Un blog di Paolo Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale
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2009/09/11
Governo britannico: sorry, Mr. Turing
Con soli cinquantasette anni di ritardo, il governo del Regno Unito ha chiesto ufficialmente scusa per il trattamento che inflisse nel 1952 a uno dei suoi più brillanti matematici: Alan Turing, l'uomo che aveva decifrato i codici segreti nazisti, cambiando le sorti della Seconda Guerra Mondiale, e aveva nel contempo gettato le basi dell'informatica moderna.
E' sua quella che poi prese il nome di macchina di Turing: un concetto astratto che dimostrò nel 1936 che una macchina semplice era in grado di effettuare qualunque calcolo matematico, anche il più complesso, purché rappresentabile come procedura (algoritmo) e che quindi si poteva immaginare un "calcolatore" artificiale programmabile. In sostanza, non importa quale computer, telefonino o altro apparecchio elettronico stiate usando: sotto sotto, se contiene un sistema operativo o un programma, state usando una macchina di Turing.
E' suo il test di Turing: un metodo per determinare se una macchina è intelligente o no, ossia se "pensa". Alan Turing si poneva già domande di questo calibro nel 1950, quando il suo articolo intitolato Computing Machinery and Intelligence smontò tutti i preconcetti dell'epoca e dimostrò che era concepibile che un giorno si potesse arrivare a un'intelligenza artificiale indistinguibile da quella umana, liquidando il mito dell'unicità e della superiorità dell'intelletto umano. Considerato lo stato della tecnologia informatica dell'epoca, è come se un biologo avesse scoperto il funzionamento dei neuroni di una mosca e avesse intuito e dimostrato che tanti neuroni messi insieme potevano produrre la Nona di Beethoven.
Il test di Turing è un esperimento nel quale un essere umano deve decidere se le risposte che gli arrivano tramite telescrivente sono prodotte da un altro essere umano o da una macchina: se non azzecca, la macchina è da considerare a tutti gli effetti intelligente. Finora nessuna macchina ha superato il test, ma gli esperimenti proseguono tramite iniziative come il Premio Loebner.
Ed è sua gran parte del lavoro top secret di crittanalisi che permise ai britannici di decifrare i codici cifrati militari tedeschi, quelli basati su macchine come Enigma. Insieme al matematico Gordo Weichman, Turing progettò un dispositivo elettromeccanico, chiamato in inglese bombe, che automatizzava i tentativi di decifrazione e fu fondamentale nel consentire la lettura in tempo quasi reale dei messaggi segreti del nemico. Questa conoscenza delle comunicazioni naziste permise di alterare drasticamente il corso della Seconda Guerra Mondiale, salvando un numero incalcolabile di vite. La natura del suo lavoro militare fu così segreta che l'alta onorificenza che gli fu conferita nel 1945, l'Order of the British Empire, aveva la laconica motivazione "per servizi resi al Foreign Office".
Ma allora perché il governo britannico ha pubblicato ieri le proprie scuse formali ad Alan Turing sul sito ufficiale del primo ministro, Number10.gov.uk? Perché nel 1952, mentre stava lavorando allo sviluppo dei primi computer moderni, fu processato per il reato di omosessualità, o gross indecency (oscena indecenza) nell'eufemistico gergo legalese dell'epoca, esattamente come era successo a Oscar Wilde più di cinquant'anni prima. Qualunque atto omosessuale era illegale nel Regno Unito di allora, e a Turing fu data la scelta fra il carcere e la "cura" tramite castrazione chimica. Scelse la seconda opzione e fu sottoposto a iniezioni di estrogeni talmente forti da fargli crescere il seno.
La condanna portò alla revoca di tutti i suoi privilegi di sicurezza, rendendogli impossibile lavorare significativamente nel campo in cui eccelleva. Nel 1954 fu trovato morto, avvelenato dal cianuro probabilmente contenuto in una mela morsicata trovata accanto al suo letto, come la protagonista di Biancaneve, che era la sua fiaba preferita. La morte fu archiviata come suicidio. Alan Turing aveva solo 41 anni.
Le scuse del governo britannico non sono arrivate spontaneamente: sono il risultato di una petizione, avviata dal programmatore britannico John Graham-Cumming, che in pochi mesi ha raccolto migliaia di adesioni prestigiose. Da qui la scelta del primo ministro Gordon Brown di porgere le scuse ufficiali per il trattamento "raccapricciante" (come lo definisce Brown) al quale fu sottoposto.
"Per quelli fra noi che sono nati dopo il 1945, in un'Europa unita, democratica e in pace, è difficile immaginare che il nostro continente fu un tempo teatro del momento più buio dell'umanità. E' difficile credere che in tempi ancora alla portata della memoria di chi è ancora vivo oggi, la gente potesse essere così consumata dall'odio – dall'antisemitismo, dall'omofobia, dalla xenofobia e da altri pregiudizi assassini – da far sì che le camere a gas e i crematori diventassero parte del paesaggio europeo tanto quanto le gallerie d'arte e le università e le sale da concerto che avevano contraddistinto la civiltà europea per secoli," scrive il primo ministro.
E' davvero difficile da immaginare. Forse Alan Turing avrebbe dovuto porsi un altro quesito nella propria ricerca: anziché chiedersi se esista l'intelligenza artificiale, domandarsi se ve ne sia a sufficienza di quella naturale.
E' sua quella che poi prese il nome di macchina di Turing: un concetto astratto che dimostrò nel 1936 che una macchina semplice era in grado di effettuare qualunque calcolo matematico, anche il più complesso, purché rappresentabile come procedura (algoritmo) e che quindi si poteva immaginare un "calcolatore" artificiale programmabile. In sostanza, non importa quale computer, telefonino o altro apparecchio elettronico stiate usando: sotto sotto, se contiene un sistema operativo o un programma, state usando una macchina di Turing.
E' suo il test di Turing: un metodo per determinare se una macchina è intelligente o no, ossia se "pensa". Alan Turing si poneva già domande di questo calibro nel 1950, quando il suo articolo intitolato Computing Machinery and Intelligence smontò tutti i preconcetti dell'epoca e dimostrò che era concepibile che un giorno si potesse arrivare a un'intelligenza artificiale indistinguibile da quella umana, liquidando il mito dell'unicità e della superiorità dell'intelletto umano. Considerato lo stato della tecnologia informatica dell'epoca, è come se un biologo avesse scoperto il funzionamento dei neuroni di una mosca e avesse intuito e dimostrato che tanti neuroni messi insieme potevano produrre la Nona di Beethoven.
Il test di Turing è un esperimento nel quale un essere umano deve decidere se le risposte che gli arrivano tramite telescrivente sono prodotte da un altro essere umano o da una macchina: se non azzecca, la macchina è da considerare a tutti gli effetti intelligente. Finora nessuna macchina ha superato il test, ma gli esperimenti proseguono tramite iniziative come il Premio Loebner.
Ed è sua gran parte del lavoro top secret di crittanalisi che permise ai britannici di decifrare i codici cifrati militari tedeschi, quelli basati su macchine come Enigma. Insieme al matematico Gordo Weichman, Turing progettò un dispositivo elettromeccanico, chiamato in inglese bombe, che automatizzava i tentativi di decifrazione e fu fondamentale nel consentire la lettura in tempo quasi reale dei messaggi segreti del nemico. Questa conoscenza delle comunicazioni naziste permise di alterare drasticamente il corso della Seconda Guerra Mondiale, salvando un numero incalcolabile di vite. La natura del suo lavoro militare fu così segreta che l'alta onorificenza che gli fu conferita nel 1945, l'Order of the British Empire, aveva la laconica motivazione "per servizi resi al Foreign Office".
Ma allora perché il governo britannico ha pubblicato ieri le proprie scuse formali ad Alan Turing sul sito ufficiale del primo ministro, Number10.gov.uk? Perché nel 1952, mentre stava lavorando allo sviluppo dei primi computer moderni, fu processato per il reato di omosessualità, o gross indecency (oscena indecenza) nell'eufemistico gergo legalese dell'epoca, esattamente come era successo a Oscar Wilde più di cinquant'anni prima. Qualunque atto omosessuale era illegale nel Regno Unito di allora, e a Turing fu data la scelta fra il carcere e la "cura" tramite castrazione chimica. Scelse la seconda opzione e fu sottoposto a iniezioni di estrogeni talmente forti da fargli crescere il seno.
La condanna portò alla revoca di tutti i suoi privilegi di sicurezza, rendendogli impossibile lavorare significativamente nel campo in cui eccelleva. Nel 1954 fu trovato morto, avvelenato dal cianuro probabilmente contenuto in una mela morsicata trovata accanto al suo letto, come la protagonista di Biancaneve, che era la sua fiaba preferita. La morte fu archiviata come suicidio. Alan Turing aveva solo 41 anni.
Le scuse del governo britannico non sono arrivate spontaneamente: sono il risultato di una petizione, avviata dal programmatore britannico John Graham-Cumming, che in pochi mesi ha raccolto migliaia di adesioni prestigiose. Da qui la scelta del primo ministro Gordon Brown di porgere le scuse ufficiali per il trattamento "raccapricciante" (come lo definisce Brown) al quale fu sottoposto.
"Per quelli fra noi che sono nati dopo il 1945, in un'Europa unita, democratica e in pace, è difficile immaginare che il nostro continente fu un tempo teatro del momento più buio dell'umanità. E' difficile credere che in tempi ancora alla portata della memoria di chi è ancora vivo oggi, la gente potesse essere così consumata dall'odio – dall'antisemitismo, dall'omofobia, dalla xenofobia e da altri pregiudizi assassini – da far sì che le camere a gas e i crematori diventassero parte del paesaggio europeo tanto quanto le gallerie d'arte e le università e le sale da concerto che avevano contraddistinto la civiltà europea per secoli," scrive il primo ministro.
E' davvero difficile da immaginare. Forse Alan Turing avrebbe dovuto porsi un altro quesito nella propria ricerca: anziché chiedersi se esista l'intelligenza artificiale, domandarsi se ve ne sia a sufficienza di quella naturale.
La gaffe leggendaria di Mike Bongiorno
"Ahi ahi ahi signora Longari, mi è caduta sull'uccello!". È forse la gaffe di Mike Bongiorno più conosciuta in assoluto, e la morte del celeberrimo conduttore l’ha fatta inevitabilmente rispolverare. Ma nonostante moltissimi appassionati del piccolo schermo d'epoca siano pronti a giurare di aver assistito all'increscioso episodio, in realtà non c’è nessuna prova che sia realmente avvenuto.
È uno di quei casi come "Suonala ancora, Sam", frase per la quale Humphrey Bogart è passato alla storia, ma che in realtà, come documenta Imdb.com, non pronunciò mai nel film Casablanca (Bogart dice "You played it for her, you can play it for me. Play it!", e Ingrid Bergman risponde "Play it, Sam. Play 'As Time Goes By"'). Una vera e propria falsa memoria collettiva.
La storia dell’uccello e della signora Longari è classificata brevemente come "leggenda metropolitana" anche da Wikipedia, ma forse ci vuole qualche dettaglio in più per aiutare a convincere i perplessi che di leggenda davvero si tratta.
La signora Giuliana Longari, esperta in storia romana, fu concorrente del telequiz della Rai Rischiatutto da aprile a luglio del 1970 e perse il titolo di campionessa nella puntata del 16 luglio. La puntata è consultabile negli archivi Rai; una sintesi dell'altra puntata nella quale la Longari perse, la finale del 20 maggio 1972, è qui su Youtube. E in quelle puntate, dove sarebbe logico trovare la battuta sulla caduta della campionessa, non c'è nulla di ornitologicamente pertinente.
Ma secondo un'intervista a Paolo Limiti pubblicata da Sorrisi.com a gennaio del 2004, la battuta dell'uccello fu pronunciata davvero da Mike ma non fu rivolta la signora Longari. Limiti era uno degli autori di Rischiatutto, e nell'intervista ricordò quanto segue:
Anche la signora Longari, intervistata dal Corriere nel 2000 e da Dazebao.org pochi giorni fa, nega di essere stata la destinataria della gaffe ornitologica di Mike e conferma la versione di Paolo Limiti:
Bongiorno e la Longari, insieme, nella trasmissione I tre tenori (Canale 5, 29/11/1998), smentirono l'aneddoto. Il conduttore, Maurizio Costanzo, chiese esplicitamente se la battuta fosse stata rivolta ad un’altra concorrente: ma i due protagonisti della vicenda smentirono anche quest’ipotesi.
Nonostante tutto questo, però, Studio Aperto, l’8 settembre scorso, ha trasmesso uno spezzone contenente proprio la battuta leggendaria (è a 1:10; immagine qui accanto, tratta da Thepopuli.it).
È un falso: si tratta di uno spezzone degli anni 80, in cui Mike ripeteva quella frase, probabilmente perché stava raccontando l'episodio. Studio Aperto l’ha convertito in bianco e nero, spacciandolo per un filmato degli anni 70 e applicandogli sopra un finto televisore vintage. Lo si capisce perché Mike Bongiorno non ha la pettinatura degli anni Settanta e indossa grandi occhiali che non usava nel periodo di Rischiatutto. E soprattutto perché lo stesso, identico brano esiste a colori qui (a 2:50).
In estrema sintesi, tutti i diretti interessati smentiscono che c’entri la signora Longari; alcuni dicono che forse la battuta fu detta, ma non alla Longari, ma non sanno indicare in quale puntata sarebbe stata pronunciata. Soprattutto, nessuno finora ha saputo documentare con un filmato autentico l'esistenza di quest'episodio, tanto che Studio Aperto ha fatto ricorso a un falso. Per cui sembra saggio, fino a prova contraria, presumere che si tratti di una leggenda metropolitana.
Ringrazio tutti i lettori che hanno contribuito enormemente a quest'indagine antibufala con i loro commenti e le loro ricerche. E non posso che constatare con meraviglia che un’indagine del genere sarebbe stata praticamente impossibile prima di Internet.
È uno di quei casi come "Suonala ancora, Sam", frase per la quale Humphrey Bogart è passato alla storia, ma che in realtà, come documenta Imdb.com, non pronunciò mai nel film Casablanca (Bogart dice "You played it for her, you can play it for me. Play it!", e Ingrid Bergman risponde "Play it, Sam. Play 'As Time Goes By"'). Una vera e propria falsa memoria collettiva.
La storia dell’uccello e della signora Longari è classificata brevemente come "leggenda metropolitana" anche da Wikipedia, ma forse ci vuole qualche dettaglio in più per aiutare a convincere i perplessi che di leggenda davvero si tratta.
La signora Giuliana Longari, esperta in storia romana, fu concorrente del telequiz della Rai Rischiatutto da aprile a luglio del 1970 e perse il titolo di campionessa nella puntata del 16 luglio. La puntata è consultabile negli archivi Rai; una sintesi dell'altra puntata nella quale la Longari perse, la finale del 20 maggio 1972, è qui su Youtube. E in quelle puntate, dove sarebbe logico trovare la battuta sulla caduta della campionessa, non c'è nulla di ornitologicamente pertinente.
Ma secondo un'intervista a Paolo Limiti pubblicata da Sorrisi.com a gennaio del 2004, la battuta dell'uccello fu pronunciata davvero da Mike ma non fu rivolta la signora Longari. Limiti era uno degli autori di Rischiatutto, e nell'intervista ricordò quanto segue:
A distanza di anni però posso svelarti la verità su quella più celebre che, curiosamente, fu forse l'unica studiata a tavolino. Non c'entra la Longari, non c'entra “L'uccello di fuoco” di Stravinskij: era il "Rischiatutto", questo sì, e la protagonista fu una concorrente che non vinse nulla e che nessuno ricorda, mi sembra di Genova. Quella sera c'era la colonna con le domande sulla "ornitologia" e nel suo camerino Mike, prima della trasmissione, mi disse: "Se sbaglia una qualsiasi risposta, io dico "Che peccato, mi è caduta sull'uccello". E così fu, per la gioia trentennale dei suoi biografi».
Anche la signora Longari, intervistata dal Corriere nel 2000 e da Dazebao.org pochi giorni fa, nega di essere stata la destinataria della gaffe ornitologica di Mike e conferma la versione di Paolo Limiti:
"Per l’ennesima volta devo ribadire che Mike non disse mai quella battuta, "Signora Longari mi è caduta sull’uccello" (a proposito di una risposta sbagliata su "L’uccello di fuoco" di Stravinski, ndr): non si sarebbe mai permesso. Le cosiddette gaffe di Mike non esistono: lui pilota tutto e sa esattamente cosa dire, cosa sbagliare e dove fermarsi. Dunque una battuta cosi' sarebbe stata troppo volgare per quei tempi. Lui stesso ammette che l’avrebbero cacciato dalla Rai". Ma allora come può essere nato questo aneddoto che dura da 30 anni? "Pare che Mike l'abbia detta sul serio questa battuta ma non a me".
Bongiorno e la Longari, insieme, nella trasmissione I tre tenori (Canale 5, 29/11/1998), smentirono l'aneddoto. Il conduttore, Maurizio Costanzo, chiese esplicitamente se la battuta fosse stata rivolta ad un’altra concorrente: ma i due protagonisti della vicenda smentirono anche quest’ipotesi.
Nonostante tutto questo, però, Studio Aperto, l’8 settembre scorso, ha trasmesso uno spezzone contenente proprio la battuta leggendaria (è a 1:10; immagine qui accanto, tratta da Thepopuli.it).
È un falso: si tratta di uno spezzone degli anni 80, in cui Mike ripeteva quella frase, probabilmente perché stava raccontando l'episodio. Studio Aperto l’ha convertito in bianco e nero, spacciandolo per un filmato degli anni 70 e applicandogli sopra un finto televisore vintage. Lo si capisce perché Mike Bongiorno non ha la pettinatura degli anni Settanta e indossa grandi occhiali che non usava nel periodo di Rischiatutto. E soprattutto perché lo stesso, identico brano esiste a colori qui (a 2:50).
In estrema sintesi, tutti i diretti interessati smentiscono che c’entri la signora Longari; alcuni dicono che forse la battuta fu detta, ma non alla Longari, ma non sanno indicare in quale puntata sarebbe stata pronunciata. Soprattutto, nessuno finora ha saputo documentare con un filmato autentico l'esistenza di quest'episodio, tanto che Studio Aperto ha fatto ricorso a un falso. Per cui sembra saggio, fino a prova contraria, presumere che si tratti di una leggenda metropolitana.
Ringrazio tutti i lettori che hanno contribuito enormemente a quest'indagine antibufala con i loro commenti e le loro ricerche. E non posso che constatare con meraviglia che un’indagine del genere sarebbe stata praticamente impossibile prima di Internet.
2009/09/10
Intervista a RadioRadio alle 18.40 per non far seppellire l'11/9 sotto le ridicolaggini cospirazioniste
Stasera alle 18.40 circa sarò ospite di Radio Radio per parlare degli attentati dell'11 settembre 2001, di cui ricorre l'anniversario domani, e delle cosiddette "teorie alternative" che li riguardano. La trasmissione è ricevibile sul canale Sky 915 e in streaming via Internet.
Aggiornamento: tutto rinviato di 24 ore. Giulietto Chiesa, in onda prima di me, ha straripato e non c'è più tempo. Ci si sente alle 18.10 circa di domani. Intanto è stato interessante sentire che Chiesa è ancora fermo ai documenti di due anni fa e non ha ancora capito neanche quelli.
Aggiornamento: tutto rinviato di 24 ore. Giulietto Chiesa, in onda prima di me, ha straripato e non c'è più tempo. Ci si sente alle 18.10 circa di domani. Intanto è stato interessante sentire che Chiesa è ancora fermo ai documenti di due anni fa e non ha ancora capito neanche quelli.
Strana richiesta di “beneficenza Tiscali”
L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
English AbstractAn e-mail appeal for money to help a cancer-stricken Italian child named Sabrina is almost certainly a scam. The picture of "Sabrina" actually belongs to an English cancer patient and there are other signs of something fishy going on.
Mi sono arrivate numerosissime segnalazioni di lettori che hanno ricevuto, nell'arco della giornata di ieri (9 settembre), una mail che ha più o meno l'aspetto mostrato qui sotto e che dice di essere una beneficenza in favore di una bambina, Sabrina, malata di cancro.
Allo stato attuale delle indagini, questo messaggio sembra essere una truffa. Suggerisco quindi di evitare, per ora, qualsiasi risposta o donazione in risposta all'appello.
Il messaggio, intitolato "Potresti salvare una vita.. Leggi!", ha sempre come mittente "Beneficenza Tiscali
UN SOLO MINUTO DELLA VOSTRA ATTENZIONE POTRA' SALVARE LA VITA ALLA NOSTRA BAMBINA
Sabrina, di 8 anni è malata di cancro alle ovaie.Malattia rara a questa età ma che potrebbe costarle la vita.Eviteremo di sprecare parole, le immagini parlano da sole.Chiediamo, a chi ha cuore e, naturalmente, possibilità un piccolo contributo per poter far fronte alle spese di un intervento in Francia dal costo complessivo esorbitante.
Pensate per attimo se fosse vostra figlia e la conseguente disperazione di Voi genitori.Noi siamo altrettanto disperati.Vi preghiamo per una buona azione al fine di permetterci di salvare nostra figlia da una morte certa.Il destino saprà ricambiare il vostro buon cuore.
Nel caso vogliate e possiate aiutarci, troverete in fondo a questa pagina le coordinate bancarie per poter eseguire un accredito.Non è importante la cifra, l'unione di tanti di voi potrebbe regalare a nostra figlia una nuova vita.
Coordinate Bancarie
Codice IBAN: IT 65 K 03002 32974 023266003755
Intestatari: Andrea Citro e Angela Sicignano
Banca: Banca di Roma
Grazie per la vostra attenzione
Gli indizi a favore della tesi che si tratti di uno spam, forse mirato a raggranellare soldi da chi si fida, sono molteplici:
- il destinatario apparente del messaggio è identico al mittente, cosa decisamente anomala;
- il mittente non c'entra nulla con Tiscali o con un ente di beneficenza;
- la foto di "Sabrina" è identica a quella di Sophie Fry, bambina inglese realmente malata di cancro alle ovaie, secondo quanto riportato da Pianeta Mamma e dal Mirror inglese (grazie a dimar77 per la segnalazione);
- il messaggio è stato diffuso in poco tempo a un numero molto elevato di destinatari, tanto da essere segnalato come spam da alcuni provider;
- non sembra esserci un sito Web di riferimento che possa dare aggiornamenti e informazioni sul caso, come si fa invece negli appelli reali;
- il messaggio linka un logo "Tiscali beneficenza online" e un'immagine della bambina che non risiedono su Tiscali ma su Tinypic, secondo quanto segnalato da Radiofaro Labs: l'immagine della bambina è presso http://i28.tinypic.com/2814oyt.jpg e il logo è presso http://i27.tinypic.com/2sal7hh.jpg.
La dicitura delle coordinate bancarie, mi dice chi lavora in banca, è scritta male ma se ricomposta è valida. Il codice ABI 03002 è effettivamente della Banca di Roma (Unicredit Banca di Roma), il CAB dovrebbe essere di Cologno Monzese e il check-digit del conto è giusto.
Esiste davvero un Vinicio Ballini che ha un account di posta su Fastwebnet. Presumo non sarà contento di essere coinvolto. Finora non sono riuscito a contattarlo.
2009/09/08
Addio a Mike Bongiorno
So long, Mike. Il tuo lavoro non era ancora terminato
No, non a tutti gli italiani.
(link all'originale; grazie a Phob66 per la segnalazione; la pagina è stata corretta qualche ora dopo)
2009/09/07
Risolto il “mistero” del logo ufologico di Google
Tranquilli, la O di Google rapita dagli alieni non è un messaggio ufologico
Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di "geogalb".
Numerosi lettori e alcuni giornali, come il Corriere, si sono interrogati sul significato del logo di Google di sabato scorso, che vedete qui accanto. Sull'account Twitter di Google era inoltre apparso l'enigmatico messaggio:
1.12.12 25.15.21.18 15 1.18.5 2.5.12.15.14.7 20,15 21,19
Non è una confessione dei legami fra Google e le potenze venusiane, né un segnale in codice per dire che i rapimenti alieni sono veri ma Google non lo può dire: è semplicemente un riferimento a un celeberrimo videogame.
Il Corriere era arrivato (su imbeccata del Telegraph) a capire che i numeri erano un semplice codice a sostituzione. Basta sostituire a ciascun numero la lettera corrispondente dell'alfabeto per ottenere "All your O are belong to us". E qui i videogiocatori d'annata hanno già capito tutto.
L'allusione, come conferma il Telegraph di ieri, è alla tragicomica, sgangherata traduzione inglese del gioco giapponese Zero Wing, famoso per la sgrammaticatissima dichiarazione "All your base are belong to us!" che compare all'inizio del gioco e che è entrata a far parte dei tormentoni di quella strana cosa chiamata umorismo informatico. Altri esempi d'uso di questa frase sono citati da Wikipedia.
Google ha semplicemente voluto commemorare il ventesimo anniversario dell'uscita di Zero Wing. Se avete creduto alle rivelazioni aliene, mi sa che è ora che usciate a comperare un po' di senso della realtà. In omaggio potreste trovarvi un campione omaggio di humor. Provatelo, potrebbe farvi bene.
Incontri fantascientifici
Mira Furlan (Delenn) e John Billingsley (Phlox) in Italia
Segnalo brevemente due appuntamenti italiani con attori cari a chi segue la fantascienza.
Sabato 12 settembre, l'associazione Deep Space One, in collaborazione con l'Associazione Culturale "Nino Manfredi" di Frosinone e con Green Video, presenta un incontro con Mira Furlan, interprete dell'Ambasciatrice Delenn nella serie Babylon 5 e della scienziata Danielle Rousseau nella serie Lost: ci sarà una sessione autografi. L'incontro si terrà a partire dalle 19 presso il negozio Green Video, Via Pier Vettori 6-14/A, a Roma. L'ingresso è gratuito.
Domenica 27 settembre, John Billingsley, interprete del Dottor Phlox in Star Trek: Enterprise, sarà a Bologna, presso Ultimo Avamposto. L'ingresso è a pagamento: maggiori dettagli sono disponibili in questa pagina dello Star Trek Italian Club.
Io sarò presente come fan e come traduttore per l'ospite.
2009/09/05
Ritorna il caso del dottor Montanari
Nanoparticelle, aggiornamento sul caso del dottor Montanari e del suo microscopio
Ho ricevuto parecchie segnalazioni di un rinnovato interesse intorno al caso controverso delle ricerche sulle nanoparticelle da parte del dottor Stefano Montanari, di cui mi ero occupato due anni fa scrivendo questo articolo.
All'epoca circolava infatti un appello, apparentemente avvalorato da Beppe Grillo, che parlava di veleni nelle merendine e citava le ricerche di Montanari in modo errato e ingannevole, come confermatomi da Montanari stesso.
Il rinnovato interesse sembra ruotare principalmente intorno a un articolo molto dettagliato di Valeria Rossi su Il Ponente, che non dipinge un quadro granché positivo dell'operato del ricercatore.
Per ora non ho elementi per confermare o smentire quanto detto nell'articolo della Rossi e non so se riuscirò a trovare il tempo di dedicare alla questione l'attenzione che merita. Nel frattempo, per facilitare le ricerche e l'approfondimento da parte di chiunque sia interessato, ripubblico qui i link all'audio originale integrale della mia intervista a Stefano Montanari del 2007 (MP3) e alla relativa trascrizione (PDF), citati nell'articolo di Valeria Rossi.
2009/09/04
Antibufala: l’alieno baby catturato
Ciarlatani scuoiano una scimmietta e ne fanno un "bebè alieno". I giornalisti abboccano
Ne hanno parlato giornali (La Stampa) e TV (Mediaset; Tgcom): Tiscali Notizie, per esempio, dice che nel 2007 fu catturato e ucciso da un gruppo di contadini messicani un piccolo essere che i contadini tentarono di soffocare "per ben tre volte, riuscendoci solo dopo averlo tenuto per molte ore sott'acqua". Perché ai contadini messicani l'idea di una roncolata risolutiva non viene in mente. No, meglio stare lì molte ore a tenere la bestiaccia sott'acqua. E cos'era, il figlio scemo di Alien?
C'è pure il video e una serie di conferme: "per gli esperti dell'università locale il corpo non appartiene ad una specie terrestre". Anzi, "il piccolo corpo non apparterrebbe a nessuna specie vivente conosciuta. Presenta alcune caratteristiche morfologiche umane ma anche di rettile, come ad esempio la dentatura senza radici, oltre ad un certo grado di sviluppo cerebrale. Gli studi dell'università assicurano che non si tratta di un falso né di una montatura, ma di un fatto fino ad ora inesplicabile."
Allora, facciamo il punto. Gli esperti dell'università locale (di non si sa dove, il Messico è grande) si trovano fra le mani il più importante ritrovamento della storia della biologia, e che fanno? Pubblicano una serie di articoli su riviste scientifiche? Si mettono in lizza per il Nobel per la biologia? Noooo. Restano anonimi e non pubblicano niente. E chi è il loro garante? Un ufologo messicano, tale Jaime Maussan. “Sono certo siano autentiche”, dice. Allora siamo a posto. Se lo dice una persona che non ha alcun interesse nella vicenda, c'è da fidarsi.
Come se non bastasse questa sequenza di assurdità, che i giornalisti hanno pubblicato senza alcun accenno a dubbi o critiche, arriva anche la mamma aliena vendicativa. "Marao Lopez, uno dei contadini che individuò e uccise lo strano essere, è morto. Il suo corpo, completamente carbonizzato, è stato ritrovato all’interno della propria auto al bordo di una strada. Il suo mezzo, stando a quanto appurato dagli esperti, non sarebbe rimasto coinvolto in un incidente ma avrebbe preso fuoco per cause ignote, raggiungendo temperature definite “anomale”." Perché non basta far fuori l'ammazza-ET e bruciarlo: bisogna bruciarlo a temperature anomale, così impara e l'avvertimento è chiaro per tutti.
Di verifiche o riscontri, manco a parlarne. Ma ci pensano i lettori del Disinformatico, in particolare Domenico (che ringrazio), a segnalare l'indagine del sito antibufala Forgetomori, che spiega la squallida verità: si tratta di una scimmietta scuoiata.
L'origine della notizia è il sito di Joshua Warren, ufologo e paranormalista, che poi ha ritirato la notizia (la trovate archiviata qui) "perché gli scienziati coinvolti non volevano che l'attenzione influenzasse la percezione dei loro risultati". Eh sì, perché un test del DNA è timido e tanta attenzione mediatica potrebbe cambiarne l'esito. E chi è Jaime Maussan? Un noto contastorie a sfondo ufologico, che scredita l'ufologia seria (sì, nonostante tutto esiste un'ufologia seria).
L'identificazione dell'alieno come una malcapitata scimmietta è attribuita al biologo portoghese Bruno Galrido, autore del blog specialistico Macacologia. Andando a ripescare l'annuncio originale del ritrovamento dell'"alieno", salta fuori che la creatura sarebbe stata spedita al dottor Jose Antonio Lorente, dell'Università di Granada. Che però, interpellato, dice di non aver ricevuto nulla, e che comunque essendo un esperto di DNA umano non potrebbe fare analisi di nessun genere sulla bestiolina. Naturalmente siete liberi di pensare che il dottor Lorente faccia parte del Grande Complotto per nascondere l'esistenza dei bebè alieni così scemi da farsi beccare da una tagliola. Siamo, insomma, alle solite: quando si va a controllare, i fenomeni straordinari svaniscono.
Pazienza se di queste cose parlano i siti ufologici; di qualcosa devono pur parlare, e chi li visita può sospettare che magari le notizie non siano verificate con rigore da Pulitzer. Ma che queste sciocchezze approdino acriticamente sui media di massa di cui la gente tutto sommato si fida, e che lì vengano propinate come se fossero certezze assolute, è l'ennesimo atto di incoscienza e di giornalismo spazzatura.
Dateci qualche bellona o bellone in più, se proprio non sapete cosa scrivere. Lo so che le modelle di oggi sono un po' ossute, ma è sempre meglio che vedersi lo scheletrino di una povera scimmietta il cui unico torto è stato quello di finire in mano a "ufologi" senza scrupoli.
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OS X Snow Leopard disaggiorna Flash, riapre falle
Ve l'avevo detto, che era meglio aspettare: Snow Leopard riapre falle in Flash
La nuova versione di Mac OS X, Snow Leopard, ha un problemino: installa una versione di Flash vecchia che ha varie falle di sicurezza.
La versione installata da Snow Leopard è la 10.0.23.1, mentre quella corrente è la 10.0.32.18. Lo segnala la Adobe, proprietaria del software Flash, usatissimo dai siti Internet (è quello che permette per esempio ai video di Youtube di funzionare).
La società di sicurezza Sophos ha creato un video che mostra i dettagli del problema. In particolare, va notato che il downgrade viene effettuato senza alcun avviso all'utente e avviene anche se l'utente ha installato una versione più recente.
Le versioni meno recenti di Flash hanno una serie di falle che sono state prese di mira dai vandali e dagli aggressori online per penetrare nei computer altrui.
Sophos nota che è comprensibile che Apple abbia distribuito Snow Leopard usando l'ultima versione di Flash disponibile al momento di chiudere il prodotto, ma non è comprensibile che Apple non abbia pensato di far fare una verifica al programma d'installazione prima di sovrascrivere una versione di Flash più recente.
Conviene quindi precipitarsi subito da Adobe per verificare quale versione di Flash avete e, se necessario, scaricare l'aggiornamento che tura le falle. Installatelo seguendo le istruzioni: sarà necessario riavviare i browser che usate.
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