente, restando in mutande. Diamine, se è lì dentro, DOVREI SENTIRLA.
Niente lucertola.
Finalmente mi cade l'occhio sulla manica della felpa, che è rovesciata, ed ECCOLA LÌ, che finge disinvoltamente di non esserci e di essere invisibile. Cerco di prenderla delicatamente, per non ferirla, e cade nella vasca da bagno.
La lucertola corre da tutte le parti, alla ricerca frenetica di un modo di superare le pareti lisce della vasca, e sale per poi scivolare giù e finirmi in mezzo alle dita dei piedi. Finalmente riesco a prenderla tra le mani.
Tenendo le mani a conchiglia, la porto verso la finestra del bagno, che chiedo alla Dama di spalancare, e nella mia statuaria nudità mi affaccio alla finestra per mettere la lucertola sul davanzale. La poso delicatamente. Si allontana, sana e salva.
Sono fiero di me. Ho usato gli strumenti della logica, non mi sono fatto prendere dal panico, e ho salvato una creatura. Mi sento in armonia con la Natura.
Ed è a quel punto che scopro che la lucertola mi ha cagato in mano.
No, non ci sono foto.
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