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No, non è un fotomontaggio,
ma non è un saluto nazista.
Credit: Getty Images. |
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Molti mi chiedono come mai twitto spesso di Trump e che c’entra con me, che sono un
debunker, un cacciatore di bufale, uno che si occupa di scienza, non di politica. Semplice: Donald J. Trump è una bufala vivente. È un complottista alla Casa Bianca. Le sue decisioni influenzano l’intero pianeta. Le sue scelte per lo staff che lo circonderà sono antiscienza pura. È un idiota circondato da furbi: per un
debunker è inevitabile occuparsene. E preoccuparsene.
Se avete dubbi su quello che dico, toglieteveli: documentatevi su cosa dice e fa e soprattutto su chi sono e cosa dicono i membri del suo staff. Leggete le loro dichiarazioni dirette, non filtrate. In confronto, George Bush Jr. era un genio circondato da sommi sapienti.
Forse chi non conosce l’inglese è un po’ schermato dalla barriera linguistica e non riesce a cogliere l’intonazione boriosa dell’imbecille che pensa di sapere tutto e in realtà non sa niente. Ma il modo di parlare, il modo di gesticolare, il modo di twittare di Trump ricorda senza ambiguità quello di tanti complottisti, sciachimisti, antivaccinisti con i quali ho avuto a che fare in questi anni di debunking. Il suo modo di fare è quello di chi dice
“Non mi serve la scienza, non mi servono gli esperti, mi basta quello che so e quello che vedo”.
Sto cominciando a raccogliere qui le sue perle migliori: questo è solo un assaggio.
Trump e l’antivaccinismo
Donald Trump ha
dichiarato di credere che i vaccini causano l’autismo (bufala conclamata). Lo ha
detto ripetutamente.
Trump ha
proposto un
antivaccinista dichiarato,
Robert F. Kennedy Jr, per
presiedere una commissione sulla sicurezza dei vaccini.
Trump ha anche voluto
incontrare personalmente Andrew Wakefield, il medico (ora radiato dall’albo per frode) che con il suo articolo fraudolento su
Lancet ha inventato la bufala del legame fra vaccino trivalente morbillo-parotite-rosolia e autismo. Trump ha
invitato e
ospitato Wakefield alla propria festa d’insediamento.
Trump e il riscaldamento globale
Donald Trump afferma che
“il concetto di riscaldamento globale è stato creato da e per i cinesi per rendere non competitiva l’industria americana”:
Trump e il complottismo dei birther
Non bisogna dimenticare il suo complottismo ossessivo a proposito del certificato di nascita di Obama. CNN ha compilato una
collezione cronologica delle sue dichiarazioni ripetute e deliranti sull’argomento. È arrivato a
sostenere che una delle persone che ha validato il certificato è morta in una cospirazione.
Trump e la storia americana
Questo è il modo in cui Trump ha risposto a una domanda basilare di storia americana: cosa fece Abramo Lincoln e perché ebbe successo. Uno dei concetti fondamentali della storia degli Stati Uniti. Quelle che seguono sono
le sue esatte parole in un’intervista nientemeno che con Bob Woodward.
Beh, credo che Lincoln abbia avuto successo per varie ragioni. Era un uomo che era di grande intelligenza, cosa che la maggioranza dei presidenti sarebbe. Ma era un uomo di grande intelligenza, ma era anche un uomo che fece qualcosa che era una cosa molto vitale da fare a quell’epoca. Dieci anni prima o venti anni prima, quello che stava facendo non sarebbe mai stato neanche pensato possibile. Per cui fece qualcosa che era una cosa molto importante da fare, e specialmente a quell’epoca.
In originale:
Well, I think Lincoln succeeded for numerous reasons. He was a man who was of great intelligence, which most presidents would be. But he was a man of great intelligence, but he was also a man that did something that was a very vital thing to do at that time. Ten years before or 20 years before, what he was doing would never have even been thought possible. So he did something that was a very important thing to do, and especially at that time.
Se vi ricorda la risposta che si dà a scuola quando si viene interrogati e non si sa niente dell’argomento che si dovrebbe conoscere, non siete i soli. Questo è un futuro presidente americano che non sa cos’ha fatto Abramo Lincoln.
Trump e l’informatica
Vogliamo parlare di informatica? Questo è un
tweet di Trump:
Se non acciuffi gli “hacker” sul fatto, è molto difficile determinare chi stava facendo hacking. Perché questa cosa non è stata sollevata prima delle elezioni?
In originale:
“Unless you catch "hackers" in the act, it is very hard to determine who was doing the hacking. Why wasn't this brought up before election?
La questione non è stata sollevata prima delle elezioni per una buona ragione: è una stronzata. Non lo dico io: gli ha risposto nientemeno che Kevin Mitnick, che sa sulla propria pelle che si può eccome essere acciuffati dopo l’atto di “hacking”:
In italiano:
“Non è vero. Si possono acciuffare gli hacker anche dopo l’atto. Se lo lasci dire da qualcuno che sa bene questo fatto”.
E questa è una sua
dichiarazione sulla guerra informatica durante uno dei dibattiti presidenziali:
...when you look at what ISIS is doing with the internet, they're beating us at our own game. ISIS. So we have to get very, very tough on cyber and cyber warfare. It is a, it is a huge problem. I have a son. He's 10 years old. He has computers. He is so good with these computers, it's unbelievable. The security aspect of cyber is very, very tough. And maybe it's hardly doable.
In italiano:
...quando guardi cosa fa l’ISIS con Internet, ci stanno battendo al nostro gioco. L’ISIS. Per cui dobbiamo diventare molto, molto duri nel cyber e nella cyberguerra. È un, è un problema enorme. Io ho un figlio. Ha dieci anni. Ha dei computer. È così bravo con questi computer, è incredibile. L’aspetto della sicurezza del cyber è molto, molto difficile. E forse è quasi irrealizzabile.
Parole in libertà, ovvietà assolute (e anche sbagliate, visto che gli Stati Uniti fanno guerra informatica con strumenti sofisticatissimi mentre l’ISIS riesce solo a postare video-shock su Youtube). Parole che non vogliono dire nulla e nascondono una totale incompetenza e impreparazione.
Sapete
chi ha scelto come “zar per la sicurezza informatica”? Rudolph Giuliani. Sì, l’ex sindaco di New York, che oggi ha 72 anni e di informatica non capisce un’acca. La sua azienda di “cybersicurezza”, Giulianisecurity.com, è stata ridicolizzata da chi d’informatica ci capisce veramente: usa software obsoleto e ha
diverse vulnerabilità basilari da puro dilettantismo. E
questo è l’uomo che dovrebbe difendere l’America dagli attacchi degli esperti dei governi stranieri e fare da consulente a Trump?
Trump e le armi nucleari
Vogliamo parlare, che so, di una questioncella come le armi nucleari? L’uomo che tra poco avrà accesso ai più grandi poteri di distruzione mai affidati a un singolo individuo
non sa neanche che cos’è la triade nucleare. E dire che non è difficile: la triade nucleare è composta da bombardieri, missili e sottomarini armati di testate nucleari. Glielo chiedono specificamente in un dibattito e lui risponde con un altro fiume di parole incoerenti da scolaretto impreparato. Guardate il
video.
E poi c’è
questo suo tweet di dicembre 2016:
“Gli Stati Uniti devono rafforzare massicciamente ed espandere la propria capacità nucleare fino al momento in cui il mondo comincerà a ragionare sulle bombe atomiche” (
“The United States must greatly strengthen and expand its nuclear capability until such time as the world comes to its senses regarding nukes”). Gli Stati Uniti hanno già
milleottocento bombe atomiche pronte per l’uso rapido. Più altre duemila circa in riserva, caso mai non bastassero le prime milleottocento. Perché Trump vuole espandere quest’arsenale? Intende usarlo? Quando gli hanno chiesto di chiarire, Trump ha
risposto “Lasciamo che sia una corsa agli armamenti”.
Trump, il razzismo e il sessismo
Ci sarebbero, poi, da considerare le sue parole razziste e sessiste, il suo chiamare le donne
“scrofe” o il suo vantarsi di poterle palpeggiare come e quando gli pare, ma queste sono questioni fuori tema rispetto al
debunking. Anche perché non c’è alcuna necessità di verificare che queste cose le abbia dette: lo ha fatto, documentatamente e pure in pubblico.
L’antiscienza e l’arroganza al potere
Come
debunker, vedere l’antiscienza al potere, assistere al trionfo strafottente di chi pensa che le proprie opinioni contino più dei fatti, che studiare e prepararsi non serva, mi mette paura. Sì, paura: perché la storia è già abbastanza ricolma dei danni causati quando una nazione ha abbracciato l’antiscienza e l’ha portata al potere. Non abbiamo bisogno di
“dargli una possibilità”, come sento dire a tanti. Sappiamo
già come va a finire.
Se vi serve un ripasso, leggete
questo mio breve saggio sulla pseudoscienza al potere nel passato: Reagan che decide in base all’astrologia, Stalin e la purga dei biologi che si opponevano alle teorie di Lysenko, l’inesprimibile orrore della pseudoscienza ariana alla base dell’Olocausto, i militari americani e sovietici che finanziano i sensitivi che promettono di attraversare i muri con la forza del pensiero, e via così, fino agli sciachimisti e agli antivaccinisti di oggi seduti nei posti di potere.
Se quello che dico vi scoccia, siete liberi di non seguirmi e di non leggermi. Fate pure. Ma non siete liberi di sfuggire alle decisioni della presidenza Trump. Alla Casa Bianca sta per insediarsi un negazionista del riscaldamento globale. Uno che vuole bloccare la ricerca della NASA sul clima, in modo da
non avere più dati climatici e far sparire il problema. Uno che, spalleggiato da compari legati a doppio filo all’industria petrolifera, vuole spingerci tutti a ficcare la testa nella sabbia.
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Ci aspettano almeno quattro anni di antiscienza pura al potere in America, che avrà effetto su di noi, perché le decisioni prese là, ci piacciano o no, influenzano anche noi; influenzano il mondo. Forse non dovrei chiamarla
antiscienza, perché la scienza viene spesso percepita come fredda, astratta, soggetta a ripensamenti: dovrei chiamarla, molto semplicemente,
antirealtà.
Non ne faccio questione di politica: i fatti non sono né di destra né di sinistra, sono fatti e basta, e sono quelli che sono. Non c’è quantità di lacca per capelli o di strilli isterici o di istigazione all’odio che tenga: la realtà ha da tempo immemorabile questo sublime difetto di infischiarsene delle opinioni e delle ideologie e di tutti gli idioti che pensano di poterla piegare al loro volere, e poi presentare il conto.
Come
debunker, insomma, non posso stare a guardare mentre si fa scempio della scienza e del mondo. Ecco perché.