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Il Disinformatico

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2011/10/12

Governo tedesco accusato di iniettare malware

Dalla Germania un trojan commissionato dal governo


Il Chaos Computer Club tedesco ha annunciato, pochi giorni fa, di aver analizzato un malware per Windows capace di intercettare le comunicazioni via Skype, registrare le digitazioni e accendere di nascosto la telecamerina del computer per poi trasmettere i dati raccolti a due server negli Stati Uniti e in Germania. Il malware è anche aggiornabile da remoto e utilizzabile per installare altri programmi sul computer infettato.

Niente di speciale, fin qui: ma il creatore di questo software ostile, battezzato R2D2 dal CCC (nomi alternativi: Bundestrojaner o 0zapftis), non è una banda di criminali. È la società tedesca Digitask. E il committente è il governo tedesco, che ha confermato i sospetti iniziali del CCC. Digitask ha venduto il malware di stato ai governi dell'Austria, della Svizzera e dei Paesi Bassi. In almeno un caso, il trojan è stato installato sul laptop di una persona sospetta durante le procedure d'immigrazione all'aeroporto internazionale di Monaco.

Può sembrare preoccupante che un governo faccia fabbricare cimici informatiche e le installi di nascosto, ma questo genere di attività fa parte del lavoro d'indagine di oggi, che fa leva anche sui dispositivi digitali utilizzati dalle persone sospette. La vera preoccupazione, semmai, è che questo genere di intrusione totale nella vita di una persona venga utilizzato senza le adeguate tutele di legge: per esempio, in Germania questo genere di malware può essere usato soltanto se ci sono vite in pericolo o per tutelare beni dello stato, e in ogni caso soltanto con l'autorizzazione di un giudice.

Ma R2D2 è espandibile ed è progettato male, tanto da essere pericoloso anche per chi è innocente. Una volta iniettato può essere aggiornato da remoto. Cosa ancora peggiore, altre persone, al di fuori della polizia, possono prenderne il controllo o manipolarne i risultati. Scrive il Chaos Computer Club:

L'analisi ha inoltre rivelato gravi falle di sicurezza che vengono aperte dal trojan nei sistemi infettati. Gli screenshot e i file audio che invia sono cifrati in maniera incompetente e addirittura i comandi dal software di controllo verso il trojan sono completamente privi di cifratura. Né i comandi verso il trojan né le sue risposte vengono autenticati o protetti nella loro integrità. Non solo dei terzi non autorizzati possono prendere il controllo del sistema infettato, ma anche aggressori con competenze di medio livello possono collegarsi alle autorità, spacciarsi per una istanza specifica del trojan, e inviare dati falsi.

Se può essere accettabile, in alcuni casi, che un governo spii in modo così intrusivo persone sospettate di gravi crimini, non è assolutamente accettabile che lo faccia usando strumenti grossolani che possono essere abusati sia dai sorveglianti, sia da qualunque criminale informatico, con estrema facilità. Questa vicenda è la versione statale del disastroso trojan XCP della Sony del 2005. Chiunque può usare questo trojan governativo. In sintesi, il governo tedesco ha dato un sacco di soldi dei contribuenti a degli incompetenti che in nome della sicurezza hanno inconsapevolmente regalato le nostre chiavi di casa ai criminali.


Se vi interessano i dettagli tecnici, è stata diffusa online una presentazione della Digitask, tratta da questa conferenza, che spiega come funziona R2D2 e quali funzioni possono essere aggiunte. L'analisi impietosa di F-Secure è qui e qui. Le FAQ di Sophos sono qui. La scelta del nome deriva dal fatto che una stringa nel trojan, usata per iniziare la trasmissione di dati, è C3PO-r2d2-POE: una chiara allusione a Star Wars.

La domanda forse più interessante, a questo punto, è cosa devono fare le società che producono antivirus. Devono agevolare le autorità e non rilevare il malware di stato, in modo da non interferire nelle indagini, oppure devono tutelare gli utenti a prescindere da chi fabbrica e diffonde il software ostile? Molte società antivirali hanno scelto la seconda strada, per la semplice ragione che non hanno modo di sapere se il trojan è stato piazzato dalla polizia o da un criminale. Symantec, invece, in passato ha scelto di non rilevare malware governativo. Se volete sapere se il vostro antivirus funziona contro R2D2 e quindi il suo produttore ha scelto di stare dalla parte dell'utente, Siamogeek.com ha pubblicato il link per scaricare una copia del malware. Siate prudenti.

Ogni tanto qualcuno mi chiede a cosa servono gli hacker. La risposta è in casi come questo: a tenere in riga chi vuole abusare del potere e dell'autorità che gli è stata conferita e a evitare che si causino disastri con la scusa di un'arrogante e maldestra lotta al crimine e al terrorismo. In altre parole, a gridare che il re è nudo.


Fonti aggiuntive: Austrian Police to use crime-busting Trojans (2007), Swiss coder publicises government spy Trojan (2009), Berlin's shaky Trojan horse (2011), Several German states admit to use of controversial spy software (2011), German Government's Skype Spying Tool has Holes, Hackers Say (2011).

Il delirio del giorno: “Si copra le pubenda!”

Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “luciana.c”. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2011/10/13.

Ho ricevuto questa serena riflessione stamattina e ho pensato fosse giovevole condividerla con voi.

Buonasera

Sono rimasto genuinamente indignato dall'articolo che ha scritto sull'informatico, quello sul Macbook. Ma le pare il modo ? Ma lei lo sa che c'è un uomo che si chiamava Steve Jobs che è morto di recente e che su quel Macbook ha dedicato la sua esistenza su questa terra ? E lei lo infama dicendo che ciò che più amava fa schifo e c'è l'hardware e il software etc ? Ma pensi al suo di hardware ! Tra parentesi anche mio figlio usa il Mac e da quanto mi racconta funziona benissimo quindi lei scrive solo balle e tra parentesi è come se sputasse sulla tomba di Jobs. Senza di quest'uomo forse non avremmo l'elettronica ne niente...

E si copra le pubenda !

Io non amo fare critiche ma quando ci vuole ci vuole !! Come diceva il nonno piuttosto che scrivere articoli giusto per scaldare la penna è meglio andare in taverna a giocare ai dadi, o a rubare al massimo. Con questo non voglio dire che lei sia in malafede, che la paghino etc, non insinuerei mai una cosa simile... però per favore si faccia un esame di coscienza. Le parole sono macigni e non so se ha mai sentito il detto "ferisce più la penna" ? Ecco si immagini se la moglie o gli amici più intimi di jobs leggessero che il Mac funziona male cosa penserebbero ? La prenderebbero bene ? Io credo di no. E poi ci fosse almeno un senso ma invece no solo cazzate tipo che non c'è il lettore cd. Ma dico io A CHE DIAVOLO SERVE il lettore cd ? Che ci deve guardare, i pornografici ? Si faccia una buona masturbata come tutti invece di pensare che i prodotti di Jobs lavorino per lei. Fortunatamente la compagnia che tanto critica è una società seria e di certo non progetta i computatori per i pervertiti come lei che deflorerebbero una fanciulla se solo questa glielo chiedesse, distruggendo tutto ciò che c'è di bello e di puro.

Quindi riassumendo mi faccia due piacere : uno, cancelli l'articolo, due chieda scusa ai familiari e a tutti quelli che potrebbero essere stati urtati o turbati. E cerchi di non parlare più dei bellissimi lavori di Jobs che tralaltro sono tanti e sicuramente non fanno schifo credo. Piuttosto guardi che nel mondo ci sono tante ingiustizie c'è la fame la povertà le pensioni le guerre le famiglie disastrate, ecco lei che è un giornalista potrebbe anche occuparsene non le pare ? A me pare di si, farebbe qualcosa di utile nella vita anzichè perdersi nel vizio che le ricordo è il padre di tutte le malignità. Con questo le auguro un buon lavoro lungo la retta via

Buonasera a lei

Buonasera. Credo.


Aggiornamenti


Vorrei rispondere ai vari dubbi espressi nei commenti: non so se questo delirio è il parto di un troll o se è scritto da una persona che pensa veramente quello che scrive, ma in ogni caso è un capolavoro nel suo genere e penso possa divertire. Non l'ho scritto io; l'ho ricevuto via mail.

2011/10/11

Terra cava e complottismo

Mappamondi della Terra Cava.
L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2015/11/05 16:00.

Massimo Mazzucco si lamenta da tempo pubblicamente che io avrei messo in giro la “storiella” che “Mazzucco crede che la terra sia cava”. E lascialo lamentare, direte voi. Ma mi sembra giusto e soprattutto divertente chiarire una volta per tutte come stanno le cose in questa vicenda surreale, visto che molti mi hanno scritto chiedendo chiarimenti, anche in relazione alla discussione attualmente in corso sulla Wikipedia in lingua italiana.

Per chi si fosse perso quest'ennesima cretinata, la teoria della Terra cava o concava sostiene che il nostro pianeta sia in realtà una sfera vuota e che noi viviamo sulla sua superficie interna. Luna, pianeti, Sole, stelle, galassie e piccole creature pelose di Alpha Centauri, insomma tutte le cose che ci sono nell'intero universo, sarebbero contenute dentro la Terra: noi stupidotti, da Einstein alla Gelmini, le percepiremmo come distanti e colossali soltanto perché lo spazio all'interno della Terra è compresso, i raggi luminosi seguirebbero percorsi circolari o qualcosa del genere, ma i diversamente intelligenti avrebbero capito come stanno realmente le cose.

Pazienza se i satelliti artificiali, i telescopi e l’osservazione diretta degli astronauti ci confermano che la Terra è una sfera e l'universo sta fuori; è tutta un’illusione. Il mio sogno sarebbe prendere i sostenitori di questa teoria, metterli insieme ai sostenitori della Terra piatta e poi lanciarli nello spazio affinché se la sbroglino tra loro mentre guardano il mondo dagli oblò come faceva Gianni Togni; sarebbero soldi ben spesi.

Fra l’altro, le origini storiche della teoria della Terra cava sono comunque molto interessanti come esempio di rasoio di Occam poco affilato, ma esulano da questo racconto.

Che c'entra Mazzucco? Oggi può parere strano, ma tanti anni fa, nel giugno del 2006, quando Mazzucco non mi aveva ancora bandito dal suo sito Luogocomune.net con un cordiale “hai insozzato a sufficienza le pareti di questo spazio”, non minacciava ancora dossier scottanti su di me con “molte altre cose che ti riguardano da vicino... tutto, e di più” e non dedicava interi video all'esame un po' ossessivo di ogni mia parola e ogni mio gesto, io e lui conversammo serenamente e a lungo via Skype (come testimonia il log qui sotto). Davvero.



Durante una di queste conversazioni, Mazzucco mi inviò un documento intitolato “La concezione endosferica del mondo”, che conteneva i dettagli della teoria della Terra cava. Su questi fatti non c'è divergenza: “Passai quel documento ad Attivissimo durante un breve periodo nel quale ci parlavamo di persona”, scrisse infatti tempo dopo Mazzucco. Non me lo passò dicendo “guarda che stronzata”, ma anzi il suo tono e le sue parole mi sembrarono un chiaro e inequivocabile sostegno a questa teoria. Ricordo chiaramente il mio stupore nel sentirgli raccontarne i dettagli.

Del resto, anche secondo la ricostruzione di Mazzucco di quelle conversazioni, all'epoca mi disse “Se proprio vuoi fare scalpore, debunka questo [...] Stai attento però – aggiunsi – non è una teoria campata in aria: ha più di 400 anni, e sembra supportata da un certo numero di scienziati” (screenshot qui sotto).



A me queste sembrano parole di chi ritiene che la teoria della Terra cava sia perlomeno credibile, tanto che a suo avviso sbugiardarla avrebbe fatto “scalpore”. E Mazzucco scrisse (screenshot qui sotto) che “Essendo aperto ad ogni ipotesi, e non avendo mai provato a debunkarla personalmente, non posso escludere a priori che sia corretta”.



Dopo quella conversazione, nella recensione del suo video Inganno Globale citai il suo punto di vista sulla teoria della Terra cava come uno dei tanti sintomi della sua forma mentis aperta a qualunque teoria, per quanto assurda e bislacca, come confermato dal suo intenso sostegno delle teorie sulle “scie chimiche”, delle tesi di complotto intorno allo sbarco sulla Luna e di mille altre presunte cospirazioni.

Questi sono, in sintesi, i fatti. Mazzucco si è lamentato che di questa vicenda “ne hanno approfittato per costruirci su intere cattedrali di merda” che lo riguardano. Peccato che una cattedrale non si costruisca su un solo pilastro.

Mazzucco può porre fine a questa polemica noiosa in modo molto semplice: dica chiaro e tondo, senza giri di parole, che non crede alla teoria della Terra cava e io aggiornerò la mia recensione di Inganno Globale e chiarirò in ogni occasione pertinente, Wikipedia compresa, che Massimo Mazzucco non sostiene la teoria della Terra cava. Gli bastano queste dieci parole: “Io, Massimo Mazzucco, non credo alla teoria della Terra cava”. Tutto qui. Così possiamo tornare ad occuparci di cose più interessanti.

Lo spazio dei commenti qui sotto è a sua disposizione. A differenza di me su Luogocomune, lui qui non è bannato.


Aggiornamenti


Ho modificato l'articolo per chiarire che la ricostruzione degli eventi fatta da Mazzucco non è di oggi ma risale al 2008 e che la questione è riemersa per via della discussione su Wikipedia che riguarda la neutralità della voce Massimo Mazzucco.


2015/11/04


Oggi, a ben quattro anni di distanza, Mazzucco mi ha scritto privatamente segnalandomi che ha pubblicato questa sua dichiarazione: “Io, Massimo Mazzucco, non credo alla teoria della Terra cava”. Meglio tardi che mai.




2015/11/05


Ho aggiornato la recensione di Inganno Globale. Intanto su Wikipedia è in corso una edit war fra Brain Use (che sta cercando di aggiornare la voce dedicata a Mazzucco per rispecchiare le sue nuove dichiarazioni), seguaci di Mazzucco e wikipediani che sta rendendo impossibile l’aggiornamento corretto e definitivo delle informazioni sulla vicenda.




Io ho fatto il possibile per mantenere la parola data, ma c’è un limite al tempo che dedico a chi mi insulta.

2011/10/10

Recensione veloce: MacBook Air 2011, Mac OS X Lion

Nuovo OS X, questo Leone vuole fare un po' troppo la chioccia


L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. 

La gatta Pallina e un MacBook Air al Maniero Digitale.
Il mio MacBook Pro 15" del 2008 è defunto pochi giorni fa (problemi ai componenti interni dell'alimentazione, dopo tre anni di uso ininterrotto) e piuttosto che spendere per riparare una macchina obsolescente ho preferito investire in un laptop nuovo, scegliendo un ultraleggero come macchina da viaggio e per presentazioni.

Non potendo aspettare l'arrivo degli ultrabook di altre marche sui quali montare Linux e Impress di OpenOffice.org/LibreOffice, ho comperato un MacBook Air da 13 pollici con OS X 10 Lion. Queste sono le mie prime impressioni, suscettibili di aggiornamenti, sull'hardware e sul software. Non pretendo che le condividiate: prendetele solo come un mio parere basato sull'uso specifico che ne faccio io.


Hardware


L'Air 2011 è una macchina splendida: una di quelle che ti fa dire “è così che dovrebbero essere i computer”. Leggera da portare in giro, fresca (non un tostapane come il mio MacBook Pro), potente e sorprendentemente veloce. Un piacere da usare e tenere in grembo o sul tavolino del treno per essere produttivi ovunque.

Ma come, non avevo liquidato l'Air come un giocattolo per esibizionisti? Certamente, ma la versione di tre anni fa alla quale mi riferivo era tutt'altra creatura rispetto a questo Air 2011, che ha di default un disco rigido a stato solido, uno schermo con un trattamento antiriflesso sorprendente (gli ho puntato addosso per errore il puntatore laser e l'ha letteralmente assorbito, tanto che credevo che il puntatore si fosse spento), e soprattutto un prezzo e delle prestazioni molto simili al MacBook Pro equivalente. Sull'Apple Store italiano, l'Air 13" costa 1260 euro (1349 franchi in quello svizzero), mentre il Pro 13" base costa 1158 euro (1299 franchi nello Store svizzero). Cento euro e spiccoli di divario, mentre la differenza di prezzo, all'epoca, era di 650 euro.

Certo, per cento euro in più si ha parecchio hardware in meno: niente masterizzatore, un processore meno potente, un disco rigido meno capiente, nessuna porta Ethernet integrata e altro ancora. Ma per l'uso che ne faccio io è uno scambio vantaggioso: niente peso del masterizzatore, un processore comunque più che sufficiente per quello che devo fare (regge senza problemi il riconoscimento vocale di Dragon Dictate 2.5), un disco rigido meno delicato e vorace con la batteria (che dura almeno cinque ore con una luminosità media dello schermo).

Portarsi in giro l'adattatore USB-Ethernet (che si paga a parte) è accettabile. Due porte USB sono sufficienti per un uso mobile e lo slot per scheda SD è ottimo per riversare rapidamente foto durante viaggi e reportage. La tastiera (retroilluminata) è passabile, anche se la corsa dei tasti è comprensibilmente minima. Se l'Air avesse un modem cellulare integrato e una cornice meno spessa per lo schermo sarebbe il laptop perfetto.

Resta valida l'altra critica che feci a suo tempo al primo Air: le dimensioni. La versione da 13" è ancora troppo grande per l'uso ultramobile, ma oggi per chi ha quest'esigenza c'è anche la versione da 11". Io ho scelto la versione più grande perché per le presentazioni mi serve uno schermo meno piccolo di quello di un netbook.


Software


Sleep mode.
Trovo che OS X Lion sia per molti versi irritante, ma non abbastanza da spingermi a sventrare l'Air e installargli Snow Leopard (almeno per ora).

Il suo stile esasperatamente pallido, monocromatico e minimalista (in Finder e Mail, per esempio), le sue opzioni iPad-ose (LaunchPad, lo scrolling rovesciato, i default di Mail) e il suo atteggiamento da chioccia sono fastidi controbilanciati solo a malapena dall'opzione di riavvio istantaneo con le applicazioni già aperte, che trovo un vantaggio enorme per chi viaggia e si trova ad aprire e chiudere il laptop di fretta.

Anche alcuni gesti multi-touch sono un grande aiuto, specialmente su un laptop: trovo particolarmente utile il “trascina-e-seleziona” con un gesto unico (scorrimento con tre dita).

In cima alla lista delle offese all'informatica di Lion metto invece senza esitazioni lo scrolling invertito impostato di default. Da che mondo è mondo, quando faccio scorrere le dita verso il basso su un touchpad, lo schermo scorre verso l'alto, come avviene con un mouse (la metafora è che si sposta l'inquadratura del documento); in Lion, invece, l'impostazione predefinita è che se muovo le dita verso il basso, l'immagine sullo schermo scorre verso il basso. Apple lo chiama “naturale”, ma per chi viene dall'informatica e non dai telefonini o iCosi è spontaneo e naturale come asciugarsi dopo un bidet con la carta vetrata. Per fortuna è disattivabile.

Inoltre trovo irritante la scelta di nascondere la cartella Library dell'utente, che in passato era visibile all'utente. Per esempio, per copiare la mia sterminata raccolta di bookmark di Firefox e di signature di Mail ho sempre usato una semplice copia dei file dalla Library del vecchio computer a quello nuovo (il Sync di Firefox non mi funziona per niente). Con Lion quest'operazione viene ostacolata. Il messaggio è chiaro: l'utente è un utonto al quale è meglio non far toccare gli ingranaggi (ma allora perché non nascondere Library e System nella root del sistema operativo?).

Si può rendere visibile la Library in modo permanente (con il comando da Terminale chflags nohidden ~/Library) o accedervi comunque in vari modi (il più elegante mi pare quello di premere il tasto Opzione mentre si clicca sul menu Go del Finder).

L'assenza di Flash preinstallato è un'altra scocciatura che alimenta la guerra di Apple contro Adobe senza dare nessun vantaggio agli utenti Apple. Si risolve scaricando e installando Flash dal sito di Adobe, ma questa è una cosa che gli utenti non dovrebbero aver bisogno di fare. Idem dicasi per Java, anche se oggi la necessità di supportare Java è rara (NeoOffice ce l'ha).

Altrettanto irritante, sempre a mio parere, è il raggruppamento per conversazioni applicato da Mail. Anche questo è disattivabile, ma va disattivato per ogni singola cartella è una di quelle opzioni che mi sembra generare più confusione che chiarezza (se cancello, cancello l'intera conversazione o la singola mail?). Se avete provato anche voi Lion e/o l'Air e volete condividere le vostre impressioni, i commenti sono a vostra disposizione.

Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “rcervi”. Tutto l'hardware e software citato nella recensione è stato acquistato da me senza alcuno sconto o beneficio fornitomi dal produttore o da terzi.

2011/10/08

Incontro con Charlie Duke domani a Lucerna. Avete domande da fargli?

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2011/10/10.

Domani pomeriggio sarò a Lucerna per incontrare Charlie Duke, uno dei dodici uomini che hanno camminato sulla Luna. Se avete domande da fargli, provo a girargliele. I lunacomplottisti si astengano: alzino le chiappe e vengano a farle da soli, se ne hanno il coraggio. Sì, Massimo Mazzucco, sto parlando anche con te.

Questo è uno spezzone di quando sono stato suo emozionato traduttore sul palco a Chiasso: Duke descrive con schietta meraviglia, mappamondo in mano, come ha visto la Terra.

Nell'emozione ho tradotto "beautiful" con "incredibile", lo so.

Aggiornamenti

La conferenza è stata ricchissima di spunti umani oltre che tecnici, grazie alla presenza, insieme a Charlie Duke, dell'astronauta svizzero Claude Nicollier (4 missioni Shuttle) e del professor Johannes Geiss, principale responsabile dell'esperimento sul vento solare (SWC), la “bandiera svizzera” piantata sulla Luna dagli astronauti Apollo (la vedete nell'immagine qui accanto). La conduzione precisa di Lukas Viglietti ha dato spazio a tutti e messo in luce il contributo notevole, ma spesso trascurato, della Svizzera all'esplorazione e allo sfruttamento pratico dello spazio.

Qui sotto trovate qualche foto; pubblicherò le interviste a Duke e Geiss appena possibile. Splendida la descrizione della missione Apollo 16 e dell'esperienza di trovarsi sulle montagne della Luna e avere il tempo di fermarsi a contemplare la bellezza del luogo. La battuta migliore della conferenza: “Come si va al gabinetto nello spazio? Con molta attenzione”.

Irresistibile anche la teoria di Duke sulla nascita del complottismo lunare: l'astronauta ha un gemello identico, che durante la missione lunare di Duke entrò nella sala del Controllo Missione a Houston, lasciando sbigottiti i tecnici che non riuscivano a capire come mai l'astronauta che loro vedevano scorrazzare sulla Luna era lì davanti a loro.

Ma al di là degli scherzi e delle battute, rimane l'emozione di incontrare di persona coloro che sono stati nello spazio e hanno realizzato avventure ancora ineguagliate dopo quarant'anni.

Charlie Duke. Foto di Rodri Van Click.
L'intervista a Duke. No, Duke non sta descrivendo le dimensioni del cervello dei complottisti. Foto di Rodri Van Click.
Due parole con il professor Johannes Geiss, inossidabile geek oltre che scienziato. Foto di Andrea Tedeschi.
Mi offro come appoggio improvvisato per un autografo chiesto da un fan a Geiss. Foto di Andrea Tedeschi.
Claude Nicollier e Charlie Duke; dietro di loro, Johannes Geiss. Sì, sulla giacca Duke ha scritto “The Real Space Cowboys”. Foto di Andrea Tedeschi.
Un frammento di Luna portato sulla Terra dalle missioni Apollo e presente al Museo dei Trasporti di Lucerna. Foto mia.

Non dimenticate l'appuntamento con Rosemary Roosa, figlia dell'astronauta Apollo Stu Roosa, e gli “alberi della Luna” a Tradate il 12 ottobre. L'ingresso a questo evento è libero; i dettagli sono qui su Foam13.it e qui su Collectionspace.it.

Facebook dice che “Paolo Attivissimo” è un nome falso. Già, perché chiamarsi “Marco Montagna Di Zucchero” invece è credibile?

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2011/10/08 09:30.


Questa è la schermata che mi è comparsa quando ho fatto login su Facebook stasera. “Ci risulta che il nome da te fornito sia falso”. Ma il nome che ho fornito è il mio nome anagrafico. È sul mio passaporto, sulla carta d'identità, sulla patente di guida, sulle bollette e sul mutuo di casa.

Ho cliccato su Inizia per avviare la procedura di verifica, ed è comparsa questa richiesta:

Ho immesso il mio nome e cognome vero, completo e reale: Paolo Attivissimo. Sì, ho anche un secondo nome, ma il modulo mi dice che è facoltativo. Macché. “Purtroppo il nome che hai inserito non è stato approvato dal nostro sistema. Attendi 10 minuti e riprova. Assicurati che il nome sia digitato correttamente e che rispetti le nostre linee guida sulla formattazione. Tieni presente che, se anche il prossimo tentativo che farai non andrà a buon fine, il tuo account potrebbe essere disabilitato.”



Come sarebbe a dire? Nessuna opzione per dimostrare che Attivissimo è il mio vero cognome? E la minaccia addirittura di disabilitarmi l'account se insisto. Aspetto dieci minuti e riprovo.

A modo mio.

Risultato: “Il tuo nome è stato aggiornato come "Paolo Sgomberonte". Ora puoi accedere al tuo account.”

Non ho parole.


Aggiornamenti


Quello che trovo demenziale del comportamento di Facebook non è il fatto che abbia sospettato che il mio cognome sia falso (è in effetti un cognome abbastanza insolito, di cui dubitano anche molte persone), ma che abbia deciso che lo è, senza darmi nessuna opzione facilmente accessibile per dimostrarne l'autenticità. È un atteggiamento inutilmente arrogante.

Prima che me lo chiediate: sì, sono perfettamente consapevole della Clausola del Gatto Sitwoy. Per questo ho scritto chiaramente nel mio profilo Facebook che si tratta di un profilo di test sul quale non bisogna fare affidamento.

2011/10/07

Disinformatico radio, podcast del 2011/10/07

È disponibile temporaneamente sul sito della Rete Tre della RSI il podcast della scorsa puntata del Disinformatico radiofonico. Ecco i temi e i rispettivi articoli di supporto:

  • inevitabilmente ho parlato della morte di Steve Jobs, ma ho cercato un taglio un po' differente per ricordarlo: sapevate che Jobs e l'altro Steve (Wozniak) vendevano apparecchi per telefonare a scrocco e una volta telefonarono in Vaticano spacciandosi per Kissinger e chiedendo del Papa?
  • C'è anche un altro aspetto importante della scomparsa del cofondatore di Apple: lo sciacallaggio che è già in corso. Meglio fare attenzione nel seguire i link di siti sconosciuti che promettono notizie o scoop su di lui.
  • Dietro le quinte della lotta fra guardie e ladri online: Microsoft e Kaspersky decapitano una botnet e vi impiantano una “testa” nuova di cui hanno il controllo. Si chiama sinkholing, ed è una tecnica affascinante che ha bloccato 3,8 miliardi di mail spammatorie al giorno.
  • HTC l'ha fatta grossa: ha preinstallato su alcuni suoi telefonini Android un'utility colabrodo che permette a qualunque app di scavalcare la sicurezza di Android.
  • Sempre in tema di telefonini, l'iPhone 4S ha deluso i fan, ma ha un hardware interessante e un sistema di riconoscimento vocale dalle prestazioni apparentemente magiche ma dal nome imbarazzante.

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Questi articoli erano stati pubblicati inizialmente sul sito della Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera, dove attualmente non sono più disponibili. Vengono ripubblicati qui per mantenerli a disposizione per la consultazione.

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iPhone 4S, le novità sono tutte dentro

Pochi giorni fa Apple ha presentato la nuova versione dell'iPhone, denominata 4S. Molti fan sono rimasti delusi perché l'oggetto è esteriormente identico e viene quindi a mancare la gratificazione di poter ostentare visibilmente il nuovo gadget, ma dietro le quinte ci sono novità interessanti e, in un certo senso, anche involontariamente divertenti.

Il nuovo iPhone monta un processore più potente (A5 dual core, contro l'A4 a core singolo dei modelli precedenti) e una fotocamera aggiornata da 8 megapixel, che lo allinea con gli altri smartphone della stessa categoria e consente riprese in alta definizione a 1080p (i modelli precedenti arrivavano a 720p) oltre a includere uno stabilizzatore d'immagine video.

Anche la memoria di bordo è aumentata e può arrivare a 64 gigabyte: cosa molto importante in un dispositivo che non consente espansioni di memoria dopo l'acquisto e non ha la possibiltà di inserire schede di memoria esterne.

L'altra novità importante è iOS 5, la nuova versione del sistema operativo dei telefonini Apple. Sarà installabile anche sul modello precedente, ma darà il meglio sull'iPhone 4S sfruttandone il processore più potente. Questa maggiore potenza consente, per esempio, di comandare a voce il telefonino in maniera più sofisticata rispetto al passato: nelle dimostrazioni, perlomeno, questo sistema, denominato Siri, è stato capace di capire il senso della domanda “Ho degli impegni questo venerdì a mezzogiorno?” e di consultare l'agenda del telefono per verificare che l'utente era libero e riservare un pranzo. Tutto senza toccare la tastiera. Funzioni analoghe ci sono già in altri telefoni, non solo di Apple, ma questa versione sembra particolarmente abile nel capire il linguaggio naturale. Per ora, però, Siri funziona solo in inglese, tedesco e francese.

Se parlare al vostro telefonino come se fosse una persona vi inquieta perché avete la sensazione di dialogare con il perfido HAL di 2001: Odissea nello spazio, potete sdrammatizzare tenendo presente una chicca: Siri, il nome del servizio di comunicazione vocale, nelle lingue della Scandinavia dovrebbe significare “bellezza vittoriosa”, ma in giapponese suona molto simile a “shiri”, che vuol dire “sedere” (inteso come sostantivo, non come verbo), e in georgiano va anche peggio, perché indica i genitali maschili.

Di solito Apple è molto attenta a verificare il significato dei nomi nelle varie lingue del mondo, ma in questo caso non si tratta di un suo errore, perché Siri è il nome scelto dall'azienda esterna omonima che aveva sviluppato indipendentemente questo software, che è stato poi acquistato da Apple.

Telefonini HTC Android a rischio di furto di dati

C'è una falla di sicurezza molto importante in alcuni telefonini Android della HTC, che permette agli aggressori di creare applicazioni ostili dall'aria innocente ma capaci di leggere e rubare via Internet i dati personali dell'utente, come l'indirizzo di e-mail, la posizione geografica, gli SMS (compresi i numeri di telefono ai quali sono stati inviati o dai quali sono stati ricevuti) e molto altro.

HTC ha dichiarato che sta lavorando a un aggiornamento che turi la falla ma non ha ancora indicato quando sarà pronto; nel frattempo sottolinea che, a quanto le risulta, la falla non viene attualmente sfruttata da nessun aggressore.

La scoperta della falla è stata fatta dai ricercatori Justin Case, Trevor Eckhart e Artem Russakovski di Android Police e si limita ai cellulari Android di HTC, senza colpire i telefonini Android di altre marche, perché HTC preinstalla delle applicazioni di logging (registrazione di dati), come HtcLoggers.apk, che non rispettano le norme di sicurezza di Android e condividono i propri dati con qualunque altra applicazione che chieda semplicemente accesso a Internet, come fanno moltissime applicazioni. Da lì i dati personali raccolti possono essere poi inviati via Internet a qualunque spione o aggressore li desideri. I ricercatori sono molto chiari nell'attribuire le responsabilità: "l'unico motivo per cui i dati vengono disseminati a destra e a manca è che HTC ha impostato in questo modo il proprio ambiente di sorveglianza. È come lasciare le chiavi di casa sotto lo zerbino e aspettarsi che nessuno le trovi e ne approfitti per aprire la porta.”

Grazie all'insicurezza aggiunta incautamente da HTC, l'intero sistema di protezione di Android viene scavalcato. Normalmente, infatti, ogni applicazione può accedere solo ai dati che le vengono concessi dietro richiesta esplicita, che l'utente deve confermare: per esempio, un giochino scaricato dall'Android Market chiede solo il permesso di accedere a Internet e quindi non può accedere ad altri dati presenti sul telefonino. I ricercatori di Android Police hanno invece realizzato un'applicazione dimostrativa che conferma la vulnerabilità (video) e può essere scaricata per verificare se il proprio telefonino è fra quelli vulnerabili.

In attesa della correzione, da installare prontamente, gli utenti possono difendersi in due modi: quello per smanettoni è diventare root sul telefonino e rimuovere /system/app/HtcLoggers.apk; quello per comuni mortali è evitare di scaricare e installare applicazioni che non abbiano una reputazione di ferro.

Come decapitare gli spammer senza far male

C'è una guerra silenziosa fra guardie e ladri che si svolge quotidianamente su Internet senza che ce ne accorgiamo. Ogni tanto, però, il velo di silenzio si squarcia e possiamo sbirciare. È quello che è successo alla fine di settembre, quando Microsoft ha annunciato di aver neutralizzato, insieme alla società di sicurezza Kaspersky, un'organizzazione di spammer che aveva infettato circa 41.000 computer di internauti sparsi in tutto il mondo, rendendoli capaci di diffondere circa 3,8 miliardi di mail pubblicitarie al giorno e rubandone le password e le mail. Questi computer infetti formavano una botnet, ossia una sotto-rete di Internet che prendeva ordini dai padroni del virus che li aveva infettati. Microsoft ha battezzato questa botnet Kelihos/Hlux.

Kaspersky ha pubblicato un'analisi dettagliata di questa battaglia vinta. In sintesi, la botnet non è stata distrutta: i computer che la compongono sono ancora infetti. Ma il “cervello” della botnet, è stato sostituto. Il complesso codice di comunicazione che permetteva ai criminali di inviare istruzioni ai computer infettati è stato decifrato e usato per mettere questi computer in comunicazione esclusiva con un “cervello” alternativo, controllato da Kaspersky, secondo una tecnica denominata “sinkholing”.

La botnet, insomma, esiste ancora, ma viene tenuta a bada dandole ordini non pericolosi. La soluzione ottimale sarebbe entrare nei computer infetti e ripulirli, ma questo è illegale se non c'è il consenso dei proprietari, ed è molto difficile contattare oltre 40.000 persone e convincerle che il loro computer è infetto a loro insaputa. Così Microsoft ha diffuso un aggiornamento del suo programma “antivirus” integrato nelle versioni recenti di Windows: se questo aggiornamento rileva l'infezione da parte di Kelihos, la rimuove. Questo ha già quasi dimezzato la botnet.

Collaborazioni del genere per debellare le botnet non sono nuove, ma questa volta Microsoft non si è fermata all'intervento tecnico: per la prima volta ha specificato formalmente l'identità del presunto criminale, che ora è imputato nel procedimento legale avviato da Microsoft.

Steve Jobs, attenzione agli sciacalli

Come purtroppo capita immancabilmente in occasione di una notizia importante su scala mondiale, anche la morte del cofondatore di Apple ha scatenato la pronta reazione degli sciacalli che creano trappole su Internet e usano come esca presunte immagini o promozioni riguardanti la notizia, facendo leva sull'interesse degli utenti che vanno in Rete per cercare novità o dettagli.

F-Secure segnala che Stevejobsfuneral.com è finito nelle prime posizioni delle ricerche in Google (per chi digita "Steve Jobs funeral"), ma si tratta di un sito ingannevole, che raccoglie indirizzi di e-mail dai suoi visitatori, adescandoli con la promessa di una lotteria che ha in palio quindici computer MacBook Pro. Il sito guadagna anche attraverso la pubblicità che ospita e i link di affiliazione, che generano una commissione per ogni vendita completata cliccando su uno di questi link.

Anche su Facebook abbondano le trappole legate a Jobs: Bit.ly ha dovuto bloccare il link restinpeace-steve-jobs perché portava a un sito che diceva di donare 50 iPad ma in realtà produceva solo un bombardamento pubblicitario e richieste di rispondere a sondaggi, come segnalano Sophos, Scameo.com e ZDnet. Nelle poche ore per le quali il sito-esca è rimasto attivo ha collezionato almeno 15.000 vittime.

La raccomandazione degli esperti è, come sempre, non cercare notizie a casaccio su Internet, ma adoperare servizi che filtrino i siti affidabili di notizie, come News.google.com, e usare il buon senso. Nel caso di inviti ricevuti su Facebook, inoltre, è possibile segnalarli come spam, in modo che Facebook prenda provvedimenti.

Steve Jobs, 1955-2011: ricordo di un ribelle

La notizia della morte di Steve Jobs, cofondatore di Apple, si è diffusa in Rete nelle prime ore del 6 ottobre e ha generato un'onda emotiva fra gli internauti e i tanti utenti dei suoi prodotti. Molti siti hanno cambiato completamente la veste grafica, adottandone una in stile Mac, in ricordo di Jobs. Il sito di Apple ha messo in prima pagina una fotografia di Jobs con la semplice dicitura “Steve Jobs 1955-2011”.

I commenti, inevitabilmente, si sono orientati sui successi imprenditoriali e tecnologici e sulle frasi celebri dell'uomo (qui c'è una versione sottotitolata in italiano del suo celebre discorso agli studenti di Stanford), ma c'è anche un altro aspetto della carriera di Jobs che vale la pena di segnalare: il suo lato ribelle, di hacker nel senso originale del termine di “smanettone”. L'“altro Steve”, Steve Wozniak, che fondò Apple insieme a Jobs e Ronald Wayne, lo ricorda in questo video e ne cita la passione per gli scherzi basati sulla tecnologia.

Jobs stesso, durante una presentazione al Macworld Expo nel 2007, raccontò di come lui e "Woz" avevano fabbricato, negli anni del liceo, un piccolo trasmettitore che disturbava le frequenze televisive. Woz lo teneva in tasca e lo accendeva di nascosto, per esempio quando qualche compagno stava guardando Star Trek, e lo faceva impazzire nel tentativo di risintonizzare il televisore.

I due giovanissimi Steve conobbero John Draper, il mitico Captain Crunch, un hacker che aveva scoperto che il fischietto regalato dai cereali omonimi ingannava il sistema telefonico della AT&T permettendo di telefonare gratis: il fischietto emetteva un tono a 2600 hertz, che era proprio quello usato dalla compagnia telefonica per attivare le funzioni di controllo delle centrali. Wozniak costruì un piccolo dispositivo elettronico, una “blue box”, che appoggiato alla cornetta consentiva, fra le altre cose, di disattivare gli addebiti. Così un giorno Wozniak chiamò il Vaticano, usando una "blue box”, e disse di essere Henry Kissinger, all'epoca potentissimo segretario di stato del governo statunitense. “Qualcuno stava per andare a svegliare il Papa in piena notte prima che si accorgessero che non era davvero Kissinger”, ricordava Jobs.

Non molti sanno che quelle "blue box", ovviamente illegali, furono il primo prodotto commerciale di Steve Jobs e Steve Wozniak. E il resto, come si suol dire, è storia.

2011/10/06

Disinformatico radio, podcast del 2011/09/30

Fra una cosa e l'altra non ho ancora segnalato che è disponibile temporaneamente sul sito della Rete Tre della RSI il podcast della scorsa puntata del Disinformatico radiofonico. Ecco i temi e i rispettivi articoli di supporto:

Domattina (venerdì), come consueto, dalle 11 a mezzogiorno andrà in onda in diretta una nuova puntata, che sarà ascoltabile anche in streaming.

Questi articoli erano stati pubblicati inizialmente sul sito della Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera, dove attualmente non sono più disponibili. Vengono ripubblicati qui per mantenerli a disposizione per la consultazione.

Antibufala: Swiffer “altamente tossico” per cani, gatti e bambini?

Sta circolando un appello, scritto in un italiano un po' traballante, secondo il quale l'uso dei panni umidi Swiffer per pulire i pavimenti sarebbe letale per gli animali domestici a causa di una “molecola antighiaccio” che sarebbe un “veleno” per il loro fegato. Addirittura sulla confezione ci sarebbe scritto che il prodotto è tossico “per bambini e animali”. Leccando il pavimento pulito con questi strofinacci, gli animali (e, si presume, i bambini) verrebbero insomma avvelenati.

Ecco un esempio del testo dell'appello:

ATTENZIONE

SWIFFERS UMIDO ALTAMENTE TOssico URGENTE READ TOSSICI condividete! Come abbiamo appreso da poco meno di una settimana durante una visita nella pratica veterinaria, un pastore tedesco aveva seri problemi di fegato e purtroppo gli è stata praticata l’ eutanasia.Il proprietario ha indotto l'autopsia, dal momento che lei non aveva alcuna spiegazione per questa sofferenza.Dovete sapere che il cane viveva sempre in casa lo portavano all'aperto per la passaggiata ed era sempre sotto controllo.L'autopsia ha mostrato che il fegato era in uno stato terribile e poteva essere solo riconducibile a un assunzione regolare di veleno. Quindi, dunque sono stati controllati tutti i prodotti per la casa.Attenzione ai strofinacci umidi "SWIFFERS - tessuti idratate", è scritto molto piccolo che il prodotto per bambini e animali è tossico.Contattare il produttore del prodotto è stata la grande sorpresa, uno dei componenti è una molecola antighiaccio.Il pavimento del proprietario del cane pastore è stato pulito regolarmente con i panni di cui sopra. Il cane leccava spesso il pavimento e questo ha portato all’ avvelenamento.Dopo non molto tempo anche 2 gatti hanno subito la stessa sorte. Anche in questo caso, il "SWIFFER - salviette umide" sono stati utilizzati per un lungo periodo.Iproprietari di animali domestici sono espressamente avvertiti di non utilizzare questi panni tossici per gli animali

Si tratta di un falso allarme che gira almeno dal 2004: in realtà tra gli ingredienti di questo prodotto, riportati nella documentazione tecnica di legge (Material Safety Data Sheet), non c'è nessuna “molecola antighiaccio” (si presume che s'intendesse, più correttamente, “antigelo”).

Sulla confezione non c'è nessun avviso di tossicità per bambini e animali, come afferma invece l'appello: c'è solo la normale avvertenza di tenere fuori dalla portata dei bambini, presente su tutti i prodotti per pulizia.

La bufala persiste nonostante la casa produttrice del panno, la Procter & Gamble, abbia pubblicato sin da marzo del 2004 varie pagine informative (in inglese) per smentirla. Anche l'associazione statunitense per la protezione degli animali ASPCA ha fatto lo stesso qui, confermando che gli ingredienti del prodotto non sono tossici alle dosi in cui sono presenti nei panni, e l'appello è sbufalato anche presso Hoax-Slayer.com e Snopes.com (in inglese), Hoaxbuster.com (in francese) e Hoax-info (in tedesco). Tutto inutile: l'allarme continua a circolare perché pochi si prendono la briga di controllare prima di inoltrarlo.

Facebook a pagamento (di nuovo) e altre storie

L'annuncio di imminenti e importanti cambiamenti al funzionamento di Facebook ha scatenato ancora una volta il passaparola che avverte che il social network da 800 milioni di utenti prossimamente diverrà a pagamento: bufala già sentita altre volte e già smentita, anche da Facebook stesso, con poche semplici parole: “Non abbiamo nessuna intenzione di far pagare per Facebook. È gratuito e lo sarà sempre”. C'è anche chi ha dato una ragione molto più cinica: “Su Facebook noi non siamo clienti, siamo il prodotto”.

Un'altra bufala che ha ripreso vigore in queste ore su Facebook riguarda l'appello (fasullo) per un inesistente “bimbo di 17 mesi” che “necessita sangue” del gruppo B “per leucemia fulminante”. L'appello chiede a tutti di telefonare a un certo Francesco, il cui numero inizia con 091608, e di inoltrare il messaggio. Ma si tratta di una storia vecchia, proveniente dall'Italia, dove c'era davvero (ma nel 2007) un bambino leucemico, ricoverato all'ospedale Meyer di Firenze, per il quale era stato lanciato (non dall'ospedale) l'appello per sangue del gruppo B+. La vicenda si è conclusa positivamente, ma l'appello che la riguarda continua a circolare e trasformarsi. Fermatelo: è privo di qualunque utilità e probabilmente sta facendo disperare il povero Francesco.

Ha invece un piccolo fondo di verità l'allarme secondo il quale Facebook spia la nostra attività su Internet anche quando non siamo collegati a questo social network. Un blogger australiano, Nik Cubrilovic, ha segnalato che alcuni dei “cookie” usati da Facebook (brevi sequenze di dati registrati sul computer dell'utente da parte di un sito visitato) potevano consentire il tracciamento dei siti visitati dagli utenti anche dopo che si erano disconnessi da Facebook.

Il tracciamento era possibile soltanto per i siti che offrivano integrazione con Facebook, ma in ogni caso i responsabili del social network hanno riconosciuto il problema (dopo un anno dalla prima segnalazione) e lo hanno corretto, affermando che il problema non ha comportato nessuna violazione della sicurezza o della privacy perché Facebook non ha utilizzato i dati che consentivano il tracciamento.

Fonti aggiuntive: CNN, BBC.

Attenzione alle telefonate dei “servizi per la sicurezza di Windows”

Se vi squilla il telefono e qualcuno vi dice, di solito in inglese, di rappresentare Microsoft e vi segnala che il vostro computer sta avendo problemi e ha inviato loro segnalazioni di errori e infezioni, fate molta attenzione: con tutta probabilità si tratta di una truffa che sta colpendo numerosi utenti in Svizzera ma anche in altri paesi.

Il truffatore fa leva su alcuni trucchi psicologici per conquistarsi la vostra fiducia: vi fa credere di sapere molto di voi dicendovi che sa che avete un computer Windows (ma l'hanno in tanti) e che il computer ha dei problemi di stabilità o di prestazioni (ma li hanno in tanti).

Spesso vi propone un test tecnico dall'aria credibile, chiedendovi di premere il tasto Windows e il tasto R, digitare eventvwr, andare ai log di Windows e scegliere Applicazione. Questa procedura fa comparire una serie di messaggi d'errore che sembrano confermare le parole del truffatore, ma in realtà si tratta di normali messaggi d'errore temporanei che si verificano in qualunque computer. Non indicano affatto problemi o infezioni, ma hanno un aspetto impressionante per chi non è del mestiere.

Il passo successivo dell'inganno consiste nel mettervi ulteriormente sotto pressione, dicendo che il vostro computer ha dei problemi seri e che se non provvedete a risolverli diverrà sempre più lento e incapace di funzionare. La soluzione che viene proposta dal truffatore è farvi sottoscrivere un fantomatico contratto di "garanzia per il software", magari da pagare con carta di credito. Spesso, inoltre, l'imbroglione si offre di sistemare i presunti problemi entrando nel vostro computer via Internet attraverso siti come Support.me.

Non cedete alla pressione psicologica: non accettate nessun contratto telefonico, non date i vostri dati personali e non date il permesso di entrare nel vostro PC. Se avete dei problemi con il computer, scegliete voi un esperto di fiducia del posto e diffidate di qualunque approccio telefonico non richiesto. Date anche un'occhiata al numero del chiamante e ai siti che vi propone di visitare: i più gettonati in questo periodo sono il numero 009999 100 152 e il sito SwapPCcare.com, ma nomi e numeri possono variare. Ci sono molte segnalazioni di questo genere di imbroglio. Prudenza!

Sorveglianza via Wifi rileva anche il respiro

Come se non bastassero i mille modi che già esistono per spiare la nostra esistenza attraverso la tecnologia, dal tracciamento degli spostamenti tramite GPS e telefonini alla sottrazione delle foto personali dai social network, adesso sembra che le normali reti Wifi possano essere usate per rilevare i movimenti delle persone negli edifici e persino per misurarne il respiro attraverso i muri. Non sarebbe nemmeno necessario intrufolarsi nella rete Wifi del soggetto da sorvegliare: basterebbe un ascolto passivo.

Questo, perlomeno, è quanto dichiara la ricerca degli informatici Neal Patwari e Joey Wilson della University of Utah. Lo spostamento di una persona all'interno dell'edificio, infatti, altera lievemente il segnale Wifi e quest'alterazione è ricevibile al di fuori dell'edificio, un po' come il passaggio di una barca increspa la superficie di un lago e produce onde che si possono percepire anche a riva.

Usando appositi filtri matematici in un ambiente di prova costellato di antenne Wifi, i ricercatori sono stati in grado di affinare l'analisi di queste variazioni del segnale Wifi fino a rilevare gli spostamenti di una persona dietro un muro con un errore medio di circa 90 centimetri. In un altro articolo, gli stessi ricercatori hanno dimostrato che le variazioni del segnale Wifi possono essere utilizzate anche per percepire non solo il respiro di una persona ma anche il ritmo di respirazione con un errore di circa 0,3 respiri al minuto.

Lo scopo di queste tecnologie, per ora assolutamente sperimentali, non è soltanto terrorizzare chi già si sente fin troppo sorvegliato dalle moderne diavolerie, ma anche consentire soccorsi più efficaci. Uno degli scenari proposti dai ricercatori, infatti, prevede di piazzare trasmettitori Wifi intorno e sopra un edificio per sapere se ci sono all'interno persone da salvare (per esempio in caso di disastri o presa di ostaggi) e sapere anche dove si trovano e in che condizioni sono grazie ai loro movimenti e respiri.

Imbarazzi telefonici: SMS e autocompletamento

Molti telefonini hanno una funzione di suggerimento, completamento o correzione automatica dei testi dei messaggi (SMS e, negli smartphone, anche mail) che di solito è molto utile ma ogni tanto commette errori involontariamente imbarazzanti. Molti ricorderanno lo sconcerto che circondò la scoperta, alcuni anni fa, che digitando "ebraismo" veniva proposto "fascismo" su alcuni telefoni dotati del sistema di scrittura assistita T9.

In inglese per questo genere di equivoci hi-tech c'è un sito apposito, DamnYouAutocorrect (letteralmente "accidenti a te, correttore automatico"), che raccoglie le gaffe più atroci commesse dagli utenti anglofoni; in italiano c'è Machehoscritto.it, ma è ancora embrionale.

Quali perle avete collezionato nella vostra attività online grazie a questi automatismi? Eccone qualcuna segnalata dagli ascoltatori del Disinformatico:

- scrivendo ahahahahahah viene fuori afasia

- anni fa per invitar fuori una tipa: "Ciao Tipa, stasera cosa concimi?

- "Hippy borghesi" al posto di "happy birthday"

- "memorie isteriche", invece di "memorie istoriche"

- invece che: "non mi rompi assolutamente" ho scritto: "non mi pompi assolutamente"... il messaggio é stato preso un po' male!!

-- al posto di "ceeeeerto" di fronte alla richiesta di un amico che si voleva autoinvitare, ho mandato un "vertigine".Di paura?

- monocruico invece di "onomastico" non è male, ed è troppo surreale

- Il Sig. Besana è diventato Sig. Befana. Ho dovuto dimostrargli che il T9 ha assunto il 'controllo'...

- questo WE mia moglie era bloccata a Melano con l'auto e mi ha scritto questo messaggio: "Non mi va auto. Bloccata a melodramma. Aiuto." un evidente pathos del T9 nei confronti di mia moglie ;-)

L'autocorrezione miete vittime anche al di fuori del mondo telefonico: un lettore ha segnalato che Microsoft Word, infatti, insiste a correggere “stagista” in “stragista”, con tutti gli equivoci rischiosi che ne possono conseguire.

Steve Jobs è morto stanotte

Steve Jobs, 1955-2011


Questa è l'immagine che compare visitando adesso il sito di Apple. Un breve ricordo di Jobs è presso www.apple.com/stevejobs/.

Steve Jobs ha saputo cambiare il modo in cui il mondo considera la tecnologia e l'informatica attraverso la sua ricerca ossessiva di soluzioni semplici ed eleganti. Soluzioni spesso già esistenti ma maldestramente confezionate da altri, inizialmente controverse e poi accettate come nuovo stato dell'arte da emulare: iPod (2001), iTunes (2001), iPhone (2007), App Store (2008), iPad (2010).

Al tempo stesso, non ha esitato a coltivare un'immagine di imprenditore atipico, capace di lasciare in eredità non solo dei gadget di splendido design, ma delle riflessioni personali di modestia insolita in un businessman: “... questa roba [la tecnologia] non cambia il mondo. Davvero. Nasciamo, viviamo per un breve istante e moriamo. Succede da un pezzo” (Wired, 1996).

“...la morte è molto probabilmente la migliore invenzione della vita. È l'agente di cambiamento della vita. Spazza via il vecchio per fare posto al nuovo” disse in un discorso agli studenti di Stanford nel 2005. “Il tempo a vostra disposizione è limitato, per cui non sprecatelo vivendo la vita di qualcun altro”.



Aggiornamenti


I tributi in Rete sono innumerevoli: una delle più belle carrellate è su Shortlist.com. Per me, il tributo più semplice e garbato è quello di Xkcd:


L'onmouseover della vignetta, in inglese, recita così: “C'è sempre la speranza che se ti siedi e la osservi abbastanza a lungo, la pallina sparirà e quello che aveva interrotto ritornerà.”

2011/10/05

Due appuntamenti lunari a Tradate e Lucerna

Charlie Duke (Apollo 16) e Claude Nicollier (Shuttle) a Lucerna l'8 e 9 ottobre; un “albero lunare” arriverà a Tradate il 12


Charlie Duke e il sottoscritto.
No, non è una cresta punk :-)
L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Sabato 8 e domenica 9 ottobre l'astronauta lunare Charlie Duke (foto qui accanto) sarà a Lucerna, al Museo dei Trasporti, a partire dalle 10:30, insieme agli astronauti Shuttle Claude Nicollier e Jean-François Clervoy e a Johannes Geiss, responsabile dell'esperimento del vento solare realizzato durante le missioni Apollo.

Ci sarà anche Rosemary Roosa, figlia dell'astronauta statunitense Stuart Roosa (Apollo 14), che porterà un “albero lunare”: una delle piante cresciute dai circa 500 semi portati fino alla Luna durante la missione Apollo alla quale partecipò suo padre.


Il programma completo della manifestazione, organizzata da SwissApollo, è qui in tedesco e qui in francese. Se non ci potete essere, vi porterò un po' di foto e di aneddoti.

Un altro “albero lunare”, il primo in Italia, verrà piantato a Tradate mercoledì 12 ottobre da Rosemary Roosa nell'ambito di un incontro che inizierà alle 15.30, presso il Centro Didattico Scientifico, nella sala conferenze “Salvatore Furia”, grazie all'impegno della Fondazione Osservatorio Astronomico di Tradate, della Provincia di Varese e del Parco Pineta di Appiano Gentile e Tradate.

Sarà una bella occasione per rievocare insieme le missioni lunari, con i loro aspetti poco noti (come questo), e parlare con chi ha conosciuto un astronauta Apollo da un punto di vista molto speciale e personale. Io sarò lì come fan e come traduttore; anche in questo caso cercherò di portarvi qualche immagine, ma non garantisco nulla.

L'ingresso a questo evento è libero; i dettagli sono qui su Foam13.it e qui su Collectionspace.it.
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